20 Aprile 2024

"LA LINEA ROSSA"

La guerra in Ucraina, in corso da oltre un anno e sempre più a rischio di allargarsi ad altri paesi, interroga nel profondo la nostra coscienza. Tutti ci chiediamo se e fino a quando forniremo a quel paese armi e quante e quali. Ma, nel nostro Occidente – che Cirillo e Putin dipingono come terra del degrado morale così come prima i comunisti lo definivano sede dell’oppressione capitalistica mentre ci dicevano che l’URSS era il paradiso terrestre – solo in Italia pare ci siano molti che tendono a nascondersi dietro la cortina fumogena del pacifismo: è molto triste, ma non sorprendente, apprendere che il 50% degl’italiani non è con la Russia né con l’Ucraina e che il 45% è contrario all’invio di armi al Paese aggredito. Né sorprende che molti di essi si preoccupino oggi della durata della guerra, dell’invio delle armi, del pericolo nucleare, della pace universale mentre non se ne preoccuparono, anzi gongolarono, quando, a fomentare la guerra e a fare rischiare l’olocausto nucleare era l’invio di armi dall’URSS e dalla Cina in Corea, in Vietnam, a Cuba.

Dobbiamo purtroppo ammettere che il nostro Paese sta dimostrando ancora una volta di essere uno dei punti deboli – lo è stato già all’epoca della ‘guerra fredda’ quando una buona parte dell’opinione pubblica, antiamericana, pencolava verso l’URSS – e ciò non è effetto soltanto della filosofia del «Francia o Spagna purché se magna» ma anche della faziosità endemica, e ancestrale, della nostra politica, pronta a dividersi anche di fronte ai nemici esterni.

Alcuni – in particolare il Trio Lescano formato da Tarquinio-Santoro-Travaglio, con le voci soliste e stonate di Conte e i suoi fan – ci dicono, ci avvertono, ci implorano di ricorrere alla diplomazia per risolvere la questione territoriale tra Russia e Ucraina e, in nome della pace, si dichiarano disposti a cedere alla Russia tutto ciò che chiede (e che si è già preso o potrebbe prendere). Nel 2014 il presidente Obama – dimentico di quanto fosse stato inutile e dannoso concedere i Sudeti a Hitler – scelse ottusamente di non muovere un dito quando Putin invase la Crimea e mandò le sue truppe in Donbass per alimentare e sostenere la secessione di quelle regioni. Ma quanto sia inutile e pericoloso lasciare mano libera a Putin e alla sua gang – Cirillo, Kadyrov, Prigozhin, Lavrov, Medvedev, etc. – è provato dal fatto che, negli otto anni successivi a queste concessioni, Putin si è potuto riarmare per tentare di ricostituire il suo impero fino ai vecchi confini dell’URSS: è la prova che, concedendogli oggi il dito, dovremo presto lasciargli in bocca tutta la mano.

Berlusconi e qualche suo seguace le sparano grosse sulle responsabilità di Zelensky. Per esempio Flavio Tosi si chiede se Zelenski sia «all’altezza di tessere la tela per arrivare alla pace». Forse Tosi e Berlusconi non sanno che, almeno nella mente di Putin, la tela per la pace è già fatta: è una tela strappata, è uno smembramento dell’Ucraina molto simile allo smembramento della Polonia sancito dal Patto Ribbentrop-Molotov.

Per non parlare degl’innominabili 5S, potremmo dire che la palma delle acrobazie diplomatiche possa essere attribuita alla Lega che ha tentato di ritagliarsi uno spazio ‘pacifista’ per bocca del suo capogruppo in Senato: «piaccia o non piaccia, dobbiamo rispettare gli accordi internazionali … ma ci chiediamo se gli Stati Uniti e la NATO hanno una strategia per la pace? Chiediamo meno atlantismo in modo che l’Italia riprenda il suo ruolo di ‘esploratore’ ... cara Meloni serve una riflessione sull’Ucraina: siamo ostaggi della propaganda bellicista … noi siamo preoccupati per l’invio di armi sempre più potenti. Ma quali missili e quali caccia!» Il sen. Romeo forse vorrebbe mandare all’Ucraina solo i tricche-tracche e le castagnole; ma non si senta tranquillo: anche se mandasse all’Ucraina solo queste ‘potentissime armi’, egli non sfuggirebbe alle ire di Medvedev.

