27 Luglio 2024

"COSTITUZIONE, ARMI ALL’UCRAINA E CONDIZIONI DI PACE"

La guerra in Ucraina sta aprendo nella nostra coscienza grandi dubbi e incertezze.
Papa Bergoglio non perde occasione per dire che la «guerra è stata provocata o non impedita», cioè che è stata la NATO a ‘provocare’ Putin; per spiegarcelo, egli ci narra addirittura una nuova versione della fiaba «di ‘Cappuccetto rosso’» e del lupo cattivo: ecumenicamente, come gli è naturale, ci dice che «non ci sono buoni e cattivi metafisici. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro … bisogna ragionare su radici e interessi». Su questo non c’è che da concordare ma bisognerebbe chiedere al Santo Padre quale, a suo avviso, sia l’interesse della NATO a provocare Putin fino al punto da fargli scatenare una guerra d’espansione e se non pensi che il vero lupo cattivo sia la NATO dato che, sempre a suo avviso, avrebbe l’interesse a «testare nuove armi». Forse, essendo vissuto all’altro capo del mondo, Bergoglio ignora quali siano state le ragioni d’essere e la funzione storica della NATO.
Il Papa (al netto del suo anti-occidentalismo) ha scelto parole che saranno forse sante ma sicuramente sono di pura fantasia rispetto ai fatti: Karol Wojtyla, che pure era un poeta, non le avrebbe usate.
Se poi le ha pensate come utili per il processo di pace, dobbiamo dire che egli si è sbagliato di grosso perché non hanno fatto altro che aggravare la sindrome dell’accerchiamento di cui, forse insieme ad altri mali, soffre il ‘povero’ Putin.
Sulla stessa linea, un ‘mistico’ direttore di un giornale ‘futurista’ condanna all’inferno sia Putin che Zelensky, le cui coscienze sarebbero sporche di sangue in egual misura; poi, in nome della pace che ci darebbe la sua fede nei miracoli e nel disarmo, anche unilaterale, costui argomenta le sue perorazioni ricoverandosi dietro quella che egli dice una premessa scontata e sottintesa al punto che non sarebbe necessario enunciarla: «va bene, si, la Russia ha invaso l’Ucraina, ma sono gli Stati Uniti e quel ‘buffone’ di Boris Johnson a non volere la pace». Intanto sul suo giornale si pubblicano i dettagli dei molti stupri addebitati alle masnade russe, del «martirio del popolo ucraino» e delle deportazioni ‘ingiustificabili’.
Il ‘Corriere della sera’ ha pubblicato un elenco dei pultiniani d’Italia, tratto da un documento d’intelligence ‘classificato’ e giudicato da molti come una ‘lista di proscrizione’: è stato il solito capolavoro italiano per cui i documenti segreti sono pubblici e non è chiaro l’intento di quel giornale a mettere insieme questo florilegio. In verità, a scandalizzare è però l’inadeguatezza che i ‘servizi’ hanno dimostrato ‘classificando’ come riservate le opinioni, per natura pubbliche. È probabile però che, oltre a fare questi elenchi di opinionisti antiucraini e tendenzialmente filoputiniani, i servizi d’intelligence abbiano legittimamente scandagliato un’area più profonda e segreta come del resto facevano, nell’età della ‘guerra fredda’, quando ci si interrogava su quali sarebbero stati l’atteggiamento e la tenuta degli italiani nel caso malaugurato di una guerra contro l’URSS: molti temevano che – a parte la molto diffusa inclinazione al ‘tutti a casa’ – potesse esservi una quinta colonna dei sovietici: chi non ricorda le famose marce degli ‘eurocomunisti’ che, negli anni ’80, si battevano come un sol uomo per impedire la installazione dei missili americani in Europa mentre non dicevano una sola parola contro i missili sovietici già installati ai nostri confini? Era naturale che, allora, i servizi facessero controlli sul rapporto tra queste manifestazioni e l’azione di spie e agenti del sovietismo e, forse, lo facevano seguendo la tracia delle ‘opinioni’.
