UNIONE EUROPEA SCHIACCIATA TRA RUSSIA E USA di Salvatore Rondello
21-12-2025 - UNO SGUARDO SUL MONDO di Salvatore Rondello
Finchè c’è stata la guerra fredda ha fatto comodo agli Usa una Unione Europea che potesse avere una funzione deterrente all’Urss. Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, l’Unione europea si è allargata verso i Paesi dell’Est. Inoltre, ha raggiunto una unità monetaria senza aver raggiunto l’unità politica, un primato nella storia economica e monetaria. Si pensava che dall’Unità monetaria il passo per gli Stati Uniti d’Europa fosse breve. Così non è stato. Tuttavia, il Pil dell’Unione Europea ha superato quello degli Stati Uniti d’America, e anche la quotazione dell’euro ha raggiunto e superato il valore del dollaro.
La guerra in Ucraina sta rivelando che importanti alleanze consolidate nel tempo, stanno invece per cambiare cogliendo di sorpresa l’Unione Europea.
Putin plaude Musk dopo che il suo social X è stato multato per 120 milioni di euro da Bruxelles per mancanza di trasparenza, il magnate americano afferma che “l'Ue dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli paesi”. La Casa Bianca occupata da Trump incoraggia gli schieramenti populisti di destra e di sinistra per indebolire l’Unione europea e spingerla al servizio degli Usa da cui deve comprare armi, merci e combustibili. Come se non bastasse, la dottrina Trump non riconosce limiti legali ma solo rapporti di forza.
La Commissione europea replica alla Casa Bianca: “Quando si tratta di decisioni che riguardano l'Unione europea, queste vengono prese dall'Unione europea, per l'Unione europea, comprese quelle che riguardano la nostra autonomia normativa, la tutela della libertà di espressione e l'ordine internazionale fondato sulle regole”. Però ci sono anche i limiti dell’Ue di dover decidere all’unanimità e basta il voto contrario di un singolo stato per paralizzare qualsiasi decisione, come avviene anche nell’Onu.
Sembra anche che ci sia un documento sulla sicurezza americana che mette pesantemente in dubbio l’esistenza dell’Unione europea nel nostro continente.
In questo dossier degli Usa sull’Europa, l’Unione europea viene citata 49 volte, mentre la Russia soltanto 10. Se Mosca non viene più considerata una minaccia diretta per gli Usa, cresce invece l’ostilità della Casa Bianca verso l’Unione europea. Secondo il documento degli Usa, l’Ue dovrebbe aprirsi al mercato americano per beni e servizi, rinunciare alla lotta ai cambiamenti climatici per tornare ad acquistare idrocarburi dagli americani.
Un intero paragrafo è dedicato all’Europa per dire che il Vecchio continente è “in declino economico e ha una prospettiva reale e concreta di cancellazione della sua civiltà”.
Trump non tollera limiti alle sue politiche e va avanti a forza di decreti esecutivi inviando la Guardia nazionale nelle città governate dai suo oppositori politici, taccia l’Europa di scarsa libertà, attacca l'Unione Europea e gli altri organismi transnazionali che minano la libertà e la sovranità politica, le politiche migratorie che stanno trasformando il continente creando quei conflitti per affermare logiche razziste e nazionaliste, la censura della libertà di parola e la repressione dell'opposizione politica, il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità e fiducia in se stessi a livello nazionale. Secondo la Casa Bianca “il continente sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno”. Per questo, mentre continua a vendere armi all’Europa e a chiedere che sia l’Ue a pagare i rifornimenti militari per l’Ucraina, paventa il rischio che alcuni Paesi europei possano non essere più “alleati affidabili” degli Usa per la sicurezza.
