18 Aprile 2024

"I SOCIALISTI E LA GUERRA DI SPAGNA"

"Socialismo o barbarie"(1) : di fronte a questa drammatica ed anche esaltante scelta si trovarono i socialisti italiani di tutte le scuole al momento dell´aggressione, nel 1936, della Repubblica spagnola da parte delle truppe reazionarie di Franco, supportate dal fascismo italiano e dal nazismo tedesco.
Il primo a capire la portata internazionale dello scontro in Spagna tra democrazia e dittatura, tra socialismo e fascismo fu Carlo Rosselli, che si adoperò per un pronto sostegno alla democrazia spagnola da parte degli antifascisti italiani. "Oggi in Spagna, domani in Italia", fu il suo motto.
Dopo la vittoria alle elezioni amministrative del 14 aprile 1931 delle forze progressiste e la proclamazione della repubblica, si era insediato in Spagna un governo di coalizione repubblicano-socialista (2) che si era assunto l´immane compito di trasformare, rimanendo nella democrazia, la società spagnola, da semifeudale (3) quale era, a moderna e giusta (4). L´esperimento era stato però interrotto nel 1934 dal ritorno al potere della coalizione conservatrice formata da clericali, militari ed agrari. Quest´ultima si impegnò con cura nello smantellare tutti i provvedimenti e le iniziative legislative del precedente governo, suscitando così movimenti di protesta ed anche rivoluzionari in tutto il Paese (5).
Divenne perciò impellente il bisogno di saldare gli interessi delle classi sfruttate e abbrutite dall´ignoranza e dalla superstizione con quelli della piccola borghesia sfiduciata e delusa da un capitalismo antiquato e per lo più straniero e con le istanze progressiste degli intellettuali illuminati (6). Il 15 febbraio 1936 venne firmato un accordo tra tutti i partiti della sinistra laica e di classe, con cui si diede vita al Fronte popolare spagnolo (7), nel quale notevole peso avevano il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) (8) e i suoi autorevoli dirigenti, come Largo Caballero (9), Indalecio Prieto (10) e Juan Negrìn (11).
La destra reazionaria cominciò a prendere le sue contromisure e a preparare la sedizione, sostenuta da buona parte del clero, e dell´esercito, oltre che dal movimento fascista della Falange.
Le elezioni politiche del 16 febbraio 1936 decretarono la vittoria delle istanze progressiste del Paese, assegnando al Fronte popolare 277 seggi alle Cortes, contro i 147 andati alle destre (12). La destra reazionaria rispose con l´insurrezione militare del 17 luglio 1936, che però non riuscì ad impadronirsi dell´intero territorio spagnolo, soprattutto grazie alla spontanea resistenza popolare. Ebbe così inizio una lunga e sanguinosa guerra civile tra i difensori della Repubblica e le forze oscurantiste e fasciste, che ben presto ottennero il sostegno della Germania nazista e dell´Italia fascista.
Ma nel campo antifascista si levò un moto di solidarietà per la repubblica spagnola aggredita dal fascismo internazionale. Affluirono così in Spagna gruppi di volontari (13) provenienti da 53 nazioni che formarono le Brigate internazionali. Gli italiani (comunisti, socialisti, anarchici, repubblicani) si organizzarono nel Battaglione (poi Brigata) Garibaldi, al comando del repubblicano Randolfo Pacciardi, affiancato da tre commissari politici, fra cui il socialista Amedeo Azzi (14). Il primo ad arruolarsi fu il socialista Fernando De Rosa (15), che già si trovava in Spagna e che assunse il comando del battaglione Octubre, reclutato fra la gioventù socialista.