Tuttavia, le scelte politiche di chi è contro l’aiuto militare all’Ucraina sono certamente legittime e, quindi, non vanno in alcun modo messe all’indice né demonizzate Piuttosto, se si ritiene che esse siano, come a mio avviso sono, infondate e contrarie all’interesse e alla sicurezza nazionale vanno confutate e contrastate sul piano politico. Da questo punto di vista, il presidente Draghi dovrebbe lasciare da parte i messaggi criptati (l’alternativa tra la pace e i condizionatori accesi) e spiegare bene invece che, garantire la nostra sicurezza e la pace, potrebbe anche costarci la rinuncia alle comodità e i sacrifici necessari per fermare la Russia. Forse un linguaggio più chiaro potrebbe costargli l’appoggio del M5S, che sta rigurgitando quel poco di saggezza di cui pareva capace, tuttavia questo fatto non dovrebbe essere un grave danno per il nostro paese, a patto però che non si ricorra a nuove alchimie parlamentari e si vada dritti alle elezioni.
Molti sostengono che l’invio di armi all’Ucraina sarebbe in contrasto con la Costituzione che, nel suo articolo 11, «ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come strumento di soluzione delle controversie internazionali».
Ma quale fondatezza ha una tale interpretazione della costituzione?
La nostra costituzione pone tra i doveri costituzionali del governo e dei cittadini quello della difesa del paese, anzi ci obbliga a trovare i mezzi migliori per difendere l’indipendenza e la pace della Repubblica: spetta dunque a governo e Parlamento decidere le modalità e le necessità di una tale difesa e, a questo fine, ha poi disposto che l’Italia possa aderire ad alleanze difensive e a organizzazioni internazionali che abbiano per fine la promozione della pace tra le nazioni: in forza di questa norma l’Italia è entrata a far parte della NATO e dell’ONU.
Tra questi difensori della Costituzione troviamo giornalisti e professori, ex-generali e politici, variamente motivati e variamente attendibili, le cui opinioni continuano a sedurre un’opinione pubblica ancora molto incerta e propensa a illudersi che, facendoci gli affari nostri, si possano evitare i pericoli economici, politici e bellici cui ci espone la politica espansionistica russa (e, in prospettiva, quella cinese).
Non è sbagliata l’impressione che il loro scopo principale non sia la difesa della Costituzione e della pace bensì di insinuare nell’opinione pubblica un tarlo capace di rompere l’alleanza con gli Stati Uniti: per esempio, nell’elegante prosa mistificatoria di qualche ‘quotidiano’ possiamo leggere che la «NATO boicotta il negoziato» e che «i nostri padroni, Biden e Johnson, teorizzano una guerra di anni non più per difendere gli ucraini ma per sconfiggere Putin»: ottimo argomento per sostenere che gli ucraini dovrebbero fare la guerra per ‘far vincere Putin’.
Un professore piagnone ne dice di tutti i colori spiegando, con un documento storico inattaccabile, come e perché non si possa accusare Putin di voler scatenare una guerra totale: «la Seconda Guerra Mondiale non è scoppiata perché Hitler ad un certo punto ha detto 'Voglio fare la Seconda Guerra Mondiale', ma perché erano state stipulate alleanze militari simili o peggiori di quelle della NATO … Ogni volta che sento che un paese vuole entrare nella NATO, soprattutto se vicino ai confini con la Russia, io piango ... Il mio auspicio è che escano dalla NATO paesi che confinano con l’Ucraina: la Slovacchia, la Romania, l’Ungheria. L’interesse dell’umanità è contrario a quello della NATO». Un’affermazione – quella su Hitler e la seconda guerra mondiale – che la dice lunga sulla qualità di un tale ‘esperto’ come politologo e del suo pensiero. Di cui egli stesso ci dà le coordinate: «non penso affatto di avere un 'pensiero laterale', magari all’inizio, quando ero assolutamente isolato, ora il mio pensiero è ‘centrale’».