Poi, l’attacco frontale alla Germania svela il vero nervo scoperto della amministrazione Trump: i rapporti con la Cina. Nel documento si legge: “La guerra in Ucraina ha avuto l'effetto perverso di aumentare la dipendenza esterna dell'Europa, in particolare della Germania. Oggi, le aziende chimiche tedesche stanno costruendo alcuni dei più grandi impianti di lavorazione del mondo in Cina, utilizzando gas russo che non possono ottenere in patria”. Secondo Trump, che preme per normalizzare prima possibile i rapporti con la Russia per tornare a fare affari, come già era emerso nella sua prima amministrazione, con Mosca, attacca i funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche per la guerra. Mentre fa carta straccia dei trattati internazionali, indebolisce le Nazioni Unite, deride e aggira il diritto internazionale, incolpa l’Europa di calpestare i principi fondamentali della democrazia per reprimere l'opposizione.
Il documento ammette, però, che il commercio transatlantico rimane uno dei pilastri dell'economia globale e della prosperità americana. I settori europei, dalla manifattura alla tecnologia e all'energia, restano tra i più solidi al mondo. L'Europa ospita una ricerca scientifica all'avanguardia e istituzioni culturali leader a livello mondiale. Motivi per i quali gli Usa non possono permettersi di escludere l'Europa: farlo sarebbe controproducente per gli obiettivi che questa strategia mira a raggiungere. Allora la Casa Bianca svela la sua strategia, quella di incoraggiare i suoi alleati politici in Europa, cioè i partiti patriottici europei. La loro crescente influenza dà davvero motivo di grande ottimismo all’Amministrazione Trump.
La Casa Bianca scrive: “Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare l'Europa a correggere la sua attuale traiettoria”.
E non è un caso che proprio Orban, il più sovranista tra i leader europei plauda alla strategia americana che prevede di: ripristinare condizioni di stabilità all'interno dell'Europa e stabilità strategica con la Russia; consentire all'Europa di reggersi in piedi e di operare come un gruppo di nazioni sovrane allineate, anche assumendosi la responsabilità primaria della propria difesa, senza essere dominata da alcuna potenza avversaria; coltivare la resistenza all'attuale traiettoria europea all'interno delle nazioni europee; aprire i mercati europei ai beni e ai servizi statunitensi e garantire un trattamento equo ai lavoratori e alle imprese statunitensi; rafforzare le nazioni sane dell'Europa centrale, orientale e meridionale attraverso legami commerciali, vendite di armi, collaborazione politica e scambi culturali ed educativi; porre fine alla percezione, e impedire la realtà, della Nato come un'alleanza in continua espansione; incoraggiare l'Europa ad agire per combattere la sovraccapacità mercantilista, il furto tecnologico, lo spionaggio informatico e altre pratiche economiche ostili.
La guerra in Ucraina sta rivelando che importanti alleanze consolidate nel tempo, stanno invece per cambiare cogliendo di sorpresa l’Unione Europea.
Putin plaude Musk dopo che il suo social X è stato multato per 120 milioni di euro da Bruxelles per mancanza di trasparenza, il magnate americano afferma che “l'Ue dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli paesi”. La Casa Bianca occupata da Trump incoraggia gli schieramenti populisti di destra e di sinistra per indebolire l’Unione europea e spingerla al servizio degli Usa da cui deve comprare armi, merci e combustibili. Come se non bastasse, la dottrina Trump non riconosce limiti legali ma solo rapporti di forza.
La Commissione europea replica alla Casa Bianca: “Quando si tratta di decisioni che riguardano l'Unione europea, queste vengono prese dall'Unione europea, per l'Unione europea, comprese quelle che riguardano la nostra autonomia normativa, la tutela della libertà di espressione e l'ordine internazionale fondato sulle regole”. Però ci sono anche i limiti dell’Ue di dover decidere all’unanimità e basta il voto contrario di un singolo stato per paralizzare qualsiasi decisione, come avviene anche nell’Onu.
Sembra anche che ci sia un documento sulla sicurezza americana che mette pesantemente in dubbio l’esistenza dell’Unione europea nel nostro continente.
In questo dossier degli Usa sull’Europa, l’Unione europea viene citata 49 volte, mentre la Russia soltanto 10. Se Mosca non viene più considerata una minaccia diretta per gli Usa, cresce invece l’ostilità della Casa Bianca verso l’Unione europea. Secondo il documento degli Usa, l’Ue dovrebbe aprirsi al mercato americano per beni e servizi, rinunciare alla lotta ai cambiamenti climatici per tornare ad acquistare idrocarburi dagli americani.