A un tale coro pare si stia unendo anche il PD sotto la guida illuminata del nuovo segretario, Schlein, la quale si barcamena tra guerra e pace: «È necessario sostenere il popolo ucraino, non è in discussione. Ma non ci può essere sinistra senza l’ambizio­ne di costruire un futuro di pace. I conflitti non si risolvo­no solo con le armi». Con la speranza di vedere un «prota­gonismo forte dell’Unione Eu­ropea» e l’obiettivo di arrivare a una «conferenza multilate­rale di pace», la Schlein cerca di mascherare la svolta ‘pacifista’ sbandierando le sue ascendenze ucraine, ma non ci riesce perché, pur di colpire la Meloni per il suo ‘nazionalismo’, ricorda la sua storia familiare antifascista e antinazionalista e dà mandato al suo luogotenente, l’immarcescibile e ubiquo Boccia, di annunciare la nuova linea di politica estera tendente a far sì che l’Europa prenda il controllo sulla NATO per così sottrarsi allo ‘strapotere’ degli Stati Uniti nella determinazione delle strategia ‘atlantica’. Del resto, molte parti del ‘nuovo’ PD non si sottraggono alla tentazione di usare i temi della guerra e degli aiuti in armamenti all’Ucraina per attaccare il governo di ‘questa destra’: per esempio Michele Emiliano – che in televisione si spaccia per ‘ermeneuta’ di Conte ma in realtà parla per se stesso – ha detto papale papale che, in un periodo di difficoltà economiche come quello che stiamo attraversando, il governo pare colto da un raptus bellicista e sottrae fondi alla sanità per destinarli agli armamenti.

A parte le possibili considerazioni sulla utilità e realizzabilità di una tale linea, non è sbagliato pensare che, con questo rigurgito delle pulsioni anti-americane dei vecchi comunisti, la Schlein stia pagando il suo debito elettorale ai vari Scotto, Bersani, etc., ma anche a Conte e ai 5S, che pare abbiano concorso alla sua elezione con una massiccia iniezione di voti. Ad essere onesti, bisogna ricordare che una tale linea è stata sostenuta anche da Romano Prodi che si è detto stupefatto – come la sua stessa faccia testimoniava – di come gli aiuti all’Ucraina non si stessero accompagnando a una linea diplomatica per fare cessare la guerra e ha esclamato: «non possiamo assuefarci a una guerra infinita!».

Bravi! Vadano a dirlo a Putin che ha concepito la sua ‘operazione speciale’ come una sorta di una nuova Holodomor, lo sterminio per fame con il quale Stalin piegò l'Ucraina alla dominazione sovietica.

Nell'intervista al ‘Corriere’ e ‘Repubblica’, Papa Francesco esprime preoccupazione per il conflitto in Ucraina, a suo avviso diventata già «una guerra mondiale, cominciata a pezzetti ... Perché le grandi potenze sono tutte invischiate». Ma non si può dire che la sua ansia per la pace venga chetata dall’atteggiamento dei russi visto che aspetta ormai da più di un anno che gli si apra una ‘finestrina’: «Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare. Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento». Bergoglio però non ha mai ricevuto da Lavrov un’altra lettera in cui gli si dicesse ‘vieni, il momento è arrivato’.

Ora, il Papa, pur riconoscendo che la Russia agisce in funzione dei suoi ‘interessi imperiali’, pensa che la via per la pace sia quella di far tacere gl’interessi «degli imperi di altre parti», e attribuisce così agli Stati Uniti la maggiore responsabilità della situazione attuale.

Tra le più stridule delle voci stonate vi è quella dell’ex ambasciatore Sergio Romano che non ha esitato a perdere la sua fama di esperto con una serie di affermazioni piuttosto criptiche consegnate in una recente intervista al ‘Corriere della Sera’: «Credo che anzitutto bisognerebbe interrogarsi sulle ragioni per cui questa guerra è scoppiata e quali sono le motivazioni che tendono a farne un conflitto quasi inarrestabile. Tenga presente che in questa guerra c’è una forte componente antirussa. In altre parole, è una guerra contro la Russia. Non è presentata come tale per una serie di ragioni, alcune giustificabili altre no, ma il Nemico c’è e per tutti quelli che sono impegnati nel conflitto quel Nemico è la Russia. Naturalmente la Russia si difende. Quelli che maggiormente hanno desiderato una guerra contro la Russia non hanno ottenuto, quanto meno per il momento, i risultati che speravano. La Russia si difende con una certa efficacia e a questo punto è diventato estremamente difficile per coloro che la desiderano e l’hanno desiderata mettere fine al conflitto».

