"MEDITATE..."
21-10-2019 - AGORA'
… “Ma, una volta che si erano uniti, si facevano torti l'un l'altro, perché non possedevano l'arte politica, sicché, tornando a disperdersi, morivano. Zeus, allora, temendo che la nostra specie si estinguesse, manda Ermes a portare agli uomini rispetto e giustizia, perché fossero regole ordinatrici di città e legami che uniscono in amicizia. Ermes chiede a Zeus in quale modo dovesse dare agli uomini giustizia e rispetto: "Devo distribuirli seguendo lo stesso criterio con cui si sono distribuite le arti? Perché quelle vennero distribuite in questo modo: uno solo che possieda l'arte medica basta per molti che di quell'arte sono profani, e così per gli altri specialisti. Ebbene, giustizia e rispetto devo distribuirli fra gli uomini con questo criterio, o devo distribuirne a tutti?" "A tutti", disse Zeus, "che tutti ne diventino partecipi. Perché non potrebbero nascere città, se solo pochi di loro ne avessero parte, come accade per le altre arti. Istituisci, anzi, una legge per conto mio: chi è incapace di partecipare di rispetto e giustizia sia messo a morte come flagello della città". Così Platone del IV secolo a. c. riporta l’interpretazione di Protagora, nell’omonimo colloquio fra questi e Socrate, sull’importanza della democrazia per lo sviluppo armonico di un popolo.
Certo molto è cambiato da allora per dirla con un frase celebre siamo passati dalla democrazia degli “antichi” (che si svolgeva in maniera diretta) a quella dei “moderni” cioè ad una democrazia rappresentativa che è andata sempre più affermandosi. La differenza fra le due modalità è evidente da un lato una partecipazione diretta alle decisioni, dall’altra la delega a delle persone che vengono scelte attraverso un voto. Insomma come recita l’art. 1, “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Perché non si dia ragione a Jean-Jacques Rousseau che ritiene che chi vota sia libero solo durante il voto, le democrazie “moderne” devono essere capaci di creare un tessuto connettivo fra popolo e suoi rappresentanti è solo così che si può realizzare una partecipazione attiva alla vita politica. Questo si realizza attraverso la creazione di un sistema dove i così detti corpi intermedi svolgono una funzione insostituibile di collegamento. In questo quadro il ruolo dei partiti politici è fondamentale. Ciò vale soprattutto per il nostro Paese dove la Costituzione attribuisce un ruolo fondamentale alla funzione dei partiti politici (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. Art. 49). Peccato che da quando fu promulgata la Costituzione nessuno sia riuscito a rendere effettiva questa norma, definendo, attraverso una legge, cosa significasse esattamente il “metodo democratico”. I Partiti ubriacati del loro potere, grandi o piccoli che fossero, hanno fatto finta che questo fosse un dettaglio e che il loro potere sarebbe stato eterno. Una siffatta scelta ha portato i dirigenti dei partiti ad un delirio di solipsismo e a una politica sempre più avulsa dalla realtà che ha provocato una crisi profonda del sistema. Invece di affrontare lil focolaio dell’infezione la classe politica, tutta, si è lanciata in grottesche proposte di modifica della Costituzione, o pensando che il problema della partecipazione si potesse risolvere con il voto elettronico, con un sì o con un no. La democrazia è tutt’altro: per prima cosa è confronto e poi capacità di sintesi. I dirigenti della sinistra, non avendo in gran parte gli strumenti culturali per analizzare l’attuale momento, hanno abiurato alla loro storia, quella di fendere i più deboli. Anzi hanno scelto l’efficientismo (falso) come stella polare distruggendo i corpi intermedi e scegliendo i propri dirigenti attraverso il sistema delle primarie. Nel mondo ci sono biblioteche intere che dimostrano come questo modo di selezione delle classi dirigenti sia molto poco e per niente democratico, ma fonte di ulteriore infezione della vita politica.
Se la sinistra, che in questi ultimi quaranta anni ha dilapidato tutto il suo patrimonio politico, non riparte dalla creazione di un sistema capace di realizzare partecipazione, giustizia e libertà e con una forte tensione etica sarà certamente destinata a scomparire. La strada è lunga e difficile ma è l’unica che può intraprendere.
Fonte: di ENNO GHIANDELLI