FRANCISCO LARGO CABALLERO

20-02-2024 -

Francisco Largo Caballero [1] nacque a Madrid il 15 ottobre 1869, in un periodo di forte instabilità istituzionale e sociale, che si concluse nel 1874 con il ritorno al trono spagnolo della dinastia borbonica nella persona di Alfonso XII, che pose fine alla Prima Repubblica spagnola.
Figlio di un modesto falegname, fin da piccolissimo Francisco fu messo di fronte a problemi di notevole peso umano che ne forgeranno il carattere.
In seguito alla separazione dei genitori, andò con la madre a Granada, dove lei aveva trovato lavoro. Ma per poco, giacché i due, alcuni mesi dopo, poterono tornare a Madrid, ospiti di un parente.
Il bambino poté studiare presso un istituto religioso, ma a soli sette anni dovette smettere per andare a lavorare come apprendista. A nove anni trovò occupazione come stuccatore, un mestiere che gli piaceva e che imparò bene, la cui qualifica non lascerà mai più, neanche quando giunse ai vertici dello Stato.
Fu nel 1890, quando gli giunse eco delle parole pronunciate da Pablo Iglesias [2] alla grande manifestazione del 1° maggio di quell'anno, la prima in Spagna, in cui il prestigioso leader socialista chiedeva una giornata lavorativa di otto ore e la fine dello sfruttamento dei bambini nel lavoro.
Fu allora, che Francisco - probabilmente memore delle sue esperienze infantili – decise di iscriversi alla federazione sindacale dei muratori, aderente al sindacato Unione Generale dei Lavoratori (UGT) [3]. Nello stesso anno sposò Isabel Alvarez Fernández, da cui l'anno dopo ebbe il figlio Ricardo Largo Alvarez, ferroviere. Tre anni dopo, il 9 marzo 1893, si iscrisse anche al Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), della cui storia diverrà uno dei principali protagonisti.
Il PSOE era un partito di classe, fondato clandestinamente nel 1879, nel corso di un incontro a cui parteciparono 25 persone, in una taverna di Madrid e godeva di grande prestigio fra i lavoratori. Era il secondo partito socialista del mondo dopo la socialdemocrazia tedesca, oggi SPD, e aderiva alla Seconda Internazionale fin dalla fondazione [4].
Le due adesioni, all'UGT e al PSOE, furono per Largo Caballero, una scelta di vita a cui non venne mai meno, fino alla morte. Suo modello politico fu Pablo Iglesias, leader carismatico e indiscusso del socialismo spagnolo.
Largo cercò fin dall'inizio di migliorare la sua scarsa cultura di base frequentando biblioteche e ascoltando conferenze. Il „salto di qualità“ da semplice militante a dirigente lo fece nel 1899. Al V congresso del PSOE, tenutosi a Madrid, entrò nel Comitato Nazionale del Partito, allora presieduto da Iglesias. Nello stesso anno si tenne il congresso dell'UGT , in cui Caballero fu eletto vice-tesoriere del sindacato.
La sua ascesa all'interno delle due organizzazioni socialiste, gli consentì anche di avere degli incarichi pubblici.
