STRISCIONE NAZIFASCISTA DAVANTI AL SACRARIO DEI PARTIGIANI di Sergio Castelli
23-12-2024 - STORIE&STORIE
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Svastica, fascio littorio e 'Sieg heil' nello striscione posto dinanzi al sacello di Cuveglio, nel varesotto, in occasione dell'ottantunesimo anniversario della battaglia di Monte San Martino in Valcuvia, combattuta tra patrioti antifascisti e nazifascisti. (Foto 1)
«Vittoria del San Martino», a corredo delle parole un fascio littorio e una svastica, questa la scritta sullo striscione comparso nella notte fra il 30 novembre e il 1° dicembre scorso, davanti al Sacrario di Cuveglio sopra Duno, in Valcuvia (Varese), che ricorda il sacrificio dei partigiani caduti nella battaglia di Monte San Martino, scontro cruciale che dal 14 al 15 novembre 1943 vide contrapposti, sul monte omonimo, i partigiani dell'Esercito Italiano - Gruppo Militare «Cinque Giornate» Monte di San Martino di Vallalta Varese (un gruppo di 150 militari italiani che dopo l'armistizio rimase inquadrato e si spostò in quota per combattere contro l'invasore tedesco), al comando del colonnello Carlo Croce, e 2.000 militi nazifascisti, con supporto aereo, appartenenti alla repubblica sociale italiana (la RSI fu uno stato fantoccio voluto da Hitler i cui militari non risparmiarono alla popolazione italiana alcuna sofferenza, alcuna distruzione o alcuna offesa, ma, anzi, assicurarono ai tedeschi un sostanzioso braccio esecutivo, agevolando così la gestione del territorio occupato dai militari della Wehrmacht, all'indomani dell'operazione Achse [“Asse”], allorquando alle ore 02:15 del 26 luglio 1943 il Führer ordinò l'invasione e per
prima entrò in Italia la 305ª Divisione fanteria e dalle frontiere del Brennero la 26. Panzer-Division e altre divisioni corazzate leggere tedesche che in pochi giorni occuparono il Paese) e all' SS Polizei-Regiment 15 (fu questa la principale unità tedesca antiguerriglia che operò in Piemonte e Lombardia), soldati tutti alle dipendenze dell'SS-und Polizei Fuehrer Oberitalien West tenente colonnello Leo Von Braunschweig. Combattimento cruento, quello del Monte San Martino (montagna sita tra la Valcuvia e il Lago Maggiore), che molti storici considerano l'inizio della lotta partigiana in Italia – sul suo valore non tanto ideale, su cui tutti concordano, quanto pratico. Un episodio di ispirazione risorgimentale, l'ha definito Giorgio Bocca.
prima entrò in Italia la 305ª Divisione fanteria e dalle frontiere del Brennero la 26. Panzer-Division e altre divisioni corazzate leggere tedesche che in pochi giorni occuparono il Paese) e all' SS Polizei-Regiment 15 (fu questa la principale unità tedesca antiguerriglia che operò in Piemonte e Lombardia), soldati tutti alle dipendenze dell'SS-und Polizei Fuehrer Oberitalien West tenente colonnello Leo Von Braunschweig. Combattimento cruento, quello del Monte San Martino (montagna sita tra la Valcuvia e il Lago Maggiore), che molti storici considerano l'inizio della lotta partigiana in Italia – sul suo valore non tanto ideale, su cui tutti concordano, quanto pratico. Un episodio di ispirazione risorgimentale, l'ha definito Giorgio Bocca.
Accanto alla scritta posta dinanzi al sacrario (nella foto 2 il sacrario e a sx la stele in cemento alta dodici metri con cinque pannelli scultorei per rievocare la lotta partigiana) che ricorda il sacrificio dei giovani partigiani, un fascio littorio e una svastica.
