09 Ottobre 2024

"FRATELLI TUTTI E L’ECONOMIA DI FRANCESCO"

L'ultima Enciclica del Papa, che ribadisce il grande principio della fratellanza universale inquadrandolo in un più ampio disegno inter-religioso, ha aperto un grande dibattito con vari interlocutori.

Eugenio Scalfari parla spesso con il Papa: l'ultima volta – ce ne informa egli stesso con precisione da grande giornalista – è stata alle ore 19,30 del 13 marzo scorso, in tempo per il suo editoriale del 14, quando sollevando il telefono ne ha sentito «nientemeno l'inconfondibile voce». Va da sé che – stanti le «‘decine' di incontri, telefonate e messaggi» avuti con lui – egli pretende ormai al ruolo di esegeta ufficiale del Papa e crede che le sue ‘glosse' siano quelle di un quasi ‘dottore della chiesa', ateo; ma, se tale pretesa non basta a farne l'interprete ufficiale, è pure vero che, sulle interpretazioni scalfariane, non vi è traccia di dissenso o di precisazione da parte del Papa se non nella sua lettera, indirizzata a Scalfari nel 2013, in cui si diceva che era venuto ormai il tempo per superare l'incomunicabilità «tra la Chiesa e la cultura d'ispirazione cristiana, da una parte, e la cultura d'impronta illuminista».

Parole che Scalfari interpretò come un'apertura incondizionata alle tesi ‘illuministiche' ma è chiaro che egli sottovalutò altre parole di quella lettera: «Il credente non è arrogante; al contrario, la verità lo fa umile … la sicurezza della fede … rende possibile il dialogo con tutti». Forse il Papa voleva dire che anche i non credenti dovrebbero abbandonare l'arroganza ma Scalfari non se ne accorse quando, sulle pagine di ‘Repubblica, ha spiegato le parole di Francesco sul dialogo con le altre Religioni a partire dall'affermazione del Papa che dice di essersi «sentito stimolato in modo speciale dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, per ricordare che Dio ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli». In sostanza, Scalfari attribuisce a Papa Francesco l'ipotesi che a tutte le religioni, cristiane e non cristiane, sia dato il medesimo riconoscimento: «la religione è unica. I Papi possono essere più d'uno ma l'unione tra di loro è indispensabile»; egli promuove il Papa – «ho detto a Sua Santità qual era l'ammirazione per l'intera sua identificazione con tutte le religioni del mondo» – e sottolinea come «non s'era mai visto che la religiosità d'un Papa cattolico fosse estesa a tutte le religioni del mondo».

Siamo forse all'intercambiabilità delle religioni? All'idea secondo la quale la fede, come qualche teologo e qualche ‘progressista' ripetono, possa incarnarsi in qualsiasi cultura e debba adeguarsi alla storia nel suo divenire?

È chiaro come al vecchio fondatore di ‘Repubblica' sfugga quanto Francesco già gli aveva detto sempre in quella lettera del 2013: «la Chiesa non ha altro senso e fine se non quello di vivere e testimoniare Gesù». A Scalfari – quando afferma che «Francesco sosteneva e sostiene che Dio è unico e non semplicemente cristiano. Dio è Dio e non ha alcuna assurda territorialità … Francesco su questo punto è rivoluzionario, c'è solo un Dio ma è dovunque il medesimo; c'è un solo Dio e una sola religione e questo è l'obiettivo di Francesco», trascinando così il Papa sul versante scivoloso di un ecumenismo oltre il cristianesimo – sfugge altresì che l'ecumenismo cristiano è una cosa e un'altra cosa è l'alleanza etica tra le diverse religioni, cristiane e non cristiane – già promossa dal primo Francesco e, di recente, da Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco come pure da Hans Küng – contro la possibilità di guerre di religione.

Una interpretazione come quella di Scalfari avrebbe comunque richiesto una precisazione da parte del Papa ma non c'è stata e – lo diciamo sommessamente – non si capisce perché, per riaffermare il grande principio cristiano della fratellanza, egli abbia dovuto sentirsi ispirato dal Grande Imam: il rischio è che tale interpretazione del pensiero del Papa passi per vera.

Nell'Enciclica, Papa Francesco affronta altri problemi e dice, ancora, che è stato sempre lo stesso Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb a ispirargli la considerazione che «gli sviluppi positivi della scienza, della tecnologia, della medicina, dell'industria e del benessere, soprattutto nei Paesi sviluppati, però si sono accompagnati a un deterioramento dell'etica, che condiziona l'agire internazionale, e a un indebolimento dei valori spirituali e del senso di responsabilità ... in una situazione mondiale dominata dalla delusione e dalla paura del futuro e controllata dagli interessi economici miopi».