La sua prima nomina fu quella di componente dell'IRS (Istituto per le Riforme Sociali) e di componente di tribunali arbitrali nei conflitti di lavoro. Ma assai più visibile divenne la sua azione politica nel 1905, quando fu eletto consigliere comunale di Madrid, carica che ricoprì per cinque volte e in cui ebbe modo di mostrare le sue qualità di puntiglioso e onesto amministratore, oltre che le sue notevoli capacità organizzative.
Nello stesso periodo si rivelò anche, seguendo le orme di Iglesias, un fermo sostenitore di una politica sociale riformista, molto attento alla concretezza dei provvedimenti. Nel 1909, rimasto vedovo, Largo Caballero contrasse un secondo matrimonio con Concepción Calvo, che morirà nel 1935. Da lei avrà tre figlie (Concepción, Carmen e Isabel) e un figlio (Francisco), nati tra il 1912 e il 1919, con cognome Largo Calvo. Nello stesso anno 1909, in occasione della Settimana Tragica [5], fu arrestato, assieme ad altri leader socialisti, per aver presieduto una manifestazione contro la guerra.
Nel 1910 fu eletto, assieme a Indalecio Prieto [6], consigliere provinciale di Madrid, primi socialisti a ricoprire quel ruolo. Sempre nello stesso periodo gli venne affidata la riorganizzazione della Mutualitá Operaia, che dava assistenza medica e farmaceutica a circa diecimila famiglie collegate con l'UGT, di cui dal 1908 era divenuto vicepresidente.
Toccò a lui gestire i difficili rapporti col sindacato anarcosindacalista Confederazione Nazionale del Lavoro (CNT), fondato nel 1911.
Gli anni che seguirono, a partire dal congresso socialista del 1912, furono per Largo Caballero densi di avvenimenti e utili per consolidare la sua esperienza e i suoi orientamenti politici, che lo porteranno al vertice del socialismo spagnolo dopo la morte di Iglesias. Fu da allora che, a cominciare dalla sua diffidenza circa un' eventuale intesa coi repubblicani, comincerà a scontrarsi con Indalecio Prieto, suo eterno rivale all'interno del PSOE.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, la Spagna dichiarò la sua neutralità. Tuttavia, nel corso della guerra, l'inflazione aumentò: i salari crescevano molto lentamente, perdendo
perciò potere d'acquisto, mentre crescevano i prezzi di prodotti di prima necessità, come pane, latte, uova, pesce e carne. Tutto ciò provocò gravi disagi e disordini sociali, sicché i due grandi sindacati, la socialista UGT e l'anarchica CNT, indissero uno sciopero generale (agosto 1917), che si concluse con una dura repressione e con l'arresto dei componenti del comitato organizzatore, di cui faceva parte anche Largo Caballero [7] e che furono condannati all'ergastolo, da scontare nel carcere di Cartagena.
La grande protesta popolare per quelle assurde condanne dei sindacalisti e la loro inclusione nelle liste del PSOE per le elezioni legislative del 1918 indussero le nuove Cortes (Parlamento) ad approvare (8-5.1918) un'amnistia che permise ai quattro, tutti eletti, di uscire dal carcere e di essere accolti a Madrid da una grande folla plaudente.

