"RINGRAZIANDO LA CHIESA..."

25-12-2017 -

Non sarà sfuggito agli osservatori più attenti che la legge sul testamento biologico deve la sua approvazione parlamentare alla ormai quotidiana diatriba interna ad un altro stato, quello Vaticano, e che l´intervento del Papa fatto alcuni giorni prima sulla differenza tra accanimento terapeutico e eutanasia, ha di fatto prodotto l´uscita dall´impantanamento parlamentare in materia, accelerando il passaggio alla approvazione della legge.
Tempistica perfetta quella di Francesco, che batte in velocità il documento CEI di tutt´altra opinione in materia, consegnando nuovamente alla opinione pubblica un parlamento incapace di decisioni di civiltà, sociali e culturali.
Naturalmente si tratta di una legge mozzata e edulcorata, lontana dalle battaglie sui diritti per la libertà del fine vita di questi anni, dalle storie di disabilità importanti portate alle estreme conseguenza da gesti clamorosi, dal rispetto delle volontà della persona spesso discusse in una aula di tribunale. Siamo ancora lontani dal poter dire che possiamo disporre del nostro corpo, nella libertà di scegliere cosa fare di se stessi. È comunque una partenza, che dovrebbe essere vissuta come tale, e che lascia molto ancora alla obiezione di coscienza medica.
E la possibilità e la tutela all´obiettare di un medico, vede, in uno Stato di diritto, la possibilità di scelta per un paziente e la tutela giuridica alla applicazione della legge stessa, perché la dignità di decidere sul fine vita è ad oggi - anche se solo per alcuni aspetti - un diritto.
Non fermiamoci però qua.



Fonte: di PATRIZIA VIVIANI