I socialisti italiani in esilio, di tutte le tendenze, espressero la loro piena solidarietà al popolo spagnolo aggredito dal fascismo.
Questo l´appello (16) lanciato da Carlo Rosselli (17), fondatore e leader del movimento Giustizia e libertà:
Alla Spagna proletaria tutti i nostri pensieri.
Per la Spagna proletaria tutto il nostro aiuto.
Oggi in Spagna, domani in Italia. Anzi, oggi stesso in Italia...
Uomini liberi, in piedi!
Fra i giellisti che combatterono in Spagna ricordiamo i socialisti Aldo Garosci (18) ed Emilio Lussu (19).
Per i socialisti del PSI/IOS, cioè quello aderente all´Internaziomale Operaia Socialista, che si batté in prima fila per la rivoluzione spagnola, è da sottolineare l´indimenticabile contributo del suo segretario politico Pietro Nenni (20), nominato Commissario Politico delle Brigate internazionali, nonché rappresentante dell´Internazionale in Spagna. Così egli si esprimeva in un suo Discorso agli italiani, lanciato dalla terra di Spagna:
... (Noi) siamo qui per le stesse ragioni per cui Matteotti è stato assassinato in Italia, per le quali Terracini e tanti altri sono in prigione da oltre dieci anni, per le quali recentemente il socialista prof. Pesenti è stato condannato a 25 anni di prigione; siamo qui perché qui è il teatro di uno degli episodi più tragici e più gloriosi della lotta fra libertà e schiavitù, fra socialismo e capitalismo. (...). Antifascisti di tutte le gradazioni formiamo un Fronte Popolare che vuole ristabilire in italia i diritti del popolo. La vittoria in Ispagna sarà per noi una tappa verso la vittoria in Italia, verso la vittoria in Europa e nel mondo
Per una Italia libera!
Per una umanità nuova!
Per l´unità del popolo contro i suoi nemici!
Per il socialismo, suprema aspirazione dei popoli!
Salud, compagni d´Italia.
Anche i socialisti del piccolo PSI massimalista (PSIm) (21) non mancarono di esprimere concretamente (22) la loro solidarietà alla Repubblica aggredita dal fascismo internazionale. Infatti accorsero in Spagna circa trenta suoi militanti, che si iscrissero al POUM, partito spagnolo loro più vicino. Ed anche la testata Avanti!, giuridicamente in loro possesso, esaltò l´azione rivoluzionaria la quale vorrebbe conferire alla difesa della Repubblica quello spirito di totale dedizione, che aveva permesso la vittoria in Russia dei Soviet quasi vent´anni addietro.
Fra i suoi combattenti Duilio Balduini, inserito nel Comitato esecutivo del POUM in rappresentanza del PSIm e Giuseppe Bogoni, segretario della gioventù del suo partito (23).
Com´è noto la Repubblica (24), nonostante il generoso impegno del popolo spagnolo e delle Brigate Internazionali, cadde sotto i colpi dell´aggressore fascista e la Spagna dovette subire la lunga dittatura del caudillo Francisco Franco.
Il pomeriggio del 3 gennaio 1980 si svolsero a Roma i funerali di Pietro Nenni, il socialista noto, fra l´altro, anche per il suo basco spagnolo. A prendere la parola furono tre oratori ufficiali: Bettino Craxi, segretario del suo partito, il PSI; Luciano Lama per la CGIL e per i lavoratori italiani e Mario Soares per l´Internazionale Socialista.
Particolarmente toccante fu il saluto di Felipe Gonzalez, segretario del PSOE, che espresse l´amore dei socialisti spagnoli per Pietro Nenni, l´indomabile combattente per la libertà della Spagna.