Un intero paragrafo è dedicato all’Europa per dire che il Vecchio continente è “in declino economico e ha una prospettiva reale e concreta di cancellazione della sua civiltà”.
Trump non tollera limiti alle sue politiche e va avanti a forza di decreti esecutivi inviando la Guardia nazionale nelle città governate dai suo oppositori politici, taccia l’Europa di scarsa libertà, attacca l'Unione Europea e gli altri organismi transnazionali che minano la libertà e la sovranità politica, le politiche migratorie che stanno trasformando il continente creando quei conflitti per affermare logiche razziste e nazionaliste, la censura della libertà di parola e la repressione dell'opposizione politica, il crollo dei tassi di natalità e la perdita di identità e fiducia in se stessi a livello nazionale. Secondo la Casa Bianca “il continente sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno”. Per questo, mentre continua a vendere armi all’Europa e a chiedere che sia l’Ue a pagare i rifornimenti militari per l’Ucraina, paventa il rischio che alcuni Paesi europei possano non essere più “alleati affidabili” degli Usa per la sicurezza.
Poi, l’attacco frontale alla Germania svela il vero nervo scoperto della amministrazione Trump: i rapporti con la Cina. Nel documento si legge: “La guerra in Ucraina ha avuto l'effetto perverso di aumentare la dipendenza esterna dell'Europa, in particolare della Germania. Oggi, le aziende chimiche tedesche stanno costruendo alcuni dei più grandi impianti di lavorazione del mondo in Cina, utilizzando gas russo che non possono ottenere in patria”. Secondo Trump, che preme per normalizzare prima possibile i rapporti con la Russia per tornare a fare affari, come già era emerso nella sua prima amministrazione, con Mosca, attacca i funzionari europei che nutrono aspettative irrealistiche per la guerra. Mentre fa carta straccia dei trattati internazionali, indebolisce le Nazioni Unite, deride e aggira il diritto internazionale, incolpa l’Europa di calpestare i principi fondamentali della democrazia per reprimere l'opposizione.
Il documento ammette, però, che il commercio transatlantico rimane uno dei pilastri dell'economia globale e della prosperità americana. I settori europei, dalla manifattura alla tecnologia e all'energia, restano tra i più solidi al mondo. L'Europa ospita una ricerca scientifica all'avanguardia e istituzioni culturali leader a livello mondiale. Motivi per i quali gli Usa non possono permettersi di escludere l'Europa: farlo sarebbe controproducente per gli obiettivi che questa strategia mira a raggiungere. Allora la Casa Bianca svela la sua strategia, quella di incoraggiare i suoi alleati politici in Europa, cioè i partiti patriottici europei. La loro crescente influenza dà davvero motivo di grande ottimismo all’Amministrazione Trump.
La Casa Bianca scrive: “Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di aiutare l'Europa a correggere la sua attuale traiettoria”.
E non è un caso che proprio Orban, il più sovranista tra i leader europei plauda alla strategia americana che prevede di: ripristinare condizioni di stabilità all'interno dell'Europa e stabilità strategica con la Russia; consentire all'Europa di reggersi in piedi e di operare come un gruppo di nazioni sovrane allineate, anche assumendosi la responsabilità primaria della propria difesa, senza essere dominata da alcuna potenza avversaria; coltivare la resistenza all'attuale traiettoria europea all'interno delle nazioni europee; aprire i mercati europei ai beni e ai servizi statunitensi e garantire un trattamento equo ai lavoratori e alle imprese statunitensi; rafforzare le nazioni sane dell'Europa centrale, orientale e meridionale attraverso legami commerciali, vendite di armi, collaborazione politica e scambi culturali ed educativi; porre fine alla percezione, e impedire la realtà, della Nato come un'alleanza in continua espansione; incoraggiare l'Europa ad agire per combattere la sovraccapacità mercantilista, il furto tecnologico, lo spionaggio informatico e altre pratiche economiche ostili.
