"IL SOLLEONE"
23-09-2019 - AGORA'
La politica italiana ha deciso di sorprenderci durante questa estate. Agosto ci ha riservato un inaspettato harakiri dell'On. Salvini (ma qualcuno non ha rispettato i patti?), il ribaltone dei Cinque Stelle, con una coalizione di governo giallo rossa (On. Di Maio come mai si è dovuto alleare con “quelli di Bibbiano”? Ce lo spieghi per favore) inimmaginabile all'inizio del mese. Settembre ci ha dato un altro botto. Il Sen. Renzi, con un coupe de théâtre degno dei migliori thrillers, ha imposto ribaltando le sue convinzioni espresse fino a quel momento, al recalcitrante Zingaretti, la partecipazione del PD al Governo. Dopo questo indubbio successo, per ragioni di incompatibilità ambientale, dice lui, ha guidato la scissione. In realtà i comportamenti degli attori di questa tragicomica commedia hanno una cosa in comune dei loro atti non hanno mai dato una spiegazione razionale e convincente del loro comportamento. D'altra parte la stampa, che in un regime democratico dovrebbe svolgere l'importante funzione di disvelare i comportamenti dei partecipanti alla vita pubblica, si è schierata pregiudizialmente a favore dell'una o dell'altra tesi. Quello che ho capito è che il Senatore di Scandicci vorrebbe essere l'unico esponente del centro sinistra, molto centro e poca sinistra, a sfidare Salvini, in una sorta di Armageddon, e sperare di vincere. Non sappiamo se questa ipotesi sia reale o meno, è soltanto un tentativo di dare uno spiegazione razionale a quanto sta accadendo.
Nonostante queste baruffe degne dei “polli di Renzo” di manzoniana memoria l'economia, vera cartina di tornasole dei successi o meno di un governo, continua a svolgersi sul palcoscenico comunitario, su questo scenario si “parrà la nobilitate” di questa maggioranza. Personalmente non credo che per l'Italia il problema principale sia quello del debito pubblico, anche se l'alto deficit crea più di un problema, ma quello del disavanzo della bilancia tecnologica, derivante sì da politiche governative incerte, ma soprattutto dallo “sciopero” degli investimenti compiuto dagli imprenditori, che hanno preferito investire su strumenti finanziari o ridurre l'esposizione nei confronti delle banche che investire in tecnologia, e dalla composizione della struttura industriale italiana che vede un eccessivo numero di piccole imprese con una produttività negativa (positivo per medie imprese, che sono poche, e negativa quella delle grandi). Quale politica la Comunità Europea (dalla quale, nonostante la sua “folle” politica economica, sarebbe un vero e proprio suicidio politico ed economico uscirne) dovrebbe applicare? Consigliamo all'On. Gentiloni di seguire i consigli di Adam Smith (sì quello citato a sproposito sulla libertà economica) e di far leggere, ai suoi colleghi commissari e soprattutto alla Presidente Ursula von der Leyen, con attenzione le pagine della “Ricchezza delle Nazioni” dove il filosofo scozzese racconta la differenza fra Cina e Olanda. La prima forte e ricca perché sviluppa l'economia interna e non protegge il commercio estero, la seconda ricca ma votata alla decadenza perché basa tutto il suo successo sulle esportazioni. Tradotto col linguaggio attuale significa indirizzare l'economia verso una crescita del commercio fra i paesi dell'Unione. Le condizioni politiche, visto quello che sta accadendo sulla scena mondiale, sono favorevoli. Se l'Italia riuscisse a indirizzare le cose verso questi obbiettivi sarebbe un successo indubitabile per questo Governo. Per essere credibile nell'indirizzare la politica economica comunitaria in questa direzione l'Italia deve dimostrare di rispettare i trattati internazionali sottoscritti.
Fonte: di ENNO GHIANDELLI