Non si capisce bene se il sapiente e paludato ex ambasciatore voglia sostenere che a volere la guerra sono stati l’Ucraina e i suoi alleati e non la Russia; non si capisce se egli voglia sostenere che è la Russia a doversi difendere e non l’Ucraina. O, meglio, si capisce fin troppo bene che le serate di San Pietroburgo (per lui, di Mosca) hanno lasciato un segno oscuro sulla visione del mondo di Romano tanto da fargli sentenziare che la NATO avrebbe dovuto cessare di esistere già alla fine della ‘guerra fredda’. Per lasciare il passo alla Russia e alla Cina e a Al-Qaida?

Dino Cofrancesco propone una strada da seguire per la pace: «La Crimea a Putin ed il Donbass federale». È una proposta più sincera e più onesta perché – al contrario di chi si mimetizza dietro un genberico pacifismo – esce dal generico rivelando i termini sui quali si fonda ma, a mio avviso, è del tutto impraticabile, e per tre ragioni: 1) Se federazione dev’essere, come anche a me piacerebbe, non si capisce perché la Crimea non dovrebbe farne parte e debba invece essere lasciata alla Russia; 2) a meno che non esista una nuova forma di federalismo che io non conosco, uno stato federale ucraino, comprendente il Donbass se non anche la Crimea, dovrebbe avere una politica estera, di difesa e finanziaria indipendente da qualsiasi condizionamento: sarà mai la Russia disposta a concedere a una federazione ciò che oggi nega all’Ucraina unitaria?; 3) una tale proposta, dice Cofrancesco, dovrebbe essere fatta da «un’Europa forte, indipendente, sovrana, quale auspicavano i federalisti dell’’800 e del ‘900, [un’Europa che non si accodi] sempre e in ogni contingenza politica, agli Stati Uniti e alla Nato che ne è il braccio armato oltre Oceano»: ora, una tale Europa non esiste e, se esistesse, dovrebbe a mio avviso restare sempre integrata nel sistema di alleanze dell’Occidente per evitare che il pilastro americano su cui oggi essa si regge venga sostituito da uno sino-russo.

Il direttore dell’Avvenire, Tarquinio, dice che l’Occidente manda armi all’Ucraina per fare la guerra per procura alla Russia e insinua perfidamente che gli Stati Uniti stiano dissanguando gli ucraini per soddisfare gli sporchi interessi dei fabbricanti di armi: sono quasi le stesse parole usate da Putin che ha accusato gli Stati Uniti e la Gran Bretagna di voler fare una guerra alla Russia fino all’ultimo ucraino. L’angelico Tarquinio pensa che l’Occidente si sia impegolato in Ucraina con il falso alibi della difesa della democrazia che invece vigliaccamente e ipocritamente non difende nei 197 conflitti in corso nel mondo e si volta dall’altra parte: egli sa di dire una grossa sciocchezza ma, infuocato dal suo anti-occidentalismo, la dice lo stesso e fa finta di non capire che è necessario aiutare l’Ucraina a difendersi; fa finta di non che la posta in giuoco è l’equilibrio e la sicurezza del mondo: se vuole continuare a esistere e a difendersi, l’Occidente deve mettere in giuoco tutto il suo peso là dove occorre: in Ucraina, in Medio Oriente, nel Pacifico, in Africa.

Sappiamo benissimo che l’Occidente non è un mondo perfetto e non abbiamo bisogno che i vari Tarquinio ce lo ricordino: nemmeno il Vaticano è perfetto ma ciò non significa che lo si debba demolire o lasciare ai suoi nemici. Ci spiace ma dobbiamo ammettere che la pace non si costruisce con le parole – nemmeno con quelle sagge del Papa – ma, ahimè, solo mostrandosi decisi a difendersi: a costo di una nuova ‘guerra fredda’, di un nuovo ‘equilibrio del terrore’ che ci assicurarono la pace instabile del dopoguerra. Bisogna che i pacifisti si rassegnino al ‘realismo’!

Ma l’enunciazione più compiuta di una tale linea la dobbiamo al grande teorico della ‘radicalità’, Carlo De Benedetti, il quale pensa che la guerra in Ucraina non riguardi l’Europa e che dobbiamo uscirne al più presto.

