"SI (1994-1998) - (Socialisti Italiani)"

23-03-2021 -

Quando il PSI, travolto dai debiti, dalle inchieste giudiziarie nei confronti di vari suoi esponenti, dalla disgregazione del suo gruppo dirigente e dallo sfacelo organizzativo (1) ed elettorale (2), concluse la sua secolare vicenda (3), era giá stato indebolito da alcune recenti e consistenti scissioni (4) e da vari abbandoni (5).
La decisione di messa in liquidazione, e dunque di scioglimento del PSI, fu presa il 12 novembre 1994 dal suo XLVII congresso (6), che approvo', col 63,26 % dei voti, la mozione presentata da Del Turco, Boselli, Giugni ed altri, che si pronunciava per un nuovo soggetto politico, che fosse contrario alla confluenza nel PDS (7), ma anche stabilmente inserito nel centro-sinistra, poiché, come disse l'ultimo segretario del PSI Ottaviano Del Turco (8), non esiste al mondo un partito socialista alleato con la destra.
Del Turco puntava alla costruzione di una forza politica che doveva lavorare per mettere insieme tutta l'area riformista, dalle correnti sparse del socialismo italiano a quelle cristiane, liberali e democratiche, sensibili ai valori della solidarietá (9).
La minoranza craxiana (Babbini, Cicchitto, Manca), contraria allo scioglimento, non partecipo' alla votazione.
Commissario liquidatore venne nominato il socialista Michele Zoppo (1945-2006), a cui venne affidato anche il patrimonio ideale e storico del PSI (simbolo, denominazione, testate giornalistiche), col compito di difenderlo da ogni uso illegale e di deciderne la sorte, sempre salvaguardando le tradizioni storiche del PSI.
A chiusura dei lavori, Giuseppe Albertini, a nome del Comitato Promotore della nuova formazione che si intendeva costituire, invito' i congressisti che volevano aderirvi a presentarsi, il giorno dopo alle ore 10, per partecipare ai lavori della Costituente, dopo aver riempito un modulo di adesione.
Poche ore dopo, il 13 novembre 1994, nella stessa sala in cui si era deciso lo scioglimento del PSI, un'Assemblea Costituente, composta dai delegati al congresso favorevoli a tale progetto, diede vita ad una nuova formazione politica, denominata Socialisti Italiani (SI), che si dichiaro' erede della storia e della tradizione del PSI e che il mese successivo venne ammessa nell'Internazionale Socialista (IS) e nel Partito Socialista Europeo (PSE).
Simbolo del nuovo partito un cerchio con alla base una lunetta verde e lo sfondo bianco, con dentro la scritta „SI“, in nero, ma col puntino rosso; a lato, in rosso, la scritta „Socialisti Italiani“.
L' Assemblea elesse segretario nazionale, per acclamazione, il trentasettenne Enrico Boselli (10) e presidente Gino Giugni (11). Vicesegretario sará Roberto Villetti (12).
Degli eletti alle elezioni politiche del 17-18 marzo 1994 aderirono al SI solo 5 deputati (13) e 2 senatori (14) del PSI.
Seguí un periodo di intenso fervore organizzativo al fine di radicare nel territorio il nuovo partito, che si doto' anche di un proprio notiziario, il „settimanale dei Socialisti Italiani“ Sí al futuro, diretto dall'ex capo ufficio stampa del PSI Carlo Correr (15).
La politica del SI era orientata a ricercare intese elettorali col Patto Segni (16) e con Alleanza democratica (17), con esponenti dei quali aveva costituito alla Camera un gruppo parlamentare denominato „I Democratici“ (18).
I positivi sviluppi di tale collaborazione portarono, il 26 marzo 1995, in vista delle elezioni regionali del succesivo 23 aprile (19), alla costituzione di un cartello elettorale tra Il Patto Segni di Mariotto Segni, AD di Willer Bordon e il SI di Enrico Boselli, denominato Patto dei Democratici. Tale coalizione ambiva alla formazione di un'alleanza di centro-sinistra a due gambe: da un lato uno schieramento democratico formato da varie forze riformiste e, dall'altro il PDS (20).
