"POVERO GRILLO, POVERO CONTE, POVERO PD, POVERI NOI!"

24-05-2021 -

Ieri abbiamo sentito la dichiarazione che Giuseppe Provenzano, vicesegretario del PD, ha fatto su una delle tante penose esibizioni di Beppe Grillo, penose anche quando le fa solo nella qualità di cosiddetto attore comico, anche quando, specialmente da quando Grillo è entrato in politica, vengono considerate fine satira politico-morale da una opinione pubblica e giornalistica faziosa e incolta.
Penose perché non sono altro che volgari battute quando non sono anche violente e persecutorie ma che, grazie a quell’opinione di cui sopra, l’hanno reso ricco e sfrontato. E, questa volta, sono anche vomitevoli per il volto grottesco e la gestualità istrionesca, scomposta, esagitata che Grillo ha esibito aggredendo verbalmente e volgarmente una ragazza la quale aveva denunciato due anni fa di aver subìto violenza carnale da parte di un gruppo capeggiato dal figlio di Grillo nella bella villa che questi possiede sulla Costa Smeralda.
Da qualche settimana Grillo tace, non si è fatto più rivedere non si sa se per propria scelta o perché i suoi gli hanno detto che l’ha fatta grossa. Comunque ne siamo lieti, ci guadagniamo in salute: ogni volta che si manifesta fa danni all’Italia.
Tutti conoscono le parole usate dall’esagitato clown in questa occasione abusando del suo ruolo politico: non è quindi il caso di riportarle anche perché faremmo torto a noi stessi. È interessante invece ricordare quelle pronunciate nel pomeriggio da Giuseppe Provenzano, ex ministro e vice-segretario del PD.
In mattinata Enrico Letta si era limitato a dire che le parole di Grillo «sono inaccettabili»; poi aveva parlato la sua vice-segretaria, Irene Tinagli, che – pur essendosi allargata fino ad esprimere «solidarietà alla ragazza, alla famiglia e alle vittime di ogni violenza» – sulla politica si era limitata a dire che, appunto, «la politica deve sempre affermare questo principio». L’ex segretario Nicola Zingaretti era stato ancora più laconico: «Grillo? Un bruttissimo modo, purtroppo, per affrontare un tema privato».
Nelle alte sfere della Kommandantur del PD non sapevano che pesci pigliare e si restava sul generico; a questo punto – visto che Conte, il leader che Zingaretti e Bettini vorrebbero per il campo aperto progressista, non aveva ancora battuto un colpo – hanno mandato Provenzano a votarsi a San Giuseppi perché dia una bella sbianchettata a Grillo e ai ‘grillini’ o, forse, dopo avere eliminato Casaleggio, per fare fuori anche Grillo, ormai impresentabile per un PD tutto al femminile. Un compito arduo perché Giuseppi dovrebbe cominciare con lo sbianchettare se stesso. E forse è il caso che anche il PD faccia un bell’esame di coscienza.
Non abbiamo capito se Provenzano, imbacuccato, si è messo la mascherina per dovere di pandemia o per nascondere il suo imbarazzo quando ha aggiunto alla ‘condanna’ all’inaccettabilità anche un giudizio politico sull’impresa di Grillo: «Il M5S acceleri la sua transizione e con la guida di Conte abbracci sempre e comunque garanzie e principi dello Stato di diritto, quel video è semplicemente inconcepibile e da condannare».
Qui, in sostanza, viene detto che il M5S non ha molto a che fare con lo ‘stato di diritto’ e deve fare ancora molta strada per entrare nel consorzio di una politica civile. Tuttavia, in atto, il PD lo considera come una sua costola, anzi come un terreno fecondo sul quale coltivare il nuovo ulivo di Letta.
Il colpo di Conte (cerchiobottista e anòdino) finalmente è arrivato ed è stato lungo, ma sordo, nel senso che ha dedicato molte più parole a compiangere Grillo che alla ragazza e ancora meno per definire una linea politica chiara: «Ho avuto modo di parlare con Beppe Grillo in più occasioni e conosco bene la sua sensibilità su temi particolarmente delicati … Sono ben consapevole di quanto questa vicenda familiare lo abbia provato e sconvolto … Comprendo le preoccupazioni e l’angoscia di un padre, ma non possiamo trascurare che in questa vicenda ci sono anche altre persone, che vanno protette … vale a dire la presunta vittima ... In questa vicenda vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche. Con il M5S mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne».
Naturalmente, fatta eccezione del caso in questione.
Tuttavia è bastato questo sproloquio perché Enrico Letta e i suoi tirassero un sospiro di sollievo: non gli è parso vero di potere disporre di un paravento – non ricordavano di disporre già della ‘mascherina’ – dietro cui nascondere il proprio imbarazzo politico.
Letta e Conte si guardano a vista, come ciclisti in surplace, per scattare prima dell’altro: come prova di ciò basta la vicenda della candidatura a sindaco di Roma che ha visto Letta pendere dalle labbra di Conte o la corsa che entrambi hanno fatto qualche settimana dopo per essere primi a gridare ‘grazie Fedez’ o ‘io sto con Fedez’ e accaparrarsi i ‘follower’ di cotanto ‘leader’; forse dobbiamo rassegnarci a consegnare la politica ai ‘like’ dei ‘social’ – mamma sempre incinta del conformismo – e al bombardamento mediatico che manipola l’uomo.
Se non siamo veramente un popolo di ‘gonzi’, non saranno molti a credere nelle ‘ammuine’ del PD e di Conte per fare apparire che la loro alleanza è in pericolo a causa della volgare violenza di Grillo; è più verosimile che esse servano a nascondere le due alternative reali: o l’alleanza la fanno come che sia perché nessuno dei due può sperare di vincere le elezioni senza l’altro o, se i 5S si squagliano – come il PD, in cuor suo, desidererebbe – se ne spartiscono le spoglie così che il PD possa riprendere quota e Conte, finalmente, possa fare il ‘suo’ partito ‘terzo-settorista’.




Fonte: di GIUSEPPE BUTTA'