01 Novembre 2024

"NINA BANG"

La socialdemocrazia danese ha radici antiche, che risalgono all'autunno 1871, quando i tre fondatori, l'insegnante Louis Pio (1841-94), giá direttore del settimanale Socialisten, suo cugino l'editore Harald Brix (1841-81) e l'insegnante Paul Geleff (1842-1928) fondarono il partito socialdemocratico, col nome di “Associazione internazionale dei lavoratori per la Danimarca”, di cui essi costituirono la prima direzione.
Lo scopo del nuovo partito era quello di organizzare la sorgente classe operaia sulla base di principi socialisti.
Dopo pochi mesi il partito contava 9000 aderenti.
Nel 1872 gli attacchi contro le autoritá e l'alta borghesia danese si intensificarono, tanto che venne convocata un'assemblea pubblica di lavoratori, nonostante il divieto delle autoritá. Il 5 maggio 1872 si ebbero percio' violenti scontri [1] tra polizia e lavoratori.
I tre dirigenti furono arrestati e condannati a varie pene e la giovane socialdemocrazia subí uno sbandamento; ma, dopo qualche anno, si riorganizzó e assunse la denominazione “Socialdemocratici” (SD). Nel 1884 entrerá in Parlamento.

Nel 2021, ormai alla guida del Governo, i Socialdemocratici danesi hanno festeggiato i 150 anni dalla fondazione del loro partito, buona occasione per fare un bilancio delle loro lunga battaglia e per guardare ai futuri traguardi, come si puó leggere nel loro sito:

Molte battaglie sono state combattute e molte vittorie ottenute. Tuttavia, la lotta per ogni essere umano nel mondo per avere la libertà di realizzare i propri sogni è lungi dall'essere vinta. Ecco perché continuiamo a lavorare e combattere le battaglie politiche a livello locale, nazionale e globale.

Dunque Il nostro obiettivo è ancora la libertà, l'uguaglianza e la solidarietà - per tutti.

Queste le finalitá cui guarda la socialdemocrazia danese:
- Dare all'individuo la libertà e la sicurezza di utilizzare le sue capacità e realizzare i suoi sogni.
- Garantire alle persone, indipendentemente dall'origine sociale, religiosa o etnica, il diritto e le opportunità di vivere ed essere cittadini attivi in ​​una società democratica giusta con sostenibilità sociale, ambientale ed economica.
- Diffondere la democrazia, il socialismo democratico, l'uguaglianza globale, la solidarietà e la sicurezza internazionali.


I progressi raggiunti dalla Danimarca in ogni campo negli ultimi 150 anni sono largamente ascrivibili alla socialdemocrazia danese, che ha trovato la sua strada verso il socialismo. Questo cammino non è stato affatto facile, ma è stato reso possibile grazie al lavoro, all'impegno e alla fede di tanti dirigenti e militanti socialisti.
Una delle donne piú influenti ed attive, fra quelle salite ai vertici del socialismo danese e, nello stesso tempo, una delle pioniere nella lotta di emancipazione delle donne è stata certamente Nina Bang.

Nina Erlingher, figlia degli immigrati tedeschi Heinrich Ellinger (1826-1914), suonatore di corno nell'esercito e di Charlotte Preuss (1834-83), nacque a Copenaghen il 6 ottobre 1866. Quando il padre fu nominato direttore di un'orchestra militare (1868), la sua famiglia (ben otto figli, di cui lei era la sesta) si trasferí a Elsinore, sulla riva del Sound, stretto che separa la Danimarca dalla Svezia.
Lí studio' con insegnanti privati, per poi accedere, nel 1889, all'universitá di Copenaghen e iscriversi al corso di Storia. Durante il periodo universitario, studiando Marx, divenne una fervente seguace del filosofo di Treviri.
Conseguí la laurea nel 1894, con specializzazione nel commercio del XVI secolo, divenendo una delle poche donne laureate della Danimarca.