Nell'Enciclica si evidenzia dunque il «deterioramento morale» dell'Occidente. Una recente esternazione del Papa induce però a pensare che questa sia un'accusa all'Occidente come società capitalistica – e un'assoluzione per tutto il mondo che non è Occidente – più che all'etica individuale degli ‘occidentali'. Infatti, il Papa sembra quasi avallare il ‘relativismo etico' quando formula una variante del concetto di accoglienza ampliandolo alla legalizzazione delle coppie omosessuali che, avendo il desiderio di avere una famiglia propria, sarebbero titolari di un diritto alla famiglia, del diritto di sposarsi.

Quale famiglia? Quella intesa come luogo della trasmissione dei valori permanenti e assoluti che ci ha consegnato la tradizione o, piuttosto, quella che si vorrebbe far nascere dalla rivoluzione sessuale, cioè dalla ‘liberazione' delle cosiddette ‘preferenze sessuali', che una volta si osava chiamare ‘perversioni', da ogni vincolo morale?

Ma forse dovremmo fare qualche altro passo avanti: perché non riconoscere un tale diritto alla famiglia anche ai ‘bigami', ai ‘poligami' (la presenza di molti islamici nelle nostre comunità lo imporrebbe) e agli ‘adulteri' che, nel loro piccolo, coltivano il desiderio di una ‘famiglia' diversamente concepita? E forse, l'attuale Pontefice, assai fermo sul celibato ecclesiastico, non dovrebbe riconoscere il diritto alla famiglia anche ai preti?

Si tratta di leggi, convenzioni, costumi che, come si sa, variano di tempo in tempo e da luogo a luogo, e quindi possiamo cambiarli, in tutte le direzioni, anche in nome della ‘sessualizzazione dei costumi'.

Il padre gesuita Antonio Spadaro, direttore di ‘Civiltà cattolica', ha spiegato che «Papa Francesco parla di un diritto delle coppie omosessuali ma senza in nessun modo intaccare la dottrina» e che, sebbene «non intenda cambiare la dottrina, egli è nello stesso tempo molto aperto alle esigenze reali della vita concreta delle persone».

Una spiegazione piuttosto ‘gesuitica', forse un ballon d'essai prima di un documento ‘papale' ufficiale che, però, è rimbalzato perché quella apertura del Papa ha fatto sì che, da quel mondo, sorgesse la speranza e si levasse la richiesta che a quelle unioni si desse la forma di matrimonio religioso, come intendevano alcuni prelati e vescovi soprattutto tedeschi: una domanda che, alla fine, ha costretto l'ex Sant'Uffizio a negare che ciò possa avvenire e a precisare che «la Chiesa benedice il peccatore ma non il ‘peccato'».

Insomma, che il peccato sia benedetto solo dallo Stato!

Su tale questione è intervenuto ancora Scalfari che ci ha dato, sulle pagine di ‘Repubblica' del 23 ottobre scorso, una spiegazione significativa – per non dire preoccupante – affermando che Papa Francesco capisce la 'società moderna' e, quindi, «le si adatta anziché provare a spiegarle l'errore».

Per Scalfari, «un Papa come Francesco è un miracolo della storia». La storia fa miracoli? Certo che no; i miracoli li fa qualcun altro!

Tuttavia, egli non sbaglia attribuendo a Papa Francesco una inclinazione all'adattamento al nostro tempo, all'accettazione – sia pure in nome della carità (Forse ‘un progresso nella carità'?) e sia pure obtorto collo – di un pluralismo culturale che investe lo stesso campo morale, cioè di alcune mistificazioni operate dal libertarismo attivistico che ha fatto dell'omosessualità (come dell'aborto, dell'eutanasia, etc.) un indice del ‘progresso' in una società permissiva il cui approdo ultimo è l'agnosticismo se non l'ateismo. Non pensiamo che questa inclinazione sia la stessa di quella manifestata da molti cristiani – cattolici e non cattolici – che pensano di doversi adeguare al giudizio dei laici razionalisti, a fare propri luoghi alcuni comuni come «svolta irreversibile della storia», o idoli come «progresso », «modernità» e simili; ma dobbiamo notare che l'adattamento a queste esigenze della vita moderna contrasta con la preoccupazione che, da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, si è fatta forte per la scristianizzazione dell'Occidente, manifestatasi in modo eclatante nell'abbandono dei valori morali, nel materialismo edonistico, nell'erotismo.

