"OUAFA HAJJI"
21-02-2022 - DONNE E SOCIALISMO di Ferdinando Leonzio
Ouafa Hajji, presidente dell'Internazionale Socialista Donne (ISD) e vicepresidente dell'Internazionale Socialista (IS), é uno dei personaggi che, col suo fervente attivismo, ha evitato al socialismo il pericolo dell'eurocentrismo, facendone invece un complesso di idee, di partiti e di movimenti veramente mondiale.
Si tratta di un personaggio emerso dalle lotte politiche di base vissute tutte all'interno del movimento socialista del Marocco, per poi assurgere a livelli internazionali.
E' infatti dallo scenario politico marocchino che bisogna partire per ben comprendere la formazione di questa donna straordinaria, decisa e battagliera nella sua incrollabile fede nella democrazia e nel socialismo.
La storia plurisecolare del Marocco ha il suo punto d'arrivo nel 1956, con il pieno riconoscimento della sua indipendenza, tenacemente perseguita da quella che a lungo fu l'unica forza politica marocchina organizzata: il Partito dell'Indipendenza (Istiqlal) [1].
Fu allora instaurato un regime monarchico costituzionale.
Un momento di crisi questo partito lo attraversò quando, nel 1959, la sua ala progressista, per sottrarsi al predominio dei conservatori nei vertici del partito, se ne staccò per dare vita all'Unione Nazionale delle Forze Popolari (UNFP) [2], sostenitrice di istanze socialiste e antiimperiliste e legata ai sindacati.
Anche quest'ultimo partito nel 1975 subì una scissione: quella della sua ala socialista, capeggiata da Abderrahim Buabid, che diede vita all'Unione Socialista delle Forze Popolari (USFP), partito membro dell'Internazionale Socialista e basato sul trinomio “libertà, democrazia e socialismo“; é il partito di Oufa Hajji da sempre.
La maggior parte dei suoi membri, principalmente insegnanti, studenti e dipendenti pubblici e disoccupati provengono da ambienti della piccola borghesia urbana. Negli anni 1990 il partito ha perso terreno a favore dei partiti islamisti marocchini. L'USFP è strettamente alleato con la Confederazione Democratica del Lavoro, uno dei principali sindacati del Marocco. Ha partecipato più volte al governo del Paese [3].
Questa donna, dunque, Oufa, questa lottatrice eccezionale che si é fatta da sé, fino ad arrivare al vertice di un'organizzazione che comprende milioni di donne socialiste di tutto il mondo, é stata definita in vario modo:
Un'attivista che ha convinzioni e non certezze, dicono i socialisti marocchini che hanno seguito la sua carriera; una gran lavoratrice che preferisce l'azione alle chiacchiere, aggiungono i suoi colleghi di lavoro; una donna che si è sempre battuta per i diritti delle donne marocchine, non per farne un trampolino di lancio, ma una vera lotta, sottolineano le attiviste del movimento delle donne che la conoscono bene.
Una donna – possiamo aggiungere - fortemente impegnata in tutte le imprese che ha affrontato nel corso della sua vita, una vita che si snoda lungo due linee parallele: quella politico-sociale e quella professionale.
Si tratta di un personaggio emerso dalle lotte politiche di base vissute tutte all'interno del movimento socialista del Marocco, per poi assurgere a livelli internazionali.
E' infatti dallo scenario politico marocchino che bisogna partire per ben comprendere la formazione di questa donna straordinaria, decisa e battagliera nella sua incrollabile fede nella democrazia e nel socialismo.
La storia plurisecolare del Marocco ha il suo punto d'arrivo nel 1956, con il pieno riconoscimento della sua indipendenza, tenacemente perseguita da quella che a lungo fu l'unica forza politica marocchina organizzata: il Partito dell'Indipendenza (Istiqlal) [1].
Fu allora instaurato un regime monarchico costituzionale.
Un momento di crisi questo partito lo attraversò quando, nel 1959, la sua ala progressista, per sottrarsi al predominio dei conservatori nei vertici del partito, se ne staccò per dare vita all'Unione Nazionale delle Forze Popolari (UNFP) [2], sostenitrice di istanze socialiste e antiimperiliste e legata ai sindacati.
Anche quest'ultimo partito nel 1975 subì una scissione: quella della sua ala socialista, capeggiata da Abderrahim Buabid, che diede vita all'Unione Socialista delle Forze Popolari (USFP), partito membro dell'Internazionale Socialista e basato sul trinomio “libertà, democrazia e socialismo“; é il partito di Oufa Hajji da sempre.
