"UN ITALIANO CHE HA ONORATO L'EUROPA OVVERO DELLA MORALITA' DELLA POLITICA"

23-01-2023 -

L’undici gennaio di un anno fa se ne andava David Sassoli, europarlamentare per tre legislature, vicepresidente e poi presidente del Parlamento europeo.

Nato a Firenze da genitori entrambi toscani ma trasferitosi giovanissimo a Roma per il lavoro del padre Domenico giornalista che sarà direttore del quotidiano DC ‘Il Popolo’ compie gli studi a Roma, fa le sue prime esperienze nello scoutismo cattolico e si impegna da subito nell’attività giornalistica.

Dapprima attivo nella carta stampata, nel 1992 viene assunto in RAI dove in breve tempo acquisisce riconoscibilità e autorevolezza. La svolta avviene nel 2009 quando lascia la professione per dedicarsi alla politica in campo europeo.

Pe mantenerne vivo il ricordo amici e collaboratori hanno voluto la pubblicazione dei suoi discorsi e degli interventi pronunciati in qualità di presidente del Parlamento europeo. Il libro, appena uscito, s’intitola ‘La saggezza e l’audacia’ ed ha la prefazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alla presidenza del PE Sassoli ha avuto l’opportunità di guidare l’istituzione in uno dei momenti più drammatici che hanno contrassegnato gli ultimi anni: la pandemia da Covid-19.

La sua formazione, come già ricordato, avviene negli ambienti del cattolicesimo democratico. Il suo nome completo, David Maria, richiama, per volontà paterna, quello di David Maria Turoldo, frate dei Servi di Maria e apprezzato poeta spesso in dissidio con le autorità ecclesiastiche. Decisa è anche l’impronta che lascia su di lui la lezione di Giorgio La Pira.

Il suo impegno politico lo porta subito in Europa. Sassoli crede in una forte interdipendenza fra il contesto politico europeo e quello nazionale che, pur senza mai scadere nella polemica spicciola si evidenzia bene dai discorsi raccolti in questo libro.

Il libro è diviso in tre parti: la prima mette insieme gli interventi pronunciati in Italia in occasione di particolari celebrazioni, la seconda i discorsi pronunciati nelle sedi delle istituzioni europee, la terza, infine, gli interventi di apertura alle varie sessioni del Consiglio europeo.

Molte sarebbero le suggestioni che emergono dalla lettura di queste pagine. Dalla necessità di porre la massima determinazione nella difesa delle istituzioni democratiche europee e dei loro valori perché non irreversibili (8 novembre 2019) alla difesa del Parlamento europeo in quanto baluardo a difesa – insieme alla Commissione – del carattere sovranazionale delle istituzioni europee; dalla volontà di aumentare le risorse in bilancio e diminuire le diseguaglianze per arginare le sirene del sovranismo alle conseguenze della pandemia che hanno messo in crisi il modello sociale europeo.

Proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia, Sassoli invoca un ritorno alla visione che ebbe la generazione dei pionieri della costruzione europea perché «è nelle difficoltà che va imbracciato il coraggio e vanno trovate le risorse per ripartire. Alla nostra generazione è adesso richiesto di trovare il coraggio che fu dei nostri fondatori, di gettare lo sguardo verso l’ignoto per rafforzare un progetto a cui molti nel mondo guardano come a un esempio di pace, solidarietà e prosperità» (9 maggio 2020).

Ancora a Sassoli si deve la possibilità che il Parlamento europeo abbia continuato a lavorare anche in periodo di lockdown utilizzando la tecnologia e consentendo così una risposta più pronta ed efficace dell’Europa alle nuove esigenze dettate dalla pandemia.

Il 21 gennaio 2021 si tiene una riunione del forum ufficiale di dialogo del G20 ((Business 20) in cui Sassoli espone gli effetti della pandemia sull’economia europea e sulla coesione sociale del continente. È in questa occasione che dichiara pubblicamente che non potrà essere sufficiente la sospensione delle clausole del Patto di stabilità né il debito associato al finanziamento a misure di sostegno per ovviare alla grave crisi che si è innescata. Per il presidente del PE queste azioni devono rappresentare il prodromo di un Tesoro comunitario. Un tale indirizzo avrebbe tenuto insieme la lezione del cattolico sociale Jacques Delors secondo cui l’assenza di solidarietà avrebbe inferto un colpo mortale all’Europa e quella di papa Francesco che richiama allo spirito di fraternità che aveva guidato la generazione di Adenauer, De Gasperi e Schuman.

Il futuro dell’Europa è nelle mani di chi saprà raccogliere queste sfide.





Fonte: di Andrea Becherucci