Largo Caballero fece il suo esordio da deputato nella seduta del 22-5-1918. Non era un buon oratore; era invece un temibile polemista, sempre preparato e documentato sugli argomenti che trattava. Nel luglio 1918 venne eletto segretario generale dell'UGT, dopo esserne stato vicepresidente per dieci anni. In questa veste partecipò ad alcuni incontri internazionali, a Berna, ad Amsterdam, a Washington. Rientrato in patria cercò di realizzare la fusione tra UGT e CNT, ma inutilmente. Soprattutto dovette affrontare, come esponente del PSOE, i gravi problemi sollevati nei partiti socialisti di tutto il mondo, e quindi anche nel PSOE, di fronte alla vittoriosa rivoluzione bolscevica in Russia. Infatti, il 4-3-1919, per impulso di Lenin, fu fondata a Mosca l'Internazionale Comunista (IC), detta anche Terza Internazionale o Comintern.

Nel luglio 1920, a Ginevra, l'ala moderata socialista invece riesumò la Seconda Internazionale, crollata alla vigilia della guerra mondiale. Tutti i partiti o gruppi socialisti furono messi davanti alla scelta a quale aderire. Il PSOE, dopo alcuni congressi straordinari, decise di non aderire all'IC, e per questo subì due scissioni, i cui esponenti, detti tercieristi [8] provenienti soprattutto dalla Federazione della Gioventù Socialista, costituirono poi il Partito Comunista Spagnolo (PCE).
Intanto si erano riniti a Vienna, tra i 22 e il 27 febbraio 1921, i rappresentanti di tredici partiti socialisti, per costituire una nuova Internazionale che si collocasse fra la Seconda e la
Terza Internazionale e che perciò i comunisti chiamarono spregiativamente „Internazionale due e mezzo“ [9], la quale aveva come leader Friedrich Adler[10]. A quest'ultima decise di aderire nell'aprile successivo il PSOE, che non aveva voluto accettare le famose 21 condizioni poste da Mosca per la permanenza nell'IC.
Largo Caballero, pur spostandosi pian piano dall'ala riformista del partito a quella più a sinistra, mantenne sempre il suo spirito autonomista e fu sempre contrario all'inquadramento del PSOE nell'Internazionale Comunista.
Il suo orientamento ideologico era piuttosto quello da lui chiamato la rivoluzione di tutti i giorni, che avrebbe dovuto trovare sostegno in una forte organizzazione del partito, in una presa di coscienza del proletariato e nella conquista di riforme a favore dei lavoratori.
Questa impostazione Largo Caballero volle applicarla anche di fronte alle offerte di collaborazione del regime dittatoriale di Primo de Rivera [11], sperando, nonostante la ferma opposizione di Indalecio Prieto e della minoranza del PSOE, di ottenere una certa libertà di manovra per il sindacato. Caballero fu anche nominato nel Consiglio di Stato [12].
Al congresso del PSOE del 1928 consolidò il suo ruolo nel movimento socialista quando, essendo già Segretario Generale dell'UGT, fu eletto anche vicepresidente del partito [13].
Nel 1929 Largo Caballeŕó abbandonò ogni forma di collaborazione col fallimentare regime di Primo de Rivera e il 17 ottobre 1930 si dichiarò favorevole ad un'intesa coi repubblicani, che si stavano organizzando per rovesciare la Monarchia (Patto di San Sebastiano). Infatti poco dopo entrò egli stesso nel relativo Comitato rivoluzionario per la proclamazione della repubblica e per la formazione di un governo provvisorio fino a regolari elezioni. Il fallimento della rivolta repubblicana di dicembre lo fece però finire di nuovo in carcere, dove poté leggere Il Capitale di Marx.
Fu comunque assolto e poté perciò presentarsi alle elezioni municipali del 12 aprile 1931, nelle quali le forze laico-socialiste conseguirono una grande affermazione [14] e Largo fu rieletto consigliere comunale di Madrid. Era un chiaro segnale della volontà popolare, per cui il 14 aprile successivo il re Alfonso XIII lasciò la Spagna (senza abdicare) e partì per l'esilio [15]. Lo stesso giorno fu proclamata la (seconda) repubblica spagnola e costituito il Governo Provvisorio [16], in cui i socialisti vennero rappresentati da Largo Caballero, che ottenne il Ministero del Lavoro, Indalecio Prieto, Ministro delle Finanze, e Fernando de los Rios [17], Ministro della Giustizia.
Il Governo Provvisorio indisse le elezioni politiche per il 28 giugno 1931:
Il PSOE ottenne 116 deputati che si allearono con i 160 del centro-sinistra (repubblicani, radicali, autonomisti), mentre alla destra ne andarono solo 60. Di conseguenza si formò un governo repubblicano-socialista, che si pose il grande obiettivo di trasformare democraticamente la Spagna semifeudale [18] in una nazione giusta e moderna [19].
L'esperimento, reso di difficile realizzazione dall'opposizione contro il governo, condotta a testa bassa dagli anarchici della CNT da un lato e dai vari raggruppamenti di destra (fascisti, monarchici, agrari, clericali, militari, etc.) dall'altro, non riuscì a decollare, provocando lo sfaldamento dello schieramento governativo e lo spostamento a sinistra dello sfiduciato Largo Caballero, eletto presidente del PSOE nel 1932, che divenne perciò sempre più propenso ad una rivoluzione socialista:

Oggi sono convinto che portare avanti il ​​lavoro socialista all'interno di una democrazia borghese è impossibile; dopo la Repubblica non può venire altro che il nostro regime.

