Se c'é un personaggio che strettamente colleghi il socialismo di sinistra francese a quello italiano costui é certamente Gilles Martinet, il cui lungo viaggio teorico e pratico nella sinistra francese, finirà per approdare alla sua originale formula politica, detta del riformismo rivoluzionario, che richiama subito alla mente le riforme di struttura di Riccardo Lombardi. Inoltre Martinet é stato uno dei francesi più vicini all'Italia e un ottimo conoscitore del quadro politico italiano. E ciò per due circostanze del tutto particolari:
1 – Per aver sposato Iole, la figlia minore del grande sindacalista socialista italiano Bruno Buozzi, allora in esilio a Parigi assieme alla sua famiglia.
2 – Per essere stato, dal 1981 al 1984, ambasciatore francese in Italia.
Gilles Martinet, figlio dell'architetto Henry (1867-1936) e di Colette Walwein (1885-1938), nacque a Parigi l'8 agosto 1916. Ancora giovane, fu costretto a interrompere gli studi (liceo Carnot di Parigi) in seguito alla morte del padre, già travolto dalla crisi del '29 [1]. Facendo di necessità virtù, egli trovò lavoro ai servizi esteri dell'agenzia Havas [2], iniziando così una brillante carriera di giornalista. Poté perciò riprendere gli studi e conseguire la laurea in Lettere e poi il diploma di studi superiori in Storia.
Attratto dall'attivismo del movimento comunista, nel 1933 aderì al Partito Comunista [3]; all'epoca del Fronte Popolare [4], divenne segretario dell'Unione degli studenti comunisti di Parigi e nel 1937 partecipò al congresso del partito. Il 7 luglio 1938 sposò Iole Buozzi (1916-2007) [5], figlia del sindacalista socialista italiano Bruno Buozzi, che il 4 giugno 1944 sarà trucidato dai nazisti [6]. Nel 1939, tuttavia, dopo le "grandi purghe di Mosca" [7], lasciò il PCF. Nel 1941 aderì alla Resistenza contro l'invasione nazista della Francia e nel 1943 passò alla clandestinità. Fu in questo periodo che si consolidò la sua vocazione per il giornalismo: quello impegnato, in particolare, tanto che scrisse per il giornale clandestino l'Insurgé, molto vicino al Partito Socialista Operaio e Contadino (PSOP) [8], nato da un'ala del partito socialista SFIO (Sezione Francese dell'Internazionale Operaia) [9].
Nel 1944 ebbe, in collaborazione con le Forze Francesi dell'Interno (FFI) [10] la direzione dell'Ufficio di informazione francese [11]. Finita la guerra, si unì a un gruppo di intellettuali di formazione trotzkista, assieme ai quali fondò il periodico marxista La Revue Internationale[12] (1945-1950). In seguito aderì al Partito Socialista Unitario[13] della cui Direzione entrò a far parte nel 1948. Anche all'interno di tale partito si sviluppò un dibattito, sempre più vivace, avente per oggetto i rapporti con i comunisti.
Si giunse alla rottura quando la maggioranza impose, secondo il volere di Mosca, la condanna – rifiutata anche da Martinet - del titismo[14], ritenuto eretico dal Cominform [15].
Nel 1950, assieme a Claude Bourdel [16] e a Roger Stefane [17], il Nostro fondò il giornale L'Observateur (L'osservatore), rinominato poi L'Observateur d'Aujord'hui, poi ancora France observateur [18] e infine, Le Nouvel Observateur, con Martinet redattore capo dal 1950 al 1964, poi amministratore fino al 1985. Dopo la rottura del 1939 col PCF e con lo stalinismo in genere, Gilles Martinet aveva iniziato una riflessione teorica che lo portò alla critica del leninismo e, nello stesso tempo, alla ricerca di una nuova strada per il socialismo, visto che i vertici della SFIO erano scivolati su posizioni poco consone alla tradizione socialista [19]. Occorreva dunque che il socialismo di sinistra, cioè tutta l'area politica collocata tra la SFIO e il PCF, si incamminasse verso un socialismo democratico capace di guidare i lavoratori verso una società socialista. Questa strada era quella dell'autogestione.