L'Enciclica ha dunque un versante politico, quello che fa dire ai cosiddetti ‘progressisti' che Francesco è uno di loro.

Dobbiamo dire però che le sagge parole di Papa Francesco perdono di autorità, di autorevolezza, quando, da principio ‘evangelico' o anche interreligioso, si fanno politica ponendosi perciò sul piano dell'opinabile e incappando nel dissenso ora di una parte ora dell'altra. Un dissenso che, da ultimo è stato manifestato da parte dei ‘progressisti', meravigliati di come questo Papa, dopo quell'acclamata sua apertura sui diritti degli omosessuali, abbia potuto permettere che il Vaticano consegnasse al nostro governo la nota di protesta che ha messo in rilievo il prevalente carattere di strumento di controllo culturale pro-omosessualità che il ddl Zan ha come chiaramente lascia intendere la norma pericolosa, per quanto abbastanza stravagante per non dire grottesca, che istituisce una ‘giornata nazionale' – come quella in ricordo dell'olocausto – contro l'omofobia intendendo però che sia una festa pro-omosessualità da celebrarsi nelle scuole (art. 7, comma 3).

La mia coscienza di liberale mi impone di dire che questa nota dello Stato vaticano è un'ingerenza nell'ordinato esercizio del potere legislativo dello stato italiano: anche se fosse fondata la denuncia di una presunta violazione delle norme concordatarie implicita nel ddl, pensiamo che il Vaticano dovrebbe e poterne chiedere conto solo dopo che il Parlamento avrà fatto in piena libertà le leggi che crede di dover fare! Libera Chiesa in Libero Stato. Ma, s'intende, Libera Chiesa e, anche, liberi tutti!

Con tutto il rispetto, la mia coscienza di liberale-cattolico mi impone però di consigliare al Papa di essere più cauto nelle sue ‘aperture' verso questi ‘progressisti' i quali le interpretano come un consenso sulla loro agenda, e, a chi non volesse piegarsi a questo nuovo pensiero sado-libertino-reichiano dominante, di prepararsi ad essere perseguito – se non discriminato o perseguitato – a causa delle proprie idee: si sarà infatti liberi di professarle «purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori e violenti», naturalmente a giudizio insindacabile del censore.

Non v'è dubbio che Papa Francesco abbia un forte spleen politico, un cupio dissolvi nella politica: come dice Vittorio Messori, «la Chiesa è oggi una succursale dell'ONU. Questa è riduzione al mondo ... Gesù non si occupò di politica ... Venne a schiuderci le porte del paradiso».

Del resto, non da ora la posizione di Bergoglio è minata dalla obliqua e ambigua inclinazione verso una teologia che, se non è quella della ‘liberazione', è quella del ‘popolo' – fondata sulla piuttosto ambigua distinzione fra ‘lotta di classe', al centro della teologia della liberazione, e lotta tra ‘popolo' e ‘anti-popolo' – in uno sforzo di ‘dis-occidentalizzazione' che va molto al di là delle giuste critiche che il Mondo Occidentale meriterebbe sul piano dell'etica individuale e di massa, prima che sul piano politico-economico.

È proprio da questa radice teologico-politico-culturale che nascono sia l'orientamento del Papa quando affronta il tema del populismo o quelli che egli chiama limiti delle visioni liberali, sia la grande contraddizione in cui cade questa Enciclica quando invoca il superamento delle ‘politiche sociali' «verso i poveri, ma mai con i poveri, mai dei poveri … senza [i poveri] la democrazia si atrofizza … perde rappresentatività, perché lascia fuori il popolo nella sua lotta per la dignità»: parole affascinanti, che tutti sottoscrivemmo se non sottintendessero scelte politiche discutibili.

Distinguendo «leader popolari capaci di interpretare il sentire di un popolo … le grandi tendenze di una società … [da chi, invece] degenera in insano populismo … allo scopo di strumentalizzare politicamente la cultura del popolo … al servizio del proprio progetto personale di potere», il Papa propone una distinzione soggettiva e rischia di cadere lui stesso nell'insano populismo così giustamente osteggiato: e qui entra in gioco ‘la visione liberale' sulla quale il Papa esprime ‘riserve', non soltanto sugli aspetti economici.