Ad affiggere lo striscione, che reca anche la scritta "Sieg Heil" (letteralmente: “saluto alla vittoria”, usato nei raduni di massa nella Germania nazista) sono stati i militanti dei Do.Ra, gruppo spinto da ideologie fasciste e naziste che fa riferimento alla Comunità dei Dodici raggi, organizzazione che prende il nome dallo Schwarze Sonne, che in tedesco significa letteralmente “sole nero”, simbolo solare esoterico in alcuni casi citato anche come Sonnenrad, in italiano “ruota solare”. Si tratta di una figura presente in forma di mosaico, sul pavimento del Castello di Wewelsburg nella Renania Settentrionale-Vestfalia (Germania). Luogo scelto nel 1934 da Heinrich Luitpold Himmler, Reichsführer delle Schutzstaffel, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich, come centro ideologico e mistico delle SS. Lo scopo dei Do.Ra è di fatto quello di battersi per la rinascita dell'ordine naturale, strettamente legato al fascismo e al nazionalsocialismo come concezioni politiche.
I Do.Ra, si legge ancora sul loro sito, rifiutano il sistema democratico legato al sistema del voto, poiché lo vedono solamente come una grande illusione attraverso il quale il popolo crede di contare qualcosa, gruppo di estrema destra di estrazione nazifascista con sede ad Azzate (Varese) dal 2012 anni attivo sul territorio varesino e non solo. Le immagini dello striscione sono state diffuse attraverso il loro canale Telegram dagli stessi Do.Ra, più volte denunciati per azioni simili e protagonisti di numerosi processi, l'ultimo in corso davanti al tribunale di Varese li vede contrapposti al giornalista di la Repubblica Paolo Berizzi che li ha denunciati per diffamazione aggravata.
Da anni gli esponenti politici del territorio e non solo, così come le Associazioni Antifasciste e della Resistenza, chiedono che la comunità di estrema destra di estrazione nazifascista Do.Ra, sia sciolta e messa al bando.
Tra i primi a condannare quanto accaduto la notte dello scorso 30 novembre è stato Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd di origine varesina: «Quanto accaduto è un insulto alla memoria dei caduti e una ferita per i valori democratici su cui si fonda la nostra comunità», ha dichiarato, «è inaccettabile che ancora si manifesti un'apologia del fascismo e del nazismo, sinonimo di oppressione e violenza».
Per il Pd Lombardia: «Non possiamo che condannare con fermezza questo atto inaccettabile e chiediamo alle autorità di intervenire subito per identificare i responsabili e mettere fine alle attività di gruppi che minano i principi fondamentali della nostra democrazia. È inaccettabile che il Paese non si occupi di impedire le attività di queste organizzazioni fuori legge. La memoria dei partigiani non è solo un ricordo, ma un impegno. Difendere la democrazia è un dovere che non possiamo dare per scontato. Continueremo a lottare contro ogni forma di odio ed estremismo, perché i valori su cui è nata la nostra Repubblica non si toccano.» Per il Pd, si tratta di un «insulto alla memoria dei caduti» e chiede che il sodalizio, sotto inchiesta dal 2017 per tentata ricostituzione del partito fascista, «sia messo fuorilegge».
«No a rigurgiti fascisti», afferma Tino Magni, senatore dell'Alleanza Verdi e Sinistra: «È inaccettabile che l'organizzazione fascista Do.Ra continui con azioni provocatorie e violente.
Presenterò un'interrogazione al ministro Piantedosi, al quale per l'ennesima volta chiederemo lo scioglimento di tutte le organizzazioni che si richiamano al fascismo. Quanto tempo ancora dovrà passare prima che questa gente venga fermata? Il Ministro Piantedosi condanni questi atti e sciolga i Do.Ra Chi alimenta nostalgie e ideologie nazifasciste, non può e non deve avere spazio».
Immediata anche la reazione dei cittadini di Cuveglio che hanno voluto ribadire i propri valori antifascisti affiggendo sul cancello d'accesso al sacrario un cartello (nella foto 3) con su scritto: «Onore e gloria ai nostri partigiani» a ricordo del sacrificio di chi ha lottato per la libertà e contro ogni forma di oppressione.