Troviamo grandi giuristi lanciare appelli perché l’Europa si stacchi dagli anglo-americani e assuma una iniziativa per portare al tavolo della pace i due contendenti – che per essi sono non la Russia e l’Ucraina bensì la Russia e gli Stati Uniti – ma, oltre a strillare il titolo del ‘proclama’, non dicono nulla circa la proposta da fare a Putin forse perché, in un sussulto della coscienza, provano vergogna a farci sapere che non proporrebbero altro che la resa dell’Ucraina per consegnarla, e consegnarci, a Mosca: viene il sospetto però che qualcuno tra questi in realtà intenda promuovere più la propria carriera politica che non la costituzione, cioè per esempio che – finita la sindacatura in una grande città del Mezzogiorno e fallita la spedizione in Calabria – cerchi un nuovo impiego e un piedistallo elettorale spacciandosi per defensor pacis.
Un imbolsito ma fine interprete degli Accordi di Minsk ci spiega come gli ucraini – non concedendo alle regioni del Donbass l’autonomia prevista da quegli accordi e perpetrando orrendi delitti per mano nazista nel tentativo di riappropriarsi del territorio caduto sotto controllo russo nel 2014 – abbiano di fatto provocato la ‘giusta’ reazione di Putin costringendolo a ordinare l’operazione militare speciale. Solo che l’eminente interprete fa sua la versione che ne danno i russi e non sa, o non dice, che quegli accordi prevedevano anche elezioni da tenersi dopo il ritiro delle truppe russe – entrate in Ucraina nel 2014 per fomentare e sostenere la secessione del Donbass e occupare la Crimea – e dopo il rientro di quanti erano fuggiti da quelle regioni a causa dell’invasione: solo dopo, governo centrale ucraino e governi eletti delle regioni del Donbass avrebbero dovuto definire lo statuto di autonomia, ma le truppe russe non si sono mai ritirate (forse perché l’autonomia non gli bastava e quindi lavoravano per l’annessione o per l’indipendenza) e la popolazione rifugiatasi fuori dal Donbass non vi è potuta mai rientrare.
E, ancora, altri professori ‘pacifisti’ – che, per accreditare la propria autorità, esibiscono un pedigree attestante ascendenze bobbiane – affermano che l’UE ha interessi divergenti da quelli degli Stati Uniti e che sanzioni, spese militari, assistenza ai profughi, rischio nucleare e durata del conflitto tra Russia e Ucraina impongono all’Europa costi maggiori di quelli subiti dagli americani. Ecco perché, a loro avviso, servirebbe una ‘grande e coraggiosa’ iniziativa politica perché l’Europa si liberi dalla sua sudditanza nei confronti dell’America e imponga a Kiev il cessate il fuoco: la Russia così potrà portare la pace (abbiamo potuto apprezzarne pienamente la buona volontà e le buone intenzioni nella vicenda del grano ucraino che si svolge sotto il ricatto: o la borsa (revoca delle sanzioni) o la vita (niente grano)). Interrogati su cosa debba consistere tale iniziativa, su quali siano le concessioni che l’Ucraina dovrebbe fare alla Russia (denazificazione, smilitarizzazione, neutralità, cessioni territoriali), tali pacifisti tacciono.
Come tacciono i vari intellettuali che parlano di ‘pace proibita’ (da chi?) e, impietositi dal sangue versato dagli ucraini, invocano la cessazione dell’appoggio dei paesi occidentali all’Ucraina come passo necessario per il raggiungimento della pace.

