"DOPO LA PANDEMIA NON SARA’ COME PRIMA"
23-03-2021 - AGORA'
Molti credono che finita la pandemia tutto ritornerà come prima per effetto di una magica resilienza sociale.
Non sarà così. Il lungo periodo di costrizione all'inoperosità, al rallentamento dell'operosità e del lavoro protratta per molto tempo, ormai più di un anno, ha già modificato la mappatura economica, la distribuzione della ricchezza, gli equilibri finanziari ed il debito pubblico degli Stati.
L'umanità risulterebbe sconfitta da un virus potente ed invisibile che sta cambiando il mondo somigliando ad una guerra batteriologica. Ma siamo sicuri che ciò che stiamo vivendo non sia una guerra batteriologica globalizzata, mascherata e senza confini? Una guerra globalizzata dove il nemico non ha un volto. Il volto diventato algido ce l'hanno solo i morti. Per cercare di salvarsi, tutti debbono nascondere il volto, come se fosse naturale non avere più un volto. Queste riflessioni, possono sembrare assurde, ma possono derivare dal condizionamento psicologico prodotto dalle misure adottate per contrastare questa lunga pandemia la cui durata è incerta sin da quando è iniziata. L'unica certezza è diventata quella di vivere nell'incertezza. ‘Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza' avrebbe detto il Manzoni. Ma credo che siano in molti a pensarlo anche oggi. Invece, gli antichi latini si sarebbero chiesti: cui prodest? Forse, sono in molti a chiederselo anche oggi.
Il mondo scientifico è molto diviso sul modo in cui è stata affrontata la pandemia. Questo fatto pone molti dubbi, anche perché di fatto, le misure adottate sono stati tali da dettare regole alla politica ed all'economia secondo quanto ha stabilito l'OMS. Si potrebbe anche pensare che ci sia una regia occulta e che i dirigenti dell'Oms potrebbero rispondere a non ben precisati poteri economici, secondo ad alcune illazioni.
Di certo ci ritroviamo, come risulta dai dati statistici, con un maggior numero di poveri e con un minor numero di ricchi che però sono sempre più ricchi, al punto che la ricchezza di alcuni è superiore al Pil di diversi paesi.
Ci sarebbero tutti gli elementi per sospettare che possa esserci uno strano disegno per arrivare ad una dittatura globalizzata con democrazie nominali ma non di fatto, con apparenti libertà, ma soprattutto con popolazioni addomesticate o rassegnate.
Già agli inizi del cosiddetto neoliberismo, Paolo Sylos Labini sosteneva che così non poteva andare bene perché erano state poste le basi per andare verso un disastro sociale. Dopo quasi trent'anni di neoliberismo ci si poteva immaginare il cambiamento sociale, la polarizzazione della ricchezza in mano di pochi, l'aumento della povertà sempre più diffusa, ma non ci si poteva immaginare l'arrivo di una pandemia che sta rapinando l'umanità anche dei valori migliori conquistati dall'illuminismo. Sembrerebbe di andare incontro ad una nuova forma di assolutismo regio mascherato da una apparente democrazia, dove il popolo ha l'illusione di eleggere i propri rappresentanti politici ed invece finirebbe per eleggere dei burattini più o meno bravi, più o meno accattivanti, senza programmi politici, per essere facilmente manovrati da invisibili burattinai. A qualcuno potrebbe venire il dubbio che si stia mettendo in scena famoso romanzo di Orwell ‘La fattoria degli animali'.
Qualcuno dovrebbe chiedersi a cosa servirebbe vincere la partita dei giochi del potere economico se nessuno vive in eterno? Vera follia di chi non ha capito la lezione di Giovanni Verga con la figura emblematica di Mastro Don Gesualdo vinto dalla ricchezza alla quale sarà costretto a rinunciare con la morte.
La situazione di oggi invece potrebbe essere diversa, più similare agli assolutismi regi di un tempo dove c'era il successore al trono, con la differenza che allora i principi, i re e gli imperatori erano ben identificabili ed avevano un volto. Oggi sarebbero invisibili, senza un volto, oppure mascherati dal nome di qualche multinazionale o di qualche prestanome.
Di certo, le moderne democrazie sono entrate in una crisi profonda alimentata dalle diffuse forme di neonichilismo. Non sarà facile venirne fuori, ma sarebbe già molto se si cominciasse a pensare ad un neoilluminismo che tenga conto anche delle componenti irrazionali che esistono in natura, ponendo al centro della società l'humanitas non come beneficiaria di pietà, ma in quanto detentrice del diritto di vivere un'esistenza dignitosa, libera dai bisogni durante l'intero percorso di vita.
Fonte: di SALVATORE RONDELLO