"COSA CI MANCA"

21-03-2022 -

Gli ultimi due anni con i loro tragici eventi dovrebbero averci insegnato non poche cose; o almeno avrebbero dovuto ricordarci insegnamenti appresi molto tempo prima nel corso della nostra esperienza collettiva. Solidarietà, amore per il prossimo, condivisione di percorsi comuni (collettivi), priorità all’interesse ed alle attenzioni collettive rispetto agli egoismi o alle smanie di protagonismo. Ogni nostra riflessione sugli eventi quotidiani parte dall’ipotetica lezione impartita della vita di questo ultimo periodo, ma ad un’attenta riflessione sembra che tutto sia stato vacuo. Se questa pandemia ci ha insegnato qualcosa è che gli individui non sanno regolarsi nell’interesse collettivo, il problema principale della pandemia non sono state le migliaia di morti o l’abbassamento dei contagi per evitare l’ecatombe (visto che ad oggi non siamo ancora riusciti a trovare una cura e che proteggono, ma non curano); è stata l’evasione, il forzato illusorio ritorno ad una normalità che è, purtroppo, ancora lontano. Cene, aperitivi, feste, ferie, tutto pur di non vedere la realtà; realtà che ci dice che torneremo alla normalità, ma non con i tempi sperati e che quindi è necessario rivedere le priorità per tentare di raggiungere prima l’obiettivo. Realtà significa pazienza, ma chi può educare alla pazienza collettiva ? Questo è il nodo principale che dobbiamo sciogliere se vogliamo comprendere la gestione degli ultimi, tragici, eventi che vanno oltre la pandemia ed arrivano alla tragedia della guerra in Ucraina.

Mancano i corpi intermedi che coinvolgono la collettività impegnandola in riflessioni collettive, partiti, sindacati, associazioni, circoli culturali si suono svuotati lasciando il posto all’egoismo delle fazioni. I partiti in modo particolare non esistono più e con loro i sindacati, non esistono più quei luoghi di discussione dove si formava la classe dirigente locale e poi nazionale. Dove non solo si discuteva ma si creava anche un percorso politico con il quale fare (e talvolta anche correggere) delle scelte. La società si è scissa in due anime distinte e tra loro indifferenti: la gente comune che con il proprio lavoro porta avanti il Paese ogni giorno che però è avulsa dal contesto istituzionale e politico e la parte istituzionale Governo e Parlamento (non il Presidente della Repubblica). Ciò che rimane dei partiti (e, spiace dirlo, anche dei sindacati) sta in questa seconda anima avulsa dalla realtà. Tutto ciò è semplicemente drammatico. Si è creato un mostro. Un esempio per tutti le elezioni del Presidente della Repubblica che hanno dimostrato la più totale incapacità ed inconsistenza dell’attuale sistema politico italiano. Riconfermando la gratitudine al Presidente Mattarella (che a differenza del suo predecessore ha accettato questo secondo mandato ob torto collo) il quale ha affrontato egregiamente il suo settennato evidenziando uno stile politico antico ormai dai più dimenticato; è evidente che le elezioni della più alta carica dello stato non sono mai state una passeggiata e spesso hanno richiesto tempo (dopo tutto è una carica quasi inamovibile nel suo operato che dura ben sette anni e che vede una platea di elettori che dovrebbe essere tra le più qualificate). Quello che più ha scandalizzato la prima anima della società è stata l’assenza di una strategia politica e di candidati alternativi da parte di quello che una volta si sarebbe chiamato “centro sinistra”. Un’assenza totale a rimorchio di qualche “zero virgola” che per fortuna di tutti noi è rimasto isolato al suo peso politico. Il PD è la sua piccola galassia non ha saputo offrire un candidato, il nulla politico; quando dall’altra parte circolavano dei nomi incredibili che avrebbero fatto precipitare il Paese nell’abisso. Molti hanno fatto finta di non vedere, ma la società che da troppo tempo da segnali di sofferenza (vedi il tasso di astensione che ad ogni elezione cresce inesorabilmente tra l’indifferenza dei partiti) ha aggiunto anche questa perla all’incapacità del “centro sinistra”.

Adesso si palesa un’altra sciagura umana e politica, la guerra in Ucraina. Ogni giorno vengono i brividi vedere certe immagini (peraltro non troppo differenti da quelle dei barconi inabissati nel Mediterraneo o delle bombe a Bagdad, in Afganistan …); la prima anima della società (quella concreta) si è già mossa inviando generi alimentari, medicinali, coperte, offrendo la loro disponibilità all’accoglienza diretta dei profughi all’interno delle proprie abitazioni. Speriamo che in questa circostanza qualcuno trovi la forza e l’intelligenza di proporre strategie e soluzioni adeguate a costruire un percorso di pace che metta al centro la collettività e non solo gli interessi di bottega. Questo già sarebbe un piccolo mattone per ricostruire un centro sinistra politico nel nostro Paese.





Fonte: di ERNESTO RICCI