***


Quale che sia l’esito della guerra – quello meno doloroso potrebbe essere un cessate il fuoco con l’occupazione russa di una parte dell’Ucraina senza il riconoscimento della comunità internazionale – certo non potremo chiudere gli occhi sulle sue conseguenze e sul disegno nazi-putiniano di restaurazione dell’impero di Pietro il Grande e di Stalin.
Un disegno bene illustrato da Putin nel discorso del 17 giugno nel quale si spiega che «l'era dell'ordine mondiale unipolare è finita». Insomma, il suo progetto strategico non si limita alla partita dell'Ucraina, ma è inteso a rafforzare la capacità della Russia di contrapporsi agli Usa sullo scenario internazionale e riconquistare un ruolo da grande potenza. La sua visione del mondo, pur legittima, passa dunque non solo per la conquista del Donbass e di Odessa per controllare tutto il Mar Nero, passa soprattutto per la sovversione dell’equilibrio europeo: la minaccia è chiarissima soprattutto in quanto dice Lavrov che ci annuncia la scomparsa definitiva dei confini storici dell’Ucraina e fa intravedere la stessa fine per la Moldavia. Medvedev, poi, ci dà un saggio di linguaggio neo-hitleriano e neo-zdanovista minacciando di seppellire i ‘bastardi e i degenerati’ occidentali e di far sparire l’UE prima che l’Ucraina vi possa entrare.
Allora, il problema non è di non ‘umiliare’ la Russia ma quello del suo contenimento: Truman e Kennan ci hanno insegnato a farlo (e molti in Italia non volevano farlo già settanta anni fa). Saremo capaci di prendere le decisioni necessarie? Dipende – gas o non gas – da chi prevarrà dalle nostre parti: Chamberlain o Churchill?
Può servire a questo scopo l’idea della ‘Lega della neutralità’, partorita da Sergio Romano?
L’ex ambasciatore immagina tale ‘Lega’ come composta anzitutto dai Paesi scandinavi e baltici, che «avevano già scelto di essere neutrali», e da quelli, come l’Ucraina, che devono la loro indipendenza al «suicidio dell’URSS»; egli dunque retrocederebbe alla neutralità paesi come Lettonia, Estonia e Lituania, che sono già membri della NATO, e chiuderebbe a Finlandia e Svezia la possibilità di entrarvi per non turbare i sonni di Putin. Secondo Romano «questa Lega garantirebbe la pace del continente molto più di un qualsiasi Trattato» in quanto consentirebbe non solo di abolire le sanzioni alla Russia, ma di costituire una novella Comunità economica dalla grande forza pacificatrice come fu la CEE di Schuman magari però in alternativa a Stati Uniti e Gran Bretagna
Diciamo subito che l’idea di Romano non solo non è convincente ma è anche pericolosa. Forse è troppo azzardare l’ipotesi che essa sia stata da lui concepita sedotto dall’atmosfera moscovita negli anni trascorsi a Mosca ma non si sbaglia se, sotto sotto, si sente il flavore di quelle plaghe: per essere più chiari, a me sembra che questa sia un’idea di divisione dell’Occidente e la ‘novella Comunità economica’ di cui egli fantastica somiglia troppo al giocattolo con il quale Macron – ma diciamo la Francia egocentrica, di sinistra e di destra – vorrebbe trastullarsi accogliendo il suggerimento di «prendere in mano la sicurezza del Vecchio continente», magari rompendo l’alleanza atlantica, che Xi Jnping gli ha dato: disinteressatamente.






Fonte: di Giuseppe Butta'
Link
[]
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI
Periodico socialista fondato 1897.
[]
IL PONTE RIVISTA
Rivista di politica economica e cultura
fondata da Calamandrei
[]
BIBLION EDITORE
Biblion Edizioni, storica casa editrice.
[]
CRITICA LIBERALE - NON MOLLARE
"NON MOLLARE"
Quindicinale on line di Critica Liberale,
la voce del liberalismo progressista in Italia.





Nuova Serie
"La Rivoluzione Democratica"
1, MARZO 2017
Associazione Alleanza Giellista
[]

Realizzazione siti web www.sitoper.it
invia a un amico
icona per chiudere
Attenzione!
Non puoi effettuare più di 10 invii al giorno.
Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
Il sito web www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie alcuni dati personali degli utenti che navigano sul sito web.

In accordo con l'impegno e l'attenzione che poniamo ai dati personali e in accordo agli artt. 13 e 14 del EU GDPR, www.rivoluzionedemocratica.it fornisce informazioni su modalità, finalità, ambito di comunicazione e diffusione dei dati personali e diritti degli utenti.

