"SGUARDO SUL MONDO"
23-05-2022 - UNO SGUARDO SUL MONDO di Salvatore Rondello
Sono onorato dell'invito di Paolo Bagnoli per occuparmi di questa rubrica su La Rivoluzione Democratica. Ho accettato l'invito perché dare uno sguardo sul mondo è necessario non solo per i fatti di cronaca che quotidianamente avvengono, ma anche per osservare le luci e le ombre che arrivano dal passato illuminando il presente ed il percorso futuro dell'umanità.
Se nelle democrazie si possono riscontrare molti difetti, va ricordato che offrono sempre l'opportunità di correggerli. Una pessima democrazia è pur sempre da preferire ad una ottima dittatura. Ma va ricordato che spesso le dittature ed i totalitarismi nascono da una democrazia corrotta e malata.
Nel mondo è essenziale mantenere la pace per la quale la solidarietà ed il rispetto reciproco dei popoli sono fondanti. Solo in tempi di pace si può lavorare serenamente al bene ed al progresso dell'umanità. Invece, ancora oggi vediamo una umanità divisa dai populismi, dalle tante Patrie dei popoli, dal razzismo, dagli egoismi, dalle logiche di potere e dalla sete di ricchezza. A proposito di ricchezza, Arthur Schopenhauer scriveva: “La ricchezza somiglia all'acqua del mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete”.
Ancora oggi, queste divisioni difficilmente riescono a mantenere la coesistenza pacifica, e nel tempo diventano terreno fertile per nuove guerre. come quella dell'Ucraina che vediamo svilupparsi con esiti e tempi di pacificazione incerti.
Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale finita con il lancio di due bombe atomiche, un grido ha attraversato tutto il mondo: “mai più guerre”.
Ma, nonostante ciò, le guerre non sono mai finite: Corea, Vietnam, Congo, Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Burundi, Ruanda, Sudan, Somalia, Etiopia, Palestina, Cipro, Irlanda del Nord, Egitto, Libia, Pakistan, ex Jugoslavia, Falkland e tante altre diffuse in Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina etc.. Attualmente per l'Onu, in tutto il mondo ci sono 71 guerre in corso, che in molti casi tendono a perpetuarsi. Ogni tanto qualche tregua, ma la ricerca della pace è una parola che stenta a tradursi nei fatti.
In tempo di pace, le nazioni, anziché svuotare gli arsenali e riempire i granai, come affermava Sandro Pertini, hanno pensato a rimpinguare gli arsenali con armi sempre più potenti e micidiali (tra cui quelle atomiche), lasciando i granai vuoti. Qualcuno addirittura per addolcire gli orrori delle armi usate nelle guerre ha coniato il termine ‘bombe intelligenti'.
Adesso la guerra dell'Ucraina, alla quale assistiamo da tre mesi in tutta la sua drammaticità, assume una dimensione talmente grave che direttamente o indirettamente coinvolge tutto il mondo. Nel ventunesimo secolo non si muore solo per la violenza delle armi, ma anche di fame che colpisce soprattutto i paesi più poveri dove le risorse alimentari sono insufficienti e scarseggia anche l'assistenza sanitaria. Attualmente, settantuno navi, appartenenti a diciassette Paesi diversi, cariche di grano sono bloccate nel Mar Nero a causa della guerra.
Gli scrittori italiani riuniti attorno alla FUIS (Federazione Unitaria Italiani Scrittori) si dichiarano contro le guerre e per la pace. Potremmo dire che Aldo Capitini ha fatto scuola.
In passato, nel Risorgimento ci si è battuti per dare una Patria agli italiani. Dopo la seconda guerra mondiale si è cercato di attuare la grande idea dell'Unione Europea, mettendo assieme repubbliche e monarchie. Un percorso iniziato a Ventotene, con il Manifesto elaborato da Eugenio Colorni, Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli iniziando dall'idea di Filippo Turati, che va avanti molto lentamente. Da queste importanti esperienze, si potrebbe fare qualche riflessione per andare oltre. Potrà sembrare utopico, ma sono fermamente convinto che oggi bisogna pensare a dare una Patria all'Umanità.
