L’ASSENZA INGIUSTIFICATA DI SCHLEIN AD ATREJU 2025
di Loredana Nuzzolese

21-12-2025 - STORIE&STORIE
“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”

La mancata partecipazione di Elly Schlein ad Atreju 2025, la storica kermesse politica targata Fratelli d'Italia presieduta da Giorgia Meloni, è diventata oggetto di discussione del dibattito politico nazionale.

Schlein, come già accaduto nel dicembre del 2022, ha preferito la strada del rifiuto. Ancora una volta pur invitata ufficialmente all'evento, ha deciso di declinare l'invito dopo aver posto condizioni, fra le quali un confronto diretto con Giorgia Meloni. Condizioni che non sono state accolte. Il premier perdipiù le aveva rilanciato con la formula “due contro uno”, includendo anche Giuseppe Conte, ma per Schlein questa strada non era percorribile.

Così sul palco di Atreju si sono alternati autorevoli ospiti e fra i leader dell'opposizione hanno fatto capolino Matteo Renzi e Giuseppe Conte ma non, per deliberata scelta, Schlein, la quale ha preferito la comfort zone, intervenendo all'Assemblea Nazionale del Pd, dalla quale ha cercato di lanciare un confronto a distanza con Meloni elencando, a suo giudizio, i punti deboli dell'azione governativa.

L' assenza ad Atreju della segreteria Pd non è passata inosservata ed è stata oggetto di critica. Meloni, durante il comizio di chiusura, rimarcando ironicamente la strategia nannimorettiana usata dalla segreteria, senza mezzi termini, ha indicato come unica causa dell'aver evitato i confronti quello della mancanza di contenuti.

Sul versante demoscopico, l'episodio non ha provocato scossoni immediati, ma ha contribuito a consolidare una tendenza già in atto: il Pd mantiene un consenso stabile nell'elettorato progressista più politicizzato, ma fatica a espandersi verso l'area moderata e indecisa.

La leadership di Elly Schlein, che rappresenta uno dei tentativi più netti di ridefinizione identitaria del Partito Democratico, segna una discontinuità non solo generazionale, ma soprattutto culturale e politica rispetto il passato. Il prezzo della nuova linea è quello di una minore penetrazione elettorale.

Non è la prima volta che un leader politico sceglie l'assenza come strumento di non comunicazione. In passato, anche Renzi e Conte hanno rifiutato confronti o palcoscenici da loro ritenuti ostili. Tuttavia, la differenza sta nel contesto: oggi il centrodestra governa e riesce a dettare le priorità dell'agenda politica e di quella mediatica. Ogni spazio di confronto pertanto diventa potenzialmente decisivo.

In un momento poi in cui la politica italiana affronta scadenze elettorali, riforme istituzionali e riassetti dei rapporti fra le forze politiche, la mancanza di Schlein alla manifestazione rivela un'opposizione che fatica a trovare il proprio spazio nel confronto pubblico con la maggioranza di governo.

Il “caso Atreju” racconta anche di una tensione profonda nella leadership della leader dem: tenere insieme radicalità dei contenuti e l'ambizione maggioritaria. La sua decisione di non partecipare si è dunque rivelata un autogol. La corsa alla premiership del campo a largo nel 2027 è aperta Conte sembra avere già dato uno stacco alla competitor Schlein. Frattanto, dopo il congresso in casa democratica, sembra che Schlein si sia assicurata, all'interno del suo partito, seppur scontentando varie correnti, la candidatura a premier del campo progressista.





Fonte: di Loredana Nuzzolese