Dall’Italia risponde il ministro della Difesa Crosetto con un lungo post su X: “Trump ha esplicitato che l'Ue non gli serve. Finiti i regali dagli Usa, alla difesa dovremo pensarci noi. Il competitor degli Stati Uniti è la Cina ed in questo duello l'Europa non è utile agli interessi di Washington”.
Vittorio Emanuele Parsi, professore di Diritto internazionale alla Cattolica di Milano e fondatore della Società per lo studio della democrazia (Ssd) spiega perché Usa e Russia vogliono un’Europa debole se non inesistente.
Il Prof. Parsi dice: “Pur diversi condividono una visione simile. Per Trump il punto è eliminare un competitor commerciale, la sua forza. Che è una forza reattiva come abbiamo visto con la trattativa sui dazi, e assecondare quelle forze della destra conservatrice europea che sono sovraniste e anti Unione. C’è la coincidenza con la visione di Vance e di questo mondo della destra reazionaria americana. Dall’altra parte la Russia ha sul continente europeo un progetto egemonico incompatibile e alternativo del progetto egemonico dell’Unione europea. Il nostro progetto egemonico è stato l’espansione oltre i nostri confini del ruolo delle leggi, delle istituzioni, il rifiuto della forza, come dice anche la Costituzione italiana, come strumento di politica internazionale per dirimere le controversie, perché è quello che applichiamo dentro il nostro spazio politico europeo. E volevamo e tuttora intendiamo che il continente europeo anche oltre i nostri confini sia governato in questo modo: dalla civilizzazione del diritto, da 80 anni di storia postbellica. La Russia ha un progetto in cui applica fuori dai suoi confini il modello che applica dentro. Quindi la violenza e l'uso della forza e con questo intende chiaramente eliminare l'Unione che è l'ostacolo che ha di fronte per proseguire questo progetto egemonico. Poi sia Trump che Putin fanno quello che fanno esattamente tutti gli autocrati: abusano della loro posizione di potere”.
Per il Prof. Parsi è un attacco anche alla democrazia: “Il sistema russo è un sistema autoritario e corrotto nell'indole, come sono tutti i sistemi autoritari. Ha attaccato l'Ucraina perché è l'esempio di una grande popolazione, di un grande Paese slavo, ex sovietico che trova la strada della democrazia, del mercato, dell'avvicinamento ai valori liberali e socialdemocratici dell'Occidente. Per Putin era intollerabile perché era la dimostrazione che si può uscire dalla situazione di prostrazione in cui era tutta l'ex Unione Sovietica dopo l'89. E se ne può uscire non con un dittatore, ma attraverso il difficile percorso della democrazia, con le sue contraddizioni, con i suoi errori, con i suoi difetti. Ma anche Trump, quando ci chiediamo come mai l'America ha cambiato così radicalmente la sua posizione nei nostri confronti, vuole cambiare la natura del sistema politico americano. Sta cercando di trasformarlo in un sistema in cui al potere dell'uomo solo al comando non siano posti limiti all'interno e neppure all’esterno. L’Europa è per lui un limite. Quindi c'è la tragica conferma incrociata che la natura del regime politico domestico definisce la visione della politica internazionale che si ha”.
Sul ruolo dei sovranisti europei, il Prof. Parsi ha detto: “In questo progetto sia i sovranisti europei, che i nostalgici del comunismo, quindi i due estremi che, come al solito, finiscono per toccarsi, sono alleati di questa visione. Sono i qualunquisti, cioè quella massa di rappresentanti politici, di media e in parte di opinione pubblica qualunquista, che è l'eterno male dell'Italia. Il qualunquismo ha assunto le vesti, in questi ultimi 20 anni in Italia, del populismo e del sovranismo, che sono varianti dello stesso male. Sono quelli che, come dice l'ultimo rapporto Censis, si rifugiano nella pornografia e nel mito dell'uomo forte”.