La maggior parte dei suoi membri, principalmente insegnanti, studenti e dipendenti pubblici e disoccupati provengono da ambienti della piccola borghesia urbana. Negli anni 1990 il partito ha perso terreno a favore dei partiti islamisti marocchini. L'USFP è strettamente alleato con la Confederazione Democratica del Lavoro, uno dei principali sindacati del Marocco. Ha partecipato più volte al governo del Paese [3].
Questa donna, dunque, Oufa, questa lottatrice eccezionale che si é fatta da sé, fino ad arrivare al vertice di un'organizzazione che comprende milioni di donne socialiste di tutto il mondo, é stata definita in vario modo:
Un'attivista che ha convinzioni e non certezze, dicono i socialisti marocchini che hanno seguito la sua carriera; una gran lavoratrice che preferisce l'azione alle chiacchiere, aggiungono i suoi colleghi di lavoro; una donna che si è sempre battuta per i diritti delle donne marocchine, non per farne un trampolino di lancio, ma una vera lotta, sottolineano le attiviste del movimento delle donne che la conoscono bene.
Una donna – possiamo aggiungere - fortemente impegnata in tutte le imprese che ha affrontato nel corso della sua vita, una vita che si snoda lungo due linee parallele: quella politico-sociale e quella professionale.
Ouafa Hajji é nata nel 1959, in una famiglia in cui la politica era pane quotidiano, in cui si parlava sempre della costruzione di un mondo migliore, ispirato agli ideali socialisti.
Dopo essersi diplomata nel 1977 al liceo Descartes, si iscrisse, come studentessa di Economia all'università Mohammed V di Rabat, dove fece le sue prime esperienze politiche [4] all'interno dell'Unione Nazionale degli Studenti del Marocco (UNEM), un forte sindacato studentesco di sinistra, alle cui battaglie cominciò a partecipare, in anni in cui la repressione si abbatteva su tutti coloro che parlavano di democrazia.
Queste lotte servirono a rinsaldare ancora di più le convinzioni derivatele dall'educazione familiare. Al 16° congresso dell'UNEM fu eletta membro della Commissione Amministrativa, carica che ricoprì dal 1979 al 1981, cioè fino alla laurea In Scienze Economiche.
Di quel periodo, Habib El Malki [5], che fu suo professore di Storia del pensiero economico, ricorda una studentessa che stava sempre seduta in prima fila, prendendo pochi appunti e riuscendo sempre ad avere buoni voti negli esami. I tratti salienti della personalità di Ouafa Hajji che io ricordo sono la perseveranza, il senso del metodo e l'intelligenza nei rapporti. Questa militante ha un percorso segnato dalla fedeltà e dal rispetto dei valori, cose forse rare in politica.
Nel 1982 riuscì ad entrare alle dipendenze della Bank Al Maghrib, iniziando una carriera all'epoca pressocchè preclusa alle donne. Diventata funzionaria del Dipartimento Studi, vi rimane fino al 1989, quando Habib El Malki la chiamò a lavorare per il partito USFP, di cui Ouafa curava i rapporti col Parlamento, col Governo, con le comunità locali.
Nel 1984 entrò nel Comitato Centrale e nella Commissione amministrativa del partito, occupandosi in prevalenza di relazioni internazionali.
Nel 1996 tornò alla banca Al Maghrib per occupare l'incarico di vicedirettrice, poi di vicedirettrice senior del Dipartimento Studi.
Nel 2004 è diventata Direttore aggiunto e poi direttrice del Dipartimento di Studi e Relazioni Internazionali. Nel 2008 assunse l'incarico di Direttore della Comunicazione.
Nel 2010 è diventata Direttrice della filiale di Rabat della Bank Al-Maghrib.
Una brillante carriera, la sua, sia nella professione che nella politica!
