16 Maggio 2024

"RIDUZIONE ORARIO DI LAVORO"

Lavorare meno per lavorare tutti è un noto slogan dei sindacati che lo hanno propagandato nel tempo. Poi però, si è dovuto fare i conti con la competitività produttiva dettata dalla logica del profitto capitalistico, ma anche con le filosofie dello stacanovismo comunista nate in Russia.

Recentemente, l'idea della riduzione dell'orario di lavoro è stata propagandata populisticamente anche dal Movimento Cinque Stelle per ottenere consensi durante l'ultima campagna elettorale.

In realtà, la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario è un tema sempre più ricorrente, anche a livello internazionale.

La riduzione dell'orario di lavoro, chiamata anche “settimana corta”, è stata sperimentata in diversi paesi e aziende. Con la flessibilità sul lavoro ottenuta grazie alla pandemia da coronavirus, la riduzione dell'orario sarebbe un passaggio in più per ottenere un miglior equilibrio tra vita lavorativa e privata, pensiero che troviamo già nell'ideologia del socialismo liberale dal quale deriva l'idea del socialismo “dal volto umano” propugnata a metà degli anni settanta da Francesco De Martino.

La proposta dà sicuramente molti vantaggi, soprattutto in termini di maggior benessere del lavoratore, ma gli economisti non sono ancora sicuri di quali potrebbero essere gli effetti.

Secondo il Movimento 5 Stelle una sperimentazione di riduzione dell'orario di lavoro dovrebbe riguardare soprattutto i settori a più alta intensità tecnologica. Per incoraggiarne la fattibilità, le imprese che aderiscono al programma otterrebbero esoneri, crediti di imposta e incentivi aziendali per l'acquisto di nuove dotazioni tecnologiche e nuovi macchinari.

Secondo Giuseppe Conte, in una intervista rilasciata alla Stampa, si tratta di una sperimentazione su base volontaria, in modo da non imporla dall'alto alle imprese, con l'obiettivo di ridurre di quattro ore le tradizionali 40 settimanali.

L'argomento, con minori dettagli ed in forma quasi di atto dovuto, si ritrova anche nei programmi del Partito Democratico e in quello di Sinistra Italiana e Verdi.

Dal dopoguerra a oggi, le ore di lavoro annuali per lavoratore sono scese in maniera significativa in quasi tutti i paesi OCSE, l'organizzazione che raggruppa i 35 paesi più sviluppati al mondo, grazie alla diffusione di migliori condizioni di lavoro. Oggi si può affermare che più una nazione è ricca, meno si lavora: all'interno dei paesi OCSE il paese in cui si lavora di più è il Messico, quello in cui si lavora di meno la Germania (almeno stando alle ore lavorate). In proposito va ricordato che in Germania è molto sviluppata la cogestione che è la base di partenza per la democrazia economica.

L'Italia si trova più o meno a metà della classifica, con 1.668,5 ore lavorate in media da ogni lavoratore in un anno. Vuol dire passare in media quasi un quinto del tempo a lavorare. Tra i paesi dell'Unione Europea si lavora di più in Grecia, Polonia, Irlanda, Estonia e Repubblica Ceca.

Oltre alle ore effettivamente passate al lavoro, una misura essenziale per capire la questione è la produttività, ossia quanta ricchezza si produce in un determinato periodo lavorativo. Indica l'efficienza con cui è impiegato il lavoro all'interno nel sistema produttivo. Più si produce in un determinato lasso di tempo, più si è efficienti, più si è produttivi. La produttività può essere misurata in tanti modi, come il PIL, l'orario per addetto o il PIL annuale per addetto.

Dipende da varie cose, come la tecnologia, la formazione dei lavoratori, le modalità con cui i lavoratori sono inseriti nelle dinamiche aziendali e così via. Ed è per questo che indirettamente le retribuzioni dei lavoratori sono legate alla produttività. Più un paese è produttivo e più, in media, gli stipendi saranno alti, perché è più alto il reddito che ogni lavoratore produce con il suo lavoro. È un fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo, perché implica un uso efficiente delle risorse a disposizione.

