Arriba, Espana. “Sterminio a chi rinnega la civiltà/ incita il grido alalà! / il grido del fascismo redentor/ in odio al bolscevismo distruttor!”. Il 17 luglio 1936, la guarnigione di Melilla, in Marocco, guidata dal colonnello Juan Seguì, occupa la città e fucila i lealisti, dando inizio all'insurrezione militare contro la Repubblica. Il 23 luglio 2023, dopo il deludente risultato elettorale, Santiago Abascal accusa: “Pedro Sanchez potrà governare senza aver vinto, con l'appoggio del comunismo, del separatismo golpista e del terrorismo che ora avranno ancora più potere di ricatto”.
Sono passati 87 anni, la storia cambia ma le parole restano le stesse. Vox perde, i popolari avanzano ma non sfondano, i socialisti vanno meglio del previsto, la sinistra tira un sospiro di sollievo, eppure l'inquinamento ideologico prodotto dagli eredi di Francisco Franco aleggia tenebroso nell'atmosfera dell'incerta Europa.
Riecheggia in Francia, in Olanda, in Germania, in Ungheria, in Polonia, in Svezia, in Finlandia. La Grecia ha un governo di destra e una forte componente neonazista legata ad Alba Dorata è entrata in Parlamento. Da noi, a Palazzo Chigi, ci sono gli epigoni del Msi, con la fiamma nel simbolo. E Giorgia Meloni tifa senza pudore proprio per gli estremisti iberici.
Sì, il voto nella penisola è andato meno peggio di quanto si temesse ma l'incertezza a Madrid regna sovrana. Riusciranno a formare un nuovo esecutivo o dovranno ricorrere di nuovo alla volontà popolare?
In ogni caso, l'anno prossimo nei 27 Paesi della Comunità si andrà alle urne per il Parlamento di Bruxelles. Quali saranno i nuovi equilibri? La questione delle alleanze torna centrale. Il Ppe, pur dilaniato, avrà l'impudicizia di dialogare con i sovranisti preferendoli al Pse, ai liberali e ai verdi? La maggioranza Ursula, che ha portato la von der Leyn alla guida della commissione, finirà al macero? L'internazionale dei nazionalisti, funesto ossimoro, sarà capace di tessere preziosi, quanto effimeri, equilibri?
Interrogativi ai quali è impossibile rispondere. Tante, troppe, le varianti in campo. Ma la questione è più profonda, metapolitica, per dirla con Pieter Viereck. Il quale asseriva: “Le spiegazioni economiche e politiche non spiegano assolutamente nulla finché siano connesse a una sottovalutazione degli atteggiamenti psicologici, delle idee e delle loro antiche origini”.
Non sappiamo se cape e capi della nuova, vecchia, destra credano davvero a quel che gridano ai quattro venti. Lo stesso Viereck si domandava, a proposito di Hitler e dei suoi accoliti, se fossero sinceri nelle conclamate nefandezze o fossero “soltanto cinici gangsters che ridono delle loro idee raffazzonate”. La sua risposta è che “la maggior parte dei demagoghi sono inebriati dai loro stessi appelli disonesti e cinici”.
Dio, Patria, Famiglia. La triade reazionaria che riecheggia in tutti gli slogan neo-totalitari. Sangue e suolo. Tribù. Appartenenza. Tradizione. Confini. Muri. Chiusure. Un'umanità ossessionata dalle proprie paure. Corpi disseccati dal deserto o affogati nel Mediterraneo visti come stracci da buttare. Gli immigrati, gli stranieri, i diversi: nemici da combattere. Il cambiamento climatico, similmente alla pandemia, è un'invenzione delle oligarchie giudaico-massone, il green deal costituisce un'imposizione affaristica, il cosmopolitismo uccide le identità, i diritti delle donne non devono inficiare la società patriarcale, l'aborto equivale ad un omicidio, ogni comunità Lgbtq va messa fuori legge, i sindacati difendono solo i fannulloni, la democrazia rappresentativa non funziona e alimenta solo la corruzione e i privilegi.
È in corso una violenta battaglia culturale. La disarticolazione e atomizzazione sociale rende sempre più arduo avere blocchi di riferimento. Il contenimento di Vox non deve ingannare. “Stasera dormiamo tranquilli”. Yolanda Diaz, fondatrice di Sumar, sorride per lo scampato pericolo. Una consolazione illusoria e pericolosa. Non si possono molcere i problemi, la partita è ancora tutta da giocare, l'allarme deve suonare sempre più alto. L'onda nera può assumere nuova forza dalla profondità dell'incosciente e strumentale irrazionalità.
L'anima europea si sta lacerando, dividendo. Una parte è anestetizzata, insensibile ai problemi degli altri, ripiegata nella propria rabbia, inebetita dalle bugie, intrisa d'odio. L'altra metà spera, si arrabatta, capisce il dolore e la sofferenza, cerca di farli propri, invoca soluzioni in nome dell'uguaglianza, della fraternità, della libertà, della ragione, della giustizia. Ma lo scoramento è grande.
“I migliori hanno perso fiducia e i peggiori sono pieni di intensa passione…Di quale mostro truce è giunta l'ora?”, poetava sgomento William Butler Yeats nel 1921.