"CUI PRODEST?"

25-07-2022 -

Assumendomi il rischio di essere frainteso e di passare per quello che non sono, condivido una riflessione sugli eventi che hanno scatenato e gestito quest'ultima crisi di governo. Parto dicendo subito che non sono tra quanti si stracciano le vesti per le dimissioni di Mario Draghi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (va sottolineato che nessun Ministro si è dimesso, ma solo il Presidente del Consiglio dei Ministri), visto anche che il suo Governo non ha brillato per una politica sociale adeguata (il fatto poi che tra i suoi maggiori sostenitori ci sia Renzi, non lo aiuta). Dimissioni certo inopportune per i modi e per i tempi, visto che mancano pochi mesi alla legge di Bilancio e solo alcuni di più al termine naturale della legislatura. Potremmo anche arrivare ad aggiungere: irresponsabili, date le condizioni geopolitiche attuali e visto che sono state presentate dal capo del Governo dei migliori, il salvatore della Patria non è però riuscito dall'alto delle sue competenze ad addomesticare la sua squadra e i suoi sostenitori.

Ma cosa è successo allora ? Perché i numeri a gli atteggiamenti posti in essere, se analizzati dalle persone comuni, non giustificano un simile atteggiamento. Di certo c'è che Draghi in un anno e mezzo di governo non è riuscito a capire che era il Presidente del Consigli dei Ministri di una Repubblica parlamentare e non il governatore (monocratico) di una banca centrale; e questo è abbastanza deludente per uno dei migliori uomini europei.

Una volta date tutte le colpe a Giuseppe Conte, Draghi poi si è dimesso pur avendo la fiducia in Parlamento (sventolando pateticamente petizioni di sostegno), perché il M5S si è sgretolato sotto il peso della propria inconsistenza trasformandosi dal maggior partito in Parlamento al nulla assoluto e riuscendo a far apparire agli altri il Ministro Di Maio come uno statista (cosa quasi impossibile). La fiducia parlamentare non è mai mancata per colpa del M5S, che poteva tranquillamente essere estromesso dal governo con un Draghi bis “per il bene dell'Italia”.

La fiducia è, invece, mancata, nonostante le incomprensibili affermazioni del segretario del PD: “Domani sarà una bella giornata”; perché gli alleati (quelli di Letta e del PD) Lega e Forza Italia, cioè coloro che la Sinistra ha sempre combattuto politicamente negli ultimi trent'anni, non hanno partecipato al voto in Senato. Perché se loro partecipavano i numeri sarebbero stati sufficienti a garantire il Governo almeno per portarlo all'elaborazione della legge di bilancio. Letta ci dice che non potranno esserci alleanze con chi non ha votato la fiducia a Draghi perché, vista l'inconsistenza numerica e elettorale del M5S, immaginava forse di fare ulteriori alleanze con Lega e F.I. ?

Il fatto è che questi ultimi due “alleati”, fiutata l'incapacità politica di Draghi (grandissimo banchiere, ma scarso statista) si sono buttati a capofitto sull'attuale successo di Giorgia Meloni “donna, italiana e madre” ed hanno affondato la nave prima che tutti potessero scappare. Draghi si è comportato da bambino bizzoso non ha ragionato da uomo delle istituzioni, e ha dato – forse consapevolmente – l'occasione alla peggior destra possibile di governare. Riuscirà la Meloni a vincere le elezioni ? Il panorama politico a sinistra non è solo desolate, è preoccupante ! Con qualche zero virgola che ancora si illude di essere uno statista e che lavora per essere a destra un ago della bilancia (magari imbarcando Brunetta e la Gelmini); ma soprattutto con l'assenza totale di un leader e di un programma che porti la gente a votare per il centro sinistra.

L'unico collante che porterà la gente a votare a queste elezioni è la paura di trovarsi la destra, quella ufficiale e pericolosa (quella che da cinque anni sta lavorando politicamente per guadagnare consenso) al governo del Paese. Un po' come in Francia, solo che in Italia non esiste (per fortuna !) un Macron e non esiste (per sfortuna !!) una sinistra forte e presente come quella di Mélechon capace di arginare i guai della impolitica moderata eccessivamente distante dal paese reale.

In Italia mancano da tempo forze politiche e sociali in gradi di conquistare la fiducia degli elettori, capaci di proporre loro un progetto politico degno di questo nome; quanti si sono affidati agli uomini della provvidenza, ai migliori di turno, non hanno poi costruito un tessuto capace di far riprendere alla politica la guida. Gli elettori hanno dimostrato in più occasioni il loro disagio per questo sciagurato modo di agire. Anche questa volta non c'è tempo per proporre qualcosa di alternativo e credibile, ma adesso si rischia veramente il caos.






Fonte: di Ernesto Ricci