I coristi e i solisti della pace pensano dunque che la precondizione delle trattative di pace sia la cessazione dell’invio di armi all’Ucraina e pretendono che si segni la linea rossa oltre la quale non si vada nell’obbedienza agl’imperialisti americani. Forse essi non sanno che il vero ostacolo al raggiungimento della pace sono gli obiettivi che si propone la Russia: questa guerra non è soltanto una questione di confini, di minoranze etniche o di piccoli interessi economici: è una prova di forza che la Russia sta facendo – anche per conto della Cina, che ha tutto l’interesse a far continuare la guerra per tenere gli Stati Uniti impegnati in Europa – per misurare la nostra capacità di resistenza; una cartina al tornasole per trovare i punti deboli dell’Occidente e provare a dividerlo.

Fino a che punto tutto ciò non ci dovrebbe interessare?

Nessuno di questi volenterosi ‘operai della pace’ ha però chiesto che si segni anche la linea rossa che la Russia non deve varcare: la linea oltre la quale tutti, essi compresi, dovremmo essere disposti a batterci per fermare la volontà revanchista-imperialista chiaramente annunziata nel discorso che Putin ha fatto il 21 febbraio scorso davanti a una turba di gerarchi ossequienti: tentando di formare un asse con la Cina e, forse, con l’India, egli ha lanciato un progetto per scardinare l’Occidente.

Un progetto che è stato discusso quando il presidente Xi Jinping – latore di un ‘piano di pace’ per l’Ucraina che ha tutta l’aria di un diktat pro-russo – è stato in ‘missione’ a Mosca dal 20 al 22 marzo per concordare con Putin «un ulteriore sviluppo delle relazioni di partenariato globale e dell'interazione strategica tra Russia e Cina». I due – fiutata la loro consanguineità di dittatori comunisti o ex e, come dice Lavrov, ‘sincronizzati gli orologi’ – hanno varato un piano pomposamente chiamato ‘nuovo ordine mondiale’; un piano che, indorato di miele ucraino per fare inghiottire alla Russia il rospo cinese, intenderebbe sacrificare l’Ucraina o gran parte di essa e la sua prerogativa di stato sovrano alla conquista russa e alla pax cinese. Sulla pace in Ucraina Xi Jinping è stato chiaro: «La risoluzione del conflitto in Ucraina sarà possibile se le parti seguiranno le linee guida del concetto [cinese] di sicurezza collettiva».

Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes, si domanda: “Chi comanda in Europa?” Egli ha spiegato come la guerra in Ucraina stia ridisegnando gli equilibri in Europa e che «il rumoroso rientro della Cina sulla scena internazionale … potrebbe inavvertitamente prolungare e inasprire il conflitto in Ucraina». Caracciolo è uno studioso di grandi capacità: l’analisi è giusta, l’inavvertitamente è sbagliato; la Cina sa perfettamente che il suo cosiddetto piano di pace per l’Ucraina è un paravento dietro il quale si nasconde la sua strategia egemonica.

Ma ciò che è meno fonato nell’analisi di Caracciolo è l’ipotesi che gli Stati Uniti di Joe Biden siano oggi più interessati a stabilire un asse con la Polonia e i Paesi scandinavi per "alleggerire" il peso di Germania e Francia nella NATO piuttosto che perseguire una strategia unitaria e condivisa da tutti gli alleati. Secondo Caracciolo, «Per tenere i russi a distanza e i tedeschi a bada, la Polonia deve ospitare gli americani in casa e abitare da coprotagonista la casa europea dell'America che è l'Alleanza Atlantica in espansione».

Non c’è dubbio che a Washington servano alleati in Europa «capaci di partecipare al contenimento della Russia senza pretendere troppo dall'America» e se è vero che gli Stati Uniti cercano in Europa partner strategicamente più affidabili, ciò è perché ve ne sono altri molto meno affidabili come hanno dimostrato di essere la Francia, che insegue la ‘grandeur’ perfino con Macron, o la Germania per un verso e l’Ungheria di Orban per un altro che perseguono una loro ‘ostpolitik’ suicida.

Se ce ne fosse stato bisogno, la velleitaria missione congiunta Macron-Von der Lyen (a questo proposito sarebbe utile sapere se la von Der Lyen è andata a Pechino insieme a Macron su mandato dell’Ue o solo dell’asse franco-tedesco) ha dato la prova di quale sia il ruolo che la Cina intende svolgere in questa svolta cruciale delle relazioni internazionali. I due compagni di viaggio sono andati a Pechino per ricevere nelle proprie mani il diktat di Xi Jinping: la Cina è disposta a non stringere il patto d’acciaio con la Russia a patto che l’Europa si svincoli dall’influenza americana e si disinteressi di Taiwan e del Pacifico; quanto a «riportare la Russia alla ragione», come i due gli hanno chiesto con il cappello in mano, Xi ha concesso la promessa di fare una telefonata a Zelenski quando ci saranno le condizioni, cioè quelle che converranno alla Russia.