Vi sono, nell'Enciclica problemi ‘politici' – dalla ‘cura del pianeta' alla ‘fame nel mondo' – sui quali meditare e trovare ispirazione: il Papa ci ricorda che la cura delle persone viene prima dell'economia e che, a fronte delle «forti crisi politiche, dell'ingiustizia e della mancanza di una distribuzione equa delle risorse naturali, … regna un silenzio internazionale inaccettabile».

Come non essere d'accordo con un tale alto principio e con quella che il Papa chiama ‘buona politica', una «delle forme più preziose della carità» al servizio del bene comune tutelando il lavoro, «dimensione irrinunciabile della vita sociale», assicurando a tutti lo sviluppo delle proprie capacità? Nel Discorso al consiglio per un capitalismo inclusivo, il Papa afferma che l'attività d'impresa «è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti … soprattutto se comprende che la creazione di posti di lavoro è parte imprescindibile del suo servizio al bene comune» [ma non è un effetto naturale in ogni attività d'impresa?] e che, come disse Paolo VI, lo «sviluppo non può limitarsi alla sola crescita economica ma deve favorire la promozione di ogni uomo e di tutto l'uomo».

Ora, per Francesco, «Neppure questo basta!»

Certo siamo d'accordo con il Papa quando dice che non si possono esaltare modelli economici che «concentrino il loro interesse immediato sui profitti e su politiche pubbliche che ignorano il proprio costo umano, sociale e ambientale»; siamo d'accordo quando spiega che l'aiuto migliore per un povero non è il sussidio bensì il lavoro, ma non possiamo nascondere anche che, su qualche punto, emerge il ‘populismo insano' ed è quello in cui si pospone l'economia al suo fine: la cura della persona. Detto con umiltà, la dottrina economica di Francesco scopre l'acqua calda: tutti vogliamo che l'umanità goda, a ogni latitudine, delle cure, dei mezzi e degli alimenti necessari alla vita; per raggiungere un tale obiettivo è però necessaria un'economia funzionante, sia pure soggetta a regole anti-sfruttamento, altrimenti, non essendo noi in grado di ‘moltiplicare i pani e i pesci', faremmo esattamente il male dell'umanità, condannandola, tutta, alla scarsità come farebbe la ‘decrescita felice'.

Se è vero che economia sana significa, come dice il Papa, molto più che far quadrare i bilanci, migliorare le infrastrutture, etc., è pure vero che essa non può fare a meno dell'equilibrio tra ‘produzione', ‘lavoro', consumi', ‘profitti', senza il quale non vi sarebbe attività economica né ‘cura della persona' o dell'ambiente. Sono concetti antichi, smithiani, da ‘ricchezza delle nazioni', che si sono sviluppati nella storia e che, con tutti gli errori e gl'inceppamenti che conosciamo, hanno consentito a fasce sempre più larghe della popolazione un relativo benessere, le quattro libertà di Roosevelt, il ‘welfare state' di Beveridge: un modello economico-sociale-politico che, seppure oggi necessiti degli aggiustamenti che il nostro tempo impone, non va rovesciato in nome di utopie.

E infatti, i giovani ‘economisti', riuniti dal Papa ad Assisi, non sono andati al di là delle petizioni di principio – «la disuguaglianza prevale su un'integrazione armoniosa di persone e nazioni. È necessario e urgente un sistema economico giusto, affidabile» – o dell'aspirazione a quell'economia della pace che dovrebbe fare a meno dell'industria ‘capitalistica' degli armamenti (forse senza toccare quella cinese o iraniana o quella rudimental-tecnologica dei vari terrorismi) mentre la politica economica attiva di cui essi parlano è, a dir poco, statalismo; né il problema dell'equità si risolve con la ‘decrescita felice' o con modelli politico-economici che si sono rivelati forse i più incapaci nel garantire la libertà e il benessere. Il Papa dovrebbe spiegare anche perché la «comunione dei beni non è ‘comunismo' ma cristianesimo» – concetto da lui espresso commentando un passo degli Atti degli Apostoli: tutti i credenti si spogliarono dei loro beni per «dare a ciascuno secondo il suo bisogno». Forse è un ‘cristianesimo comunista'?