Nel 1995 entro' nell'Ufficio Nazionale dell'Associazione femminile “Jossour”[6]. Ouafa non trascurerà mai la lotta per i diritti delle donne marocchine. Per lei la questione femminile è da considerarsi necessariamente una questione politica, perché è al centro di ogni progetto di sviluppo sociale:
“Ricordo il dibattito degli anni '70 in cui l'emancipazione delle donne doveva essere solo un corollario dello sviluppo economico del Paese. Anche i movimenti delle donne sposavano allora questa tesi secondo cui l'emancipazione delle donne sarebbe una conseguenza dello sviluppo del Paese. Negli anni '80, il movimento delle donne in Marocco ha iniziato a rendersi conto che la questione femminile non doveva essere tenuta in ostaggio dalla politica. Fu in questo periodo che si formarono associazioni per difendere una particolarità. Le Ong non sono nate per togliere il tema delle donne dal discorso politico, ma per integrarlo, meglio difendendolo in un altro modo, con un'altra concezione e per tirarlo fuori molto di più dalle contingenze di parte.
Fu solo all'inizio degli anni '90 che l'élite politica si rese conto che non poteva ignorare questo dibattito sulle donne. In tutti i programmi di partito, le donne hanno il loro posto. C'è ancora un altro percorso ad ostacoli, quello di far sì che questo discorso diventi realtà. Questo è precisamente il nostro ruolo di donne; e non sto parlando delle ONG di donne che lo fanno bene. I partiti politici devono progressivamente superare questa dicotomia tra discorsi e realtà."
Di questo periodo è importante ricordare il discorso tenuto a Rabat, il 30 settembre 2011 (un anno prima della sua elezione a Presidente dell'ISD), in occasione di un incontro regionale delle donne socialiste dell'area del Mediterraneo. In esso, fra l'altro, affermò:
"Le nostre situazioni nelle regioni del Mediterraneo, del Medio Oriente e del Caucaso raccolte oggi sono certamente diverse, legate ai progressi dei nostri rispettivi Paesi, ma per la stessa lotta, quella della dignità, del riconoscimento dei diritti, compresi quelli fondamentali, del ruolo di attori nel nostro futuro e in quello dei nostri paesi. È una questione di tempo e di perseveranza che chiama noi, membri dell'Internazionale Socialista delle Donne, a mettere in luce le questioni dell'uguaglianza di genere e della cittadinanza effettiva delle donne nel processo di costruzione democratica e a favorire la solidarietà come sappiamo fare così bene. Questo perché le donne della regione, e in particolare le donne arabe, non vengano dimenticate in questa fase storica, e perché il fiorire di questa Primavera [7] porti uguaglianza, equità e giustizia”.
Dopo essersi diplomata nel 1977 al liceo Descartes, si iscrisse, come studentessa di Economia all'università Mohammed V di Rabat, dove fece le sue prime esperienze politiche [4] all'interno dell'Unione Nazionale degli Studenti del Marocco (UNEM), un forte sindacato studentesco di sinistra, alle cui battaglie cominciò a partecipare, in anni in cui la repressione si abbatteva su tutti coloro che parlavano di democrazia.
Queste lotte servirono a rinsaldare ancora di più le convinzioni derivatele dall'educazione familiare. Al 16° congresso dell'UNEM fu eletta membro della Commissione Amministrativa, carica che ricoprì dal 1979 al 1981, cioè fino alla laurea In Scienze Economiche.
Di quel periodo, Habib El Malki [5], che fu suo professore di Storia del pensiero economico, ricorda una studentessa che stava sempre seduta in prima fila, prendendo pochi appunti e riuscendo sempre ad avere buoni voti negli esami. I tratti salienti della personalità di Ouafa Hajji che io ricordo sono la perseveranza, il senso del metodo e l'intelligenza nei rapporti. Questa militante ha un percorso segnato dalla fedeltà e dal rispetto dei valori, cose forse rare in politica.
Nel 1982 riuscì ad entrare alle dipendenze della Bank Al Maghrib, iniziando una carriera all'epoca pressocchè preclusa alle donne. Diventata funzionaria del Dipartimento Studi, vi rimane fino al 1989, quando Habib El Malki la chiamò a lavorare per il partito USFP, di cui Ouafa curava i rapporti col Parlamento, col Governo, con le comunità locali.
Nel 1984 entrò nel Comitato Centrale e nella Commissione amministrativa del partito, occupandosi in prevalenza di relazioni internazionali.
Nel 1996 tornò alla banca Al Maghrib per occupare l'incarico di vicedirettrice, poi di vicedirettrice senior del Dipartimento Studi.
Nel 2004 è diventata Direttore aggiunto e poi direttrice del Dipartimento di Studi e Relazioni Internazionali. Nel 2008 assunse l'incarico di Direttore della Comunicazione.
