"I SOCIALISTI E LA DESTRA"
25-12-2017 - CRONACHE SOCIALISTE
Possono esistere socialisti di destra? Il quesito, visti i tempi, ormai aperti a tante novitá, mi pare interessante, ancorché non difficile da risolvere, se si tiene conto che i concetti di „destra"e di „sinistra" sono relativi, cioé legati ai diversi punti di vista da cui ci si pone.
Fin dal suo sorgere il movimento socialista internazionale si é sempre collocato nell´ala sinistra dello schieramento politico, rappresentandone spesso la parte piú consistente e determinata. Al suo interno, poi, in base alle diverse epoche storiche e alle diverse situazioni politiche e sociali, si sono determinate strategie e tattiche differenziate, che sono andate da un convinto gradualismo ad un acceso rivoluzionarismo, miranti pero´ tutte a costruire una societá nuova, in cui non ci fosse piú lo sfruttamento dell´uomo sull´uomo
Ebbene, purché accomunati da questo ideale, ci possono certamente essere socialisti „di destra" e socialisti „di sinistra", socialisti che possono andare dai riformisti rosa pallido ai rivoluzionari rosso sangue.
Il socialismo italiano, ad esempio, fu a lungo rappresentato dal riformista Filippo Turati, morto in esilio , e dall´"intransigente rivoluzionario" Costantino Lazzari, morto in miseria.
A fugare ogni dubbio sulla pari legittimitá delle due posizioni socialiste ci pensarono i gruppi reazionari, italiani ed esteri, i quali con macabra par condicio, ammazzarono il riformista Matteotti e il massimalista Di Vagno, il grande leader pacifista del socialismo francese Jean Jaurés e la grande teorica rivoluzionaria della socialdemocrazia tedesca Rosa Luxemburg, che qualche volta avevano amabilmente polemizzato fra loro nei congressi dell´Internazionale. Per „completezza" ammazzarono anche il liberalsocialista Rosselli.
Ma chi lascia il movimento - sia pure cosí diversificato nelle sue componenti interne - non é piú socialista, né di destra, né di sinistra.
Resta pero´ da definire quando si é dentro e quando fuori dello schieramento socialista, quali cioé sono i „confini"del socialismo.
A mio modesto avviso sono quelli stabiliti dal Congresso di Venezia del PSI del 1957: Democrazia, Classismo, Internazionalismo.
Democrazia, nel partito e nella societá, come scelta irreversibile, in opposizione a tutte le dittature. Lo diciamo con le parole di Sandro Pertini: „...libertá e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi puo´essere vera libertá senza la giustizia sociale, come non vi puo´essere vera giustizia sociale senza libertá".
Ad esse fanno eco quelle di Alberto Jacometti („Ho creduto nel socialismo, che per me ha significato giustizia, libertá, dignitá umana") e di Giuseppe Saragat („Noi non colpiremo mai la libertá e la democrazia per edificare il socialismo, ma edificheremo il socialismo per difendere la libertá e la democrazia").
Per classismo s´intende una convinta collocazione con e dentro la classe lavoratrice, con i „lavoratori del braccio e della mente", come si diceva una volta, con i deboli, con gli umili, con gli indifesi, con gli emarginati e con gli sfruttati, per il riscatto del lavoro, attraverso una vigile e costante lotta contro la conservazione e la reazione, consapevoli che „i diritti e le libertá ottenuti in dono sono illusori" (Anna Maria Mozzoni):
„Per essere socialista devi difendere sempre la causa dei lavoratori" (Filippo Turati).
L´internazionalismo non é che la fratellanza fra tutti i lavoratori del mondo. Esso comporta la piú ferma condanna del nazionalismo, del colonialismo, dell´imperialismo, del razzismo, del fascismo e del nazismo; esso é contro l´oppressione di un popolo su un altro, contro l´arroganza dei piú forti verso i piú deboli. Ad esso é strettamente legata la lotta per la pace: „Guerra alla guerra!" (Clara Zetkin); „né un uomo né un soldo per la guerra" (Andrea Costa); „il prossimo inverno non piú in trincea" (Claudio Treves).
Ne consegue che la collocazione del socialismo di tutte le sfumature é storicamente a sinistra: „Non esiste nel mondo un partito socialista alleato con la destra" (Ottaviano Del Turco).
„Un socialista degno di questo nome puo´ star male a sinistra; non é piú socialista se sta, piú o meno bene, a destra" (Turi Lombardo).
Per rispondere al quesito iniziale: mentre esistono socialisti „di destra" (all´interno del mondo socialista), non possono esistere socialisti che stanno a destra o con la destra (nello schieramento politico generale).
Eppure , da un certo tempo, é invalso il vezzo- nell´effervescente arcipelago del socialismo italiano - di lasciare „i patrii lidi" per veleggiare verso destra, ma con la presunzione di dirsi ancora socialisti.
Certo, la libertá comporta anche la possibilitá di lasciare il socialismo di ogni sfumatura, come anche quella di riconoscere gli errori e tornare indietro. Ma, per caritá, non confondiamo i ruoli e le parole. Chi si allea o addirittura milita nella destra politica o sociale non ha alcun diritto di dirsi socialista.
Fonte: di FERDINANDO LEONZIO