La rottura tra Stalin e Tito, tra Partito Comunista Sovietico (PCUS) e Lega Comunista di Jugoslavia (LCJ) non era stata originata solo da una questione di supremazia politica, ma anche dalla scelta ideologica tra lo statalismo russo e l'autogestione jugoslava proposta da Milovan Gilas. Fu dunque istintivo per Martinet rifiutare la condanna del sistema jugoslavo, basato appunto sull'autogestione economica.
Nel settembre 1951 egli dunque lasciò il Partito Socialista Unitario [20] e aderì all'Unione Progressista (UP) [21]. Naturalmente l'autogestione di Martinet non era da lui vista come un modello da applicare meccanicamente alla realtà, né ridotta solo ai suoi aspetti economici; Martinet auspicava un processo politico che incidesse profondamente sullo Stato e sui suoi apparati e che portasse verso una trasformazione socialista e democratica della società, nell'ambito però di un reale pluralismo politico. Un pensiero, questo dell'autogestione, che fu perciò chiamato riformismo rivoluzionario, cioè un riformismo che cambiasse la società, mediante le cosiddette riforme di struttura. Ed è qui che il pensiero di Martinet [22] si incontra con quello di Riccardo Lombardi [23]. Infatti Il “riformismo rivoluzionario” di Lombardi si fondava , come è noto, sulle “riforme di struttura”, cioè su un processo riformatore che spostasse incessantemente gli equilibri di potere nell'economia e nella società a favore del proletariato.
Dopo le elezioni legislative francesi del 17 giugno 1951, che confermarono il quadro politico precedente, in cui predominava una maggioranza governativa centrista, cui anche la SFIO, dopo la rottura con i comunisti, aveva aderito, benché si fosse registrata una forte avanzata del gollista "Raggruppamento del Popolo Francese" (RPF, 21,7 %) e del PCF, ormai 1° partito della sinistra e dell'intera Francia (25,9 %), apparve chiara a molti la necessità di unificare tutto il frastagliato arcipelago socialista di sinistra che si collocava fra la SFIO e il PCF: un mondo cui ormai apparteneva anche Gilles Martinet. I tentativi in questa direzione nel 1957 portarono infine alla creazione dell'Unione della Sinistra Socialista (UGS), in cui convivevano marxisti e cristiani e di cui lo stesso Martinet divenne segretario generale dal 1958 al 1960.
Poco prima del referendum costituzionale del settembre 1958, che avrebbe visto il ritorno sulla scena politica francese del generale De Gaulle, ebbe luogo il 7 luglio 1958, a Parigi, per iniziativa dell'ex partigiano e deputato socialista SFIO Daniel Mayer (1909-1996), presidente della Lega per i Diritti dell'Uomo (LDH), un incontro politico avente lo scopo di costituire un cartello elettorale capace di raggruppare tutta la sinistra non comunista.
Il risultato, in vista delle elezioni legislative del novembre 1958, fu la costituzione del cartello elettorale denominato Unione delle Forze Democratiche (UFD) a cui aderivano alcuni soggetti politici organizzati, quali l'UGS, rappresentata da Gilles Martinet, e l'Unione Democratica e Socialista della Resistenza (UDSR) [24], rappresentata da Joseph Perrin, oltre a varie personalità provenienti dalla minoranza di sinistra della SFIO, dai sindacati, dalla sinistra cristiana, dall'area radical-socialista, dal giornale marsigliese La Giovare Repubblica, etc. Dell'Ufficio Nazionale dell'UFD, di 10 membri, fecero parte: Albert Châtelet, Edouard Depreu, Laurent Schwartz et Robert Verdier (SFIO), Jean Hyppolyte, Maurice Lacroix (Jeune République), Gilles Martinet (UGS), Pierre Mendés-France [25] (Partito Radicale), François Mitterrand [26], Joseph Perrin (UDSR). Il cartello, anche a causa del meccanismo elettorale, non ottenne alcun seggio. Lacerata dai dissensi interni, un paio d'anni dopo, anche questa organizzazione scomparve.