L'Italia non è messa bene in termini di produttività: oggi ogni lavoratore produce in media una ricchezza annuale in termini di PIL pari a 70.894 euro, contro i quasi 80 mila in Germania e gli 86 mila in Francia. È anche sotto la media dell'area dei paesi che adottano l'euro, pari a 76 mila euro.

Non solo il valore è basso rispetto agli altri paesi europei, ma a confronto cresce meno: rispetto a 20 anni fa la produttività del lavoro in Italia è cresciuta del 31 per cento, contro il 51 per cento della Germania e il 50 della Francia. Anche in Spagna, che ha valori più bassi, è cresciuta del 55 per cento.

Non sorprende quindi che anche le retribuzioni non siano cresciute tanto quanto negli altri paesi. Secondo i dati dell'OCSE, rispetto a vent'anni, fa la retribuzione media in Italia è cresciuta del 3,5 per cento, contro il 19 per cento in Germania e il 24 in Francia. Fa peggio la Spagna, dove gli stipendi sono cresciuti in media solo del 2,7 per cento.

Secondo alcuni, concentrare in meno ore il lavoro garantirebbe un aumento della produttività, quindi nel lungo termine anche delle retribuzioni. Inoltre, sarebbe un passo ulteriore, dopo lo smart working, verso un miglioramento del rapporto tra vita privata e lavoro. Dunque, un lavoratore più appagato e meno stressato può essere anche più produttivo.

C'è poi chi sostiene che la riduzione dell'orario di lavoro sarebbe positiva per il raggiungimento della parità di genere, perché aumenterebbe la partecipazione al lavoro delle donne, grazie a una suddivisione più bilanciata della cura della famiglia.

Altro argomento a favore è che ridurre l'orario di lavoro porterebbe a un aumento dell'occupazione. La formula “lavorare meno, lavorare tutti” l'hanno proposta in molti e da molto tempo, anche se oggi non è questo l'argomento di punta dei sostenitori della riduzione dell'orario di lavoro.

Nel 1933 Giovanni Agnelli, il fondatore della Fiat, disse a Luigi Einaudi che «la riduzione proporzionale e generale delle ore di lavoro risolve il problema di distribuire il lavoro equamente fra tutti gli uomini, dando a tutti due ore addizionali di ozio». Nel 1997, la propose Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista, durante il governo Prodi. E negli ultimi anni è stata rilanciata anche dal presidente dell'INPS, Pasquale Tridico.

Chi invece è contrario, sostiene che concentrare il lavoro in meno ore rischia di sovraccaricare il lavoratore, causando più stress. Se poi la riduzione dell'orario viene introdotta a parità di stipendio, aumenterebbe il costo orario del lavoro, con un conseguente aumento degli oneri per un'impresa che deve assumere più dipendenti per compensare le ore lavorate in meno.

Inoltre, molti fanno riferimento ai lavori su turni, che non possono lavorare per obiettivi e concentrare semplicemente il lavoro in meno ore. Si pensi per esempio agli infermieri e ai commessi: se lavorano di meno devono essere sostituiti, con un aggravio dei costi per le imprese.

La Francia ha una legislazione sul tempo pieno a 35 ore settimanali. La riforma, che è sempre stata molto discussa, è stata introdotta in due fasi alla fine degli anni Novanta: nel 1998 con la legge Aubry I, che la introdusse su base volontaria, e nel 2000 con la legge Aubry II, che generalizzò per tutte le aziende una serie di agevolazioni fiscali, lasciò alle imprese stesse libertà di negoziare gli aspetti applicativi della riduzione e congelò i salari.

Sull'esperienza francese ci sono diverse valutazioni: c'è chi attribuisce l'effetto positivo sull'occupazione alla riduzione dell'orario di lavoro e chi invece alla maggiore flessibilità e alla riduzione delle imposte; alcuni hanno sottolineato l'intensificazione del lavoro e che, a qualche anno dalla riforma, l'orario medio sia tornato a crescere con il ricorso agli straordinari, e il fatto che le 35 ore siano costate moltissimo allo stato.

Anche in Portogallo nel 1996 è stato ridotto l'orario di lavoro, da 44 a 40 ore, a parità di salario e senza che fosse prevista una compensazione per le aziende. In Italia, nel 1997, l'orario massimo è passato da 48 a 40 ore. In questo caso, però, si è trattato di una riforma principalmente su carta, perché, di fatto, la maggior parte dei contratti collettivi prevedeva già 40 ore.

