"LESSICO MELONIANO"

18-12-2022 -

Il Presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a seguito dell’investitura successiva alle elezioni politiche nazionali del 25 settembre 2022 è divenuto ora il Presidente del Consiglio dei Ministri.

Meloni ha espressamente chiesto di utilizzare, come del resto già avveniva per il ruolo ricoperto all’interno di FdI, l’articolo maschile per designare la sua carica nelle comunicazioni istituzionali. Tale decisione ha fatto discutere a lungo. Dire “Il Presidente” del Consiglio al posto de “La Presidente” (ricordiamo che Meloni è la prima donna ad aver rotto il tetto di cristallo e prendere in mano il timone del Paese), richiama una certa ideologizzazione di un fatto linguistico per cui, solitamente, viene considerato di Destra il mancato utilizzo dell’articolo femminile per declinare la carica e, al contrario, della Sinistra il suo uso. Una situazione fuorviante. Sicuramente siamo davanti una scelta che va oltre l’utilizzo di un’espressione comunemente impiegata a livello cerimoniale per appellare il capo del governo. Si tratta di una posizione identitaria in termini di posizionamento linguistico. Certamente non l’unica per un partito che affonda le radici in una lunga tradizione nazionale. L’intero lessico ha una matrice di riconoscimento identitario coerente con una storia che viene da lontano.

Pensiamo alla recente campagna elettorale che ha condotto FdI e i suoi alleati alla vittoria schiacciante sul centrosinistra. Lo slogan adottato da Fratelli d’Italia è stato “PRONTI a risollevare l’Italia”. Il termine “pronti” mette in moto un aspetto dinamico: è come dire “pronti, via”, iniziamo la comune opera. Il maschile plurale usato non a caso è caratteristica di un “noi” inclusivo che ben si contrappone, ad esempio, al singolo “Credo” dall’alleato di governo, il leader della Lega Matteo Salvini. L’opera comune da realizzare è quella di portare nuovamente in alto l’Italia, affondata dai dieci anni di governo tendenzialmente di centrosinistra. D’altronde il partito di Meloni è stato l’unico nel febbraio 2021 a non aver consapevolmente aderito al governo Draghi, rivestendo così il ruolo di unica forza di opposizione nel neo-nato governo di larghe intese. Conseguentemente l’unico partito idoneo a effettuare il movimento ascendente, qual è quello di risollevare qualcosa che è caduto fin troppo in basso, è proprio Fratelli d’Italia.

Nella arena elettorale Meloni si smarca proponendo le sue issue con parole chiave di chiara connotazione identitaria. Nei suoi discorsi viene fatto esplicito riferimento a termini come nazione, famiglia, natalità, patrioti. In questo modo, come afferma il professor Giuseppe Antonelli, si recupera, dal punto di vista comunicativo, il dna linguistico che con l’avvento della Seconda Repubblica era andato perduto. Infatti a partire dalla “discesa in campo” di Silvio Berlusconi nel 1994, allorquando si svolsero le prime elezioni maggioritarie dell’età repubblicana, si è assistito, con l’introduzione del marketing politico e con il dominio tendenziale del bipolarismo, perlopiù a un processo di omologazione del linguaggio politico. Sebbene il dibattito politico oggi conservi e, per certi versi, accentui i toni aspri e divisivi, il linguaggio, tuttavia, è condiviso, comune per tutti i partiti. Una rivoluzione in confronto all’oratoria degli anni Settanta in cui già dalle prime parole pronunciate dal politico, il cittadino-elettore era in grado di comprendere l’appartenenza politica di chi lo stava pronunciando. Un retroterra espressivo che emergeva in particolar modo per figure come Giorgio Almirante, Sandro Pertini o Marco Follini.

Il Premier Giorgia Meloni, dunque, si spinge oltre l’attuale scenario descritto al fine di distinguersi nettamente dai suoi competitor e marcare l’identità. Nessuna corsa al ribasso per Giorgia. Il ricalco espressivo è privo di parole autoreferenziali o distaccate dalla concreta realtà. Con la capacità che possiede di rivolgersi sempre all’interlocutore, “siamo davanti”, in un continuo dialogo e confronto, la sua narrazione non è mai disgiunta da una chiara, coerente e condivisibile vision, quella del futuro della nostra nazione. La linearità espressiva e la chiarezza delle idee e della loro argomentazione contribuiscono ad accrescere il consenso intorno alla sua figura e attività politica.






Fonte: di Loredana Nuzzolese