La democratizzazione delle relazioni internazionali e il multilateralismo, di cui la Cina si fa paladina (ma la Cina sa forse qualche cosa della democrazia?), sono certamente obiettivi da perseguire ma proprio per questo è necessaria l’unità dell’Occidente. Di fronte al dilemma guerra o pace, un Occidente diviso e indebolito consegnerebbe il mondo ad altre egemonie, alla Cina che non cessa mai di perseguire i suoi obiettivi anche con i più paradossali machiavellismi quali il vertice pechinese tra Cina, Arabia Saudita e Iran.

È per questo motivo che il mondo occidentale dovrebbe restare unito; è per questo motivo che l’Unione Europea si dovrebbe rafforzare dentro l’Alleanza atlantica invece di cercare la ‘terza via’ che ne farebbe invece una pedina dell’asse russo-cinese. Ma pare invece che il ‘galletto francese’, il buon Macron ansioso di liberarsi dal ‘vassallaggio’ all’America e di ‘partorire’ una improbabile autonomia strategica dell’UE, sia tornato da Pechino abbastanza ‘cinesizzato’ da un portafogli pieno di sontuosi contratti d’affari per le industrie francesi ottenuti in cambio della mano libera su Taiwan data alla Cina.

Una posizione da cui ha preso le distanze perfino un tedesco, il capo del Ppe Manfred Weber, che ha detto: «Macron pretende la sovranità per l'Europa e poi firma qualsiasi accordo con la Cina».






Fonte: di Giuseppe Butta'
Link
[]
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI
Periodico socialista fondato 1897.
[]
IL PONTE RIVISTA
Rivista di politica economica e cultura
fondata da Calamandrei
[]
BIBLION EDITORE
Biblion Edizioni, storica casa editrice.
[]
CRITICA LIBERALE - NON MOLLARE
"NON MOLLARE"
Quindicinale on line di Critica Liberale,
la voce del liberalismo progressista in Italia.





Nuova Serie
"La Rivoluzione Democratica"
1, MARZO 2017
Associazione Alleanza Giellista
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
invia a un amico
icona per chiudere
Attenzione!
Non puoi effettuare più di 10 invii al giorno.
Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
Il sito web www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie alcuni dati personali degli utenti che navigano sul sito web.

In accordo con l'impegno e l'attenzione che poniamo ai dati personali e in accordo agli artt. 13 e 14 del EU GDPR, www.rivoluzionedemocratica.it fornisce informazioni su modalità, finalità, ambito di comunicazione e diffusione dei dati personali e diritti degli utenti.

Titolare del trattamento dei dati personali
La Rivoluzione Democratica
Via Circondaria, 56
55045 - Firenze Italia


Email: info @rivoluzionedemocratica.it
Telefono: 3934324237

Tipi di dati acquisiti
www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie dati degli utenti direttamente o tramite terze parti. Le tipologie di dati raccolti sono: dati tecnici di navigazione, dati di utilizzo, email, nome, cognome, numero di telefono, provincia, nazione, cap, città, indirizzo, ragione sociale, stato, cookie e altre varie tipologie di dati. Maggiori dettagli sui dati raccolti vengono forniti nelle sezioni successive di questa stessa informativa.
I dati personali sono forniti deliberatamente dall'utente tramite la compilazione di form, oppure, nel caso di dati di utilizzo, come ad esempio i dati relativi alle statistiche di navigazione, sono raccolti automaticamente navigando sulle pagine di www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati richiesti dai form sono divisi tra obbligatori e facoltativi; su ciascun form saranno indicate distintamente le due tipologie. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati obbligatori, www.rivoluzionedemocratica.it si riserva il diritto di non fornire il servizio. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati facoltativi, il servizio sarà fornito ugualmente da www.rivoluzionedemocratica.it .

www.rivoluzionedemocratica.it utilizza strumenti di statistica per il tracciamento della navigazione degli utenti, l'analisi avviene tramite log. Non utilizza direttamente cookie ma può utilizzare cookie includendo servizi di terzi.