Negli ultimi anni sono state introdotte altre riduzioni. In Islanda è stato avviato un test nel 2015 che ha avuto esiti promettenti: l'orario di lavoro è stato ridotto per 2500 lavoratori a 35 o 36 ore settimanali senza ridurre la retribuzione. Oltre a un maggior benessere dei lavoratori, sembra che i servizi forniti non ne abbiano risentito e che anzi ci sia stata una maggior produttività.

In Belgio, a inizio 2022 sono state accolte le richieste dei lavoratori introducendo per gradi la settimana lavorativa corta, ma a parità di ore, che vengono concentrate in quattro giorni invece che in cinque. L'accordo deve avvenire tra dipendente e datore di lavoro che dovrà fornire solide ragioni per poter rifiutare la richiesta. Dopo un periodo di prova di 6 mesi, entrambi decideranno se proseguire o meno.

Sperimentazioni di settimana lavorativa corta sono in corso anche in Spagna, con le ore che passano da 39 a 32. Nel Regno Unito, i giorni di lavoro a settimana passano da 5 a 4 in alcune aziende. In Giappone, nel 2019, Microsoft ha concesso un giorno libero in più a settimana ai propri dipendenti con il risultato che la produttività è aumentata del 40%.

Si tratta ancora di sperimentazioni e a livello scientifico ed economico non si può dire ancora moltissimo sulla riduzione dell'orario di lavoro, perché non ci sono moltissimi studi al riguardo.

C'è però una recente ricerca fatta da IRVAPP, l'Istituto per la Ricerca Valutativa sulle Politiche Pubbliche, che ha misurato l'impatto di una misura del genere su occupazione, produttività e salari, analizzando le esperienze su cui ci sono più dati, come quelle degli anni Novanta. Lo studio rileva che ridurre l'orario di lavoro non ha avuto alcun effetto sull'occupazione, quindi né crea né distrugge posti di lavoro. In più, gli effetti positivi in termini di salari e produttività sono talmente piccoli da risultare insignificanti.

Andrea Garnero, economista dell'OCSE, uno degli autori dello studio, ha detto: “Lavorare meno per lavorare tutti è uno slogan sessantottino e un'utopia. È apprezzabile però che le proposte in circolazione non abbiano come obiettivo l'aumento dell'occupazione, anche perché non c'è alcuna evidenza scientifica che una riduzione dell'orario di lavoro porti a una redistribuzione tra più lavoratori. L'argomento più interessante della proposta riguarda il migliore rapporto tra vita privata e lavorativa, su cui però manca totalmente l'evidenza scientifica. L'altro aspetto interessante è l'aumento della produttività, ma i risultati che ci sono non sono molto chiari. Per il momento esistono solo sperimentazioni a livello di impresa che sembrano dimostrarne un aumento, ma niente di validato a livello scientifico. Almeno, a differenza di un possibile aumento dell'occupazione, che proprio è un argomento non realistico, un aumento della produttività è una prospettiva quantomeno ragionevole e sensata”.

Garnero poi sostiene che forse converrebbe invertire la questione: “La crescita economica si può ridistribuire nel lavoro o aumentando le retribuzioni o dando più tempo libero ai lavoratori, che poi è quello che abbiamo visto storicamente. Rispetto a cento anni fa lavoriamo molto meno, sia in termini di ore che di giorni, abbiamo le ferie, la malattia, le pensioni. I nostri nonni e bisnonni non avevano niente di tutto ciò. La riduzione dell'orario di lavoro non dovrebbe essere vista quindi come la leva per aumentare la produttività, ma in senso opposto, al pari di un aumento salariale”.

In ogni caso, Garnero ritiene che sarà difficile vedere una riforma cadere dall'alto su imprese e lavoratori, affermando: “Un altro punto che apprezzo di questa discussione è che si parla di sperimentazioni, incentivi e prove. Procedere alla francese oggi sarebbe un errore perché la situazione è troppo diversa da settore a settore”.