Né l'accoglienza illimitata dei migranti – invocata nell'Enciclica – è veramente utile per il raggiungimento dell'alto scopo dell'accoglienza. Anche Bernard-Henri Lévy ci ha spiegato come, di fronte a quanto sta accadendo nell'isola greca di Lesbo – le honte de l'Europe – non vi sia che una soluzione: «chiudere il campo di Moria nel quale sono raccolti 19.000 migranti … e accoglierli in Europa». Si fa fatica a dar torto a Lévy quando, alla domanda cosa sono 20 mila anime da dividere tra 27 nazioni, risponde: «una goccia d'acqua nell'oceano della nostra prosperità». Si, ma intanto è un numero che cresce ogni giorno. La nostra prosperità? Quella che viene rimproverata all'Occidente da Levy e dal Papa? Si, è quella che oggi noi abbiamo, che ha permesso benessere e migliore qualità della vita ma che, come sappiamo, è soggetta alle crisi – una volta per Lehman Brothers, una volta per la pandemia, etc. – che tutti devono fronteggiare, anche i 500 milioni di europei che, oggi, a torto o a ragione, temono un destino uguale a quello dei migranti di Lesbo.



Gli irriducibili anti-occidentalisti (il Papa è forse tra questi?) auspicano l'accoglienza illimitata come nemesi e redenzione dalle colpe ‘imperialistiche' dell'Occidente. Il problema non si risolve punendo il deprecato Occidente capitalista bensì governando il processo migratorio per porre fine alle stragi dei migranti in mare – provocate dai trafficanti di esseri umani che ammassano centinaia di persone su barconi scassati – e anche per evitare che l'ondata migratoria precipiti tutta sulla nostra generazione e su pochi paesi. Una pressione migratoria insostenibile può scatenare un conflitto bellico internazionale e un conflitto interno, razziale e sociale: conflitti tutti da deprecare, da scongiurare e certo non basta che i calciatori s'inginocchino. Possiamo auspicare ma non imporre che i paesi in cui si riversano gli immigrati siano generosi.




Fonte: di GIUSEPPE BUTTA'
Link
[]
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI
Periodico socialista fondato 1897.
[]
IL PONTE RIVISTA
Rivista di politica economica e cultura
fondata da Calamandrei
[]
BIBLION EDITORE
Biblion Edizioni, storica casa editrice.
[]
CRITICA LIBERALE - NON MOLLARE
"NON MOLLARE"
Quindicinale on line di Critica Liberale,
la voce del liberalismo progressista in Italia.





Nuova Serie
"La Rivoluzione Democratica"
1, MARZO 2017
Associazione Alleanza Giellista
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
invia a un amico
icona per chiudere
Attenzione!
Non puoi effettuare più di 10 invii al giorno.
Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
Il sito web www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie alcuni dati personali degli utenti che navigano sul sito web.

In accordo con l'impegno e l'attenzione che poniamo ai dati personali e in accordo agli artt. 13 e 14 del EU GDPR, www.rivoluzionedemocratica.it fornisce informazioni su modalità, finalità, ambito di comunicazione e diffusione dei dati personali e diritti degli utenti.

Titolare del trattamento dei dati personali
La Rivoluzione Democratica
Via Circondaria, 56
55045 - Firenze Italia


Email: info @rivoluzionedemocratica.it
Telefono: 3934324237

Tipi di dati acquisiti
www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie dati degli utenti direttamente o tramite terze parti. Le tipologie di dati raccolti sono: dati tecnici di navigazione, dati di utilizzo, email, nome, cognome, numero di telefono, provincia, nazione, cap, città, indirizzo, ragione sociale, stato, cookie e altre varie tipologie di dati. Maggiori dettagli sui dati raccolti vengono forniti nelle sezioni successive di questa stessa informativa.
I dati personali sono forniti deliberatamente dall'utente tramite la compilazione di form, oppure, nel caso di dati di utilizzo, come ad esempio i dati relativi alle statistiche di navigazione, sono raccolti automaticamente navigando sulle pagine di www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati richiesti dai form sono divisi tra obbligatori e facoltativi; su ciascun form saranno indicate distintamente le due tipologie. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati obbligatori, www.rivoluzionedemocratica.it si riserva il diritto di non fornire il servizio. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati facoltativi, il servizio sarà fornito ugualmente da www.rivoluzionedemocratica.it .

www.rivoluzionedemocratica.it utilizza strumenti di statistica per il tracciamento della navigazione degli utenti, l'analisi avviene tramite log. Non utilizza direttamente cookie ma può utilizzare cookie includendo servizi di terzi.

