"SUMMIT E MEDIO ORIENTE"
24-10-2023 - UNO SGUARDO SUL MONDO di Salvatore Rondello
Sono settantacinque anni che non c’è pace tra Israeliani e Palestinesi. Nel 1948 la nascita dello Stato d’Israele è avvenuto seminando il seme della discordia tra due popoli. Si è reso giustizia agli ebrei che hanno avuto una loro patria, ma si è fatta un’ingiustizia togliendo i territori al popolo palestinese. La storia è ben nota a tutti e non si è mai raggiunto un accordo di pace e di convivenza accettabile tra israeliani e palestinesi.
Adesso, si strumentalizza la cronica situazione di precarietà con Hamas che riaccende il conflitto con un attacco violentissimo. Non si tratta delle solite scaramucce ma di un vero e proprio atto aggressivo che ha sorpreso Israele e tutto il mondo occidentale. Possiamo immaginare che non sia scollegato da quanto sta avvenendo in Ucraina. Questo fatto è ancora preoccupante, significa che è iniziata una folle corsa verso una guerra che tormenta gli onesti pacifisti.
Leader e alti funzionari provenienti da decine di paesi (tra cui Giordania, Francia, Germania, Russia, Cina, Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Qatar e Sud Africa), insieme a funzionari delle Nazioni Unite e dell'Unione europea si sono riuniti al Cairo. Secondo le intenzioni, l’incontro è avvenuto per discutere le modalità per “allentare” la guerra tra Israele e Hamas. Parlare di Pace sembra quasi impensabile.
Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha sottolineato che “L'Ue afferma, senza alcun dubbio, l'importanza di proteggere i civili e proteggere le infrastrutture civili, sempre, ovunque e in ogni momento. Affermiamo il diritto di Israele a difendersi. Questo diritto alla difesa deve essere realizzato in conformità con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. E' nostro dovere lavorare insieme per evitare un’escalation del conflitto nella regione, e porre fine alla violenza. Questa deve essere la nostra ambizione comune e in questo senso penso che questo incontro sia importante: abbiamo un dovere, abbiamo una responsabilità. La necessità ora è di impegnarci al massimo per andare verso una soluzione duratura, una soluzione duratura che deve basarsi sulla soluzione di due Stati”.
Mentre Bruxelles ha affermato che un assedio totale è contrario al diritto internazionale, il presidente palestinese Mahmūd Abbās ha ribadito che il suo popolo non lascerà mai la propria terra, condannando l’aggressione e l’ostilità dello stato ebraico.
Il presidente palestinese non ha mancato di condannare “l’uccisione di civili da entrambe le parti” ed invocare il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti”.
Nel frattempo, la maggioranza degli altri leader ha ribadito che la soluzione al conflitto debba essere quella dei due Stati, tra questi anche Meloni e il padrone di casa, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al Sisi.
Il Cairo ha anche rinnovato il rifiuto dell’Egitto allo spostamento forzato dei palestinesi, condannando "con assoluta fermezza il prendere di mira, l’uccisione o l’intimidazione di tutti i civili". Per Al Sisi “Bisogna prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, ripartire il processo di pace. Serve il ritorno al tavolo di negoziazione per un cessate il fuoco e l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale”.
Alla fine di tante dichiarazioni e schieramenti da una parte o dall’altra, non si è arrivati ad una conclusione, registrando un vero e proprio fallimento senza riuscire a formulare una dichiarazione finale. Intanto i morti nel Medio Oriente aumentano.
Guardiamo uno scenario internazionale profondamente cambiato. Non c’è più la Guerra Fredda, è finita la globalizzazione e le “volpi”, come avrebbe detto Pareto, vengono sostituite dai “leoni” che finiranno per sbranarsi.
In realtà il prezzo delle guerre è stato pagato dalla povera gente chiamata alle armi per difendere la propria Patria. Si vorrebbe un mondo diviso tra buoni e cattivi, senza mai sapere chi sono i buoni e chi i cattivi. Ognuno ha le sue ragioni e l’orgoglio di parte nel difendere la propria patria.
I capi delle nazioni discutono blaterando le proprie ragioni e dimenticano le ragioni dell’umanità. Le ferite del Mondo continuano a sanguinare ed ai disastri della natura si aggiunge l’opera stolta dell’uomo che passa da una guerra all’altra riempiendo pagine sempre più brutte per la storia.
Eppure, a pensarci bene, sono più le cose che uniscono l’umanità che quelle che la dividono. I messaggi di Pace non debbono essere qualcosa per placare le coscienze, ma una volontà reale e costruttiva per i millenni che verranno.