Tuttavia, il dibattito sulla riduzione degli orari di lavoro resta incentrato sulle logiche del profitto dettati dagli egoismi umani. A mio avviso, si dovrebbe pensare al soddisfacimento dei bisogni dell'umanità ed alla parità dei diritti umani. In tal, senso la soluzione ottimale da proporre è proprio quella del socialismo liberale che prevede la realizzazione della democrazia economica, indispensabile per contrastare lo strapotere delle multinazionali e dei meccanismi di accumulazione del capitale insiti nella politica economica del cosiddetto neoliberismo di Milton Friedman e della “Scuola di Chicago”. Inoltre, il socialismo liberale resta il solo pensiero politico che riuscirebbe ad armonizzare gli equilibri tra capitale e lavoro, ma anche tra produttività e ambiente risolvendo alla base i problemi che affliggono l'umanità nei nostri giorni tra i quali emergono il progresso tecnologico (digitale, intelligenza artificiale, robotizzazione e automazione dei processi produttivi), gli inquinamenti del pianeta, e l'equa distribuzione della ricchezza.







Fonte: di Salvatore Rondello
Link
[]
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI
Periodico socialista fondato 1897.
[]
IL PONTE RIVISTA
Rivista di politica economica e cultura
fondata da Calamandrei
[]
BIBLION EDITORE
Biblion Edizioni, storica casa editrice.
[]
CRITICA LIBERALE - NON MOLLARE
"NON MOLLARE"
Quindicinale on line di Critica Liberale,
la voce del liberalismo progressista in Italia.





Nuova Serie
"La Rivoluzione Democratica"
1, MARZO 2017
Associazione Alleanza Giellista
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
invia a un amico
icona per chiudere
Attenzione!
Non puoi effettuare più di 10 invii al giorno.
Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
Il sito web www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie alcuni dati personali degli utenti che navigano sul sito web.

In accordo con l'impegno e l'attenzione che poniamo ai dati personali e in accordo agli artt. 13 e 14 del EU GDPR, www.rivoluzionedemocratica.it fornisce informazioni su modalità, finalità, ambito di comunicazione e diffusione dei dati personali e diritti degli utenti.

Titolare del trattamento dei dati personali
La Rivoluzione Democratica
Via Circondaria, 56
55045 - Firenze Italia


Email: info @rivoluzionedemocratica.it
Telefono: 3934324237

Tipi di dati acquisiti
www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie dati degli utenti direttamente o tramite terze parti. Le tipologie di dati raccolti sono: dati tecnici di navigazione, dati di utilizzo, email, nome, cognome, numero di telefono, provincia, nazione, cap, città, indirizzo, ragione sociale, stato, cookie e altre varie tipologie di dati. Maggiori dettagli sui dati raccolti vengono forniti nelle sezioni successive di questa stessa informativa.
I dati personali sono forniti deliberatamente dall'utente tramite la compilazione di form, oppure, nel caso di dati di utilizzo, come ad esempio i dati relativi alle statistiche di navigazione, sono raccolti automaticamente navigando sulle pagine di www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati richiesti dai form sono divisi tra obbligatori e facoltativi; su ciascun form saranno indicate distintamente le due tipologie. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati obbligatori, www.rivoluzionedemocratica.it si riserva il diritto di non fornire il servizio. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati facoltativi, il servizio sarà fornito ugualmente da www.rivoluzionedemocratica.it .

www.rivoluzionedemocratica.it utilizza strumenti di statistica per il tracciamento della navigazione degli utenti, l'analisi avviene tramite log. Non utilizza direttamente cookie ma può utilizzare cookie includendo servizi di terzi.

Ciascun utilizzo di cookie viene dettagliato nella Cookie Policy (https://www.rivoluzionedemocratica.it/Informativa-sui-cookies.htm) e successivamente in questa stessa informativa.
L'utente che comunichi, pubblichi, diffonda, condivida o ottenga dati personali di terzi tramite www.rivoluzionedemocratica.it si assume la completa responsabilità degli stessi. L'utente libera il titolare del sito web da qualsiasi responsabilità diretta e verso terzi, garantendo di avere il diritto alla comunicazione, pubblicazione, diffusione degli stessi. www.rivoluzionedemocratica.it non fornisce servizi a minori di 18 anni. In caso di richieste effettuate per minori deve essere il genitore, o chi detiene la patria potestà, a compilare le richieste dati.