Testi consigliati:
Giovanni Sabbatucci (diretta da) Storia del socialismo italiano vol. IV Il Poligono, 1982
AA.VV. L´emigrazione socialista nella lotta contro il fascismo Sansoni Editore, 1982
Pietro Nenni Spagna Edizioni Avanti!, 1962
Giuseppe Loteta Fratello, mio valoroso compagno... Marsilio, 1998

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1- La frase è di Rosa Luxemburg.
2- Le elezioni politiche del giugno successivo avevano sanzionato l´elezione di ben 116 deputati socialisti, alleati di 160 deputati di centro-sinistra (repubblicani, radicali, autonomisti) di fronte a solo 60 delle destre.
3- L´ 1% della popolazione possedeva il 51,5 % della terra. Il 70 % della popolazione era analfabeta.
4- Il preambolo alla nuova Costituzione così recitava: La Spagna è una repubblica democratica di lavoratori di tutte le classi, organizzati in un regime di libertà e di giustizia.
5- Ad esempio la rivoluzione delle Asturie, che aveva portato alla proclamazione della Repubblica Socialista Asturiana. La rivolta fu duramente repressa dal governo di destra con l´invio di truppe marocchine del Tercio de Extranjeros, una specie di Legione Straniera spagnola.
6- A favore della Repubblica si schierarono molti intellettuali spagnoli, fra cui i poeti Rafael Alberti, Marcos Ana e Federico Garcia Lorca, gli scrittori Antonio Machado e Alfonso Castelao, il regista Luis Bunuel e il pittore Pablo Picasso.
7- Facevano parte del Fronte alcuni partiti repubblicani ed altri marxisti (PSOE; PCE; POUM). Anche in Francia il Fronte popolare (comunisti, socialisti, repubblicani, radicali e radical-socialisti) risultò vittorioso alle elezioni politiche del 26/4 e 3/5 1936, conquistando 386 seggi (di cui 149 i socialisti) su 608. Il governo che ne derivò, presieduto dal socialista Lèon Blum, comprendeva, per la prima volta, tre ministri donne.
8- Il PSOE, fondato da Pablo Iglesias nel 1879 era uno dei più prestigiosi partiti dell´Internazionale Operaia Socialista e il secondo per anzianità, dopo il Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD)
9- Largo Caballero (1869-1946) successe a Pablo Iglesias alla guida del PSOE e del sindacato UGT. Fu apprezzato dai lavoratori per aver mantenuto uno stile di vita sobrio, anche da ministro e da Capo del Governo. Caduta la repubblica, si rigugiò in Francia, dove venne arrestato dai nazisti e rinchiuso in un campo di concentramento. Ai suoi funerali alla memoria, celebrati a Madridi nel 1978, parteciparono 500.000 persone.
10- Indalecio Prieto (1883-1962) , leader dell´ala moderata del PSOE, fu ministro nei governi repubblicani. Caduta la Repubblica, andò in esilio in Messico
11- Juan Negrìn (1892-1956) sostituì Caballero come Presidente del Consiglio (17-5-1937/1°-5-i939). Dopo la vittoria franchista andò in esilio prima a Londra e poi a Parigi.
12- Il PSOE, in particolare, conquistò 89 seggi e il piccolo partito comunista spagnolo 16.
13- Circa 59.000, fra cui noti socialisti come il tedesco Willy Brandt. Il 30 % circa degli internazionalisti morì e il 50 % fu ferito.
14- Amedeo Azzi (1900-1968) era stato segretario della Federazione Giovanile Socialista nel 1919 e poi sindacalista.
15- Fernando De Rosa era già famoso per avere attentato, il 24 ottobre 1929 a Bruxelles, alla vita del principe Umberto di Savoia, casa regnante ritenuta complice del fascismo. Cadde in combattimento il 16-9-1936. Così la radio repubblicana annunciò la sua morte: Fernando De Rosa ha muerto, como muere un camarada.
16- L´appello è riportato nel libro di Aldo Garosci Vita di Carlo Rosselli, ed. Vallecchi, 1973.
17- Carlo Rosselli, fu assassinato assieme al fratello Nello, a Bagnoles- de- l´Ome, il 9-6-1937, dalla Cagoule, movimento fascista francese.
18- Aldo Garosci (1907-2000) , dopo lo scioglimento (1947) del Pd´A in cui militava, aderì ad Unità Socialista e poi al PSDI. Docente universitario di Storia contemporanea, fu direttore dei quotidiani L´Italia Socialista e L´Umanità.
19- Emilio Lussu (1890-1975), già fondatore del Partito Sardo d´Azione fu tra i principali leader di Giustizia e Libertà. Partecipò alla guerra civile spagnola e alla Resistenza. Dopo la guerra aderì al PSI e poi al PSIUP.
20- Fra i difensori della Repubblica furono anche il futuro segretario nazionale del PSI Alberto Jacometti e Giuseppe Battaini, membro della Direzione fin dal congresso di Parigi del 1930. I militanti del PSI/IOS impegnati in Spagna furono più di cento.
21- Al convegno di Grènoble del 1930 il PSI si era diviso in due. La maggioranza "fusionista", guidata da Pietro Nenni, si avviò verso la fusione col riformista PSULI, da cui sorse il PSI/IOS; alla minoranza massimalista, facente capo ad Angelica Balabanoff, toccarono però la sigla PSI e la testata Avanti! Tale partito sarà poi indicato come PSIm (PSI massimalista).
22- Il PSIm, pur assai povero, raccolse e spedì denaro.
23- Dopo la seconda guerra mondiale Bogoni fu deputato socialista (PSI) dal 1948 al 1963. Primo protestante ad entrare in parlamento, si battè per l´applicazione dell´art. 8 della Costituzione sui culti acattolici.
24- La Repubblica spagnola era stata sostenuta anche da molti intellettuali di varie nazionalità, quali Ernest Hemingway (USA), Andrè Malrouzx (Francia), Pablo Neruda (Cile), George Orwell (Gran Bretagna).



Fonte: di FERDINANDO LEONZIO
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