Il Patto dei Democratici ottenne il 4,2 % e 33 consiglieri regionali (su un totale di 615 da eleggere ), 22 dei quali erano socialisti del SI (21). Il risultato fu causa di qualche malúmore fra gli alleati. Comunque il Patto non ebbe vita lunga, giacché le sue componenti maturarono valutazioni diverse sulla natura de L'Ulivo, il che ne causo' la crisi e, verso la fine del 1995, il dissolvimento.
Dall'8 al 10 dicembre 1995 si svolse, all'Hotel Ergife di Roma, il 1° congresso del SI, al quale era presente il noto leader socialista francese Michel Rocard (22). Il congresso, che riconfermo' segretario Enrico Boselli ed elesse presidente Ottaviano Del Turco, decise di prendere le distanze dall'Ulivo cosí come si stava configurando, cioé come un incontro tra PPI e PDS, col conseguente rischio, per le forze intermedie e per quelle socialiste in particolare, di essere stritolate, ritenendo invece necessaria una rappresentanza piú articolata del centro-sinistra.
Di conseguenza, anche allo scopo di superare lo sbarramento previsto dalla legge (4 % alla Camera), in occasione delle elezioni politiche del 21 aprile 1996, i Socialisti Italiani, fermo restando il sostegno alla candidatura di Romano Prodi come eventuale futuro Presidente del Consiglio, strinsero un patto federativo con Rinnovamento Italiano (RI) (23), col Patto Segni e col Movimento Italiano Democratico (MID) (24), con i quali si presentarono in un cartello denominato „Lista Dini-Rinnovamento Italiano“ (LD-RI) (25).
Il centro-sinistra, guidato da Prodi, vinse le elezioni e la „Lista Dini-Rinnovamento Italiano“ ottenne il 4,3 % nella quota proporzionale e complessivamente elesse 26 deputati (26), di cui 7 del SI (27) e 11 senatori (28), di cui 5 del SI (29).
Il partito dei SI partecipo' al 1° governo Prodi con due sottosegretari: Giuseppe Albertini (30) ai Trasporti e Alberto La Volpe (31) ai Beni Culturali.
Nel periodo successivo, mentre il governo Prodi lavorava per la piena adesione dell'Italia alla moneta unica europea (euro), prese corpo l'idea del segretario del PDS Massimo D'Alema di creare in italia un grande partito socialdemocratico di tipo europeo che chiudesse l'epoca delle scissioni attraverso la fusione del PDS con altri partiti e movimenti di sinistra e desse vita a una formazione politica che si collocherebbe nell'area dei partiti socialdemocratici e laburisti europei.
Si trattava di quella che poi sará detta la La Cosa 2 (32).
La proposta fu rigettata dal partito SI (33), che non la lesse come una proposta di fusione, dato il forte squilibrio delle forze, ma piuttosto come un assorbimento, un'incorporazione dei socialisti nelle file del PDS, che avrebbe diluito, se non annullato, la peculiaritá della storia del socialismo in Italia.
La proposta di D'Alema, ormai percepita come un invito alla confluenza, fu poi ufficialmente respinta dal Consiglio Nazionale del SI del 22 luglio 1996.
Per il futuro Boselli indico' altre prospettive: Siamo pronti ad affrontare il compito di realizzare l'unitá di tutti i socialisti. Non abbiamo preclusioni verso nessuno, verso alcuna formazione che sia socialista [...] Dovremo, a livello nazionale, promuovere un Comitato che raccolga insieme le diverse esperienze: penso ai Laburisti di Spini, ai socialdemocratici di Schietroma, ai socialisti dell'Unione Democratica di Benvenuto, aperto ai socialisti dei Garofani di Intini (34).
Il dibattito che la proposta di D'Alema aveva suscitato contribuí dunque a far emergere l'esigenza alternativa di ricomporre la diaspora socialista, mediante la creazione di una casa comune di tutti i socialisti.