Modalità, luoghi e tempi del trattamento dei dati acquisiti
Modalità di trattamento dei dati acquisiti
Il titolare ha progettato un sistema informatico opportuno a garantire misure di sicurezza ritenute adatte ad impedire l'accesso, la divulgazione, la modifica o la cancellazione non autorizzata di dati personali. Lo stesso sistema effettua copie giornaliere, ritenute sufficientemente adeguate in base alla importanza dei dati contenuti.

L'utente ha diritto a ottenere informazioni in merito alle misure di sicurezza adottate dal titolare per proteggere i dati.

Accessi ai dati oltre al titolare
Hanno accesso ai dati personali raccolti da www.rivoluzionedemocratica.it il personale interno (quale ad esempio amministrativo, commerciale, marketing, legale, amministratori di sistema) e/o soggetti esterni (quali ad esempio fornitori di servizi informatici terzi, webfarm, agenzie di comunicazione, fornitori di servizi complementari). Se necessario tali strutture sono nominate dal titolare responsabili del trattamento.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, l'elenco aggiornato dei responsabili del trattamento.

Comunicazione di eventuali accessi indesiderati al Garante della Privacy
Il suddetto sistema informatico è monitorato e controllato giornalmente da tecnici e sistemisti. Ciò non toglie che, anche se ritenuta possibilità remota, ci possa essere un accesso indesiderato. Nel caso in cui questo si verifichi il titolare si impegna, come da GDPR ad effettuarne comunicazione al Garante della Privacy entro i termini previsti dalla legge.

Luoghi di mantenimento dei dati acquisiti
I dati personali sono mantenuti e trattati nelle sedi operative e amministrative del titolare, nonché nelle webfarm dove risiedono i server che ospitano il sito web www.rivoluzionedemocratica.it, o sui server che ne effettuano le copie di sicurezza. I dati personali dell'utente possono risiedere in Italia, Germania e Olanda, comunque in nazioni della Comunità Europea. I dati personali dell'utente non vengono mai portati o copiati fuori dal territorio europeo.

Tempi di mantenimento dei dati acquisiti
Nel caso di dati acquisiti per fornire un servizio all'utente, (sia per un servizio acquistato che in prova) i dati vengono conservati per 24 mesi successivi al completamento del servizio. Oppure fino a quando non ne venga revocato il consenso.

Nel caso in cui il titolare fosse obbligato a conservare i dati personali in ottemperanza di un obbligo di legge o per ordine di autorità, il titolare può conservare i dati per un tempo maggiore, necessario agli obblighi.

Al termine del periodo di conservazione i dati personali saranno cancellati. Dopo il termine, non sarà più possibile accedere ai propri dati, richiederne la cancellazione e la portabilità.

Base giuridica del trattamento dei dati acquisiti
Il titolare acquisisce dati personali degli utenti nei casi sotto descritti.
Il trattamento si rende necessario:
- se l'utente ha deliberatamente accettato il trattamento per una o più finalità;
- per fornire un preventivo all'utente;
- per fornire un contratto all'utente;
- per fornire un servizio all'utente;
- perché il titolare possa adempiere ad un obbligo di legge;
- perché il titolare possa adempiere ad un compito di interesse pubblico;
- perché il titolare possa adempiere ad un esercizio di pubblici poteri;
- perché il titolare o terzi possano perseguire i propri legittimi interessi.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulla base giuridica di ciascun trattamento.

Finalità del trattamento dei dati acquisiti
I dati dell'utente sono raccolti dal titolare per le seguenti finalità:

- richiesta informazione da parte dell'utente
- richiesta informazione per servizi
- invio di aggiornamenti
- invio informazioni generiche
- richiesta di contatto da parte dei clienti, per ricevere informazioni

Eventualmente i dati possono essere trattati anche per:
contattare l'utente, statistiche, analisi dei comportamenti degli utenti e registrazione sessioni, visualizzazione contenuti e interazione di applicazioni esterne, protezione dallo spam, gestione dei pagamenti, interazione con social network, pubblicità.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulle finalità di ciascun trattamento.

