"IL GABBIANO E LE LAGNANZE CIRCADIANE"
20-12-2020 - AGORA'
Nel pieno di una devastante pandemia che ogni giorno porta sempre più in alto l'asticella dei decessi e dei contagi e che mette a repentaglio ogni istante la vita di migliaia e migliaia di medici ed infermieri, qualcuno, Matteo Renzi, non trova di meglio, con lo striminzito 3% di Italia Viva, il partitino personale, che minacciare la crisi di governo, paralizzandone di fatto l'attività, fino magari all'estinzione e alle elezioni anticipate.
Perchè quest'improvviso astio nei confronti del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e della maggioranza Pd-Leu-M5S e appunto Iv, di cui è stato uno dei principali sostenitori? A che fine?
Una volta pare che miri ad un rimpasto ministeriale, un'altra alla presenza nella 'cabina di regia' della 'task force' che dovrà gestire i 209 miliardi del Recovery Fund, un'altra ancora alla direzione dei 'servizi segreti'. Oppure a staccare la spina per un esecutivo di solidarietà o emergenza nazionale con un super tecnico, o tecnocrate, come Premier: ogni riferimento a Mario Draghi è puramente casuale o addirittura alle elezioni anticipate?
Non è davvero chiaro cosa esattamente voglia il senatore di Rignano, vista la velocità supersonica con cui ogni ora cambia il suo cahier de doleances tra roboanti ultimativi interventi al Senato, interviste a iosa e dichiarazioni a getto continuo, proclami via Facebook e anche lettere ad personam. Una bulimia di parole che spesso non corrispondono al suo accelerato spasmodico comportamento.
"Effettivamente dobbiamo registrare quotidianamente comportamenti molto strani, poco comprensibili e congrui rispetto ad una situazione sanitaria drammatica che scandita da più di 67mila decessi ed quasi 2 milioni di contagi dovrebbe essere prioritaria", sostiene il politologo e storico Giorgio Galli con non celata amarezza e stupore.
"Renzi? Ambisce a farsi vedere che esiste ancora", aggiunge Galli "è in cerca di visibilità: alla fine una soluzione di compromesso si troverà proprio per la drammatica situazione sanitaria e sociale che il Paese sta attraversando".
Insomma, l'epilogo di questa 'levata di scudi' di Renzi, che comunque ha trovato orecchie attente e sensibili, non dovrebbe sfociare nè in un nuovo governo di solidarietà o di emergenza nazionale guidato da un tecnocrate super, nè in elezioni anticipate che di certo sarebbero poco favorevoli al partitino personale del senatore di Rignano che pur in preda alla bulimia parolaia e ad un irrefrenabile moto perpetuo non pare aver smarrito nè lucidità nè calcolo sopraffini.
Non ha finora debordato come accaduto all'imprenditore marchigiano Domenico Guzzini dimessosi dalla Confindustria di Macerata dopo le choccanti, inumane frasi sul Covid: le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero alla fine venirne fuori, anche se qualcuno morirà pazienza, che denotano l'assenza di ogni valora e considerazione della vita umana degli altri, detta anaffettività.
Sono proprio queste dimensioni poco o per nulla attente al valore della vita umana degli altri che la perniciosa pandemia da Covid 19 ha, e sta quotidianamente, mettendo in luce, evidenziandone latenze, sfumature e contorni.
Dietro la rivendicazione non certamente incomprensibile delle ragioni economiche, a volte si celano, possono celarsi, pensieri, tendenze ed intendimenti di ben altra natura, come accaduto i tanti, troppi anziani spariti nel nulla, morti in solitudine.
"Anziani fragili? Non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese" se ne uscì tempo addietro (primo novembre) il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Come a dire, poco male se la pandemia colpisce le persone più fragili, tanto non servono al sistema produttivo, la loro esistenza è vissuta non per la loro storia, la loro vita passata, ma per la loro utilità al sistema produttivo.
Così accade che ristoratori, commercianti, imprenditori di discoteche e pub, di impianti sciistici, di palestre, abbiamo molti più interlocutori tra le certe forze politiche da 'prima gli italiani', di quanti ne abbiano coloro - medici e scienziati - che sollecitano misure più adeguate ed appropriate alla tutela della salute e della vita dei citoyens: non può esserci ripresa e rilancio economico senza prima o, al più al più contestualmente, aver messo in sicurezza la vita della cosiddetta 'forza-lavoro', termine che purtroppo è caduto nel dimenticatoio.
Fonte: di CARLO PATRIGNANI