Le nuove elezioni politiche anticipate del 19 novembre 1933 [20], in cui Largo Caballero fu rieletto deputato [21], assegnarono la vittoria alla destra conservatrice e reazionaria, presentatasi unita nello schieramento detto „Confederazione Spagnola delle Destre Autonome“ (CEDA) [22]. Il nuovo governo, sostenuto dai radicali centristi e dalla CEDA, si impegnò con cura nello smantellamento di tutti i provvedimenti e le iniziative legislative del precedente governo progressista, suscitando così movimenti di protesta ed anche rivoluzionari in tutto il Paese [23]. Accusato di partecipare ai preparativi di un moto insurrezionale, Largo Caballero venne arrestato il 14 ottobre 1934, ma, dopo 13 mesi di carcere, il 30 novembre 1935, la Corte Suprema diede ordine di rilasciarlo. Di fronte al caos politico e sociale e all'impossibilità di formare governi stabili, il Presidente della Repubblica decise di indire nuove elezioni. Divenne perciò indispensabile un accordo fra le formazioni laiche e quelle classiste per un ritorno al governo. Anche Largo Caballero aderì dunque al patto fra le sinistre per la formazione di un Fronte Popolare [24] per affrontare le elezioni politiche del 16 febbraio 1936, che vinse con un buon margine [25].
Presidente della Repubblica, il 10 maggio 1936, venne eletto Miguel Azana Diaz (1880-1940) della Sinistra Repubblicana [26].
La destra reazionaria rispose con l'insurrezione militare del 17 luglio 1936, capeggiata dal generale Francisco Franco (1892-1975), che però non riuscì ad impadronirsi dell'intero territorio spagnolo, soprattutto grazie alla spontanea resistenza popolare.

Ebbe così inizio una lunga e sanguinosa guerra civile tra i difensori della Repubblica e le forze oscurantiste, compresa la Falange, partito fascistoide, che ben presto ottennero il sostegno della Germania nazista e dell'Italia fascista.
In seguito all'incerto andamento iniziale della guerra, Largo Caballero, fu nominato Presidente del Consiglio [27] e Ministro della Guerra (4-9-1936) in rappresentanza dell'UGT [28].
Largo Caballero si concentrò sulla vittoria in guerra, senza cercare di realizzare la rivoluzione sociale da lui auspicata. Per rassicurare i governi stranieri, disse che il suo non stava combattendo per il socialismo, ma per la democrazia e il governo costituzionale.
Ma l'anno dopo i violenti scontri di Barcellona tra i militanti trotschisti del POUM e quelli anarchici della CNT da un lato e gli stalinisti del PCE [29] dall'altro, costrinsero, il 17 maggio 1937, Largo Caballero a dimettersi [30].
Da allora egli si ritirò dalla politica attiva, mentre la Repubblica si avviava alla sua definitiva sconfitta, nonostante la solidarietà di tanti intellettuali spagnoli ed esteri [31], delle Brigate Internazionali [32], di tanti socialisti stranieri [33]. Per la Spagna si preparava il lunghissimo periodo della dittatura di Franco (1939-1975).
Largo Caballero da allora condusse una vita ritirata a Madrid, Valencia e Barcellona, dove trascorse gli ultimi mesi di guerra.

Da Barcellona fuggì il 23 gennaio 1939, poco prima dell'ingresso in città delle truppe franchiste, con le sue tre figlie e la cognata. Dopo un lungo girovagare, il 1° febbraio arrivò a Parigi, dove si dedicò alla scrittura, con particolare attenzione ai suoi ricordi e al suo pensiero politico e sindacale [34]. Ma, scoppiata la seconda guerra mondiale (1939-1945), l'11 giugno 1940, quando era ormai imminente l'ingresso dei tedeschi in città, dovette precipitosamente lasciare Parigi, assieme alle figlie Carmen e Isabel [35] e alla cognata Maria, e rifugiarsi in una cittadina, Albi presso Tolone, dove viveva il suo amico e compagno di partito Rodolfo Llopis (1895-1983). Il governo franchista ne chiese l'estradizione (maggio 1941) al governo di Vichy, che fu rifiutata. Ma egli fu arrestato e rinchiuso nel carcere di Nyons (Alvernia), in cui rimase fino al 19 febbraio 1943, quando, dopo una tappa a Lione, fu trasportato a Neully, presso Parigi, dov'era il quartier generale della Gestapo [36], in cui rimase cinque mesi, per poi essere inviato a Berlino.
Dopo essere stato interrogato, fu internato (31-7-1943) nel campo di concentramento di Sachsenhausen a Oranienburg, presso Berlino, dove rimase fino al 24 aprile 1945, quando fu liberato da un'unità polacca dell'Armata Rossa. Dopo quasi quattro mesi trascorsi a Postdam, le autorità sovietiche lo riportarono in aereo a Parigi, dove si ricongiunse con la figlia Carmen e riprese a scrivere. Lì riceveva amici e politici e sognava un ripristino della democrazia nella sua Spagna.

