"IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE"

25-04-2023 -

Il 25 aprile è una data simbolo della Repubblica che segna uno spartiacque nella nostra vita collettiva. Quest'anno assume un particolare significato perché si tratta di una data che vede guidare il Paese da una rappresentante che ha più di un punto di contatto con quelle forze che furono allora sconfitte. Le premesse ci sono state già dalla commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine. Ha iniziato la (o il) Presidente del Consiglio nel ricordare l'eccidio: ha dichiarato che furono uccisi perché italiani. Così come italiani furono coloro che li consegnarono ai nazisti. Il ministro dell'interno Buffarini Guidi, il questore di Roma Pietro Caruso ed il criminale di guerra Pietro Koch furono coloro che stilarono gli elenchi degli antifascisti e degli ebrei da giustiziare. Uccisi per rappresaglia per l'attentato di Via Rasella compiuto dai GAP comunisti contro un battaglione di soldati nazisti, il Presidente del Senato, sfidando il senso del ridicolo, ha affermato: "I partigiani hanno ucciso dei musicisti pensionati, non i nazisti. Pagina ingloriosa". Lo stesso è uscito con una nuova affermazione sulla mancanza della parola antifascismo nella nostra Costituzione. Effettivamente non c'è, basta però leggere Disposizioni delle Norme Transitorie e Finali per capire perché non c'è la parola fascismo nella Costituzione italiana. La XII norma chiarisce tutto: “E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”. Cioè l'Italia ha una Costituzione che non prevede la presenza del fascismo nelle nostre istituzioni. A queste sgrammaticature sulla Costituzione da parte della seconda carica dello Stato si è aggiunta la perla del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida che ha riproposto il logoro e falso tema della sostituzione etnica. “La teoria della sostituzione è un mito neonazista secondo il quale i bianchi vengono sostituiti dai non bianchi. Spesso, come tante teorie cospirative, in ultima analisi gli ebrei vengono indicati come i veri colpevoli. Oggi la grande sostituzione è un mito della cospirazione di estrema destra, diffuso in Europa negli ultimi anni, composto da due fattori. Il primo sostiene che l'identità occidentale sia sotto assedio da parte di massicce ondate d'immigrazione da paesi non europei, portando ad una sostituzione degli europei bianchi sul piano demografico. Il secondo afferma che questa sostituzione sia stata orchestrata da un misterioso gruppo come parte di un loro grande piano per dominare il mondo – cosa che faranno creando una società totalmente omogenea sul piano razziale. Questo gruppo viene spesso identificato con gli ebrei/sionisti.” Questa lunga spiegazione si trova in un sito che non può certo essere in qualche modo accusato di fiancheggiare le opposizioni. È il sito ufficiale della Presidenza del Consiglio dei ministri (per chi non ci crede può consultare direttamente il sito https://www.governo.it/it/noantisemitismo/pregiudizi-antisemiti-grande-sostituzione).

Fratelli d'Italia sta oramai, anche su questo piano, surclassando la Lega, che pure negli anni precedenti si era distinta in questo campo.

Chi però mi ha più colpito sono state le dichiarazioni dell'On. Luciano Violante, già deputato del PCI, del PDS, dei DS e del PD, il quale, durante una trasmissione televisiva, ha usato delle parole pur apparendo formalmente anodine, si prestano in realtà ad essere lette in maniera ambigua, che paiono in qualche modo sminuire il valore antifascista della nostra Costituzione.

Certo per essere sinceri non possiamo non pensare alla follia del centro sinistra. Abbiamo un Governo espressione di partiti di destra grazie ad una folle legge elettorale che obbliga, per avere qualche chance di vittoria, alla coalizione fra i partiti. Ovviamente la sinistra, in nome di una presunta purezza di ciascun partito, si presenta divisa e regolarmente perde. Se le forze che vanno da quello che veniva pomposamente chiamato terzo polo al PD e ai Cinquestelle e qualche formazione minore si fossero coalizzate la vittoria avrebbe arriso al centro sinistra. Così non è stato ed i comportamenti di questi partiti in questi ultimi mesi non sono certo cambiati, meglio farsi concorrenza fra di sé fino ad arrivare alla fine ingloriosa del terzo polo che nessuna persona normale ha capito.

Torniamo però al nostro tema principale. Alcuni commentatori ritengono che tutto questo polverone venga sollevato per cercare di nascondere gli insuccessi in campo nazionale ed internazionale inanellati da questo governo. Può essere, anzi come effetto collaterale lo è, ma secondo me il vero obbiettivo è quello di cercare di riscrivere la storia. Hanno tentato di circoscrivere il fatto individuando le famigerate leggi razziali del 1938 come il “grande male” del regime fascista. Il fascismo fu, invece, una feroce dittatura e non solo per le ignobili leggi razziali, ma perché fin dall'inizio vietò ogni manifestazione di dissenso e non ebbe remora alcuna ad uccidere, mettere in carcere o costringere all'esilio chi non era d'accordo con le direttive del regime.

Il tentativo di raccontare un'altra storia è partito da quando Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, dichiarò che le origini della destra risalivano a Dante Alighieri. Il coro delle risate salì alto, ma quello che, presumo, gli abbia fatto più male fu il Prof. Franco Cardini, non certo un uomo della sinistra o del centro, che nel suo blog definì tali idee sbagliate. (Minima Cardiniana 404/5 Il ministro Sangiuliano e la polemica su Dante (francocardini.it)).

In realtà su questo tema non esiste il “politicamente corretto” cioè riconoscere le ragioni degli uni e degli altri. Non è più il tempo di stare a guardare dobbiamo reagire e ripristinare la verità storica.

Occorre una forte azione unitaria degli antifascisti, le controdichiarazioni e le facili risposte non sono più sufficienti. Bisogna attivare una forte risposta politica nel Paese. Lo dobbiamo al sacrificio di molti giovani e meno giovani che persero la vita durante la guerra di Liberazione, e a coloro che combatterono il fascismo durante il regime. Grazie a questi uomini l'Italia, vinta durante la Seconda guerra mondiale, riuscì a riemergere e a produrre una Costituzione che è una delle più avanzate del mondo.

Per questi motivi il 25 aprile non può essere una festa bipartisan, come suggeriva qualche giorno fa il Sen. Matteo Salvini, ma deve essere la festa di chi è a favore della libertà.

Non è possibile fare sconto alcuno: o si è a favore o si è contro.






Fonte: di Enno Ghiandelli