Con tutta evidenza l'invito di Boselli era rivolto principalmente (35) al Partito Socialista (PS) (36) guidato da Ugo Intini (37), il quale guardava favorevolmente all'iniziativa di Boselli.
Nel 1997 prese vigore l'azione socialista (38) in quella direzione, con l'uscita del primo numero della nuova serie della famosa rivista del PSI Mondoperaio, fondata da Pietro Nenni ed ora diretta da Claudio Martelli (39), ex vicesegretario del PSI e con quella dell'Avanti della domenica, con direttore Carlo Correr; ma soprattutto con il concretizzarsi del processo di riavvinamento del SI col PS.
I due partiti, in vista delle elezioni amministrative del 27 aprile, decisero di presentare liste comuni autonome, al di fuori dei poli.
A Milano la lista comune („Socialisti Italiani Uniti“, con simbolo un garofano e una rosa rossi su sfondo bianco), che presentava come candidato sindaco Giorgio Santerini (40), era capeggiata dai due segretari Boselli e Intini. Il risultato fu deludente (41) (1,3 % e nessun seggio), ma i due decisero di proseguire nell'intesa, confortati anche dal risultato complessivo, che assegno' alle liste socialiste il 3,7 %, decidendo di creare in tutte le regioni italiane i „Comitati unitari per la Costituente socialista“.
Nella successiva tornata elettorale amministrativa del 16 novembre, la forza socialista complessiva venne incrementata, ottenendo un conseso superiore
al 5 %.
Sull'onda di questi significativi successi fu avviato il processo di unificazione socialista, che tuttavia incontro' un primo ostacolo all'interno del PS.
In quel partito, infatti, convivevano due diverse anime: quella unitaria, guidata da Ugo Intini e quella piú strettamente craxiana e antipdiessina, guidata da Gianni De Michelis (42), ultimo vicesegretariío di Craxi, restia a unificarsi col SI, accusato di essere alleato del PDS all'interno del centro-sinistra. Essa piuttosto guardava al centro-destra.
Dopo la contestata elezione di De Michelis a segretario del PS al posto di Intini, la rottura fra le due tendenze divenne definitiva la mattina del 26 settembre 1997, quando il Consiglio Federativo del PS di Intini, riunitosi a parte, decise di avviarsi verso la fusione col SI.
Contemporaneamente si svolsero altre due riunioni:
- il Consiglio Nazionale del SI in cui Boselli affermo' che i socialisti non possono guardare al centro-destra, perché sarebbe contro la loro natura e contro la loro storia;
- il Consiglio Nazionale del PSDI, che aderí alla marcia per l'unitá socialista.
Nel pomeriggio dello stesso giorno ebbe luogo una riunione preparatoria congiunta, presieduta da Enrico Manca (43), alla quale parteciparono Boselli, Del Turco, Villetti (SI), Intini, Manca, Conti (PS Intini), Schietroma (PSDI), Martelli (ind.).
Il 7 e l'8 febbraio successivi ebbe luogo, all'Hotel Ergive di Roma un convegno per lanciare la Costituente Socialista e quindi avviare il processo di unificazione.
Quest'ultimo trovo' la sua conclusione nel congresso di Fiuggi (8-10/5/1998), col quale fu fondato il partito unitario denominato SDI (Socialisti Democratici Italiani).
Esso derivava dalla confluenza di quattro componenti:
1 – Il SI-Socialisti italiani di Enrico Boselli, partito promotore.
2 – Il PS (Partito Socialista), ala di Ugo Intini ed Enrico Manca, che lasciava cosí la sigla PS all'ala di De Michelis, che seguirá altri percorsi.
3 – Il Movimento di Unitá Socialista e Laburista, formato da laburisti autonomisti staccatisi dal MDSL (44), con esponenti principali Alberto Benzoni (45) ed Ennio Ronchinelli (46).