Ciascun utilizzo di cookie viene dettagliato nella Cookie Policy (https://www.rivoluzionedemocratica.it/Informativa-sui-cookies.htm) e successivamente in questa stessa informativa.
L'utente che comunichi, pubblichi, diffonda, condivida o ottenga dati personali di terzi tramite www.rivoluzionedemocratica.it si assume la completa responsabilità degli stessi. L'utente libera il titolare del sito web da qualsiasi responsabilità diretta e verso terzi, garantendo di avere il diritto alla comunicazione, pubblicazione, diffusione degli stessi. www.rivoluzionedemocratica.it non fornisce servizi a minori di 18 anni. In caso di richieste effettuate per minori deve essere il genitore, o chi detiene la patria potestà, a compilare le richieste dati.

Modalità, luoghi e tempi del trattamento dei dati acquisiti
Modalità di trattamento dei dati acquisiti
Il titolare ha progettato un sistema informatico opportuno a garantire misure di sicurezza ritenute adatte ad impedire l'accesso, la divulgazione, la modifica o la cancellazione non autorizzata di dati personali. Lo stesso sistema effettua copie giornaliere, ritenute sufficientemente adeguate in base alla importanza dei dati contenuti.

L'utente ha diritto a ottenere informazioni in merito alle misure di sicurezza adottate dal titolare per proteggere i dati.

Accessi ai dati oltre al titolare
Hanno accesso ai dati personali raccolti da www.rivoluzionedemocratica.it il personale interno (quale ad esempio amministrativo, commerciale, marketing, legale, amministratori di sistema) e/o soggetti esterni (quali ad esempio fornitori di servizi informatici terzi, webfarm, agenzie di comunicazione, fornitori di servizi complementari). Se necessario tali strutture sono nominate dal titolare responsabili del trattamento.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, l'elenco aggiornato dei responsabili del trattamento.

Comunicazione di eventuali accessi indesiderati al Garante della Privacy
Il suddetto sistema informatico è monitorato e controllato giornalmente da tecnici e sistemisti. Ciò non toglie che, anche se ritenuta possibilità remota, ci possa essere un accesso indesiderato. Nel caso in cui questo si verifichi il titolare si impegna, come da GDPR ad effettuarne comunicazione al Garante della Privacy entro i termini previsti dalla legge.

Luoghi di mantenimento dei dati acquisiti
I dati personali sono mantenuti e trattati nelle sedi operative e amministrative del titolare, nonché nelle webfarm dove risiedono i server che ospitano il sito web www.rivoluzionedemocratica.it, o sui server che ne effettuano le copie di sicurezza. I dati personali dell'utente possono risiedere in Italia, Germania e Olanda, comunque in nazioni della Comunità Europea. I dati personali dell'utente non vengono mai portati o copiati fuori dal territorio europeo.

Tempi di mantenimento dei dati acquisiti
Nel caso di dati acquisiti per fornire un servizio all'utente, (sia per un servizio acquistato che in prova) i dati vengono conservati per 24 mesi successivi al completamento del servizio. Oppure fino a quando non ne venga revocato il consenso.

Nel caso in cui il titolare fosse obbligato a conservare i dati personali in ottemperanza di un obbligo di legge o per ordine di autorità, il titolare può conservare i dati per un tempo maggiore, necessario agli obblighi.

Al termine del periodo di conservazione i dati personali saranno cancellati. Dopo il termine, non sarà più possibile accedere ai propri dati, richiederne la cancellazione e la portabilità.

Base giuridica del trattamento dei dati acquisiti
Il titolare acquisisce dati personali degli utenti nei casi sotto descritti.
Il trattamento si rende necessario:
- se l'utente ha deliberatamente accettato il trattamento per una o più finalità;
- per fornire un preventivo all'utente;
- per fornire un contratto all'utente;
- per fornire un servizio all'utente;
- perché il titolare possa adempiere ad un obbligo di legge;
- perché il titolare possa adempiere ad un compito di interesse pubblico;
- perché il titolare possa adempiere ad un esercizio di pubblici poteri;
- perché il titolare o terzi possano perseguire i propri legittimi interessi.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulla base giuridica di ciascun trattamento.

