"LA SINISTRA NON C'E'?"
27-12-2018 - AGORA'
Chi avesse avuto la sventura di vedere l’intervista dello scorso 11 Novembre di Formigli a Bersani su La 7, avrebbe ben chiaro il dramma rappresentato dall’inesistenza della Sinistra nel nostro Paese e l’urgente bisogno di costruire una realtà (non necessariamente un unico soggetto) politica in grado di affrontare i temi del lavoro, della giustizia sociale, dell’istruzione (che poi è il vero problema dell’Italia, perché il populismo prolifera in ambienti sterili dove non ci si documenta, non si riflette, non ci si confronta). L’intervista inizialmente quasi goliardica, con un “navigato” Bersani che pretendeva di analizzare a modo suo il disastro politico-sociale del governo lega-cinque stelle dando però più ‘impressione di scrivere i testi per lo spettacolo di Crozza; si è trasformata quasi subito nella riprova dei danni politici fatti dalla nascita del PD e dall’abbandono di un progetto politico serio di Sinistra. Infatti anche in questa occasione, invece di capire i motivi per i quali siamo precipitati in questo baratro, ci si è prodigati a distribuire suggerimenti ignorando il fatto che il quattro marzo scorso gli elettori hanno preferito credere alle bugie, piuttosto che volgersi verso il nulla dell’attuale Sinistra di cui Bersani è un degno rappresentante.
“La sinistra non c’è “ nel nostro Paese, per ammissione dello stesso Bersani che, però, si dimentica di dire perché questa non esiste più e di chi sia la colpa di tale dramma. Certamente Matteo Renzi ha raggiunto nel tempo del suo impero l’obiettivo che si era prefisso; ma il punto è chi glielo ha permesso. Chi sedeva inerme ed inerte in quel Partito ? Perché l’obiettivo raggiunto non è stato solo politico, ma sociale; non sono solo scappati gli elettori, è stato soffocato l’entusiasmo di fare politica, la discussione ed il confronto nelle sezioni locali sono stati eliminati in virtù del sorriso renziano (simile a quello berlusconiano) dell’uomo solo al comando. Ricostruire un progetto di Sinistra, quella che secondo l’illuso Bersani dovrebbe parlare al popolo (ma perché non ci ha parlato Lui in questo periodo !!), è un’ardua impresa perché è stato fatto tabula rasa del patrimonio di persone e intelletti che, invece, è stato sempre coltivato ed incentivato. Prima c’era il desiderio di impegnarsi per la collettività politica e sociale, di misurarsi con i problemi analizzandoli e proponendo soluzioni; adesso c’è solo il protagonismo di pochi, sciocchi individui, che ha consegnato l’Italia ad una manica di fanatici che, quando non sono razzisti, pensano che la democrazia rappresentativa (tanto cara a Calamandrei, Togliatti, Nenni, Pertini, La Pira, Moro, Scalfaro) sia il male del mondo, offendendo in tal modo anche la memoria dei tanti partigiani che si sono battuti per questa e per dar modo al Paese di diventare una repubblica democratica con una costituzione straordinariamente attuale. Dove era Bersani mentre accadeva tutto questo, quando le voci critiche che avvertivano dei pericoli insiti nella riforma costituzionale, nella “buona scuola”, nel Jobs Act, venivano ignorate?
Il pericolo renziano – quello, per intendersi, che ha consegnato il Paese a questo governo - è ancora latente, pronto a rinvigorirsi non appena la carcassa del PD esalerà l’ultimo respiro; speriamo che la Sinistra di cui Bersani (per nostra fortuna) ignora l’esistenza, riesca, invece, a riunirsi intorno ad un progetto politico globale restituendo all’Italia la speranza di un confronto capace ri-costruire una classe politica degna di questo nome.
Fonte: di ERNESTO RICCI