4 – Il PSDI di Gian Franco Schietroma (47), che cosí si allineava alla tradizione socialdemocratica europea. L'adesione avvenne pero' senza un mandato esplicito del Consiglio Nazionale, il che avrá un seguito in futuro.
Il nuovo partito fu subito accolto nell'Internazionale Socialista e nel PSE. I principi a cui esso si richiamava erano: laicitá, antitotalitarismo, diritti umani, civili e sociali, democrazia paritaria, europeismo, federalismo, valorizzazione delle autonomie locali e tutela dell'ambiente. Pur nel mantenimento della propria autonomia socialista, rimaneva ancorato al centro-sinistra.
Presidente ne fu eletto Enrico Boselli, vicepresidente Roberto Villetti e coordinatore nazionale Ugo Intini. Organo del partito l' Avanti della domenica, con direttore Carlo Correr.

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  1. L'11-8-1993 era uscito l'ultimo numero dell'Avanti!
  2. Il PSI, alle elezioni politiche del 27-28/3/1994, nella quota proporzionale ottenne solo il 2,19 %. Alle elezioni europee del 12-6-1994, benché in alleanza con AD, conseguí appena l'1,82 %.
  3. Gli avvenimenti che portarono allo scioglimento del PSI sono stati trattati in saggi storici di vari autori:
    • Giorgio Benvenuto Via del Corso Sperling & Kupfer Editori, 1993.
    • Carmine Pinto La fine di un partito – il PSI dal 1992 al 1994 Editori Riuniti, 1999.
    • Lelio Lagorio L'esplosione – Storia della disgregazione del PSI Edizioni Polistampa, 2004.
    • Valdo Spini Compagni siete riabilitati Editori Riuniti, 2006.
    • Ferdinando Leonzio Lo scioglimento del PSI, articolo pubblicato sul numero di febbraio 2021 di questa rivista.

    • - Rinascita Socialista (coordinatore Enzo Mattina) nella sua maggioranza lascio' il PSI il 19-7-1993. Nel gennaio 1995 RS confluirá nella Federazione Laburista.
    • - La Federazione dei Socialisti (FdS), con leader Franco Piro, Margherita Boniver, Maurizio Sacconi, Ugo Intini, si costituí con l'Assemblea del 28-1-1994.
    • - La Federazione Laburista, con leader Valdo Spini, si costituí con l'Assemblea di Firenze del 4-6/11/1994.
  4. Avevano lasciato il partito, per vari motivi e in tempi diversi, Claudio Martelli, Giorgio Benvenuto, Giorgio Ruffolo, Giuliano Cazzola, Fausto Vigevani, Pierre Carniti.
  5. Vi parteciparono 496 delegati in rappresentanza di 47.789 iscritti.
  6. Il PDS (Partito Democratico della Sinistra) era stato fondato in seguito allo scioglimento del PCI (1991), con segretario Achille Occhetto, il quale si dimise nel 1994, in seguito alla sconfitta dell'Alleanza dei Progressisti e quindi alla vittoria del Polo di centro-destra di Berlusconi. Gli successe Massimo D'Alema. Il PDS era entrato, nel settembre 1992, nell'Internazionale Socialista, col beneplacito del PSI (segretario Bettino Craxi) e del PSDI (segretario Antonio Cariglia) e due mesi dopo era stato tra i fondatori del Partito Socialista Europeo (PSE).
  7. Ottaviano Del Turco (n. 1944), sindacalista, era stato segretario generale aggiunto (segretario generale Luciano Lama) della CGIL. Era stato eletto segretario nazionale del PSI il 28-5-1993.
  8. In quotidiano La Repubblica del 12-11-1994.
  9. Enrico Boselli (n. 1957), di professione dirigente amministrativo, si era iscritto al PSI nel 1973 ed era poi diventato segretario nazionale della Federazione Giovanile Socialista Italiana (1979-1986). Eletto consigliere comunale di Bologna nel 1980 e nel 1985, era poi diventato vicesindaco della cittá (1987). Dal 1990 al 1993 era stato Presidente della Regione Emilia-Romagna. Nel 1993 era entrato nella Direzione del PSI (segretario Giorgio Benvenuto), diventando poi anche vicesegretario del partito (segretario Ottaviano del Turco). Alle elezioni politiche del 1994 era stato eletto deputato.
