"LA SINDROME DI PASQUALE"

29-11-2017 -

Qualcuno di voi ricorderà la famosa scenetta in cui Totò racconta all´amico che un suo conoscente l´aveva ripetutamente schiaffeggiato chiamandolo Pasquale. All´obiezione dell´amico sul perché non avesse reagito, Totò risponde: «E che mi frega a me, mica só Pasquale, io».
Quest´atteggiamento ci ricorda quello del governo italiano dopo le recenti prese di posizione dell´Unione europea sulla crisi dei migranti e la recentissima sconfitta di Milano nell´aggiudicazione della nuova sede dell´Agenzia europea del farmaco a vantaggio di Amsterdam.
Sarebbe nel vero chi pensasse che questi schiaffi all´Italia derivino da un´insufficiente autorevolezza da spendere in ambito internazionale, e tuttavia, questo non basta a giustificare queste rovinose débacles, dietro vi sono l´inadeguatezza e l´impreparazione della classe dirigente, l´approssimazione nell´affrontare delicati dossiers internazionali e infine, anche l´arroganza che ti convince di avere già in mano tutte le carte.
Nell´ultimo caso, quello dell´Agenzia del farmaco, l´Italia aveva approvato senza battere ciglio, il 22 giugno scorso, il nuovo metodo per l´assegnazione delle sedi delle agenzie europee da ricollocare dopo la Brexit. Il nuovo metodo comportava, in ultima analisi, il sorteggio che, in questo caso, è risultato sfavorevole all´Italia. Naturalmente ora gli esponenti del governo se ne lamentano, dichiarando inammissibile che una scelta di tale portata possa essere riservata a un sorteggio.
Peccato che anche in questo caso, da parte delle élites italiane ci fosse la convinzione, che agiva da retro pensiero, di avere già messo nel sacco i concorrenti, anche sulla base delle due precedenti votazioni. Convinti di avere già la vittoria in tasca si sono accorti di non avere un piano B e sono rimasti con un pugno di mosche in mano.
Evidentemente gli spagnoli non erano stati sensibilizzati dal nostro governo in maniera adeguata, pur essendo stati da noi appoggiati in una precedente occasione, e la Spagna ci ha voltato le spalle, ma soprattutto nessuno dei nostri ha pensato che i paesi centrorientali potessero votare contro la candidatura di Bratislava, in seguito alla quale, gli slovacchi, hanno preferito astenersi. E se si fosse provato a far loro una controfferta? Nessuno, però, ha preso in considerazione l´ipotesi e così la serie delle débacles continua.




Fonte: di ANDREA BECHERUCCI