Vi lascio immaginare come potrebbe essere bello il mondo se l’Umanità avesse una Patria.
Adesso, si strumentalizza la cronica situazione di precarietà con Hamas che riaccende il conflitto con un attacco violentissimo. Non si tratta delle solite scaramucce ma di un vero e proprio atto aggressivo che ha sorpreso Israele e tutto il mondo occidentale. Possiamo immaginare che non sia scollegato da quanto sta avvenendo in Ucraina. Questo fatto è ancora preoccupante, significa che è iniziata una folle corsa verso una guerra che tormenta gli onesti pacifisti.
Leader e alti funzionari provenienti da decine di paesi (tra cui Giordania, Francia, Germania, Russia, Cina, Regno Unito, Stati Uniti, Italia, Qatar e Sud Africa), insieme a funzionari delle Nazioni Unite e dell'Unione europea si sono riuniti al Cairo. Secondo le intenzioni, l’incontro è avvenuto per discutere le modalità per “allentare” la guerra tra Israele e Hamas. Parlare di Pace sembra quasi impensabile.
Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha sottolineato che “L'Ue afferma, senza alcun dubbio, l'importanza di proteggere i civili e proteggere le infrastrutture civili, sempre, ovunque e in ogni momento. Affermiamo il diritto di Israele a difendersi. Questo diritto alla difesa deve essere realizzato in conformità con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. E' nostro dovere lavorare insieme per evitare un’escalation del conflitto nella regione, e porre fine alla violenza. Questa deve essere la nostra ambizione comune e in questo senso penso che questo incontro sia importante: abbiamo un dovere, abbiamo una responsabilità. La necessità ora è di impegnarci al massimo per andare verso una soluzione duratura, una soluzione duratura che deve basarsi sulla soluzione di due Stati”.
Mentre Bruxelles ha affermato che un assedio totale è contrario al diritto internazionale, il presidente palestinese Mahmūd Abbās ha ribadito che il suo popolo non lascerà mai la propria terra, condannando l’aggressione e l’ostilità dello stato ebraico.
Il presidente palestinese non ha mancato di condannare “l’uccisione di civili da entrambe le parti” ed invocare il rilascio degli ostaggi da entrambe le parti”.
Nel frattempo, la maggioranza degli altri leader ha ribadito che la soluzione al conflitto debba essere quella dei due Stati, tra questi anche Meloni e il padrone di casa, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah al Sisi.
Il Cairo ha anche rinnovato il rifiuto dell’Egitto allo spostamento forzato dei palestinesi, condannando "con assoluta fermezza il prendere di mira, l’uccisione o l’intimidazione di tutti i civili". Per Al Sisi “Bisogna prevenire l’allargamento del conflitto che può mettere a rischio la stabilità della regione, ripartire il processo di pace. Serve il ritorno al tavolo di negoziazione per un cessate il fuoco e l’applicazione della soluzione di due Stati che convivono pacificamente fianco a fianco, nel rispetto del diritto internazionale”.
Alla fine di tante dichiarazioni e schieramenti da una parte o dall’altra, non si è arrivati ad una conclusione, registrando un vero e proprio fallimento senza riuscire a formulare una dichiarazione finale. Intanto i morti nel Medio Oriente aumentano.
Guardiamo uno scenario internazionale profondamente cambiato. Non c’è più la Guerra Fredda, è finita la globalizzazione e le “volpi”, come avrebbe detto Pareto, vengono sostituite dai “leoni” che finiranno per sbranarsi.
In realtà il prezzo delle guerre è stato pagato dalla povera gente chiamata alle armi per difendere la propria Patria. Si vorrebbe un mondo diviso tra buoni e cattivi, senza mai sapere chi sono i buoni e chi i cattivi. Ognuno ha le sue ragioni e l’orgoglio di parte nel difendere la propria patria.
I capi delle nazioni discutono blaterando le proprie ragioni e dimenticano le ragioni dell’umanità. Le ferite del Mondo continuano a sanguinare ed ai disastri della natura si aggiunge l’opera stolta dell’uomo che passa da una guerra all’altra riempiendo pagine sempre più brutte per la storia.
Eppure, a pensarci bene, sono più le cose che uniscono l’umanità che quelle che la dividono. I messaggi di Pace non debbono essere qualcosa per placare le coscienze, ma una volontà reale e costruttiva per i millenni che verranno.
Vi lascio immaginare come potrebbe essere bello il mondo se l’Umanità avesse una Patria.
Fonte: di Salvatore Rondello