"LA LEGA SCALDA I MOTORI IN ATTESA DELLA COMPETIZIONE EUROPEA DEL 2024"
23-10-2023 - STORIE&STORIE
A nove mesi all'appuntamento delle elezioni europee, previste nel giugno 2024, i partiti italiani iniziano a scaldare i motori. L'obiettivo, complice il sistema di elezione proporzionale, è differenziarsi, anche dai propri alleati, che restano comunque dei competitors, ed attingere ai tradizionali temi identitari per far nuovamente breccia sul proprio target di riferimento.
Salvini ha fatto la sua scelta di campo e cerca di presidiare il terreno delle corporazioni economiche, dei piccoli produttori e degli euro scettici. Alla guida di una Lega in cui sono un lontano ricordo i consensi alle urne superiori al 30% – nel 2019 alle elezioni europee aveva ottenuto 9.175.208 voti pari al 34,5%, posizionandosi come primo partito nazionale – Salvini cerca di recuperare il distacco con Fratelli d'Italia, sempre più forte nel gradimento al partito e nella fiducia verso il suo leader Giorgia Meloni, in un periodo di “luna di miele” con gli elettori che solo ora sembra intraprendere una fase di stasi. Secondo i dati rilevati dagli ultimi sondaggi Swg, la coalizione del centrodestra è salda ma il divario al suo interno è netto: Forza Italia nelle intenzioni di voto degli italiani si attesta intorno al 6%, la Lega è ferma ad un 10%, mentre Fratelli d'Italia, il partito più apprezzato, è stabile al primo posto con il 30%, percentuale destinata forse a salire.
Appare inevitabile il cambio di passo nella comunicazione social per Salvini, leader di un partito di lotta e di governo, e anche di lotta nel governo. La “svolta” si intuisce nelle tematiche care al Carroccio ritirate fuori dal cassetto ed espresse con toni di impatto, forti in grado di far leva sulla pancia degli elettori, di sfruttare i sentimenti spesso negativi e dividere in tifoserie.
Il numero dei post pubblicati sui principali canali social del leader è in deciso aumento. Sulla piattaforma Facebook, ad esempio, la media, nell'ultimo mese, è quella di tre o quattro post giornalieri. Una tendenza opposta a quella del Presidente del Consiglio, che tendenzialmente pubblica al massimo due post al giorno e attua una comunicazione totale con il pubblico, rafforzando il proprio storytelling con la rivendicazione dei risultati ottenuti dall'esecutivo e del lavoro svolto per accreditare il Paese in Europa.
Numeri alla mano, i follower di Matteo Salvini sono 5 milioni, quelli di Giorgia Meloni 2,8. Salvini ha sì un numero maggiore di seguaci ma ciò che realmente fa la differenza è l'interazione con la propria community: pur utilizzando in misura ben superiore la suddetta piattaforma, quasi 8 volte di più, l'engagement salviniano, secondo l'analisi realizzata da DeRev, non si discosta più di tanto rispetto quello meloniano.
La comunicazione digitale non tralascia Instagram e Tiktok, dove Salvini è stato il primo leader italiano a sbarcare nel 2019 e che oggi, secondo i dati del report Digital 2023, in Italia è la sesta piattaforma più utilizzata. Entrambi i social network hanno per lo più un'utenza giovane, disposta a condividere con più facilità i contenuti, aumentando così il volume di visualizzazione e il livello di engagement. Via libera dunque ai tradizionali cavalli di battaglia, in grado di orientare le scelte di voto. Lo staff di Salvini su queste piattaforme pubblica quotidianamente un numero elevato di post o reels, mediamente sei, risultando più presente rispetto Meloni.
Quale sarà il risultato della suddetta strategia comunicativa? Riuscirà il vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti a drenare voti all'interno della coalizione di centrodestra sfruttando anche il vuoto di identificazione di una parte dell'elettorato di Forza Italia, e sarà in grado di agganciare nuovi specifici segmenti di popolazione? Luca Morisi, il suo spin doctor dal 2013 al 2021, aveva ben compreso la fase politica-mediatica ed aveva individuato gli strumenti adatti a rendere funzionali i social network. Con la “Bestia”, la macchina, da lui stesso ideata, di reazioni, commenti e like sui canali digitali, aveva reso il segretario leghista cross-mediale ovvero un leader sempre attivo sul web e presente altresì sugli old media (stampa, radio e tv), contribuendo ad incrementarne la popolarità. Di pari passo a Salvini cresceva sistematicamente il partito, che diveniva nel 2018, il baricentro dello schieramento di centrodestra. Uno scenario diverso rispetto all'attuale in cui il consenso alla Lega è crollato ed il suo leader si trova con frequenza a rincorrere la premier.