Nel 2010 è diventata Direttrice della filiale di Rabat della Bank Al-Maghrib.
Una brillante carriera, la sua, sia nella professione che nella politica!
Nel 1995 entro' nell'Ufficio Nazionale dell'Associazione femminile “Jossour”[6]. Ouafa non trascurerà mai la lotta per i diritti delle donne marocchine. Per lei la questione femminile è da considerarsi necessariamente una questione politica, perché è al centro di ogni progetto di sviluppo sociale:
“Ricordo il dibattito degli anni '70 in cui l'emancipazione delle donne doveva essere solo un corollario dello sviluppo economico del Paese. Anche i movimenti delle donne sposavano allora questa tesi secondo cui l'emancipazione delle donne sarebbe una conseguenza dello sviluppo del Paese. Negli anni '80, il movimento delle donne in Marocco ha iniziato a rendersi conto che la questione femminile non doveva essere tenuta in ostaggio dalla politica. Fu in questo periodo che si formarono associazioni per difendere una particolarità. Le Ong non sono nate per togliere il tema delle donne dal discorso politico, ma per integrarlo, meglio difendendolo in un altro modo, con un'altra concezione e per tirarlo fuori molto di più dalle contingenze di parte.
Fu solo all'inizio degli anni '90 che l'élite politica si rese conto che non poteva ignorare questo dibattito sulle donne. In tutti i programmi di partito, le donne hanno il loro posto. C'è ancora un altro percorso ad ostacoli, quello di far sì che questo discorso diventi realtà. Questo è precisamente il nostro ruolo di donne; e non sto parlando delle ONG di donne che lo fanno bene. I partiti politici devono progressivamente superare questa dicotomia tra discorsi e realtà."
Di questo periodo è importante ricordare il discorso tenuto a Rabat, il 30 settembre 2011 (un anno prima della sua elezione a Presidente dell'ISD), in occasione di un incontro regionale delle donne socialiste dell'area del Mediterraneo. In esso, fra l'altro, affermò:
"Le nostre situazioni nelle regioni del Mediterraneo, del Medio Oriente e del Caucaso raccolte oggi sono certamente diverse, legate ai progressi dei nostri rispettivi Paesi, ma per la stessa lotta, quella della dignità, del riconoscimento dei diritti, compresi quelli fondamentali, del ruolo di attori nel nostro futuro e in quello dei nostri paesi. È una questione di tempo e di perseveranza che chiama noi, membri dell'Internazionale Socialista delle Donne, a mettere in luce le questioni dell'uguaglianza di genere e della cittadinanza effettiva delle donne nel processo di costruzione democratica e a favorire la solidarietà come sappiamo fare così bene. Questo perché le donne della regione, e in particolare le donne arabe, non vengano dimenticate in questa fase storica, e perché il fiorire di questa Primavera [7] porti uguaglianza, equità e giustizia”.
Dal 1997 al 2003 è segretaria della sezione dell'USFP di Agdal Ryad [8]. Sceglie dunque anche di fare politica, non da tavolino, ma stando vicina alla gente e alle sue esigenze. Percio' si candida alle elezioni comunali, che lei definisce la migliore scuola di democrazia locale. Verrà eletta consigliere comunale di Agdal Ryad, per tre volte consecutive, ricoprendo anche la carica di presidente della Commissione economica e sociale del Comune, di cui sarà anche vicepresidente [9] tra il 1997 e il 2003.
Dal 2001 al 2005 ha ricoperto il ruolo di vicesegretaria generale della sezione femminile dell'USFP.
Dal 2003 al 2009 è stata anche consigliere di opposizione del Comune di Rabat.
Dal dicembre 2011 è membro dell'Ufficio Politico del partito socialista USFP.
Queste esperienze politiche e amministrative hanno permesso a Ouafa Hajji [10] di acquisire una buona formazione politica e una padronanza delle relazioni internazionali e della gestione municipale dello sviluppo urbano attraverso la gestione di progetti di strutturazione per la città. Tutto ciò le ha anche procurato una notorietà nazionale.
L'attivismo di Ouafa Hajji è stato coronato dalla sua elezione all'unanimità, in occasione del XX congresso dell'ISD, tenutosi a Città del Capo il 27 e 28 agosto 2012, a presidente dell'Internazionale Socialista delle Donne (ISD) [11]. Questo il suo commento alla elezione:
La mia elezione è coerente con la logica della mia attivitá a livello nazionale e del mio impegno dal 1976 nella difesa dei valori, dei principi e degli ideali che hanno sostenuto tutta la mia carriera.