Finalità del trattamento dei dati acquisiti
I dati dell'utente sono raccolti dal titolare per le seguenti finalità:

- richiesta informazione da parte dell'utente
- richiesta informazione per servizi
- invio di aggiornamenti
- invio informazioni generiche
- richiesta di contatto da parte dei clienti, per ricevere informazioni

Eventualmente i dati possono essere trattati anche per:
contattare l'utente, statistiche, analisi dei comportamenti degli utenti e registrazione sessioni, visualizzazione contenuti e interazione di applicazioni esterne, protezione dallo spam, gestione dei pagamenti, interazione con social network, pubblicità.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulle finalità di ciascun trattamento.

Dettagli specifici sull'acquisizione e uso dei dati personali
Per contattare l'utente
Moduli di contatto
L'utente può compilare il/i moduli di contatto/richiesta informazioni, inserendo i propri dati e acconsentendo al loro uso per rispondere alle richieste di natura indicata nella intestazione del modulo.
Dati personali che potrebbero essere raccolti: CAP, città, cognome, email, indirizzo, nazione, nome, numero di telefono, provincia, ragione sociale.

Per interazione con applicazioni esterne (anche social network)
www.rivoluzionedemocratica.it include nelle sue pagine plugin e/o pulsanti per interagire con i social network e/o applicazioni esterne.
Per quanto riguarda i social network, anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Facebook: Pulsante "Mi piace" e widget sociali
Fornitore del servizio: Meta Platforms Ireland Limited.
Finalità del servizio: interazione con il social network Facebook
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti e in altri Paesi
Privacy Policy (https://www.facebook.com/privacy/policy)

Twitter: Pulsante "Tweet" e widget sociali
Fornitore del servizio: Twitter, Inc.
Finalità del servizio: interazione con il social network Twitter
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti
Privacy Policy (https://twitter.com/privacy)
Cookie utilizzati (https://help.twitter.com/it/rules-and-policies/twitter-cookies)
Aderente al Privacy Shield

Whatsapp: Pulsante Whatsapp e widget sociali di Whatsapp
Fornitore del servizio: se l'utente risiede nella Regione Europea, WhatsApp Ireland Limited, se l'utente risiede al di fuori della Regione Europea, i Servizi vengono forniti da WhatsApp LLC.
Finalità del servizio: servizi di interazione con Whatsapp.
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Irlanda, le informazioni potrebbero essere trasferite o trasmesse o archiviate e trattate negli Stati Uniti o in altri Paesi terzi al di fuori di quello in cui l'utente risiede.
Privacy Policy (https://www.whatsapp.com/legal/privacy-policy-eea)
Aderente al Privacy Shield

Per statistiche
Questi servizi sono utilizzati dal titolare del trattamento per analizzare il traffico effettuato dagli utenti sul sito web www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Per visualizzare contenuti da siti web esterni
Questi servizi sono utilizzati per visualizzare sulle pagine del sito web contenuti esterni al sito web, con possibilità di interazione.
Anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Diritti dell'interessato
L'utente possiede tutti i diritti previsti dall'art. 12 del EU GDPR, il diritto di controllare, modificare e integrare (rettificare), cancellare i propri dati personali accedendo alla propria area riservata. Una volta cancellati tutti i dati, viene chiuso l'account di accesso all'area riservata.

Nello specifico ha il diritto di:
- sapere se il titolare detiene dati personali relativi all'utente (art. 15 Diritto all'accesso);
- modificare o integrare (rettificare) i dati personali inesatti o incompleti (Art. 16 Diritto di rettifica);
- richiedere la cancellazione di uno o parte dei dati personali mantenuti se sussiste uno dei motivi previsti dal GDPR (Diritto alla Cancellazione, 17);
- limitare il trattamento solo a parte dei dati personali, o revocarne completamente il consenso al trattamento, se sussiste uno dei motivi previsti dal Regolamento (Art. 18 Diritto alla limitazione del trattamento);
- ricevere copia di tutti i dati personali in possesso del titolare, in formato di uso comune organizzato, e leggibili anche da dispositivo automatico (Art. 20, Diritto alla Portabilità);
- opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati per finalità di marketing, ad esempio opporsi e ricevere offerte pubblicitarie (art. 21 Diritto di opposizione). Si fa presente agli utenti che possono opporsi al trattamento dei dati utilizzati per scopo pubblicitario, senza fornire alcuna motivazione;
- opporsi al trattamento dei dati in modalità automatica o meno per finalità di profilazione (c.d. Consenso).

Come un utente può esercitare i propri diritti
L'utente può esercitare i propri diritti sopra esposti comunicandone richiesta al titolare del trattamento La Rivoluzione Democratica ai seguenti recapiti: info@rivoluzionedemocratica.it; tel. 3312300680.

