"QUALCOSA SI MUOVE IN EUROPA?"

26-06-2023 -

Di recente si sono registrate alcune novità probabilmente destinate a condizionare il futuro dell'Unione europea anche in rapporto tra loro.

Circa un mese fa nove paesi dell'UE, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Spagna hanno costituito un gruppo informale chiamato ‘Amici del voto a maggioranza qualificata'. Sembra che si sia presa finalmente coscienza di quanto il voto all'unanimità, ancora in vigore al Consiglio nelle materie considerate più vicine agli interessi dei singoli Stati rappresenti un elemento di blocco di fronte alla necessità di interventi rapidi e coesi in settori di primaria importanza come la politica estera e di sicurezza comune e tutti i provvedimenti in materia finanziaria.

L'altra iniziativa di notevole risonanza è stata la seconda riunione della Comunità politica europea tenutasi a Chisinau in Moldavia. La Cpe, nata da una iniziativa del presidente francese Macron aveva tenuto la sua prima riunione a Praga nell'ottobre 2022. Essa intende promuovere e rafforzare il coordinamento fra i paesi europei membri e non membri dell'UE. I punti all'ordine del giorno a Chisinau hanno riguardato principalmente la politica di sicurezza e quella energetica. Questo nuovo forum di confronto potrebbe avere un qualche rilievo nella politica di adesione di nuovi Stati all'UE. Come ha spiegato bene Sergio Fabbrini sul Sole 24 Ore, dopo l'invasione russa del territorio ucraino la politica di vicinato messa in piedi nei confronti dei paesi dei Balcani occidentali e di Ucraina, Georgia e Moldavia si è modificata. La prima reazione dei paesi membri dell'UE di fronte all'invasione russa è stata quella di pensare ad accelerare le procedure di adesione di tali paesi per assicurarne la sicurezza benché fosse chiaro a tutti che sarebbero occorsi anni se non decenni prima che questi Stati potessero raggiungere le condizioni richieste per l'adesione al mercato unico. D'altra parte, una situazione simile si sarebbe potuta tollerare solo a patto che fossero state riviste in seno all'UE le procedure di voto eliminando il voto all'unanimità per alcuni settori per i quali esso è ancora previsto. In caso contrario si sarebbe ancor più evidenziato il problema della tutela dello Stato di diritto che già adesso alcuni dei paesi dell'Europa orientale come Ungheria e Polonia mostrano di avere. Lo stesso rischio si sarebbe corso, magari, in altri paesi anche se neppure una soluzione come quella dell'ampliamento del voto a maggioranza qualificata sarebbe in grado di garantire pienamente da un rischio del genere.

Dunque, cercando di garantire la libertà dei paesi che ancora aspirano ad entrare nell'UE, si mette a rischio la sua coesione.

La Cpe potrà fungere da forum ‘istituzionalizzato' in qualche forma in cui ai paesi membri dell'UE sia possibile discutere anche con i paesi che ambiscono a farne parte e con quelli che non desiderano entrarvi?

A un primo impatto verrebbe da dire che la soluzione sia da rintracciare piuttosto che nell'ennesimo forum di discussione nell'apertura a quella che si continua a chiamare ‘L'Europa a due velocità' considerato che ogni nuova adesione comporta necessariamente maggiori difficoltà nel processo decisionale, soprattutto per come oggi è congegnato.







Fonte: di Andrea Becherucci