Ciascun utilizzo di cookie viene dettagliato nella Cookie Policy (https://www.rivoluzionedemocratica.it/Informativa-sui-cookies.htm) e successivamente in questa stessa informativa.
L'utente che comunichi, pubblichi, diffonda, condivida o ottenga dati personali di terzi tramite www.rivoluzionedemocratica.it si assume la completa responsabilità degli stessi. L'utente libera il titolare del sito web da qualsiasi responsabilità diretta e verso terzi, garantendo di avere il diritto alla comunicazione, pubblicazione, diffusione degli stessi. www.rivoluzionedemocratica.it non fornisce servizi a minori di 18 anni. In caso di richieste effettuate per minori deve essere il genitore, o chi detiene la patria potestà, a compilare le richieste dati.

Modalità, luoghi e tempi del trattamento dei dati acquisiti
Modalità di trattamento dei dati acquisiti
Il titolare ha progettato un sistema informatico opportuno a garantire misure di sicurezza ritenute adatte ad impedire l'accesso, la divulgazione, la modifica o la cancellazione non autorizzata di dati personali. Lo stesso sistema effettua copie giornaliere, ritenute sufficientemente adeguate in base alla importanza dei dati contenuti.

L'utente ha diritto a ottenere informazioni in merito alle misure di sicurezza adottate dal titolare per proteggere i dati.

Accessi ai dati oltre al titolare
Hanno accesso ai dati personali raccolti da www.rivoluzionedemocratica.it il personale interno (quale ad esempio amministrativo, commerciale, marketing, legale, amministratori di sistema) e/o soggetti esterni (quali ad esempio fornitori di servizi informatici terzi, webfarm, agenzie di comunicazione, fornitori di servizi complementari). Se necessario tali strutture sono nominate dal titolare responsabili del trattamento.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, l'elenco aggiornato dei responsabili del trattamento.

Comunicazione di eventuali accessi indesiderati al Garante della Privacy
Il suddetto sistema informatico è monitorato e controllato giornalmente da tecnici e sistemisti. Ciò non toglie che, anche se ritenuta possibilità remota, ci possa essere un accesso indesiderato. Nel caso in cui questo si verifichi il titolare si impegna, come da GDPR ad effettuarne comunicazione al Garante della Privacy entro i termini previsti dalla legge.

Luoghi di mantenimento dei dati acquisiti
I dati personali sono mantenuti e trattati nelle sedi operative e amministrative del titolare, nonché nelle webfarm dove risiedono i server che ospitano il sito web www.rivoluzionedemocratica.it, o sui server che ne effettuano le copie di sicurezza. I dati personali dell'utente possono risiedere in Italia, Germania e Olanda, comunque in nazioni della Comunità Europea. I dati personali dell'utente non vengono mai portati o copiati fuori dal territorio europeo.

Tempi di mantenimento dei dati acquisiti
Nel caso di dati acquisiti per fornire un servizio all'utente, (sia per un servizio acquistato che in prova) i dati vengono conservati per 24 mesi successivi al completamento del servizio. Oppure fino a quando non ne venga revocato il consenso.

Nel caso in cui il titolare fosse obbligato a conservare i dati personali in ottemperanza di un obbligo di legge o per ordine di autorità, il titolare può conservare i dati per un tempo maggiore, necessario agli obblighi.

Al termine del periodo di conservazione i dati personali saranno cancellati. Dopo il termine, non sarà più possibile accedere ai propri dati, richiederne la cancellazione e la portabilità.

Base giuridica del trattamento dei dati acquisiti
Il titolare acquisisce dati personali degli utenti nei casi sotto descritti.
Il trattamento si rende necessario:
- se l'utente ha deliberatamente accettato il trattamento per una o più finalità;
- per fornire un preventivo all'utente;
- per fornire un contratto all'utente;
- per fornire un servizio all'utente;
- perché il titolare possa adempiere ad un obbligo di legge;
- perché il titolare possa adempiere ad un compito di interesse pubblico;
- perché il titolare possa adempiere ad un esercizio di pubblici poteri;
- perché il titolare o terzi possano perseguire i propri legittimi interessi.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulla base giuridica di ciascun trattamento.