Il 3 aprile 1960 si incontrarono, con l'intenzione di dar vita a un unico partito, i rappresentanti delle seguenti tre distinte formazioni socialiste:
1 – L'Unione della Sinistra Socialista (UGS), nata nel 1957 dalla confluenza di vari gruppi socialisti che non si riconoscevano più nella SFIO, con leader Gilles Martinet.
2 – Il Partito Socialista Autonomo (PSA) [27], con segretario Edouard Depreux e vicesegretari Alain Savary e Robert Verdier. Vi aderivano, fra gli altri, Daniel Mayer, ex segretario della SFIO e Pierre Mendes France, ex Primo Ministro.
3 – Tribuna del Comunismo, un gruppo di dissidenti comunisti, che prendeva nome dall'omonima rivista ed era guidato da Jean Poperen.
Il partito nato dalla fusione prese il nome di Partito Socialista Unificato (PSU), una forza politica socialista di sinistra, dalla vivace dialettica interna, fortemente ostile alla guerra d'Algeria, di cui Gilles Martinet diventò vicesegretario generale (assieme a Henri Langeot), con segretario Edouard Depreux [28].
Negli anni '60 emerse, nell'ambito della sinistra europea, una costante ricerca nel tentativo di coagulare le sparse forze del socialismo che agitavano lo spazio tra una socialdemocrazia burocratizzata e a volte clientelare e un comunismo depresso dalla destalinizzazione, dalle vicende ungheresi e da quelle cecoslovacche. Questi movimenti a volte rimasero all'interno dei partiti, come nel caso della sinistra laburista britannica e della gioventù socialdemocratica tedesca (Jusos); in altri casi, espressero partiti veri e propri, come appunto il PSU in Francia e il PSIUP [29] in Italia.
A parte la comune collocazione geopolitica, fra i due partiti c'erano però notevoli differenze: il PSU era più movimentista e più eclettico, in quanto comprendeva marxisti di varia scuola: ex PCF, trotskisti, luxemburghiani, oltre a radicalsocialisti e cristiani di sinistra; invece il PSIUP era compatto ed omogeneo e si sentiva erede della sinistra marxista che aveva guidato il PSI dal 1949 al 1957. Il dialogo fra i due partiti fu tenuto soprattutto da Gilles Martinet per il PSU e da Lelio Basso per il PSIUP.
Al congresso di Parigi del giugno 1967 Martinet sostenne la confluenza del PSU nella Federazione della Sinistra Democratica e Socialista (FGDS) [30] presieduta da Mitterrand, ma la sua mozione venne battuta dalla parte favorevole al mantenimento dell'autonomia del PSU, guidata da Michel Rocard [31], che così conquistò la maggioranza e diventò segretario del partito. Martinet venne relegato nella minoranza e non venne neppure inserito negli organi nazionali. Ma non si dette per vinto e continuò a difendere le sue posizioni dalle colonne della rivista da lui fondata Pouvoir Socialiste (Potere Socialista). Nello stesso tempo continuò anche ad allontanarsi dalla politica della Direzione, finché, nel febbraio 1972, lasciò il Partito per aderire al nuovo partito fondato. o meglio rifondato, l'anno prima, del socialismo francese: il Partito Socialista (PS) [32].
All'interno del PS, Martinet aderì alla corrente di sinistra (CERES) [33], guidata da Jean-Pierre Chevénemant [34], in rappresentanza della quale nel 1973 divenne membro del Comitato Esecutivo del partito. Ma l'anno dopo, quando anche Rocard aderì al PS [35], si schierò (1975) con il gruppo di quest'ultimo e con la maggioranza. Gilles Martinet divenne allora segretario Nazionale del PS, dal 1975 fino al 1979, quando i rocardiani passarono in minoranza.