Titolare del trattamento dei dati personali
La Rivoluzione Democratica
Via Circondaria, 56
55045 - Firenze Italia


Email: info @rivoluzionedemocratica.it
Telefono: 3934324237

Tipi di dati acquisiti
www.rivoluzionedemocratica.it raccoglie dati degli utenti direttamente o tramite terze parti. Le tipologie di dati raccolti sono: dati tecnici di navigazione, dati di utilizzo, email, nome, cognome, numero di telefono, provincia, nazione, cap, città, indirizzo, ragione sociale, stato, cookie e altre varie tipologie di dati. Maggiori dettagli sui dati raccolti vengono forniti nelle sezioni successive di questa stessa informativa.
I dati personali sono forniti deliberatamente dall'utente tramite la compilazione di form, oppure, nel caso di dati di utilizzo, come ad esempio i dati relativi alle statistiche di navigazione, sono raccolti automaticamente navigando sulle pagine di www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati richiesti dai form sono divisi tra obbligatori e facoltativi; su ciascun form saranno indicate distintamente le due tipologie. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati obbligatori, www.rivoluzionedemocratica.it si riserva il diritto di non fornire il servizio. Nel caso in cui l'utente preferisca non comunicare dati facoltativi, il servizio sarà fornito ugualmente da www.rivoluzionedemocratica.it .

www.rivoluzionedemocratica.it utilizza strumenti di statistica per il tracciamento della navigazione degli utenti, l'analisi avviene tramite log. Non utilizza direttamente cookie ma può utilizzare cookie includendo servizi di terzi.

Ciascun utilizzo di cookie viene dettagliato nella Cookie Policy (https://www.rivoluzionedemocratica.it/Informativa-sui-cookies.htm) e successivamente in questa stessa informativa.
L'utente che comunichi, pubblichi, diffonda, condivida o ottenga dati personali di terzi tramite www.rivoluzionedemocratica.it si assume la completa responsabilità degli stessi. L'utente libera il titolare del sito web da qualsiasi responsabilità diretta e verso terzi, garantendo di avere il diritto alla comunicazione, pubblicazione, diffusione degli stessi. www.rivoluzionedemocratica.it non fornisce servizi a minori di 18 anni. In caso di richieste effettuate per minori deve essere il genitore, o chi detiene la patria potestà, a compilare le richieste dati.

Modalità, luoghi e tempi del trattamento dei dati acquisiti
Modalità di trattamento dei dati acquisiti
Il titolare ha progettato un sistema informatico opportuno a garantire misure di sicurezza ritenute adatte ad impedire l'accesso, la divulgazione, la modifica o la cancellazione non autorizzata di dati personali. Lo stesso sistema effettua copie giornaliere, ritenute sufficientemente adeguate in base alla importanza dei dati contenuti.

L'utente ha diritto a ottenere informazioni in merito alle misure di sicurezza adottate dal titolare per proteggere i dati.

Accessi ai dati oltre al titolare
Hanno accesso ai dati personali raccolti da www.rivoluzionedemocratica.it il personale interno (quale ad esempio amministrativo, commerciale, marketing, legale, amministratori di sistema) e/o soggetti esterni (quali ad esempio fornitori di servizi informatici terzi, webfarm, agenzie di comunicazione, fornitori di servizi complementari). Se necessario tali strutture sono nominate dal titolare responsabili del trattamento.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, l'elenco aggiornato dei responsabili del trattamento.

Comunicazione di eventuali accessi indesiderati al Garante della Privacy
Il suddetto sistema informatico è monitorato e controllato giornalmente da tecnici e sistemisti. Ciò non toglie che, anche se ritenuta possibilità remota, ci possa essere un accesso indesiderato. Nel caso in cui questo si verifichi il titolare si impegna, come da GDPR ad effettuarne comunicazione al Garante della Privacy entro i termini previsti dalla legge.