Finalità del trattamento dei dati acquisiti
I dati dell'utente sono raccolti dal titolare per le seguenti finalità:

- richiesta informazione da parte dell'utente
- richiesta informazione per servizi
- invio di aggiornamenti
- invio informazioni generiche
- richiesta di contatto da parte dei clienti, per ricevere informazioni

Eventualmente i dati possono essere trattati anche per:
contattare l'utente, statistiche, analisi dei comportamenti degli utenti e registrazione sessioni, visualizzazione contenuti e interazione di applicazioni esterne, protezione dallo spam, gestione dei pagamenti, interazione con social network, pubblicità.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulle finalità di ciascun trattamento.

Dettagli specifici sull'acquisizione e uso dei dati personali
Per contattare l'utente
Moduli di contatto
L'utente può compilare il/i moduli di contatto/richiesta informazioni, inserendo i propri dati e acconsentendo al loro uso per rispondere alle richieste di natura indicata nella intestazione del modulo.
Dati personali che potrebbero essere raccolti: CAP, città, cognome, email, indirizzo, nazione, nome, numero di telefono, provincia, ragione sociale.

Per interazione con applicazioni esterne (anche social network)
www.rivoluzionedemocratica.it include nelle sue pagine plugin e/o pulsanti per interagire con i social network e/o applicazioni esterne.
Per quanto riguarda i social network, anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Facebook: Pulsante "Mi piace" e widget sociali
Fornitore del servizio: Meta Platforms Ireland Limited.
Finalità del servizio: interazione con il social network Facebook
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti e in altri Paesi
Privacy Policy (https://www.facebook.com/privacy/policy)

Twitter: Pulsante "Tweet" e widget sociali
Fornitore del servizio: Twitter, Inc.
Finalità del servizio: interazione con il social network Twitter
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti
Privacy Policy (https://twitter.com/privacy)
Cookie utilizzati (https://help.twitter.com/it/rules-and-policies/twitter-cookies)
Aderente al Privacy Shield

Whatsapp: Pulsante Whatsapp e widget sociali di Whatsapp
Fornitore del servizio: se l'utente risiede nella Regione Europea, WhatsApp Ireland Limited, se l'utente risiede al di fuori della Regione Europea, i Servizi vengono forniti da WhatsApp LLC.
Finalità del servizio: servizi di interazione con Whatsapp.
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Irlanda, le informazioni potrebbero essere trasferite o trasmesse o archiviate e trattate negli Stati Uniti o in altri Paesi terzi al di fuori di quello in cui l'utente risiede.
Privacy Policy (https://www.whatsapp.com/legal/privacy-policy-eea)
Aderente al Privacy Shield

Per statistiche
Questi servizi sono utilizzati dal titolare del trattamento per analizzare il traffico effettuato dagli utenti sul sito web www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Per visualizzare contenuti da siti web esterni
Questi servizi sono utilizzati per visualizzare sulle pagine del sito web contenuti esterni al sito web, con possibilità di interazione.
Anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Diritti dell'interessato
L'utente possiede tutti i diritti previsti dall'art. 12 del EU GDPR, il diritto di controllare, modificare e integrare (rettificare), cancellare i propri dati personali accedendo alla propria area riservata. Una volta cancellati tutti i dati, viene chiuso l'account di accesso all'area riservata.

Nello specifico ha il diritto di:
- sapere se il titolare detiene dati personali relativi all'utente (art. 15 Diritto all'accesso);
- modificare o integrare (rettificare) i dati personali inesatti o incompleti (Art. 16 Diritto di rettifica);
- richiedere la cancellazione di uno o parte dei dati personali mantenuti se sussiste uno dei motivi previsti dal GDPR (Diritto alla Cancellazione, 17);
- limitare il trattamento solo a parte dei dati personali, o revocarne completamente il consenso al trattamento, se sussiste uno dei motivi previsti dal Regolamento (Art. 18 Diritto alla limitazione del trattamento);
- ricevere copia di tutti i dati personali in possesso del titolare, in formato di uso comune organizzato, e leggibili anche da dispositivo automatico (Art. 20, Diritto alla Portabilità);
- opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati per finalità di marketing, ad esempio opporsi e ricevere offerte pubblicitarie (art. 21 Diritto di opposizione). Si fa presente agli utenti che possono opporsi al trattamento dei dati utilizzati per scopo pubblicitario, senza fornire alcuna motivazione;
- opporsi al trattamento dei dati in modalità automatica o meno per finalità di profilazione (c.d. Consenso).

Come un utente può esercitare i propri diritti
L'utente può esercitare i propri diritti sopra esposti comunicandone richiesta al titolare del trattamento La Rivoluzione Democratica ai seguenti recapiti: info@rivoluzionedemocratica.it; tel. 3312300680.