Questo impegno riflette il mio attaccamento ai valori della democrazia, dell'uguaglianza e del rispetto dei diritti, in particolare dei diritti delle donne e si è riflesso nella mia attivitá, dalla mia giovinezza, a livello politico, poi a livello dei diritti delle donne. Ha trovato una naturale estensione a livello internazionale. E il mio coinvolgimento per molti anni ha creato la fiducia e il riconoscimento che hanno portato alla mia elezione al Congresso di Città del Capo. È anche il riconoscimento dei progressi compiuti dalle donne marocchine in un ambiente regionale arabo che non è necessariamente favorevole. È anche un omaggio alla donna africana". […]. Il mio ruolo é continuare oggi il percorso tracciato dalle donne leader che hanno contribuito a far avanzare la causa delle donne e a creare questo quadro internazionale senza pari che consente solidarietà, scambio e condivisione per ottenere più diritti e partecipazione delle donne in tutti i continenti.
E anche per dare maggiore visibilità alle donne e alla loro lotta in tutte le regioni del mondo e, soprattutto oggi, contrastare i tentativi di riduzione dei diritti che minacciano diversi paesi a causa della crisi economica che continua e sfidare le conquiste, anche nei paesi più avanzati. Una delle manifestazioni più visibili è l'aumento della violenza contro le donne.
Le difficoltà sono quelle vissute da tutte le attiviste politiche nei propri partiti[12], per ottenere il riconoscimento del proprio valore e della propria competenza in un mondo politico generalmente dominato da uomini nella maggior parte dei paesi. Dobbiamo convincere i leader di partito a dare più spazio e opportunità alle donne. Il sistema delle quote del 30% per le donne è vero che è più o meno applicato dai partiti membri, ma oggi dobbiamo andare verso la parità e convincerci della necessità della sua inclusione nelle costituzioni.
Innumerevoli gli interventi della nuova Presidente su svariati argomenti, in particolare l'omaggio reso, l'8 marzo 2013, alle fondatrici della prima organizzazione internazionale femminile socialista:
Sono state fondatrici dell'Internazionale Socialista delle Donne: Clara Zetkin [13] e la sua collega socialdemocratica Luise Zietz [14], le prime a suggerire che una giornata annuale fosse celebrata come Giornata Internazionale della Donna. Questa idea fu adottata come risoluzione alla seconda conferenza dell'Internazionale Socialista delle Donne nel 1910 a Copenaghen.
L'eliminazione della violenza contro le donne è una priorità nell'agenda di questa Giornata Internazionale, ora celebrata ogni 25 novembre dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon attraverso la campagna UNITE - Unite per porre fine alla violenza sulle donne.
Per San Valentino, innumerevoli coppie celebreranno il romanticismo a lume di candela. Lo stesso giorno, un miliardo di donne e uomini in tutto il mondo si alzeranno per far luce sul lato meno piacevole delle relazioni di genere.
Secondo le Nazioni Unite, una donna su tre nel mondo viene violentata o picchiata nel corso della sua vita. In alcuni paesi, fino a sette donne su dieci vengono picchiate, violentate, maltrattate o mutilate.
La Primavera araba ha permesso di ricollocare la questione delle donne non solo nei paesi dove si sono verificati movimenti di protesta (Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, Siria e persino Bahrein) ma in tutto il mondo arabo.
Le donne hanno combattuto al fianco degli uomini per il cambiamento. Mogli, sorelle, mamme, senza velo, con il velo o sotto il burqa, per strada, negli spazi pubblici e su Internet, hanno gridato forte e chiaro…
Il mandato di Ouafa Hajji è stato rinnovato dal XXI congresso dell'Internazionale Socialista Donne, svoltosi a Cartagena (Colombia) il 26 e il 27 febbraio 2017.
Dal quadro che abbiamo brevemente delineato emerge una figura di donna che può vantare un curriculum di tutto rispetto:
- Formazione economica di alto livello che le ha consentito di assurgere ai vertici di un istituto bancario.
- Battaglie politiche e fede profonda nelle sue idee che l' hanno portata ai vertici dell' Unione Socialista delle Forze Popolari, partito socialista del Marocco.