Dettagli specifici sull'acquisizione e uso dei dati personali
Per contattare l'utente
Moduli di contatto
L'utente può compilare il/i moduli di contatto/richiesta informazioni, inserendo i propri dati e acconsentendo al loro uso per rispondere alle richieste di natura indicata nella intestazione del modulo.
Dati personali che potrebbero essere raccolti: CAP, città, cognome, email, indirizzo, nazione, nome, numero di telefono, provincia, ragione sociale.

Per interazione con applicazioni esterne (anche social network)
www.rivoluzionedemocratica.it include nelle sue pagine plugin e/o pulsanti per interagire con i social network e/o applicazioni esterne.
Per quanto riguarda i social network, anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Facebook: Pulsante "Mi piace" e widget sociali
Fornitore del servizio: Meta Platforms Ireland Limited.
Finalità del servizio: interazione con il social network Facebook
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti e in altri Paesi
Privacy Policy (https://www.facebook.com/privacy/policy)

Twitter: Pulsante "Tweet" e widget sociali
Fornitore del servizio: Twitter, Inc.
Finalità del servizio: interazione con il social network Twitter
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti
Privacy Policy (https://twitter.com/privacy)
Cookie utilizzati (https://help.twitter.com/it/rules-and-policies/twitter-cookies)
Aderente al Privacy Shield

Whatsapp: Pulsante Whatsapp e widget sociali di Whatsapp
Fornitore del servizio: se l'utente risiede nella Regione Europea, WhatsApp Ireland Limited, se l'utente risiede al di fuori della Regione Europea, i Servizi vengono forniti da WhatsApp LLC.
Finalità del servizio: servizi di interazione con Whatsapp.
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Irlanda, le informazioni potrebbero essere trasferite o trasmesse o archiviate e trattate negli Stati Uniti o in altri Paesi terzi al di fuori di quello in cui l'utente risiede.
Privacy Policy (https://www.whatsapp.com/legal/privacy-policy-eea)
Aderente al Privacy Shield

Per statistiche
Questi servizi sono utilizzati dal titolare del trattamento per analizzare il traffico effettuato dagli utenti sul sito web www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Per visualizzare contenuti da siti web esterni
Questi servizi sono utilizzati per visualizzare sulle pagine del sito web contenuti esterni al sito web, con possibilità di interazione.
Anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Diritti dell'interessato
L'utente possiede tutti i diritti previsti dall'art. 12 del EU GDPR, il diritto di controllare, modificare e integrare (rettificare), cancellare i propri dati personali accedendo alla propria area riservata. Una volta cancellati tutti i dati, viene chiuso l'account di accesso all'area riservata.

Nello specifico ha il diritto di:
- sapere se il titolare detiene dati personali relativi all'utente (art. 15 Diritto all'accesso);
- modificare o integrare (rettificare) i dati personali inesatti o incompleti (Art. 16 Diritto di rettifica);
- richiedere la cancellazione di uno o parte dei dati personali mantenuti se sussiste uno dei motivi previsti dal GDPR (Diritto alla Cancellazione, 17);
- limitare il trattamento solo a parte dei dati personali, o revocarne completamente il consenso al trattamento, se sussiste uno dei motivi previsti dal Regolamento (Art. 18 Diritto alla limitazione del trattamento);
- ricevere copia di tutti i dati personali in possesso del titolare, in formato di uso comune organizzato, e leggibili anche da dispositivo automatico (Art. 20, Diritto alla Portabilità);
- opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati per finalità di marketing, ad esempio opporsi e ricevere offerte pubblicitarie (art. 21 Diritto di opposizione). Si fa presente agli utenti che possono opporsi al trattamento dei dati utilizzati per scopo pubblicitario, senza fornire alcuna motivazione;
- opporsi al trattamento dei dati in modalità automatica o meno per finalità di profilazione (c.d. Consenso).

Come un utente può esercitare i propri diritti
L'utente può esercitare i propri diritti sopra esposti comunicandone richiesta al titolare del trattamento La Rivoluzione Democratica ai seguenti recapiti: info@rivoluzionedemocratica.it; tel. 3312300680.

La richiesta di esercitare un proprio diritto non ha nessun costo. Il titolare si impegna ad evadere le richieste nel minor tempo possibile, e comunque entro un mese.