La scritta di Lorenza Vigani, semplice ma potente, è stata accolta con commozione da molti, diventando un simbolo della volontà collettiva di non abbassare la testa davanti all'intolleranza e all'odio. «Apprezzo questo gesto – ha dichiarato il sindaco Giorgio Piccolo –, è un monito per le nuove generazioni affinché ricordino da dove veniamo e perché siamo qui, liberi di esprimere le nostre idee. Questo episodio riaccende i riflettori sull'importanza della memoria storica e del ruolo dei monumenti come il Sacrario di Cuveglio. Luoghi di riflessione che, ieri come oggi, continuano a rappresentare baluardi di democrazia e resistenza contro i tentativi di riscrivere una storia che non può e non deve essere dimenticata. Per questo ho invitato tutti i colleghi sindaci domani, martedì 3 dicembre, alle 18, per un presidio breve ma significativo al fine di fa sentire la nostra voce e sottolineare con forza il rifiuto della violenza, della falsità storica e per affermare i nostri valori di democrazia e libertà», conclude il primo cittadino.
L'iniziativa in risposta al blitz firmato dai Do.Ra ha avuto successo e oltre 200 persone hanno partecipato alla manifestazione antifascista, tra cui almeno 50 sindaci, recandosi in corteo dinanzi al Sacrario dedicato ai caduti.
Anche la Cgil Varese condanna fermamente il gesto contro la Resistenza compiuto a Cuveglio: «Proviamo ribrezzo e disgusto per l'ennesima provocazione dei Do.Ra, il gruppo che ieri sera ha esposto uno striscione fascista davanti al Sacrario che a Cuveglio ricorda la Battaglia del San Martino – scrive Stefania Filetti a nome della segreteria Cgil –. Ancora una volta condanniamo il gesto offensivo verso la memoria della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo, momenti che stanno alla base della nostra Costituzione e dei suoi valori che la Cgil difende e nei quali si riconosce pienamente. Ribadiamo inoltre la necessità che le autorità competenti intervengano tempestivamente per valutare la messa fuori legge dei gruppi che insidiano la convivenza democratica del Paese».
Scritte e segni nazisti stile «saluto alla vittoria», svastiche, fasci littori e l'armamentario di frasi già sentite: tutto rimosso dagli agenti della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) della Questura di Varese intervenuta la stessa sera di sabato 30 novembre.
Ad affiggere lo striscione, che reca anche la scritta "Sieg Heil" (letteralmente: “saluto alla vittoria”, usato nei raduni di massa nella Germania nazista) sono stati i militanti dei Do.Ra, gruppo spinto da ideologie fasciste e naziste che fa riferimento alla Comunità dei Dodici raggi, organizzazione che prende il nome dallo Schwarze Sonne, che in tedesco significa letteralmente “sole nero”, simbolo solare esoterico in alcuni casi citato anche come Sonnenrad, in italiano “ruota solare”. Si tratta di una figura presente in forma di mosaico, sul pavimento del Castello di Wewelsburg nella Renania Settentrionale-Vestfalia (Germania). Luogo scelto nel 1934 da Heinrich Luitpold Himmler, Reichsführer delle Schutzstaffel, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich, come centro ideologico e mistico delle SS. Lo scopo dei Do.Ra è di fatto quello di battersi per la rinascita dell'ordine naturale, strettamente legato al fascismo e al nazionalsocialismo come concezioni politiche.
I Do.Ra, si legge ancora sul loro sito, rifiutano il sistema democratico legato al sistema del voto, poiché lo vedono solamente come una grande illusione attraverso il quale il popolo crede di contare qualcosa, gruppo di estrema destra di estrazione nazifascista con sede ad Azzate (Varese) dal 2012 anni attivo sul territorio varesino e non solo. Le immagini dello striscione sono state diffuse attraverso il loro canale Telegram dagli stessi Do.Ra, più volte denunciati per azioni simili e protagonisti di numerosi processi, l'ultimo in corso davanti al tribunale di Varese li vede contrapposti al giornalista di la Repubblica Paolo Berizzi che li ha denunciati per diffamazione aggravata.
Da anni gli esponenti politici del territorio e non solo, così come le Associazioni Antifasciste e della Resistenza, chiedono che la comunità di estrema destra di estrazione nazifascista Do.Ra, sia sciolta e messa al bando.
Tra i primi a condannare quanto accaduto la notte dello scorso 30 novembre è stato Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd di origine varesina: «Quanto accaduto è un insulto alla memoria dei caduti e una ferita per i valori democratici su cui si fonda la nostra comunità», ha dichiarato, «è inaccettabile che ancora si manifesti un'apologia del fascismo e del nazismo, sinonimo di oppressione e violenza».