Se nelle democrazie si possono riscontrare molti difetti, va ricordato che offrono sempre l'opportunità di correggerli. Una pessima democrazia è pur sempre da preferire ad una ottima dittatura. Ma va ricordato che spesso le dittature ed i totalitarismi nascono da una democrazia corrotta e malata.
Nel mondo è essenziale mantenere la pace per la quale la solidarietà ed il rispetto reciproco dei popoli sono fondanti. Solo in tempi di pace si può lavorare serenamente al bene ed al progresso dell'umanità. Invece, ancora oggi vediamo una umanità divisa dai populismi, dalle tante Patrie dei popoli, dal razzismo, dagli egoismi, dalle logiche di potere e dalla sete di ricchezza. A proposito di ricchezza, Arthur Schopenhauer scriveva: “La ricchezza somiglia all'acqua del mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete”.
Ancora oggi, queste divisioni difficilmente riescono a mantenere la coesistenza pacifica, e nel tempo diventano terreno fertile per nuove guerre. come quella dell'Ucraina che vediamo svilupparsi con esiti e tempi di pacificazione incerti.
Dopo la tragedia della seconda guerra mondiale finita con il lancio di due bombe atomiche, un grido ha attraversato tutto il mondo: “mai più guerre”.
Ma, nonostante ciò, le guerre non sono mai finite: Corea, Vietnam, Congo, Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Burundi, Ruanda, Sudan, Somalia, Etiopia, Palestina, Cipro, Irlanda del Nord, Egitto, Libia, Pakistan, ex Jugoslavia, Falkland e tante altre diffuse in Africa, Asia, Medio Oriente, America Latina etc.. Attualmente per l'Onu, in tutto il mondo ci sono 71 guerre in corso, che in molti casi tendono a perpetuarsi. Ogni tanto qualche tregua, ma la ricerca della pace è una parola che stenta a tradursi nei fatti.
In tempo di pace, le nazioni, anziché svuotare gli arsenali e riempire i granai, come affermava Sandro Pertini, hanno pensato a rimpinguare gli arsenali con armi sempre più potenti e micidiali (tra cui quelle atomiche), lasciando i granai vuoti. Qualcuno addirittura per addolcire gli orrori delle armi usate nelle guerre ha coniato il termine ‘bombe intelligenti'.
Adesso la guerra dell'Ucraina, alla quale assistiamo da tre mesi in tutta la sua drammaticità, assume una dimensione talmente grave che direttamente o indirettamente coinvolge tutto il mondo. Nel ventunesimo secolo non si muore solo per la violenza delle armi, ma anche di fame che colpisce soprattutto i paesi più poveri dove le risorse alimentari sono insufficienti e scarseggia anche l'assistenza sanitaria. Attualmente, settantuno navi, appartenenti a diciassette Paesi diversi, cariche di grano sono bloccate nel Mar Nero a causa della guerra.
Gli scrittori italiani riuniti attorno alla FUIS (Federazione Unitaria Italiani Scrittori) si dichiarano contro le guerre e per la pace. Potremmo dire che Aldo Capitini ha fatto scuola.
In passato, nel Risorgimento ci si è battuti per dare una Patria agli italiani. Dopo la seconda guerra mondiale si è cercato di attuare la grande idea dell'Unione Europea, mettendo assieme repubbliche e monarchie. Un percorso iniziato a Ventotene, con il Manifesto elaborato da Eugenio Colorni, Ernesto Rossi ed Altiero Spinelli iniziando dall'idea di Filippo Turati, che va avanti molto lentamente. Da queste importanti esperienze, si potrebbe fare qualche riflessione per andare oltre. Potrà sembrare utopico, ma sono fermamente convinto che oggi bisogna pensare a dare una Patria all'Umanità.
Fonte: di Salvatore Rondelllo