  10. Gino Giugni (1927-2009), prestigioso docente universitario di Diritto del Lavoro, è ritenuto il “padre” dello Statuto dei lavoratori (1970).
  11. Roberto Villetti (1944-2019), laureato in Scienze Politiche, era stato direttore dell'Avanti! dal 1989 al 1992, quando si dimise per contrasti col segretario del PSI Bettino Craxi.
  12. Giuseppe Albertini, Enrico Boselli, Ottaviano Del Turco, Gino Giugni e Alberto La Volpe.
  13. Maria Rosaria Manieri e Cesare Marini.
  14. Carlo Correr, laureato in Sociologia, è autore di Una lunga marcia – I socialisti italiani dopo il 1993.
  15. Il 31 luglio 1992 Mariotto Segni, giá deputato della DC, riconosciuto leader del movimento referendario aspirante a un radicale cambiamento del quadro politico, fondo' il movimento “Popolari per la Riforma”, che nel 1993 conflui' in AD. Nello stesso anno, pero' lascio' AD per fondare il Patto Segni, di orientamento centrista, che alle politiche del 1994 si alleo' col PPI ed altri gruppi centristi, dando vita al cartello elettorale Patto per l'Italia, che poi sosterrá il governo Dini. Avvicinatosi al centro-sinistra, alle regionali del 1995 costituí, assieme al SI e a AD, il Patto dei Democratici.
  16. Alleanza Democratica (AD) era una formazione politica costituitasi il 15-7-1993, che si proponeva di rispondere alla voglia di cambiamento del Paese, scosso da Tangentopoli, dando vita ad una coalizione di centro-sinistra alternativa al centro-destra.
  17. La relativa intesa era stata raggiunta il 21-2-1995. Al gruppo avevano aderito 9 deputati del Patto Segni, 7 di AD e 5 del SI.
  18. Le elezioni riguardavano le 15 Regioni a Statuto ordinario. Il Patto dei Democratici era presente in 13.
  19. Tale progetto non era condiviso da Romano Prodi, che puntava piuttosto ad un unico soggetto politico (L'Ulivo), comprensivo di tutti i partiti del centro-sinistra.
  20. Il SI elesse anche 69 consiglieri provinciali sui 107 andati al Patto dei Democratici.
  21. Michel Rocard (1930-2016) si iscrisse giovanissimo alla SFIO. Passo' poi al Partito Socialista Unificato, di cui fu segretario dal 1967 al 1973. Nel 1975 aderí al Partito Socialista di Mitterrand. Fu deputato, ministro e Primo Ministro, nonché segretario del PS francese.
  22. Rinnovamento Italiano era un partito politico, sorto l'11-1-1996, attorno alla figura dell'ex Presidente del Consiglio Lamberto Dini, giá direttore generale della Banca d'Italia. Era una formazione politica di centro, moderato, riformista.
  23. Il M.I.D. era un partito di centro, moderato e riformista, fondato il 22-2-1995 dall'ex ministro degli Esteri Sergio Berlinguer.
  24. Delle altre due formazioni socialiste derivate dal PSI: 1) La Federazione Laburista di Valdo Spini si presento' in alleanza col PDS ed ottenne 6 deputati e 5 senatori; il Partito Socialista (PS) di Ugo Intini si presento' da solo ed ottenne al proporzionale lo 0,40 % e nessun seggio.
  25. Dei 26 deputati complessivamente ottenuti dalla “Lista Dini- Rinnovamento Italiano”, 10 andarono a R.I, 8 al Patto Segni, 1 al MID e 7 al SI.