Ricoverato d'urgenza all'ospedale Liautey di Parigi, vi morì il 23 marzo 1946. Il suo corpo fu portato nella sede della SFIO [37], dove rimase esposto per tre giorni. Il 27 marzo 1946 fu sepolto nel cimitero di Pére Lachaise, con gli onori dovuti a un Capo di Stato. Al suo funerale erano presenti circa ventimila persone, fra cui molti socialisti francesi e spagnoli. Lo stesso giorno il giornale spagnolo El Socialista, edito in esilio a Tolosa (Francia), pubblicò un supplemento in cui annunciava la scomparsa del grande leader socialista spagnolo:

Largo Caballero è morto. La sua agonia è stata lenta e dolorosa. Il nostro compagno ha sofferto tutto con quella forza d'animo di fronte alle avversità di cui lui, e solo lui, serbava il segreto.
Scriveva, inoltre, che egli sarebbe stato ricordato come uno di quegli uomini formati da loro stessi, scolpiti nella lotta, un uomo incorruttibile, di insuperabile probità intellettuale, di immacolata onestà.

Egli aveva scritto nel 1941: In qualunque luogo io morirò, è mia volontà che, al più presto possibile, venga trasferito a Madrid [...]. Voglio tornare in Spagna, anche se muoio, dove sono nato e dove ho sviluppato tutte le mie attività per renderla grande moralmente e materialmente.

Questo suo desiderio sarà adempiuto quando in Spagna tornerà la democrazia: l'8 aprile 1978 i resti del leader storico del socialismo spagnolo furono traslati al cimitero civile di Madrid. Lo accompagnarono in questo suo ultimo viaggio cinquecentomila persone.

Dirà di lui lo scrittore Salvador de Madariaga che era il leader più genuinamente operaio dell'operaismo spagnolo. Forse per questo fu assai popolare tra i lavoratori, che vedevano nel suo stile di vita austero il riflesso della loro condizione.

Testimonianza vivente di onestà e dedizione, leader dell'UGT e del PSOE, consigliere municipale di Madrid, Consigliere di Stato, deputato per quattro legislature, Ministro del Lavoro, Ministro della Guerra, Presidente del Consiglio, esule in Francia, perseguitato dai fascisti spagnoli, francesi e tedeschi, internato in un campo di concentramento nazista, fu uno dei principali leader della sinistra socialista in Europa.

Giustamente nella Spagna democratica gli è stata intestata una fondazione.
Sua la seguente considerazione, riportata da El socialista:

Un buon socialista non difende la violenza come sistema. Preferisce un'azione legale e pacifica, ma allo stesso tempo sa che deve essere sempre pronto a combattere il fascismo.