Salvini ha fatto la sua scelta di campo e cerca di presidiare il terreno delle corporazioni economiche, dei piccoli produttori e degli euro scettici. Alla guida di una Lega in cui sono un lontano ricordo i consensi alle urne superiori al 30% – nel 2019 alle elezioni europee aveva ottenuto 9.175.208 voti pari al 34,5%, posizionandosi come primo partito nazionale – Salvini cerca di recuperare il distacco con Fratelli d'Italia, sempre più forte nel gradimento al partito e nella fiducia verso il suo leader Giorgia Meloni, in un periodo di “luna di miele” con gli elettori che solo ora sembra intraprendere una fase di stasi. Secondo i dati rilevati dagli ultimi sondaggi Swg, la coalizione del centrodestra è salda ma il divario al suo interno è netto: Forza Italia nelle intenzioni di voto degli italiani si attesta intorno al 6%, la Lega è ferma ad un 10%, mentre Fratelli d'Italia, il partito più apprezzato, è stabile al primo posto con il 30%, percentuale destinata forse a salire.
Appare inevitabile il cambio di passo nella comunicazione social per Salvini, leader di un partito di lotta e di governo, e anche di lotta nel governo. La “svolta” si intuisce nelle tematiche care al Carroccio ritirate fuori dal cassetto ed espresse con toni di impatto, forti in grado di far leva sulla pancia degli elettori, di sfruttare i sentimenti spesso negativi e dividere in tifoserie.
Il numero dei post pubblicati sui principali canali social del leader è in deciso aumento. Sulla piattaforma Facebook, ad esempio, la media, nell'ultimo mese, è quella di tre o quattro post giornalieri. Una tendenza opposta a quella del Presidente del Consiglio, che tendenzialmente pubblica al massimo due post al giorno e attua una comunicazione totale con il pubblico, rafforzando il proprio storytelling con la rivendicazione dei risultati ottenuti dall'esecutivo e del lavoro svolto per accreditare il Paese in Europa.
Numeri alla mano, i follower di Matteo Salvini sono 5 milioni, quelli di Giorgia Meloni 2,8. Salvini ha sì un numero maggiore di seguaci ma ciò che realmente fa la differenza è l'interazione con la propria community: pur utilizzando in misura ben superiore la suddetta piattaforma, quasi 8 volte di più, l'engagement salviniano, secondo l'analisi realizzata da DeRev, non si discosta più di tanto rispetto quello meloniano.
La comunicazione digitale non tralascia Instagram e Tiktok, dove Salvini è stato il primo leader italiano a sbarcare nel 2019 e che oggi, secondo i dati del report Digital 2023, in Italia è la sesta piattaforma più utilizzata. Entrambi i social network hanno per lo più un'utenza giovane, disposta a condividere con più facilità i contenuti, aumentando così il volume di visualizzazione e il livello di engagement. Via libera dunque ai tradizionali cavalli di battaglia, in grado di orientare le scelte di voto. Lo staff di Salvini su queste piattaforme pubblica quotidianamente un numero elevato di post o reels, mediamente sei, risultando più presente rispetto Meloni.
Quale sarà il risultato della suddetta strategia comunicativa? Riuscirà il vicepremier e Ministro delle infrastrutture e dei trasporti a drenare voti all'interno della coalizione di centrodestra sfruttando anche il vuoto di identificazione di una parte dell'elettorato di Forza Italia, e sarà in grado di agganciare nuovi specifici segmenti di popolazione? Luca Morisi, il suo spin doctor dal 2013 al 2021, aveva ben compreso la fase politica-mediatica ed aveva individuato gli strumenti adatti a rendere funzionali i social network. Con la “Bestia”, la macchina, da lui stesso ideata, di reazioni, commenti e like sui canali digitali, aveva reso il segretario leghista cross-mediale ovvero un leader sempre attivo sul web e presente altresì sugli old media (stampa, radio e tv), contribuendo ad incrementarne la popolarità. Di pari passo a Salvini cresceva sistematicamente il partito, che diveniva nel 2018, il baricentro dello schieramento di centrodestra. Uno scenario diverso rispetto all'attuale in cui il consenso alla Lega è crollato ed il suo leader si trova con frequenza a rincorrere la premier.
Fonte: di Loredana Nuzzolese