Fu proprio nel periodo in cui studiava che conobbe Gustav Bang, di cinque anni piú giovane [2], storico [3] anche lui. Bang lavorava anche per il quotidiano del partito Social Democrat [4] e scriveva per riviste socialiste europee. Fu anche deputato socialdemocratico al Parlamento (1910-1915) e membro della direzione del partito.
Il 23 marzo 1895 i due si sposarono, ebbero una figlia, Merete [5], e costituirono sempre una coppia affiatata e unita anche nel lavoro [6] fino alla morte di Gustav, nel 1915 quando Nina perse, nello stesso tempo, l'amato marito e il compagno di lavoro e di lotta [7].
Nel 1897 i due aderirono al partito socialdemocratico, che, conoscendone il valore, cercó di valorizzarli al meglio. Dal 1898 Nina cominció a lavorare per i Socialdemocratici, scrivendo articoli, pubblicando saggi [8], tenendo discorsi; nel 1903 fu inserita nel Comitato Direttivo del partito; dal 1913 al 1917 fece parte del consiglio comunale [9] di Copenaghen, dove si batté contro l'evasione fiscale dei ricchi e per alleviare la carenza di alloggi per la classe operaia. Nel 1918 [10] fu eletta al Landsting [11], dove fece parte della Commissione Finanze.
Spesso veniva utilizzata come oratrice nelle assemblee operaie, in cui si predicava l'adesione al socialismo e si indicavano gli obiettivi di lotta dei lavoratori.
Nei primi tempi la tematica piú frequente nei suoi discorsi era costituita dalla questione femminile:

Vorrei che tutte le donne fossero unite attorno alla domanda di 8 ore di lavoro: tutte, la moglie e la serva, l'operaia, la sarta, la bottegaia, tutte! […] Molto si alzerà contro le richieste della donna in una normale giornata lavorativa […]; sta poi a lei tenere ben presente l'obiettivo; poi, forte dell'aiuto di tutto il proletariato, porterà avanti la sua lotta: 8 ore di lavoro, 8 ore di riposo, 8 ore di sonno!

Fra le 100 donne presenti nella Seconda conferenza internazionale delle donne socialiste riunitesi il 26 e 27 agosto 1910 nella Folkets Hus [12] di Copenaghen, che deliberarono di istituire la “Giornata internazionale della donna”, c'era Nina Bang, che ne era stata la principale organizzatrice, in rappresentanza delle donne socialiste danesi [13].

Tuttavia non si puo' dire che la Bang sia stata una femminista in senso stretto, anche se combatté molto per i diritti delle donne. Essa credeva, come del resto le altre socialiste dei vari Paesi, che in una società socialista i problemi delle donne sarebbero stati risolti con il nuovo assetto sociale.
Un punto di incontro con il femminismo borghese fu comunque la comune lotta per il suffragio femminile. Su questo punto Nina Bang si batté strenuamente in centinaia di occasioni. Quando finalmente fu ottenuto, nel 1915, la sua predicazione si indirízzó alle donne lavoratrici perché rafforzassero i Socialdemocratici, per contribuire alla costruzione di una societá migliore.
Lei riteneva che le donne lavoratrici, sia come mogli, sia come madri, dovessero partecipare alla costruzione della nuova societá, anzitutto organizzandosi nei sindacati e lottando per i loro diritti.
Riteneva altresí opportuno che le donne, per realizzare una felice convivenza familiare, avessero una professione, onde diventare finanziariamente indipendenti. La questione femminile, insomma, sarebbe stata risolta attraverso la lotta politica e sindacale, per cui erano superflue e fuorvianti le organizzazioni specifiche per le donne.
La Bang partecipó a vari congressi della Seconda Internazionale e durante la prima guerra mondiale, precisamente nel 1917, si prodigó molto per organizzare la “Conferenza socialista di Stoccolma”[14].
Come politica e come giornalista si occupó delle pessime condizioni dei lavoratori a cavallo del '900, del lavoro minorile, dei bambini che crescevano nelle carceri, della donna lavoratrice soggetta a lunghe giornate lavorative e a salari bassi, mentre a casa l'aspettavano l'accudimento dei bambini e le faccende domestiche.
Si occupó anche di politica estera e di politica economica, servendosi ampiamente delle statistiche per impostare le sue analisi marxiste. Fu contraria alla divisione del movimento operaio mondiale causato dalle scissioni comuniste [15].
Nel 1920 partecipó al Congresso socialista di Ginevra per la ricostituzione della Seconda Internazionale.

