MARXISMI E CAPITALISMI
di Enno Ghiandelli

23-09-2025 - AGORA'
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude …..


Il successo del partito neonazista tedesco nelle elezioni comunali del Nord Reno Vestfalia è un ulteriore campanello di allarme per tutti i democratici. Se guardiamo al nostro continente ci accorgiamo che poche sono le nazioni governate da maggioranze stabili, come in Italia dove, grazie ad un folle sistema elettorale, la minoranza dei votanti diviene maggioranza e governa il paese, e dove sono presenti tentativi di torsioni per passare da un sistema parlamentare ad uno presidenziale. Così com'è la proposta presentata dal Governo concentra tutto il potere nell'esecutivo, senza bilanciamento alcuno, con buona pace del barone di Montesquieu. Seguendo criteri di pseudo efficienza economica i sistemi democratici hanno perso la loro funzione essenziale che è quella di interagire con il popolo e non di seguire gli algoritmi che, al di là di quello che ci dicono, non sono affatto neutri e si basano su elementi soggettivi. Seguendo queste idee, qualcuno ha sostenuto che le Assemblee elettive ed i Governi sono inutili, è sufficiente un computer ben addestrato e pieno, ovviamente, di algoritmi.

Dagli anni Settanta in poi, invece di ampliare i contenuti della democrazia, in una cupio dissolvi, i gestori della politica li hanno ristretti. Si è iniziato a picconare il sistema di welfare che in tutto il mondo era andato estendendosi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Non c'è stato bisogno di arzigogolati ragionamenti si è decretato che il mercato è l'unico regolatore efficiente di un sistema. Ora tutti sanno che il mercato è un sistema ingiusto, dove vince sempre il soggetto più forte.
Il dramma è che la sinistra non solo non è riuscita ad arginare il neoliberismo, ma addirittura si è accodata ad esso. La scelta di seguire anche in Italia la Teoria del New Public Management ne è la riprova. Ciò è accaduto durante i Governi di centro sinistra, che non avendo più una bussola politica da seguire hanno scopiazzato il famoso Works Better and Costs Less di Bill Clinton, un manualetto pieno di buone intenzioni ma di scarsi risultati pratici anche in America, figuriamoci in Italia!

Insomma, per fare un esempio concreto: la Sanità. In Italia (pubblica) costa meno che negli USA (privata) ed è più efficiente. Però in nome del mercato ci si orienta verso il sistema privato. Negli anni Settanta ci fu una demonizzazione delle strutture pubbliche, esaltando come generali aspetti marginali di malcostume. Da allora è iniziata la discesa del ruolo della sanità pubblica fronte di quella privata con tutte le conseguenze del caso.

Altro caso di scuola è l'esternalizzazione dei servizi comunali. È vero così come erano organizzati avevano una scarsa efficienza, ma privatizzarli non mi sembra, soprattutto per gli utenti, la cosa migliore del mondo. Mi si obbietterà che molte di queste società sono di proprietà pubblica, peggio ancora, perché in questo caso sono i tecnocrati che decidono tutto e che non si sa bene a chi rispondono, non certo agli utenti. Forse invece di arrendersi alla logica del mercato sarebbe stata sufficiente una maggiore capacità di proposta alternativa, capace di tenere insieme efficienza gestionale, interessi e partecipazione attiva che ha come punto di riferimento politico il Comune.
La sinistra, non solo in Italia, è in crisi in tutta Europa e la crisi colpisce con uguale intensità sia i socialisti, i socialdemocratici e i comunisti.

Penso che al fondo della crisi di tutti ci sia una dipendenza culturale dal marxismo dei partiti con, anche se inconscia, convinzione che il determinismo marxiano li porterà al potere.
Il marxismo è diventato quella siepe che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Occorre alzarsi per osservare il mondo e proporre una alternativa credibile a questo sistema che sa produrre fame, miserie e guerre.

Il cambiamento di paradigma produttivo (con le supply chain, cioè parcellizzando la produzione) ha completamente rivoluzionato i rapporti sociali e non nel senso marxiano, oramai non più in grado di interpretare il nuovo stadio dello sviluppo del capitalismo, ma a vantaggio dei più ricchi.
Bisogna ripartire da qui per ricreare un retroterra sociale che dia forza ad un movimento capace di incidere sulla realtà riducendo le differenze sociali, sempre più insostenibili. Se non riusciamo a centrare questo avremo, come abbiamo, un abbandono della partecipazione dei meno abbienti alla vita politica e quindi una vittoria delle destre.





Fonte: di Enno Ghiandelli