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  1. Il cognome degli spagnoli é formato da due parole: il primo cognome del padre e il primo cognome della madre.
  2. Pablo Iglesias Posse (1850-1925), tipografo, autodidatta, fu in corrispondenza con Friedrich Engels e, il 2-5-1879, assieme ad altri 24, fondò il PSOE. Nel 1888 fondò il sindacato UGT e l'anno dopo ne divenne presidente. Nel 1889 partecipò alla fondazione dell'Internazionale Socialista. Fu anche il primo deputato socialista spagnolo (1910).
  3. L'UGT fu fondata il 12-8-1888 da Pablo Iglesias e altri. Tale sindacato è sempre stato vicino al PSOE, con un legame molto simile a quello che ebbe il PSI con la CGdL fino agli anni Venti del '900.
  4. La Seconda Internazionale fu fondata a Parigi il 14 luglio 1889. Sua deliberazione importante fu l'istituzione del 1° maggio come Festa dei Lavoratori.
  5. Essa consistette in una serie di proteste della classe operaia, specialmente di Barcellona, contro l'invio di nuove truppe per l'attività coloniale nel Marocco spagnolo. La violenta repressione contro i pacifisti causò decine di morti, feriti, arrestati ed esiliati. Ci furono anche alcune condanne a morte, tra cui quella del grande pedagogo Francisco Ferrer (anarchico).
  6. Indalecio Prieto (1883-1962), giornalista, fu uno dei principali esponenti del PSOE. Fu Capo del governo repubblicano spagnolo dal 14-4-1931 al 16-12-1931. Dopo la vittoria fascista in Spagna andó in esilio. Fu Presidente del PSOE dal 29-3-1948 al 1°-4-1951.
  7. Gli altri tre erano i socialisti Daniel Anguiano, Julián Besteiro e Andres Saborit.
  8. Corrispondenti a quelli che in Italia erano detti terzinternazionalisti, cioè sostenitori della Terza Internazionale.
  9. L'Unione Internazionale Socialista o Internazionale di Vienna tentò inutilmente di promuovere la riunificazione delle tre organizzazioni proletarie. Fallito il tentativo, col congresso di Amburgo del 1923 si fuse con la Seconda Internazionale, dando vita all'Internazionale Operaia Socialista IOS!, di cui fecero parte, fra gli altri, lo spagnolo PSOE e l'italiano PSI/IOS.
  10. Alla testa dell'Internazionale di Vienna fu Friedrich Adler (1879-1960), leader della sinistra del Partito Operaio Socialdemocratico d'Austria (SDAPO) e direttore del giornale Der Kampf (La Battaglia), divenuto famoso per aver ucciso, il 21 ottobre 1916, il primo ministro austriaco Karl von Sturgkh, da lui ritenuto responsabile del proseguimento della guerra. Condannato prima all'ergastolo e poi a 18 anni di carcere, Adler fu amnistiato dopo la proclamazione della repubblica e divenne vicepresidente del partito socialdemocratico.
  11. Il generale Primo de Rivera (1870-1930), messosi a capo di un Direttorio militare, nel settembre 1923 realizzò un colpo di Stato, poi avallato dal re Alfonso XIII. Fondò anche il fascistoide partito unico Unione Patriottica Spagnola. Il completo fallimento della sua dittatura nel gennaio 1930 lo costrinse a dimettersi. Morì a Parigi due mesi dopo.
  12. Importante organo consultivo del Governo.
  13. Presidente era Julián Besteiro Fernandez (1870-1940), professore di Filosofia.
  14. Conquistarono 41 capoluoghi di provincia (fra cui Madrid e Barcellona) contro 8 andati ai monarchici.
  15. Si stabilì a Roma, dove dall'ottobre 1922 si era insediato il governo fascista di Benito Mussolini.
  16. Ne era Presidente Niceto Alcalá-Zamora y Torres (1877-1949) della Destra Liberale Repubblicana.
  17. Fernando de los Rios Urruti (1879-1949), docente universitario di Diritto Politico, fu un prestigioso dirigente del PSOE.
  18. L'1 % della popolazione possedeva il 51,5 % della terra. Il 70 % della popolazione era analfabeta.
  19. Il preambolo alla nuova Costituzione così recitava: La Spagna è una repubblica democratica di lavoratori di tutte le classi, organizzati in un regime di libertà e di giustizia.
  20. In quelle elezioni votarono per la prima volta le donne.
  21. Durante la campagna elettorale era stato acclamato come il Lenin spagnolo.