Per il Pd Lombardia: «Non possiamo che condannare con fermezza questo atto inaccettabile e chiediamo alle autorità di intervenire subito per identificare i responsabili e mettere fine alle attività di gruppi che minano i principi fondamentali della nostra democrazia. È inaccettabile che il Paese non si occupi di impedire le attività di queste organizzazioni fuori legge. La memoria dei partigiani non è solo un ricordo, ma un impegno. Difendere la democrazia è un dovere che non possiamo dare per scontato. Continueremo a lottare contro ogni forma di odio ed estremismo, perché i valori su cui è nata la nostra Repubblica non si toccano.» Per il Pd, si tratta di un «insulto alla memoria dei caduti» e chiede che il sodalizio, sotto inchiesta dal 2017 per tentata ricostituzione del partito fascista, «sia messo fuorilegge».
«No a rigurgiti fascisti», afferma Tino Magni, senatore dell'Alleanza Verdi e Sinistra: «È inaccettabile che l'organizzazione fascista Do.Ra continui con azioni provocatorie e violente.
Presenterò un'interrogazione al ministro Piantedosi, al quale per l'ennesima volta chiederemo lo scioglimento di tutte le organizzazioni che si richiamano al fascismo. Quanto tempo ancora dovrà passare prima che questa gente venga fermata? Il Ministro Piantedosi condanni questi atti e sciolga i Do.Ra Chi alimenta nostalgie e ideologie nazifasciste, non può e non deve avere spazio».
Immediata anche la reazione dei cittadini di Cuveglio che hanno voluto ribadire i propri valori antifascisti affiggendo sul cancello d'accesso al sacrario un cartello (nella foto 3) con su scritto: «Onore e gloria ai nostri partigiani» a ricordo del sacrificio di chi ha lottato per la libertà e contro ogni forma di oppressione.
La scritta di Lorenza Vigani, semplice ma potente, è stata accolta con commozione da molti, diventando un simbolo della volontà collettiva di non abbassare la testa davanti all'intolleranza e all'odio. «Apprezzo questo gesto – ha dichiarato il sindaco Giorgio Piccolo –, è un monito per le nuove generazioni affinché ricordino da dove veniamo e perché siamo qui, liberi di esprimere le nostre idee. Questo episodio riaccende i riflettori sull'importanza della memoria storica e del ruolo dei monumenti come il Sacrario di Cuveglio. Luoghi di riflessione che, ieri come oggi, continuano a rappresentare baluardi di democrazia e resistenza contro i tentativi di riscrivere una storia che non può e non deve essere dimenticata. Per questo ho invitato tutti i colleghi sindaci domani, martedì 3 dicembre, alle 18, per un presidio breve ma significativo al fine di fa sentire la nostra voce e sottolineare con forza il rifiuto della violenza, della falsità storica e per affermare i nostri valori di democrazia e libertà», conclude il primo cittadino.
L'iniziativa in risposta al blitz firmato dai Do.Ra ha avuto successo e oltre 200 persone hanno partecipato alla manifestazione antifascista, tra cui almeno 50 sindaci, recandosi in corteo dinanzi al Sacrario dedicato ai caduti.
Anche la Cgil Varese condanna fermamente il gesto contro la Resistenza compiuto a Cuveglio: «Proviamo ribrezzo e disgusto per l'ennesima provocazione dei Do.Ra, il gruppo che ieri sera ha esposto uno striscione fascista davanti al Sacrario che a Cuveglio ricorda la Battaglia del San Martino – scrive Stefania Filetti a nome della segreteria Cgil –. Ancora una volta condanniamo il gesto offensivo verso la memoria della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo, momenti che stanno alla base della nostra Costituzione e dei suoi valori che la Cgil difende e nei quali si riconosce pienamente. Ribadiamo inoltre la necessità che le autorità competenti intervengano tempestivamente per valutare la messa fuori legge dei gruppi che insidiano la convivenza democratica del Paese».
Scritte e segni nazisti stile «saluto alla vittoria», svastiche, fasci littori e l'armamentario di frasi già sentite: tutto rimosso dagli agenti della Divisione investigazioni generali e operazioni speciali (Digos) della Questura di Varese intervenuta la stessa sera di sabato 30 novembre.
Fonte: di Sergio Castelli