L'utente ha il diritto di proporre reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali. Recapiti: garante@gpdp.it, http://www.gpdp.it (http://www.gpdp.it).

Cookie Policy
Informazioni aggiuntive sul trattamento dei dati
Difesa in giudizio
Nel caso di ricorso al tribunale per abuso da parte dell'utente nell'utilizzo di www.rivoluzionedemocratica.it o dei servizi a esso collegati, il titolare ha la facoltà di rivelare i dati personali dell'utente. È inoltre obbligato a fornire i suddetti dati su richiesta delle autorità pubbliche.

Richiesta di informative specifiche
L'utente ha diritto di richiedere a www.rivoluzionedemocratica.it informative specifiche sui servizi presenti sul sito web e/o la raccolta e l'utilizzo dei dati personali.

Raccolta dati per log di sistema e manutenzione
www.rivoluzionedemocratica.it e/o i servizi di terze parti (se presenti) possono raccogliere i dati personali dell'utente, come ad esempio l'indirizzo IP, sotto forma di log di sistema. La raccolta di questi dati è legata al funzionamento e alla manutenzione del sito web.

Informazioni non contenute in questa policy
L'utente ha diritto di richiedere in ogni momento al titolare del trattamento dei dati le informazioni aggiuntive non presenti in questa Policy riguardanti il trattamento dei dati personali. Il titolare potrà essere contattato tramite gli estremi di contatto.

Supporto per le richieste "Do Not Track"
Le richieste  "Do Not Track" non sono supportate da www.rivoluzionedemocratica.it.
L'utente è invitato a consultare le Privacy Policy dei servizi terzi sopra elencati per scoprire quali supportano questo tipo di richieste.

Modifiche a questa Privacy Policy
Il titolare ha il diritto di modificare questo documento avvisando gli utenti su questa stessa pagina oppure, se previsto, tramite i contatti di cui è in possesso. L'utente è quindi invitato a consultare periodicamente questa pagina. Per conferma sull'effettiva modifica consultare la data di ultima modifica indicata in fondo alla pagina.
Il titolare si occuperà di raccogliere nuovamente il consenso degli utenti nel caso in cui le modifiche a questo documento riguardino trattamenti di dati per i quali è necessario il consenso.

Definizioni e riferimenti legali
Dati personali (o dati, o dati dell'utente)
Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Dati di utilizzo
Sono dati di utilizzo le informazioni che vengono raccolte in automatico durante la navigazione di www.rivoluzionedemocratica.it, sia da sito web stesso che dalle applicazioni di terzi incluse nel sito. Sono esempi di dati di utilizzo l'indirizzo IP e i dettagli del dispositivo e del browser (compresi la localizzazione geografica) che l'utente utilizza per navigare sul sito, le pagine visualizzate e la durata della permanenza dell'utente sulle singole pagine.

Utente
Il soggetto che fa uso del sito web www.rivoluzionedemocratica.it.
Coincide con l'interessato, salvo dove diversamente specificato.

Interessato
Interessato è la persona fisica al quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l'indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l'interessato (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Responsabile del trattamento (o responsabile)
Responsabile è la persona fisica o giuridica al quale il titolare affida, anche all'esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue). Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. "sub-responsabile" (articolo 28, paragrafo 2).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Titolare del trattamento (o titolare)
Titolare è la persona fisica, l'autorità pubblica, l'impresa, l'ente pubblico o privato, l'associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

www.rivoluzionedemocratica.it (o sito web)  
Il sito web mediante il quale sono raccolti e trattati i dati personali degli utenti.

Servizio
Il servizio offerto dal sito web www.rivoluzionedemocratica.it come indicato nei relativi termini.

Comunità Europea (o UE)
Ogni riferimento relativo alla Comunità Europea si estende a tutti gli attuali stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, salvo dove diversamente specificato.

Cookie
Dati conservati all'interno del dispositivo dell'utente.

Riferimenti legali
La presente informativa è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli artt. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679. Questa informativa riguarda esclusivamente www.rivoluzionedemocratica.it, dove non diversamente specificato.

Informativa privacy aggiornata il 07/10/2022 12:44
torna indietro leggi Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
 obbligatorio
generic image refresh

cookie