Sul documento statunitense che parla esplicitamente di declino dell'Europa come profezia ma anche come obiettivo, il docente della Cattolica ha osservato: “Il documento statunitense è di una pochezza intellettuale, di una stortura d'analisi e di un'oscenità di linguaggio che fa dimenticare che sia stato emesso da quella che era la grande burocrazia di un'importante democrazia ultra plurisecolare. Sembrano deliri scritti dai servi sciocchi di Putin o dagli amici e cugini di Orban. Detto ciò, il contrasto si gioca sul chi siamo noi. I tedeschi hanno subito risposto: Non accettiamo lezioni dall'esterno. Perché noi siamo gli europei, abbiamo alle spalle una lunga storia, un lungo percorso di costruzione di istituzioni. Certo, è stato un percorso reso possibile dalla lunga leadership americana, ma che oggi è possibile anche al di fuori di questa leadership, perché abbiamo costruito istituzioni che all'inizio degli anni 50 e alla fine degli anni 40 non c'erano. Oggi noi abbiamo delle istituzioni, abbiamo una lunga storia comune. Si tratta di credere in queste istituzioni e in questa storia cercando di correggere le cose anacronistiche. Bisogna aggiornare queste istituzioni, ma mantenere sempre quella che è la nostra cultura, la nostra identità, che è un'identità fatta su tre pilastri. Sono il libero mercato competitivo, la democrazia rappresentativa e la società aperta. Questo ha generato la società europea nel secondo dopoguerra. Ripeto l’Europa è partita grazie a un fondamentale sostegno americano alla protezione dei nostri confini. Oggi abbiamo lavorato tanto per costruire, dentro questa protezione, tutta l'infrastruttura delle nostre istituzioni, per costruire la nostra cultura ormai pluridecennale di esperienza di vita comune, Oggi che viene meno questa rete di protezione dobbiamo darcela noi. Ecco perché è necessario avere capacità di difesa adesso, non tra cinquant'anni. È cambiato il mondo intorno a noi. Abbiamo un Putin autoritario che da quattro anni usa la violenza nei confronti di una democrazia sorella, e da quattro anni minaccia la nostra sicurezza a parole e nei fatti. Ed è venuta meno la protezione americana, gli Stati Uniti si sono riposizionati. Allora di fronte a questo bisogna prenderne atto e capire che l'Europa resta una potenza civile, sia nel senso che si comporta in maniera civile sia nel senso che ritiene che la forza militare debba essere usata esclusivamente per la deterrenza e per la difesa”.
Poi il prof. Parsi spiega: “In un mondo come il nostro, la difesa non si può fermare ai confini fisici, bisogna spiegarlo a personaggi folkloristici alla Salvini o alla Conte. La difesa è la protezione di tutto quello spazio che consente alle istituzioni europee, quindi ai popoli europei, di continuare a scegliere il loro futuro liberamente, senza farsi asservire da vecchi e nuovi padroni. Il nostro destino, soprattutto il destino dei nostri figli, non può essere quello della scelta tra la servitù americana e la servitù russa, non può essere quello della scelta obbligata tra la schiavitù e la guerra. Dobbiamo svegliarci. Sarà costoso, sarà rischioso farlo, ma sono tempi rischiosi e costosi. Sono tempi in cui bisogna essere ambiziosi, non perché siamo arroganti, ma perché in tempi così difficili, persino l'obiettivo di sopravvivere è un obiettivo che richiede estrema ambizione, altrimenti non ci sarà dato raggiungerlo”.
Le analisi e le spiegazioni del Prof. Parsi sono senza dubbio condivisibili. Dobbiamo augurarci che nell’Unione europea non si continui a perdere tempo e riprenda al più presto il percorso di integrazione e di unione prospettato dal Manifesto di Ventotene verso una Federazione o una Confederazione degli Stati dell’Unione europea iniziando proprio dalla difesa che oggi è quella più urgente vista la minaccia che arriva dalla Russia di Putin che potrebbe non fermarsi all’Ucraina.
Fonte: di Salvatore Rondello










