"NEXT GENERATION EU"
29-07-2020 - CRONACHE SOCIALISTE
L'approvazione del Next Generation EU ha aperto nuove opportunità all'asfittico orizzonte della politica comunitaria, oramai ridotta al solo aspetto finanziario. Il fallimento, nel corso degli anni, della politica estera comune, della difesa comune, delle politiche sociali e della gestione dell'immigrazione ci impediscono di essere completamente ottimisti. Questa volta memori dell'errore politico fatto dopo la crisi del 2008, che, principalmente ha prodotto in questi anni la nascita dei sovranismi e dei movimenti neo fascisti soprattutto per la miopia politica della Germania. Chi non ricorda gli anatemi dell'allora Ministro delle Finanze Tedesco Wolfgang Schäuble contro quei paesi che non avevano i conti pubblici a posto? Questa volta, dopo una partenza che non lasciava prevedere niente di positivo (vedi la prima intervista della Presidente della BCE Christine Lagarde), a metà di marzo, intuendo la crisi sociale che stava per arrivare e che avrebbe travolto tutto e tutti, la Germania ha cambiato impostazione vestendo i panni della solidarietà. I giornali hanno raccontato con dovizia di particolari i giorni della trattativa, quasi nessuno però si è soffermato su un aspetto che mi è parso inquietante : la spaccatura fra i partiti Socialisti. Dei cinque Paesi definiti frugali uno (Olanda) è a guida liberale, un altro (Austria) a guida democristiana, gli altri tre (Danimarca, Finlandia e Svezia) sono a guida socialdemocratica. Nel dibattito sul Next Generation EU la loro posizione ha portato la fine di quel sogno dell'internazionalismo solidaristico che aveva alimentato, nel secolo scorso, le politiche dei partiti appartenenti al Partito Socialista Europeo (trasformatosi in Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici). Hanno mostrato grande attenzione ai propri interessi nazionali e scarsa propensione alla solidarietà fra partners consentendo ai paesi dell'Est, con pulsioni autoritarie, di rientrare in gioco.
L'approvazione del Next Generation EU ha portato un rafforzamento della maggioranza di Governo italiano e ad una spaccatura nell'opposizione di centro destra. Forza Italia ha da subito approvato la conclusione del vertice. Fratelli d'Italia ha avuto una posizione diversa: ha approvato le conclusioni ma ha criticato alcuni aspetti non secondari. Solo Salvini si è schierato contro dichiarando il provvedimento una solenne fregatura. Posizione diametralmente opposta a quella del suo alleato europeo Geert Wilders leader degli euroscettici e sovranisti olandesi che sostiene che Il primo ministro italiano è molto soddisfatto. Ottiene 82 miliardi di regali con i nostri soldi e che il risultato è estremamente negativo per l'Olanda. Due posizioni non facilmente catalogabili come simili.
I Partiti della maggioranza si sono mostrati soddisfatti, il M5S, che esprime sovente posizioni che vanno dall'alfa all'omega si è ricompattato, anche alcuni leaders, che nei giorni precedenti l'accordo mostravano una certo aplomb, si sono sperticati in lodi, in qualche caso eccessive e quindi ridicole, a favore del Primo Ministro italiano. Comunque le prime dichiarazioni dell'On. Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri, sono subito suonate sinistre. L'unica cosa che ha proposto è la riduzione delle tasse “vaste programme”.
Il Presidente del Consiglio italiano, dal suo canto, ha cercato di porsi come il vero match winner del confronto europeo, in realtà deve ringraziare sia il forte sostegno fattivo avuto da alcuni Ministri del PD (Amendola e Gualtieri), dal Presidente del Parlamento Europeo Sassoli e dal Commissario Europeo Gentiloni, sia soprattutto la Germania e la Francia che con determinazione hanno voluto una soluzione positiva.
Il suo voler apparire come il Deus ex machina (ha ringraziato, nel suo intervento alle Camere il solo Amendola) e di pretendere di gestire “in solitaria” tutti gli interventi mostra non solo la sua debolezza ma anche la sua scarsa conoscenza del decalogo di un politico leader di un sistema Parlamentare. Infatti la sua proposta di gestire il Next Generation EU in “solitaria” non ha fatto molta strada.
Incombe sulla politica italiana lo spettro del MES. Salvini e Meloni e una parte del M5S sostengono che contenga un tentativo di imporre all'Italia un controllo sulla sua politica economica. Gli altri sostengono, invece, che non ci sono più condizionalità per la spesa sanitaria. Per fare chiarezza la domanda è molto semplice: Quale procedura si deve adottare per accedere a queste risorse?
Questo quadro si inserisce in una situazione dei partiti molto complessa e deteriorata del nostro sistema. La Costituzione attribuisce un ruolo fondamentali ai Partiti che costituiscono il tessuto connettivo fra i cittadini e lo Stato. Purtroppo questo sistema non esiste più. “La concentrazione delle energie sull'accaparramento delle risorse [da parte dei partiti] pone in secondo piano l'obiettivo di rappresentare i voleri dei cittadini, i cui interessi saranno presi in considerazione solo fino al punto in cui essi coincidono con lo scopo primario dei gruppi dirigenti, quello di rimanere al potere.”
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Il rischio che queste risorse non vengano correttamente utilizzate per la crescita del paese è molto alto.
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- P. Ignazi, Il puzzle dei partiti: più forti e più aperti ma meno attraenti e meno legittimi, in Rivista Italiana di Scienza Politica a. XXXIV (2004) n. 3, p.329
Fonte: di ENNO GHIANDELLI