Luoghi di mantenimento dei dati acquisiti
I dati personali sono mantenuti e trattati nelle sedi operative e amministrative del titolare, nonché nelle webfarm dove risiedono i server che ospitano il sito web www.rivoluzionedemocratica.it, o sui server che ne effettuano le copie di sicurezza. I dati personali dell'utente possono risiedere in Italia, Germania e Olanda, comunque in nazioni della Comunità Europea. I dati personali dell'utente non vengono mai portati o copiati fuori dal territorio europeo.

Tempi di mantenimento dei dati acquisiti
Nel caso di dati acquisiti per fornire un servizio all'utente, (sia per un servizio acquistato che in prova) i dati vengono conservati per 24 mesi successivi al completamento del servizio. Oppure fino a quando non ne venga revocato il consenso.

Nel caso in cui il titolare fosse obbligato a conservare i dati personali in ottemperanza di un obbligo di legge o per ordine di autorità, il titolare può conservare i dati per un tempo maggiore, necessario agli obblighi.

Al termine del periodo di conservazione i dati personali saranno cancellati. Dopo il termine, non sarà più possibile accedere ai propri dati, richiederne la cancellazione e la portabilità.

Base giuridica del trattamento dei dati acquisiti
Il titolare acquisisce dati personali degli utenti nei casi sotto descritti.
Il trattamento si rende necessario:
- se l'utente ha deliberatamente accettato il trattamento per una o più finalità;
- per fornire un preventivo all'utente;
- per fornire un contratto all'utente;
- per fornire un servizio all'utente;
- perché il titolare possa adempiere ad un obbligo di legge;
- perché il titolare possa adempiere ad un compito di interesse pubblico;
- perché il titolare possa adempiere ad un esercizio di pubblici poteri;
- perché il titolare o terzi possano perseguire i propri legittimi interessi.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulla base giuridica di ciascun trattamento.

Finalità del trattamento dei dati acquisiti
I dati dell'utente sono raccolti dal titolare per le seguenti finalità:

- richiesta informazione da parte dell'utente
- richiesta informazione per servizi
- invio di aggiornamenti
- invio informazioni generiche
- richiesta di contatto da parte dei clienti, per ricevere informazioni

Eventualmente i dati possono essere trattati anche per:
contattare l'utente, statistiche, analisi dei comportamenti degli utenti e registrazione sessioni, visualizzazione contenuti e interazione di applicazioni esterne, protezione dallo spam, gestione dei pagamenti, interazione con social network, pubblicità.

L'utente può richiedere in qualsiasi momento al titolare del trattamento, chiarimenti sulle finalità di ciascun trattamento.

Dettagli specifici sull'acquisizione e uso dei dati personali
Per contattare l'utente
Moduli di contatto
L'utente può compilare il/i moduli di contatto/richiesta informazioni, inserendo i propri dati e acconsentendo al loro uso per rispondere alle richieste di natura indicata nella intestazione del modulo.
Dati personali che potrebbero essere raccolti: CAP, città, cognome, email, indirizzo, nazione, nome, numero di telefono, provincia, ragione sociale.

Per interazione con applicazioni esterne (anche social network)
www.rivoluzionedemocratica.it include nelle sue pagine plugin e/o pulsanti per interagire con i social network e/o applicazioni esterne.
Per quanto riguarda i social network, anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Facebook: Pulsante "Mi piace" e widget sociali
Fornitore del servizio: Meta Platforms Ireland Limited.
Finalità del servizio: interazione con il social network Facebook
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti e in altri Paesi
Privacy Policy (https://www.facebook.com/privacy/policy)

Twitter: Pulsante "Tweet" e widget sociali
Fornitore del servizio: Twitter, Inc.
Finalità del servizio: interazione con il social network Twitter
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Stati Uniti
Privacy Policy (https://twitter.com/privacy)
Cookie utilizzati (https://help.twitter.com/it/rules-and-policies/twitter-cookies)
Aderente al Privacy Shield