Nel 1979 egli fu eletto deputato europeo (17-7-1979/22-11-1981). Nel 1981, quando lo schieramento di sinistra [36] vinse le elezioni, fu nominato ambasciatore di Francia in Italia. Carica mantenuta fino al 1984. Nel 1988 divenne membro del governo Rocard [37]. Dopo di che, anche per motivi di salute, lasciò la politica attiva. Dal 1997 al 1999 fu presidente della società Dante Alighieri. Uno dei suoi ultimi interventi ebbe luogo nel convegno sul ventennale della morte di Pietro Nenni, organizzato dalla fondazione Nenni [38]. Così Martinet, ormai vecchio, concluse – citando Craxi - il suo discorso su Pietro Nenni, che egli aveva conosciuto quando il grande socialista italiano era in esilio a Parigi ed era amico di suo suocero Buozzi:
Il repubblicano Nenni, il socialista di sinistra Nenni, il riformista Nenni fu uno degli uomini che visse con maggiore lucidità la sua vita e il suo secolo.
Morì a Parigi il 29 marzo 2006. Politico, storico, giornalista, saggista, diplomatico, egli occupa un posto di prima fila nella storia del variegato mondo socialista. Con lui se ne andò un pezzo della storia del socialismo europeo, cui aveva dato un grande contributo non solo sul piano operativo, ma anche sul piano teorico, con la sua dottrina del riformismo rivoluzionario e con i suoi tanti scritti [39]. Ebbe in vita varie onorificenze [40], ma saranno le sue idee a renderne indelebile il ricordo.
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La “Crisi del '29” o “Grande Depressione” fu la crisi economica che nel 1929, in seguito al crollo della Borsa di Wall Street, colpì, in tutto il mondo, ogni settore dell'economia, in particolare l'occupazione e i risparmi.
L'Agence Havas, fondata nel 1835 a Parigi, era un'agenzia di stampa.
Il PC (inizialmente SFIC –Sezione Francese dell'Internazionale Comunista) era stato fondato nel 1920 nel congresso di Tour del partito socialista SFIO (Sezione Francese dell'Internazionale Operaia), in cui la “sinistra”, guidata da Marcel Cachin, favorevole all'adesione all'Internazionale Comunista, aveva conseguito la maggioranza, avendo ottenuto 3808 voti, di fronte ai 1022 del “Centro Marxista”, capeggiato da Jean Longuet (nipote di Marx) e ai 397 astenuti della “destra”, guidata da Leon Blum. Le due correnti minoritarie, subito dopo il congresso, ricostituirono la SFIO.
Coalizione di sinistra che fu al governo della Francia, in seguito alla vittoria nelle elezioni politiche del 1936. Ne facevano parte: la SFIO, il Partito Radical-socialista, il PC, l'Unione Socialista Repubblicana e altri raggruppamenti antifascisti.
Dal matrimonio tra Jole e Gilles nasceranno due figlie: Michéle, insegnante, e Laure.
Bruno Buozzi (1881-1944), operaio metallurgico, nel 1905 aderì al PSI e poi alla FIOM, di cui nel 1911 divenne segretario generale. Deputato socialista dal 1919 al 1926, nel dicembre 1925 divenne segretario generale della CGdL. Ma nel 1926 il pericolo fascista lo costrinse a riparare in esilio a Parigi, dove ospitò Filippo Turati, anch'egli in esilio. Ritornato in Italia, aderì alla Resistenza. Catturato dai nazisti, fu da loro assassinato, assieme ad altri militanti socialisti e antifascisti.
Grandi repressioni avvenute in URSS negli Anni Trenta per impulso del regime staliniano, allo scopo di epurare presunti cospiratori. Ne furono vittime anche importanti dirigenti comunisti, come Lev Kamenev, Grigorij Zinov'ev, Nikolaj Bucharin, Michail Tomskij, Georgij Leonidovič Pjatakov, Karl Radek, ecc.
Il PSOP era stato fondato l'8-6-1938 da militanti della corrente “Sinistra rivoluzionaria” che aveva lasciato la SFIO. Fu sciolto nel 1940 dal governo petainista. Dopo la Liberazione, la maggioranza dei militanti rientrò nella SFIO. Una minoranza aderì al PCF.