La richiesta di esercitare un proprio diritto non ha nessun costo. Il titolare si impegna ad evadere le richieste nel minor tempo possibile, e comunque entro un mese.

L'utente ha il diritto di proporre reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali. Recapiti: garante@gpdp.it, http://www.gpdp.it (http://www.gpdp.it).

Cookie Policy
Informazioni aggiuntive sul trattamento dei dati
Difesa in giudizio
Nel caso di ricorso al tribunale per abuso da parte dell'utente nell'utilizzo di www.rivoluzionedemocratica.it o dei servizi a esso collegati, il titolare ha la facoltà di rivelare i dati personali dell'utente. È inoltre obbligato a fornire i suddetti dati su richiesta delle autorità pubbliche.

Richiesta di informative specifiche
L'utente ha diritto di richiedere a www.rivoluzionedemocratica.it informative specifiche sui servizi presenti sul sito web e/o la raccolta e l'utilizzo dei dati personali.

Raccolta dati per log di sistema e manutenzione
www.rivoluzionedemocratica.it e/o i servizi di terze parti (se presenti) possono raccogliere i dati personali dell'utente, come ad esempio l'indirizzo IP, sotto forma di log di sistema. La raccolta di questi dati è legata al funzionamento e alla manutenzione del sito web.

Informazioni non contenute in questa policy
L'utente ha diritto di richiedere in ogni momento al titolare del trattamento dei dati le informazioni aggiuntive non presenti in questa Policy riguardanti il trattamento dei dati personali. Il titolare potrà essere contattato tramite gli estremi di contatto.

Supporto per le richieste "Do Not Track"
Le richieste  "Do Not Track" non sono supportate da www.rivoluzionedemocratica.it.
L'utente è invitato a consultare le Privacy Policy dei servizi terzi sopra elencati per scoprire quali supportano questo tipo di richieste.

Modifiche a questa Privacy Policy
Il titolare ha il diritto di modificare questo documento avvisando gli utenti su questa stessa pagina oppure, se previsto, tramite i contatti di cui è in possesso. L'utente è quindi invitato a consultare periodicamente questa pagina. Per conferma sull'effettiva modifica consultare la data di ultima modifica indicata in fondo alla pagina.
Il titolare si occuperà di raccogliere nuovamente il consenso degli utenti nel caso in cui le modifiche a questo documento riguardino trattamenti di dati per i quali è necessario il consenso.

Definizioni e riferimenti legali
Dati personali (o dati, o dati dell'utente)
Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Dati di utilizzo
Sono dati di utilizzo le informazioni che vengono raccolte in automatico durante la navigazione di www.rivoluzionedemocratica.it, sia da sito web stesso che dalle applicazioni di terzi incluse nel sito. Sono esempi di dati di utilizzo l'indirizzo IP e i dettagli del dispositivo e del browser (compresi la localizzazione geografica) che l'utente utilizza per navigare sul sito, le pagine visualizzate e la durata della permanenza dell'utente sulle singole pagine.

Utente
Il soggetto che fa uso del sito web www.rivoluzionedemocratica.it.
Coincide con l'interessato, salvo dove diversamente specificato.

Interessato
Interessato è la persona fisica al quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l'indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l'interessato (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Responsabile del trattamento (o responsabile)
Responsabile è la persona fisica o giuridica al quale il titolare affida, anche all'esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue). Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. "sub-responsabile" (articolo 28, paragrafo 2).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Titolare del trattamento (o titolare)
Titolare è la persona fisica, l'autorità pubblica, l'impresa, l'ente pubblico o privato, l'associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

www.rivoluzionedemocratica.it (o sito web)  
Il sito web mediante il quale sono raccolti e trattati i dati personali degli utenti.

Servizio
Il servizio offerto dal sito web www.rivoluzionedemocratica.it come indicato nei relativi termini.

Comunità Europea (o UE)
Ogni riferimento relativo alla Comunità Europea si estende a tutti gli attuali stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, salvo dove diversamente specificato.

Cookie
Dati conservati all'interno del dispositivo dell'utente.

Riferimenti legali
La presente informativa è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli artt. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679. Questa informativa riguarda esclusivamente www.rivoluzionedemocratica.it, dove non diversamente specificato.

Informativa privacy aggiornata il 07/10/2022 12:44
torna indietro leggi Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
 obbligatorio
generic image refresh

cookie