Whatsapp: Pulsante Whatsapp e widget sociali di Whatsapp
Fornitore del servizio: se l'utente risiede nella Regione Europea, WhatsApp Ireland Limited, se l'utente risiede al di fuori della Regione Europea, i Servizi vengono forniti da WhatsApp LLC.
Finalità del servizio: servizi di interazione con Whatsapp.
Dati personali raccolti: cookie, dati di utilizzo
Luogo del trattamento: Irlanda, le informazioni potrebbero essere trasferite o trasmesse o archiviate e trattate negli Stati Uniti o in altri Paesi terzi al di fuori di quello in cui l'utente risiede.
Privacy Policy (https://www.whatsapp.com/legal/privacy-policy-eea)
Aderente al Privacy Shield

Per statistiche
Questi servizi sono utilizzati dal titolare del trattamento per analizzare il traffico effettuato dagli utenti sul sito web www.rivoluzionedemocratica.it.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Per visualizzare contenuti da siti web esterni
Questi servizi sono utilizzati per visualizzare sulle pagine del sito web contenuti esterni al sito web, con possibilità di interazione.
Anche se l'utente non utilizza il servizio presente sulla pagina web, è possibile che il servizio acquisisca dati di traffico.

I dati acquisiti e l'utilizzo degli stessi da parte di servizi terzi sono regolamentati dalle rispettive Privacy Policy alle quali si prega di fare riferimento.

Diritti dell'interessato
L'utente possiede tutti i diritti previsti dall'art. 12 del EU GDPR, il diritto di controllare, modificare e integrare (rettificare), cancellare i propri dati personali accedendo alla propria area riservata. Una volta cancellati tutti i dati, viene chiuso l'account di accesso all'area riservata.

Nello specifico ha il diritto di:
- sapere se il titolare detiene dati personali relativi all'utente (art. 15 Diritto all'accesso);
- modificare o integrare (rettificare) i dati personali inesatti o incompleti (Art. 16 Diritto di rettifica);
- richiedere la cancellazione di uno o parte dei dati personali mantenuti se sussiste uno dei motivi previsti dal GDPR (Diritto alla Cancellazione, 17);
- limitare il trattamento solo a parte dei dati personali, o revocarne completamente il consenso al trattamento, se sussiste uno dei motivi previsti dal Regolamento (Art. 18 Diritto alla limitazione del trattamento);
- ricevere copia di tutti i dati personali in possesso del titolare, in formato di uso comune organizzato, e leggibili anche da dispositivo automatico (Art. 20, Diritto alla Portabilità);
- opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati per finalità di marketing, ad esempio opporsi e ricevere offerte pubblicitarie (art. 21 Diritto di opposizione). Si fa presente agli utenti che possono opporsi al trattamento dei dati utilizzati per scopo pubblicitario, senza fornire alcuna motivazione;
- opporsi al trattamento dei dati in modalità automatica o meno per finalità di profilazione (c.d. Consenso).

Come un utente può esercitare i propri diritti
L'utente può esercitare i propri diritti sopra esposti comunicandone richiesta al titolare del trattamento La Rivoluzione Democratica ai seguenti recapiti: info@rivoluzionedemocratica.it; tel. 3312300680.

La richiesta di esercitare un proprio diritto non ha nessun costo. Il titolare si impegna ad evadere le richieste nel minor tempo possibile, e comunque entro un mese.

L'utente ha il diritto di proporre reclamo all'Autorità Garante per la Protezione dei dati Personali. Recapiti: garante@gpdp.it, http://www.gpdp.it (http://www.gpdp.it).

Cookie Policy
Informazioni aggiuntive sul trattamento dei dati
Difesa in giudizio
Nel caso di ricorso al tribunale per abuso da parte dell'utente nell'utilizzo di www.rivoluzionedemocratica.it o dei servizi a esso collegati, il titolare ha la facoltà di rivelare i dati personali dell'utente. È inoltre obbligato a fornire i suddetti dati su richiesta delle autorità pubbliche.

Richiesta di informative specifiche
L'utente ha diritto di richiedere a www.rivoluzionedemocratica.it informative specifiche sui servizi presenti sul sito web e/o la raccolta e l'utilizzo dei dati personali.