- Solida esperienza nel campo della pubblica amministrazione, avendo ricoperto a lungo incarichi nelle amministrazioni locali.
- Attività instancabile nel movimento femminista marocchino e internazionale.
- Presidenza dell'Internazionale Socialista Donne.
Dal 2001 al 2005 ha ricoperto il ruolo di vicesegretaria generale della sezione femminile dell'USFP.
Dal 2003 al 2009 è stata anche consigliere di opposizione del Comune di Rabat.
Dal dicembre 2011 è membro dell'Ufficio Politico del partito socialista USFP.
Queste esperienze politiche e amministrative hanno permesso a Ouafa Hajji [10] di acquisire una buona formazione politica e una padronanza delle relazioni internazionali e della gestione municipale dello sviluppo urbano attraverso la gestione di progetti di strutturazione per la città. Tutto ciò le ha anche procurato una notorietà nazionale.
L'attivismo di Ouafa Hajji è stato coronato dalla sua elezione all'unanimità, in occasione del XX congresso dell'ISD, tenutosi a Città del Capo il 27 e 28 agosto 2012, a presidente dell'Internazionale Socialista delle Donne (ISD) [11]. Questo il suo commento alla elezione:
La mia elezione è coerente con la logica della mia attivitá a livello nazionale e del mio impegno dal 1976 nella difesa dei valori, dei principi e degli ideali che hanno sostenuto tutta la mia carriera.
Questo impegno riflette il mio attaccamento ai valori della democrazia, dell'uguaglianza e del rispetto dei diritti, in particolare dei diritti delle donne e si è riflesso nella mia attivitá, dalla mia giovinezza, a livello politico, poi a livello dei diritti delle donne. Ha trovato una naturale estensione a livello internazionale. E il mio coinvolgimento per molti anni ha creato la fiducia e il riconoscimento che hanno portato alla mia elezione al Congresso di Città del Capo. È anche il riconoscimento dei progressi compiuti dalle donne marocchine in un ambiente regionale arabo che non è necessariamente favorevole. È anche un omaggio alla donna africana". […]. Il mio ruolo é continuare oggi il percorso tracciato dalle donne leader che hanno contribuito a far avanzare la causa delle donne e a creare questo quadro internazionale senza pari che consente solidarietà, scambio e condivisione per ottenere più diritti e partecipazione delle donne in tutti i continenti.
E anche per dare maggiore visibilità alle donne e alla loro lotta in tutte le regioni del mondo e, soprattutto oggi, contrastare i tentativi di riduzione dei diritti che minacciano diversi paesi a causa della crisi economica che continua e sfidare le conquiste, anche nei paesi più avanzati. Una delle manifestazioni più visibili è l'aumento della violenza contro le donne.
Le difficoltà sono quelle vissute da tutte le attiviste politiche nei propri partiti[12], per ottenere il riconoscimento del proprio valore e della propria competenza in un mondo politico generalmente dominato da uomini nella maggior parte dei paesi. Dobbiamo convincere i leader di partito a dare più spazio e opportunità alle donne. Il sistema delle quote del 30% per le donne è vero che è più o meno applicato dai partiti membri, ma oggi dobbiamo andare verso la parità e convincerci della necessità della sua inclusione nelle costituzioni.
Innumerevoli gli interventi della nuova Presidente su svariati argomenti, in particolare l'omaggio reso, l'8 marzo 2013, alle fondatrici della prima organizzazione internazionale femminile socialista:
Sono state fondatrici dell'Internazionale Socialista delle Donne: Clara Zetkin [13] e la sua collega socialdemocratica Luise Zietz [14], le prime a suggerire che una giornata annuale fosse celebrata come Giornata Internazionale della Donna. Questa idea fu adottata come risoluzione alla seconda conferenza dell'Internazionale Socialista delle Donne nel 1910 a Copenaghen.
L'eliminazione della violenza contro le donne è una priorità nell'agenda di questa Giornata Internazionale, ora celebrata ogni 25 novembre dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon attraverso la campagna UNITE - Unite per porre fine alla violenza sulle donne.
Per San Valentino, innumerevoli coppie celebreranno il romanticismo a lume di candela. Lo stesso giorno, un miliardo di donne e uomini in tutto il mondo si alzeranno per far luce sul lato meno piacevole delle relazioni di genere.