  22. Il PSOE, per impulso soprattutto di Largo Caballero, aveva rotto con la sinistra moderata (i repubblicani) e si era presentato da solo per attirare l'elettorato popolare influenzato dal sindacato anarchico. Il PSOE proponeva la nazionalizzazione delle terre e lo scioglimento degli ordini religiosi, della Guardia Civile e dell'esercito.
  23. Ad esempio la rivoluzione delle Asturie, che aveva portato alla proclamazione della Repubblica Socialista Asturiana. La rivolta fu duramente repressa dal governo di destra con l'invio di truppe marocchine del Tercio de Extranjeros, una specie di Legione Straniera spagnola.
  24. Il Fronte Popolare comprendeva: il PSOE, l'UGT, il PCE, il Partito Operaio di Unità Marxista (POUM), la Sinistra Repubblicana (IR), l'Unione Repubblicana (UR) ed era appoggiato dai nazionalisti galiziani e catalani e dal sindacato anarchico CNT.
  25. Il Fronte Popolare ottenne 287 seggi su 473. Al PSOE andarono 99 seggi. La destra, sostanzialmente unita nel Fronte Nazionale Controrivoluzionario, ne ebbe 156 e i vari gruppi centristi 54.
  26. In precedenza, dal 19-2-1936, in seguito alla vittoria del Fronte, Azana era stato Capo del Governo. In questo ruolo, quando diventerà Presidente della Repubblica, gli succederà Santiago Ceasares Quiroga, del suo stesso partito Sinistra Repubblicana.
  27. Del governo da lui costituito il 4-9-1936 e poi rimpastato il 4-11-1936 fecero parte per il PSOE Julio Alvarez del Vayo, Juan Negrin López, Angelo Galarza, Anastasio de Gracia Villarrubia, Indalecio Prieto Tuero; per la CNT Juan Peiró Belis, Juan Lopez Canchez, Federica Montseny Mané, Juan Garcia Oliver; per il PCE Jesús Hernández Tomás, Vicente Uribe Galdeano; per la Sinistra Repubblicana Mariano Ruiz-Funes Garcia, Giulio Giusto Gimeno, Carlos Esplá Rizo, José Giral Pereira; per l'Unione Repubblicana Bernardo Giner de lo Rios; per la Sinistra Repubblicana della Catalogna José Tomás y Piera, Jaime Ayguadé Miró; per il Partito Nazionalista Basco Manuel Irujo e Ollo.
  28. Il 1° luglio 1936 si era dimesso da Presidente del PSOE.
  29. Il peso del PCE, ora ostile a Largo Caballero, era cresciuto, per il fatto che l'unico Paese ad aiutare concretamente la Repubblica era l'URSS (a parte il lontano Messico).
  30. Presidente del del Consiglio divenne un altro socialista, Julius Negrin (1892-1956) e Ministro della Guerra Indalecio Prieto. Largo lasciò anche gli incarichi politici.
  31. Fra di essi ricordiamo i poeti Rafael Alberti, Marcos Ana, Federico Garcia Lorca, Pablo Neruda, Bertold Brecht, André Breton; gli scrittori Antonio Machado, George Orwell, Ernest Hemingway, Simone Weil, Il'ja Eremburg, Samuel Bechett, Virginia Woolf, Aldous Huxley, John Steinbeck, André Malraux, John Dos Passos, Jean-Paul Sartre, Thomas Mann; il regista Luis Buñuel; i pittori Pablo Picasso, Joan Miró.
  32. Le Brigate Internazionali erano corpi di volontari combattenti a favore della Repubblica in Spagna, provenienti da 53 nazioni. Furono ammesse il 22-10-1936 dal Presidente del Consiglio Francisco Largo Caballero. Gli italiani erano organizzati nella Brigata Garibaldi, comandata dal repubblicano Randolfo Pacciardi.
  33. Fra i socialisti italiani: Pietro Nenni (segretario del PSI/IOS e fiduciario dell'IOS in Spagna, nonché commissario politico di divisione delle Brigate Internazionali), che raccolse le sue esperienze nella guerra civile nell'importante libro Spagna; Carlo Rosselli, teorico del “socialismo liberale” e autore del celebre appello Oggi in Spagna, domani in Italia, assassinato dai fascisti francesi a Bagnoles-de-l'Orne il 9-6-1937. E, ancora, Fernando De Rosa, Emilio Lussu, Aldo Garosci, Alberto Jacometti.
  34. In passato vasta risonanza aveva avuto il suo libro Presente y futuro de la Unión General de Trabajadores.
  35. L'altra figlia, Concepción viveva in Messico. Successivamente sarà raggiunta da Isabel.
  36. Polizia politica nazista.
  37. Sezione Francese dell'Internazionale Operaia (partito socialista francese di allora).






Fonte: di Ferdinando Leonzio