Raccolta dati per log di sistema e manutenzione
www.rivoluzionedemocratica.it e/o i servizi di terze parti (se presenti) possono raccogliere i dati personali dell'utente, come ad esempio l'indirizzo IP, sotto forma di log di sistema. La raccolta di questi dati è legata al funzionamento e alla manutenzione del sito web.

Informazioni non contenute in questa policy
L'utente ha diritto di richiedere in ogni momento al titolare del trattamento dei dati le informazioni aggiuntive non presenti in questa Policy riguardanti il trattamento dei dati personali. Il titolare potrà essere contattato tramite gli estremi di contatto.

Supporto per le richieste "Do Not Track"
Le richieste  "Do Not Track" non sono supportate da www.rivoluzionedemocratica.it.
L'utente è invitato a consultare le Privacy Policy dei servizi terzi sopra elencati per scoprire quali supportano questo tipo di richieste.

Modifiche a questa Privacy Policy
Il titolare ha il diritto di modificare questo documento avvisando gli utenti su questa stessa pagina oppure, se previsto, tramite i contatti di cui è in possesso. L'utente è quindi invitato a consultare periodicamente questa pagina. Per conferma sull'effettiva modifica consultare la data di ultima modifica indicata in fondo alla pagina.
Il titolare si occuperà di raccogliere nuovamente il consenso degli utenti nel caso in cui le modifiche a questo documento riguardino trattamenti di dati per i quali è necessario il consenso.

Definizioni e riferimenti legali
Dati personali (o dati, o dati dell'utente)
Sono dati personali le informazioni che identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica e che possono fornire informazioni sulle sue caratteristiche, le sue abitudini, il suo stile di vita, le sue relazioni personali, il suo stato di salute, la sua situazione economica, ecc.

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Dati di utilizzo
Sono dati di utilizzo le informazioni che vengono raccolte in automatico durante la navigazione di www.rivoluzionedemocratica.it, sia da sito web stesso che dalle applicazioni di terzi incluse nel sito. Sono esempi di dati di utilizzo l'indirizzo IP e i dettagli del dispositivo e del browser (compresi la localizzazione geografica) che l'utente utilizza per navigare sul sito, le pagine visualizzate e la durata della permanenza dell'utente sulle singole pagine.

Utente
Il soggetto che fa uso del sito web www.rivoluzionedemocratica.it.
Coincide con l'interessato, salvo dove diversamente specificato.

Interessato
Interessato è la persona fisica al quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l'indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l'interessato (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Responsabile del trattamento (o responsabile)
Responsabile è la persona fisica o giuridica al quale il titolare affida, anche all'esterno della sua struttura organizzativa, specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue). Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. "sub-responsabile" (articolo 28, paragrafo 2).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

Titolare del trattamento (o titolare)
Titolare è la persona fisica, l'autorità pubblica, l'impresa, l'ente pubblico o privato, l'associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679 (http://www.garanteprivacy.it/regolamentoue).

Fonte: sito web del Garante della Privacy (http://www.garanteprivacy.it).

www.rivoluzionedemocratica.it (o sito web)  
Il sito web mediante il quale sono raccolti e trattati i dati personali degli utenti.

Servizio
Il servizio offerto dal sito web www.rivoluzionedemocratica.it come indicato nei relativi termini.

Comunità Europea (o UE)
Ogni riferimento relativo alla Comunità Europea si estende a tutti gli attuali stati membri dell'Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, salvo dove diversamente specificato.

Cookie
Dati conservati all'interno del dispositivo dell'utente.

Riferimenti legali
La presente informativa è redatta sulla base di molteplici ordinamenti legislativi, inclusi gli artt. 13 e 14 del Regolamento (UE) 2016/679. Questa informativa riguarda esclusivamente www.rivoluzionedemocratica.it, dove non diversamente specificato.

Informativa privacy aggiornata il 07/10/2022 12:44
torna indietro leggi Privacy Policy per www.rivoluzionedemocratica.it
 obbligatorio
generic image refresh

cookie