La cinquantennale battaglia della socialdemocrazia danese, cioè di un partito incisivamente riformista che giá operava in molte realtá locali all'insegna della concretezza per il costante miglioramento del livello di vita dei lavoratori, riuscí finalmente ad entrare nella stanza dei bottoni [16] nel 1924 e a gettare cosí le basi della societá del benessere esistente nella Danimarca contemporanea.
Infatti, nelle elezioni politiche dell'aprile di quell'anno, i SD conseguirono il 36,6 %, classificandosi al primo posto fra i partiti. Fu perció costituito il primo governo della socialdemocrazia, un monocolore socialista di minoranza [17], presieduto da Thorvald Stauning [18], il quale, conoscendone la cultura e la passione, nominó Nina Bang ministro dell'Istruzione.
Nina fu percio' la prima donna ad entrare in un governo in Danimarca e una delle prime nel mondo [19].
La nomina non passó inosservata, perché fino ad allora era impensabile che ad una donna potesse essere affidato un incarico ministeriale. Lo era addirittura anche fra alcuni socialdemocratici, poiché in fondo si riteneva che le funzioni della donna fossero quelle di cucinare e di accudire i bambini. Ma l'introduzione del suffragio femminile, prima solo comunale (1913) e poi anche nazionale (1915) cambió radicalmente la situazione. Stauning e la dirigenza socialdemocratica capirono che le donne avrebbero avuto in futuro un ruolo fondamentale, per cui ritennero necessario dare un segnale importante alle donne danesi, nominando ministro una loro rappresentante che non era certo l'ultima arrivata nella leadership del partito socialdemocratico: Nina Bang era, infatti, una dirigente di primo piano, una storica molto istruita e un'ardente marxista.

Nella sua nuova carica si riveló energica e poco incline ai compromessi, attirandosi cosí gli strali della stampa borghese.
Cercó, infatti, di democratizzare la scuola e di migliorare la formazione degli insegnanti, inserendovi la conoscenza delle lingue e delle scienze sociali; cercó di modificare l'insegnamento del cristianesimo, sostituendolo con quello della religione; suggerí, con una circolare, che ai seminaristi fosse insegnata l'igiene sessuale.
Quando il governo si dimise, Nina rimase membro del Parlamento, ma la sua attivitá politica si fece sempre piú rada per motivi di salute.
Morí il 25 marzo 1968.

Nina Bang non ha lasciato contributi originali alla dottrina socialista, ma come divulgatrice, scrittrice e politica coerente e attiva ha contribuito al progresso della societá danese, dedicando la sua intera vita alla causa del socialismo.
Una donna, Nina Bang, cresciuta nel partito e col partito: la prima ad entrare nella Direzione SD, poi consigliere comunale e quindi eletta tre volte [20] al Landsting (Camera Alta) e, infine, prima donna ministra in un governo danese.
Derisa dalla stampa borghese per il suo decisionismo e definita Nostra Signora di Danimarca, era esaltata dai socialisti come l'unico uomo al governo.

Nel 1999, 75° anniversario della nomina di Nina a ministro, fu istituito, dall'ex Ministro (1993-98), Jytte Hilden [21], il “Premio Nina Bang”, da assegnare annualmente a una giovane e promettente donna politica.
Nel 2002 il premio fu assegnato a Mette Frederiksen (leader dei Socialdemocratici dal 2015 e 1° Ministro nel 2019), per avere dimostrato coraggio politico, entusiasmo e impatto con il sentimento sociale.
Altre giovani vincitrici socialdemocratiche [22] del “Premio Nina Bang” sono state: Christine Antorini (1999), laureata in Scienze Politiche, ex deputato (1998-99 e 2005-2018) ed ex ministro (2011-2015); Anne Vang (2009), politologa, ex assessore alla Gioventú del comune di Copenaghen (2009-2013); Winni Grosboll (2014), laureata in Storia e Scienze Sociali, ex sindaco di Bornholm (2010-2020); Tove Smidth, giornalista, ex sindaco di Gladsaxe (1974-1983); Maj Iensen Christensen (2016), ex Segretaria Generale (2016-18) della Gioventú Socialdemocratica Danese (DSU) e poi Segretaria Generale dei Giovani Socialisti Europei (2019-20).


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[1] Nel luogo in cui avvennero gli scontri in seguito sará costruito un parco per incontri politici o sportivi e per gite in famiglia.