Secondo le Nazioni Unite, una donna su tre nel mondo viene violentata o picchiata nel corso della sua vita. In alcuni paesi, fino a sette donne su dieci vengono picchiate, violentate, maltrattate o mutilate.
La Primavera araba ha permesso di ricollocare la questione delle donne non solo nei paesi dove si sono verificati movimenti di protesta (Tunisia, Egitto, Libia, Yemen, Siria e persino Bahrein) ma in tutto il mondo arabo.
Le donne hanno combattuto al fianco degli uomini per il cambiamento. Mogli, sorelle, mamme, senza velo, con il velo o sotto il burqa, per strada, negli spazi pubblici e su Internet, hanno gridato forte e chiaro…
Il mandato di Ouafa Hajji è stato rinnovato dal XXI congresso dell'Internazionale Socialista Donne, svoltosi a Cartagena (Colombia) il 26 e il 27 febbraio 2017.
Dal quadro che abbiamo brevemente delineato emerge una figura di donna che può vantare un curriculum di tutto rispetto:
- Formazione economica di alto livello che le ha consentito di assurgere ai vertici di un istituto bancario.
- Battaglie politiche e fede profonda nelle sue idee che l' hanno portata ai vertici dell' Unione Socialista delle Forze Popolari, partito socialista del Marocco.
- Solida esperienza nel campo della pubblica amministrazione, avendo ricoperto a lungo incarichi nelle amministrazioni locali.
- Attività instancabile nel movimento femminista marocchino e internazionale.
- Presidenza dell'Internazionale Socialista Donne.
Tutto ciò autorizza a pensare che essa saprà affrontare e guidare, con saggezza e determinazione, le grandi sfide che stanno di fronte alle donne di tutto il mondo, nel quadro più generale della lotta per la democrazia e per il socialismo.
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- L'Istiqlal, fondato nel 1943, é oggi un partito fortemente nazionalista, conservatore e monarchico. Ad esso si deve il Manifesto per l'indipendenza. Fu comunque l'elemento propulsore del processo di indipendenza marocchina.
- Suo esponente più famoso fu Mehdi Ben Barka (1920-1965), leader anti-imperialista e terzomondista.
- Suo importante esponente è stato Abderrahmane Youssoufi (1924-2020), segretario dell'USFP dal 1992 alla morte.
- Dal 1977 al 1980 fu anche una dirigente della sezione socialista di Rabat.
- Habib ElMalki, nato nel 1946, oltre che professore all'università di Rabat é membro dell'Ufficio Politico del partito socialista USFP, é stato piú volte deputato e ministro. Il professore socialista é stato anche segretario generale del „Consiglio nazionale della gioventù e dell'avvenire“, istituzione a cui ha collaborato anche Ouafa fra il 1990 e il 1995.
- “Jossour – Forum delle donne marocchine” (Jossour-FFM) è un'associazione non governativa (ONG), creata nel luglio 1995 da un gruppo di donne desiderose di una società pù egualitaria. Creata da donne e per le donne, Iassour riunisce le potenzialità e le competenze necessarie per la promozione dei loro diritti e per il rafforzamento della presenza femminile a tutti i livelli.
- Il riferimento è alla cosiddetta Primavera araba.
- Uno dei 5 quartieri di Rabat.
- Presidente era un altro socialista, Hafid Boutaleb.
- Ouafa Hajji parla arabo, inglese e francese.
- L'Internazionale Socialista Donne è l'associazione internazionale delle organizzazioni femminili di partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti, affiliati all'Internazionale Socialista. Attualmente ne fanno parte146 organizzazioni di ogni parte del mondo. Prima di Ouafa Presidente dell'ISD è stata l'italiana Pia Locatelli (2003-2012).
- In passato la neo-presidente ebbe a dire: All'interno dei partiti, quando una donna riesce ad affermarsi, c'è tutta una mobilitazione contro di lei.
- Una biografia di Clara Zetkin si puo' leggere alla voce alla stessa intestata nel libro di Ferdinando Leonzio Donne del socialismo ZeroBook, 2017.
- Luise Zietz (1865-1922), socialista tedesca, fu la prima donna ad entrare nell'esecutivo del Partito Socialdemocratico Tedesco (SPD). Come pacifista, nel 1917 fu tra i fondatori del Partito Socialdemocratico Tedesco Indipendente (USPD)- Fu membro del parlamento tedesco dal 1919 fino alla morte.
Fonte: di FERDINANDO LEONZIO