Nel congresso dell'unità, svoltosi a Parigi dal 23 al 25 aprile 1905, i due maggiori partiti socialisti di allora, il riformista Partito Socialista Francese (PSF) e il rivoluzionario Partito Socialista di Francia si fusero, anche seguendo le indicazioni dell'Internazionale, dando vita alla Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (SFIO). Ne erano principali esponenti Jules Guesde, Edouard Vaillant, Paul Lafargue (genero di Marx) e Jean Jaurés.
Le Forze Francesi dell'Interno (FFI), organizzazione della Resistenza francese, erano sorte dalla fusione tra tutti i gruppi armati che combattevano contro gli occupanti nazisti.
Poi Agenzia France-Presse, di cui Martinet divenne redattore capo e che nel 1948 fu costretto a lasciare a causa della sua ostilità alla guerra coloniale d'Indocina.
Del Comitato di Redazione facevano parte Pierre Bessaigne, Charles Bettelheim, Gilles Martinet, Maurice Nadeau, Pierre Naville,
Tale partito aveva avuto origine da una corrente interna della SFIO, denominata Battaglia Socialista (BS), guidata da Pierre Commin, che sosteneva Guy Millet, fautore di una linea marxista in luogo di quella “umanista“, voluta da Leon Blum. Ben presto però Battaglia Socialista si divise in due: una parte, maggioritaria, guidata da Commin, fedele alla linea del partito SFIO e una minoranza guidata da Marcel Fourrier, strettamente collegata al PCF, che nel gennaio 1948 finirà coll'essere espulsa dalla SFIO. Subito dopo, nello stesso mese, i dissidenti crearono il Movimento Socialista Unitario e Democratico, che nel suo primo congresso del settembre 1948, prese il nome di Partito Socialista Unitario, con segretario Elie Bloncourt.
Con questo termine s'intende la politica autonoma adottata in Jugoslavia dal maresciallo Tito, non allineata a quella dell'URSS.
Il Cominform (Ufficio di Informazione dei partiti comunisti) fu fondato il 5-10-1947 e sciolto il 17-4-1956. Ne facevano parte i partiti comunisti dell'Europa orientale, il PCI e il PCF. La Lega dei comunisti jugoslavi fu espulsa nel giugno 1946 per i suoi presunti antisovietismo e deviazione dal marxismo-leninismo.
Claude Bourdet (1909-1996), membro della Resistenza, scrittore e giornalista era un militante dell'Unione della sinistra socialista(UGS).
Roger Stefane (1919-1994), scrittore e giornalista, aveva partecipato alla Resistenza.
In questo periodo Martinet sviluppò sempre più la sua battaglia contro la guerra coloniale.
Nel 1914, poco dopo l'assassinio, da parte di un nazionalista, del suo leader Jean Jaurés, grande pacifista, la SFIO aveva aderito alla prima guerra mondiale ed era entrata nel governo di union sacrée; nel 1936 il governo presieduto dal suo leader Leon Blum aveva adottato la politica di non intervento nei confronti della repubblica spagnola, aggredita dai franchisti, sostenuti invece da fascisti e nazisti; nel secondo dopoguerra aveva adottato atteggiamenti filo-colonialisti in Indocina e in Algeria. Avvenimenti tutti che avevano causato varie scissioni nella sua ala sinistra.
Il PS Unitario entrò in una crisi irreversibile e, benché nel 1954 avesse cambiato nome in quello di Partito Socialista di Sinistra, nel 1958 scomparve dalla scena politica francese.
L'UP sorse il 6-12-1950 dalla fusione del gruppo proveniente dal PS Unitario con l'Unione dei repubblicani progressisti e con l'Unione dei cristiani progressisti. Nel novembre 1955 essa parteciperà alla fondazione del Movimento unito della nuova sinistra; e poi alla fondazione dell'Unione della sinistra socialista (UGS).
Esso è compiutamente espresso nella sua opera La conquista dei poteri.
Riccardo Lombardi (1901-1984), laureato in ingegneria industriale, fu partigiano, prefetto di Milano, deputato per molte legislature, giornalista (ex direttore dell'Avanti!), nonché storico leader della sinistra socialista autonomista del PSI.