[2] Gustav Bang era nato il 26-9-1971.

[3] Fra le sue opere: Il declino della vecchia nobiltá (1897), Il futuro stato socialista (1903), La vita della classe operaia e la sua lotta (1915). Era anche interessato alle questioni demografiche, per le quali utilizzava anche i registri ecclesiastici.

[4] Il giornale Social Democrat, poi divenuto Aktuelt, duro' 130 anni: dal 22-7-1871 al 6-4-2001. Arthur vi scriveva ogni lunedí un articolo di politica sociale.

[5] Merete Bang nata il 17-8-1903, sposata Hansen, divenne anch'essa una storica.

[6] Nel 1892 i due pubblicarono un testo di storia per bambini ispirato ai principi del materialismo storico.

[7] I due coniugi, provenienti entrambi da famiglie conservatrici, erano approdati al marxismo e alla militanza socialista, cosa piuttosto insolita per gli intellettuali di quei tempi.

[8] Rilevanti la traduzione di Lavoro salariato e capitale di Karl Marx (1900) e Karl Marx, biografia dello stesso (1918).

[9] Il diritto di voto alle donne alle elezioni comunali era stato concesso il 20-4-1908.

[10] La modifica costituzionale del 1915 riconobbe alle donne danesi il diritto di voto attivo e passivo anche alle elezioni legislative. Nina Bang sará rieletta al Landsting nel 1920 e nel 1924 e vi rimarrá fino alla morte (1928).

[11] Il Parlamento danese (Rigsdag) era allora bicamerale ed era formato dal Folketing, eletto, con voto popolare maschile diretto, dalle classi borghesi e dalle persone istruite e dal Landsting (una specie di Senato), eletto con voto indiretto dalle classi piú agiate e in parte nominato dal re. Dal 1915 sia il Folketing (voto diretto) che il Landstag (voto indiretto ed etá piú alta) furono eletti entrambi con voto popolare maschile e femminile. Il Landstag e il Folketing avevano sostanzialmente gli stessi poteri, per cui, con la nuova Costituzione del 1953, il Landsting sará abolito e il parlamento danese (Folketing) diventerá unicamerale.

[12] Casa del Popolo.

[13] La prima “Giornata internazionale della donna” in Danimarca fu tenuta il 13-3-1911.

[14] La Conferenza era stata organizzata da un comitato olandese-scandinavo e si proponeva di riunire tutte le componenti del socialismo e di ricostruire l'Internazionale. Essa non ebbe alcun esito concreto, soprattutto per l'assenza di importanti partiti i cui paesi erano impegnati nella guerra e per i forti dissensi emersi fra i partiti socialisti a proposito della guerra.

[15] Il Partito Comunista di Danimarca fu fondato il 9-11-1919, dalla fusione di gruppi precedentemente usciti dalla socialdemocrazia.

[16] L'espressione è di Pietro Nenni.

[17] Il governo SD duro' dal 23-4-1924 al 14-12-1926.

[18] Thorval Stauning (1873-1942), di formazine sindacale, era entrato in parlamento nel 1906. Nel 1910 era stato eletto presidente del partito.

[19] La prima in assoluto fu Aleksandra Kollontaj (1872-1952), Commissaria del popolo (ministra) della Solidarietá dall'11-11-1917 al 23-2-1918, nel governo bolscevico russo presieduto da Lenin.

[20] 1918, 1920, 1924.

[21] Jytte Hilden (n. 1942), socialdemocratica, ingegnere chimico, è stata deputato (1979-81 e 1984-1998), Ministro della Cultura (1993-96) e Ministro dell'Istruzione Superiore e della Scienza (1996-98).

[22] Ci sono state vincitrici anche di altri partiti.




Fonte: di Ferdinando Leonzio
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Periodico socialista fondato 1897.
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Interessato è la persona fisica al quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l'indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l'interessato (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Responsabile del trattamento (o responsabile)
Responsabile è la persona fisica o giuridica al quale il titolare affida, anche all'esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue). Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. "sub-responsabile" (articolo 28, paragrafo 2).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Titolare del trattamento (o titolare)
Titolare è la persona fisica, l'autorità pubblica, l'impresa, l'ente pubblico o privato, l'associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

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