La richiesta di esercitare un proprio diritto non ha nessun costo. Il titolare si impegna ad evadere le richieste nel minor tempo possibile, e comunque entro un mese.

L'utente ha il diritto di proporre reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali. Recapiti: garante@gpdp.it, http://www.gpdp.it (http://www.gpdp.it).

Cookie Policy
Informazioni aggiuntive sul trattamento dei dati
Difesa in giudizio
Nel caso di ricorso al tribunale per abuso da parte dell'utente nell'utilizzo di www.rivoluzionedemocratica.it o dei servizi a esso collegati, il titolare ha la facoltà di rivelare i dati personali dell'utente. È inoltre obbligato a fornire i suddetti dati su richiesta delle autorità pubbliche.

Richiesta di informative specifiche
L'utente ha diritto di richiedere a www.rivoluzionedemocratica.it informative specifiche sui servizi presenti sul sito web e/o la raccolta e l'utilizzo dei dati personali.

Raccolta dati per log di sistema e manutenzione
www.rivoluzionedemocratica.it e/o i servizi di terze parti (se presenti) possono raccogliere i dati personali dell'utente, come ad esempio l'indirizzo IP, sotto forma di log di sistema. La raccolta di questi dati è legata al funzionamento e alla manutenzione del sito web.

Informazioni non contenute in questa policy
L'utente ha diritto di richiedere in ogni momento al titolare del trattamento dei dati le informazioni aggiuntive non presenti in questa Policy riguardanti il trattamento dei dati personali. Il titolare potrà essere contattato tramite gli estremi di contatto.

Supporto per le richieste "Do Not Track"
Le richieste  "Do Not Track" non sono supportate da www.rivoluzionedemocratica.it.
L'utente è invitato a consultare le Privacy Policy dei servizi terzi sopra elencati per scoprire quali supportano questo tipo di richieste.

Modifiche a questa Privacy Policy
Il titolare ha il diritto di modificare questo documento avvisando gli utenti su questa stessa pagina oppure, se previsto, tramite i contatti di cui è in possesso. L'utente è quindi invitato a consultare periodicamente questa pagina. Per conferma sull'effettiva modifica consultare la data di ultima modifica indicata in fondo alla pagina.
Il titolare si occuperà di raccogliere nuovamente il consenso degli utenti nel caso in cui le modifiche a questo documento riguardino trattamenti di dati per i quali è necessario il consenso.

Definizioni e riferimenti legali
Dati personali (o dati, o dati dell'utente)
Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Dati di utilizzo
Sono dati di utilizzo le informazioni che vengono raccolte in automatico durante la navigazione di www.rivoluzionedemocratica.it, sia da sito web stesso che dalle applicazioni di terzi incluse nel sito. Sono esempi di dati di utilizzo l'indirizzo IP e i dettagli del dispositivo e del browser (compresi la localizzazione geografica) che l'utente utilizza per navigare sul sito, le pagine visualizzate e la durata della permanenza dell'utente sulle singole pagine.

Utente
Il soggetto che fa uso del sito web www.rivoluzionedemocratica.it.
Coincide con l'interessato, salvo dove diversamente specificato.

Interessato
Interessato è la persona fisica al quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l'indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l'interessato (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Responsabile del trattamento (o responsabile)
Responsabile è la persona fisica o giuridica al quale il titolare affida, anche all'esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue). Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. "sub-responsabile" (articolo 28, paragrafo 2).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Titolare del trattamento (o titolare)
Titolare è la persona fisica, l'autorità pubblica, l'impresa, l'ente pubblico o privato, l'associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

www.rivoluzionedemocratica.it (o sito web)  
Il sito web mediante il quale sono raccolti e trattati i dati personali degli utenti.

Servizio
Il servizio offerto dal sito web www.rivoluzionedemocratica.it come indicato nei relativi termini.

Comunità Europea (o UE)
Ogni riferimento relativo alla Comunità Europea si estende a tutti gli attuali stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, salvo dove diversamente specificato.

Cookie
Dati conservati all'interno del dispositivo dell'utente.

Riferimenti legali
La presente informativa è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli artt. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679. Questa informativa riguarda esclusivamente www.rivoluzionedemocratica.it, dove non diversamente specificato.

Informativa privacy aggiornata il 07/10/2022 12:44
torna indietro leggi Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
 obbligatorio
generic image refresh

cookie