L'UDSR era stata costituita da elementi della Resistenza non comunista allo scopo di creare un movimento laburista. Nel 1964 essa confluì nella Convenzione delle Istituzioni Repubblicane (CIR) di Mitterrand, che nel 1971, al congresso di Epinay, confluì nel PS.
Pierre Mendes France (1907-1982), avvocato di orientamento radical-socialista, fu sottosegretario nel 2° governo Blum del Fronte Popolare (1936). Entrato nella Resistenza, dopo l'invasione nazista, partecipò al Governo Provvisorio del generale De Gaulle dal 1943 al 1945. Nel 1954-55 divenne Primo Ministro e Ministro degli Esteri, e componente di altri governi. Militó nel Partito Radicale, nel PSA e nel PSU.
Mitterrand (1916-1996) è stato Presidente della Francia dal 1981 al 1995. Ebbe un ruolo fondamentale nell' unificazione socialista, raggiunta con la fondazione del Partito Socialista francese al congresso di Epinay dell'11-12-13 giugno 1971.
Il PSA era stato costituito nel settembre 1958 come reazione dell'ala sinistra della SFIO, contro la posizione del partito sulla guerra d'Algeria.
Depreux (1898-1981), avvocato e militante socialista, nel secondo dopoguerra fu deputato e ministro. Fu segretario del PSA e del PSU.
Il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP) fu fondato il 10-11 gennaio 1954 dall'ala sinistra del PSI, con segretario Tullio Vecchietti. Altri importanti esponenti erano Lelio Basso, Salvatore Corallo, Vittorio Foa, Lucio Libertini, Vincenzo Gatto, Dario Valori.
La FGDS era un raggruppamento politico, fondato da François Mitterrand il 10-9-1965. In esso confluivano parlamentari socialisti e radical-socialisti. Cessò praticamente di esistere con le dimissioni (7-11-1968) del suo presidente Mitterand, in vista dell'unificazione di tutti i socialisti francesi nel PS.
Michel Rocard (1930-2016) aderì giovanissimo al socialismo. Fu segretario del PSU (1967-1973) e del PS (1993-94), membro del Parlamento Europeo e Primo Ministro della Francia dal 1988 al 1991.
Nel 1969 ebbe inizio in Francia il processo di unificazione socialista e la SFIO decise di fondersi con l'Unione dei Club per il Rinnovamento della Sinistra (UCRG) e con l'Unione dei Gruppi e Club Socialisti (UGCS). Con il congresso di Epinay (giugno 1971) aderì al processo unitario anche la Convenzione delle Istituzioni Repubblicane (CIR) di Mitterrand e la nuova formazione unitaria prese il nome di Partito Socialista, con leader lo stesso Mitterand. Nel 1972 vi aderì anche Gilles Martinet.
Il “Centro di studi, di ricerche e d'educazione socialista” (CERES) era stato fondato nel 1966 da Jean-Pierre Chevénement ed altri, in rappresentanza della sinistra del socialismo francese, allo scopo di individuare una strada verso il socialismo diversa da quella della SFIO e da quella del PCF.
Jean-Pierre Chevenement (n. 1939) leader della sinistra socialista è stato sindaco di Belfort, senatore e più volte ministro.
Rocard, alla testa della minoranza del PSU, nel dicembre 1974 aderì al PS di Mitterrand, del cui Ufficio Esecutivo nel febbraio 1975, entró a far parte. Il PSU cesserá di esistere come tale nel 1989.
Lo schieramento della sinistra francese era allora composto dal PS, dal PCF e dal MGRS (Movimento della Sinistra Radical-Socialista). Mitterrand fu eletto presidente della Repubblica e la sinistra conquistò la maggioranza all'Assemblea Nazionale.
Il governo Rocard, nominato da Mitterand, rimase in carica dal 12-5-1988 al 15-5-1991.
Il discorso completo in Radio Radicale del 16-5-2000.
Fra di questi ricordiamo Una certa idea della sinistra e Il marxismo del nostro tempo.
Qui ricordiamo solo che gli fu conferito il titolo di “Cavaliere di gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana”.