"ELISABETTA II"
23-05-2020 - IL SOCIALISMO NEL MONDO
“n. 230873” è l'identificativo del Secondo Subalterno Elisabetta Windsor, autista e meccanico in forze durante l’ultimo conflitto nell’Auxiliary Territorial Service: l’erede al trono britannico è riuscita a convincere re Giorgio VI, suo padre, a consentirle di partecipare personalmente allo sforzo bellico. E non ha ancora vent’anni. 75 anni dopo, il 5 aprile 2020, nel suo ruolo di sovrana, rivolge un messaggio straordinario alla nazione, minacciata dal virus che ha causato nel mondo centinaia di migliaia di morti. Parla al popolo britannico e del Commonwealth con accanto una fotografia del padre e il berretto che indossava durante la guerra - primo membro femminile della famiglia reale a servire in uniforme. “Mai arrendersi, mai disperare”, dice la più longeva sovrana del mondo, impeccabile nel suo abito chiaro, i capelli vaporosi, la voce incredibilmente giovane. Sono le stesse parole che l’8 maggio ’45 aveva pronunciato Winston Churchill il giorno della vittoria in Europa contro la Germania nazista. “Mai arrendersi, mai disperare” è il motto che ha guidato la sua vita, fin da quando, poco più che adolescente, si innamorò di Filippo Mountbatten e riuscì a imporlo alla famiglia nonostante non fosse ricco, non avesse un regno, fosse nato all’estero. Alla morte del padre, in una piovosa giornata del 1953 viene incoronata regina del Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Pakistan e Ceylon, oltre che governatore supremo della Chiesa d’Inghilterra e della Chiesa nazionale di Scozia e comandante in capo delle forze armate. Colei che diventerà il capo di Stato che ha viaggiato di più nella storia e più anziano al mondo, il primo sovrano britannico a celebrare nel 2017 il Giubileo di Zaffiro, che segnò il sessantacinquesimo anniversario della sua ascesa al trono, è riuscita a salvare la corona superando indenne gli scandali che hanno travolto i figli a causa delle loro turbolenti vicende matrimoniali. Il malcontento nei suoi confronti arriva all’apice nel 1997 alla tragica morte di Diana, a causa del suo lungo silenzio e il rifiuto di issare la bandiera a mezz’asta su Buckingham Palace, ma le basta un unico messaggio televisivo in cui esalta le doti di “eccezionale essere umano” dell’inquieta ex-moglie del principe Carlo per riconquistare la popolarità perduta. Dotata di un sangue freddo invidiabile, ha saputo suscitare l’ammirazione anche nei più ferventi repubblicani. A Montreal, durante la sua visita ufficiale in Canada nel’64, viene scoperto un complotto per assassinarla da parte del movimento separatista del Quebec: scoppiano disordini, ma non passano inosservati la sua calma e il suo coraggio. Nell’81, le sparano contro a Dunedin in Nuova Zelanda e a Londra mentre percorre a cavallo The Mall durante la “Sfilata della bandiera”. Nel ’92, durante una visita di stato in Germania, a Dresda, un gruppo di manifestanti le lancia addosso delle uova. E una mattina, al suo risveglio a Buckingham Palace, trova un intruso seduto sul letto, che è riuscito a eludere i dispositivi di sicurezza.
Il 21 aprile 2020 Elisabetta II ha celebrato il suo novantaquattresimo compleanno. Durante il suo regno ha assistito a importanti cambiamenti, come la devoluzione del potere nel Regno Unito, il rimpatrio della costituzione canadese e la decolonizzazione in Africa. Attraverso i decenni è riuscita a cambiare in modo impercettibile e a personificare la permanenza, la sicurezza e una sorta di educata implacabilità. In otto decadi ha stretto la mano a un numero infinito di stranieri, inaugurato un numero infinito di palazzi, viaggiato più di qualsiasi capo di stato, incontrato i leaders delle altre religioni inclusi cinque papi da Pio XII a Francesco mostrando sempre un forte sostegno alle relazioni interreligiose. A Dresda le avranno tirato le uova addosso, ma quando nel ’91 parla al Congresso degli Stati Uniti, riceve una standing ovation. E Ban Ki-Moon, segretario Generale delle Nazioni Unite, dopo il suo discorso all’Assemblea, la definisce “un’ancora per il nostro tempo”.
Nessuno è stato mai osservato più a lungo e con maggiore intensità di Elisabetta II. Per 70 anni è stata studiata, riverita, criticata, dipinta, fotografata, rappresentata sugli schermi. Dovrebbe essere la persona meglio conosciuta della storia. Tuttavia, conosciamo pochissimo di lei. Questo fa parte della mistica della maestà: farsi vedere ma non conoscere, onnipresente e imperscrutabile, famigliare e lontana. Non sappiamo nulla delle sue preferenze in fatto di libri, musica, televisione, cibo o film. Si sa che lavora ogni giorno per ore a leggere i documenti di stato che provengono dai ministeri, uffici governativi e ambasciate. Si sa che ama i cavalli, la fotografia, i cani e che è tifosa della squadra londinese dell’Arsenal e che fino a un anno fa guidava personalmente la sua automobile. A differenza del figlio Carlo, i cui giudizi risoluti sono inversamente proporzionali alla sua competenza, si sa è ben informata a proposito di una vasta gamma di soggetti, ma quasi mai esprime forti opinioni. Si sa che “detestava cordialmente” il suo Primo Ministro Margaret Thatcher, ma nel 2013 viola il protocollo per partecipare ai suoi funerali. Se il suo indice di gradimento è al 90% non è solo perché è onnipresente e imperscrutabile. Nel 2012 apre i Giochi della XXX Olimpiade a Londra. Durante la cerimonia di apertura viene trasmesso un cortometraggio della BBC, nel quale la regina ottantaseienne si lancia con il paracadute da un elicottero insieme con James Bond. Se la paracadutista è una controfigura, è la monarca a interpretare sé stessa all’inizio del film. Grazie a questa sua performance, “la più memorabile Bond girl” vince il premio Bafta (the British Academy of film and Television Arts). Piani in caso di morte e preparativi per i suoi funerali sono stati organizzati dal governo inglese fin dal 1960. Recentemente, a 94 anni compiuti, la regina Elisabetta ha dichiarato che non ha nessuna intenzione di abdicare. God saves the Queen.
Fonte: di GIULIETTA ROVERA