"IL SENSO DELLE COSE"

21-11-2021 -

Strano paese il nostro nel quale il dibattito politico si consuma nei sempre più inguardabili talk show televisivi ed abbandona il suo luogo naturale, il Parlamento centrale nella vita politica italiana, dove dovrebbe trovare sintesi, se possibile. Purtroppo, non è così. Dichiarazioni estemporanee di questo o di quel leader, esperti che blaterano su tutto senza sapere di cosa parlano. In questi giorni si sono avute tre episodi diversi fra loro ma che dimostrano la impreparazione della classe politica nostrana.

L’On. Giancarlo Giorgetti (la cui moglie Laura Ferrari, sindaco di Lentate sul Seveso, nel 2019 ha annullato la Festa della Liberazione) conoscitore profondo della Costituzione e ispirato dal recente viaggio negli USA, a Porta a Porta, ha dichiarato: “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”. Cioè non solo fare il Presidente della Repubblica, ma anche guidare l’esecutivo. Ora l’articolo 87 della Costituzione prevede tassativamente quali funzioni può e deve esercitare: “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. Promulga le leggi [Nessun atto del Presidente della Repubblica è valido se non è controfirmato dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità art. 89], ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti. Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione. Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato. Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l'autorizzazione delle Camere. Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere. Presiede il Consiglio superiore della magistratura. Può concedere grazia e commutare le pene. Conferisce le onorificenze della Repubblica.” Non mi sembra che fra queste ci sia l’amministrazione attiva.

La seconda grande esperta della Costituzione è l’On. Giorgia Meloni, forse viste le sue early beliefs è scusabile, la quale propone nientepopodimeno che la riforma della Costituzione che porti ad un sistema Presidenziale. Niente di eversivo, anzi aspirazione legittima. Per raggiungere questo obbiettivo propone l’elezione, col sistema proporzionale, di un’Assemblea Costituente che abbia il compito di emendare la nostra Costituzione. Niente di più errato, la nostra Carta prevede la modalità per modificarla (articolo 138 Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti). Al di fuori di questa procedura non è possibile modificare la Costituzione Italiana per cui la proposta della leader di Fratelli d’Italia è una palese dimostrazione della sua incompetenza.

Il terzo episodio che mi ha colpito è il comportamento del Senatore di Scandicci Matteo Renzi. La pubblicazione della notizia che il Senatore ha percepito compensi per la sua attività di conferenziere in giro per il mondo è eticamente grave. Niente di illegale ma ogni politico deve dimostrare di essere come “la moglie di Cesare”, cioè al di sopra di ogni sospetto. Non è opportuno che il segretario di un partito, sostenga o meno, il governo, abbia rapporti economici sia con privati sia con stati esteri o con soggetti da essi dipendenti. Quando poi questi sono con un regime come quello saudita le perplessità aumentano in maniera esponenziale. Quindi è giusto che si conoscano gli introiti dei Parlamentari e dei dirigenti politici, tutti senza esclusione alcuna, e dei loro parenti più prossimi.

Queste misure sono necessarie ma non sufficienti per cercare di moralizzare la vita politica. Fino a che non si riesce a creare nel paese un clima diverso che faccia sentire in maniera possente la riprovazione verso l’ignoranza e la moralità dei politici ogni azione di ristabilire il primato della politica (con la P maiuscola) appare impossibile.

Forse sono un inguaribile sognatore perché ritengo che qualsiasi stagione politica non possa basarsi che su una concezione quasi monacale del comportamento morale dei partecipanti alla vita pubblica soprattutto nel caso del nostro paese dove l’architrave su cui si regge la Costituzione sono i partiti. Eppure, in Italia c’è una grande voglia di associarsi, di rendersi utili alla collettività. La partecipazione alle associazioni di volontariato, alle sagre paesane, alle associazioni sportive e a quelle culturali sono la prova di questa voglia di partecipare.

Nessuno sogna di ritornare alle smoked rooms del passato, ma vivaddio fra questo modo di concepire la politica e il credere che con un clic si partecipi alla vita di una associazione, a maggior ragione a quella di un partito o di un sindacato. Credo che esistano forme possibili per coniugare partecipazione e modernità, basterebbe avere voglia di cercarle realmente.

Perché il PD, visto che ha accettato supinamente il turbocapitalismo, non si fa portatore di una vera e propria campagna per un mutamento dei metodi della politica, ovviamente applicandolo per primo a sé stesso? Quando questo sarà fatto non si potrà eludere il problema del finanziamento della politica. O forse qualcuno non vuole raggiungere questi obbiettivi perché è interessato ad altro?

Il sonno della ragione genera mostri ma anche l’ignoranza ci mette del suo. Non sarebbe forse giusto che la sinistra, ovviamente in forme diverse, ripartisse da quei, tanti, intellettuali che sul finire dell’ottocento e gli inizi del novecento si dedicarono all’educazione del proletariato?






Fonte: di ENNO GHIANDELLI