  26. Giuseppe Albertini, Enrico Boselli, Enzo Ceremigna, Giovanni Crema, Leone Delfino, Sergio Fumagalli, Roberto Villetti.
  27. Degi 11 senatori ottenuti dalla Lista Dini, 4 andarono a R.I., 1 al Patto Segni, 1 al MID e 5 al SI.
  28. Livio Besso Corsero, Ottaviano Del Turco (capogruppo del Patto al Senato), Giovanni Iuliano, Maria Rosaria Manieri, Cesare Marini.
  29. Giuseppe Albertini (n. 1952), dipendente pubblico, è stato deputato per quattro legislature, dall'XI alla XIV.
  30. Alberto La Volpe (1933-2017), noto giornalista della RAI ed ex direttore dell'Avanti!, fu deputato nella XII legislatura.
  31. Tale appellativo di origine giornalistica faceva riferimento al fatto che i particolari del nuovo progetto non erano ancora ben delineati e che dunque per il momento si trattava di una Cosa ancora non ben definita. Il numero 2 alludeva al precedente progetto, considerato percio' Cosa 1, elaborato da Achille Occhetto, ultimo segretario del PCI, nel 1990, di dar vita ad un nuovo partito che superasse il PCI e inglobasse la “sinistra diffusa” per dar vita ad una Cosa, di cui ancora non si conosceva il nome e che poi sará il PDS.
  32. Fu invece ben accolta dalla maggioranza della Federazione Laburista di Valdo Spini.
  33. Dal quotidiano L'Unitá' del 23-7-1996.
  34. Spini e Benvenuto aderirono al progetto D'Alema (Cosa 2) e confluirono nei Democratici di Sinistra (DS), della cui Direzione furono designati a far parte.
  35. Tale partito era sorto il 24-2-1996 dalla fusione tra il Movimento Liberal Socialista, nato (28-1-1994) da una scissione dal PSI e il Partito Socialista Riformista (PSR) fondato il 13-11-1994 dalla minoranza del PSI contraria allo scioglimento del partito. Sostanzialmente il PS raggruppava i craxiani di varia estrazione.
  36. Ugo Intini (n. 1941), politico, scrittore e giornalista, giá direttore dell'Avanti! e de Il Lavoro di Genova, era stato deputato del PSI dal 1983 al 1994. Fra le sue opere Avanti! Un giornale, un'epoca e Craxi. Una storia socialista.
  37. A tre anni dalla fondazione il SI poteva contare su 40.000 iscritti e su un centinaio di Federazioni.
  38. Claudio Martelli (n. 1943), laureato in Filosofia, aveva aderito al PSI-PSDI Unificati nel 1966 e nel 1979 era stato eletto deputato; nel 1989 era stato Vicepresidente del Consiglio nel terzo governo Andreotti e nel 1991 anche Ministro della Giustizia. Martelli era ritornato alla politica dopo qualche anno di ritiro.
  39. Giorgio Santerini (1938-2013) era stato giornalista dell'Avanti! e del Corriere della sera e presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI). Ottenne appena lo 0,92 % dei voti.
  40. Craxi commento' da Hammamet: L'avventura della lista Intini-Boselli é finita in un vero disastro.
  41. Gianni De Michelis (1940-2019), docente universitario di Chimica, entro' nel PSI nel 1960, militando inizialmente nell'ala lombardiana del partito. Fu deputato dal 1976 al 1994. Nel 1997 entro' nel PS di Intini, cui successe come segretario.
  42. Enrico Manca (1931-2011) aveva aderito giovanissimo al PSU di Ignazio Silone, divenendo in seguito segretario dei giovani socialdemocratici. Nel 1959 aveva aderito al MUIS di Mario Zagari, poi confluito nel PSI, nella cui Direzione Manca era entrato nel 1972; nello stesso anno era stato eletto deputato, sempre riconfermato fino al 1994. Era stato poi (1994) fra i fondatori del PSR e del PS (corrente Intini), poi confluito nello SDI.
  43. La maggioranza del MDSL (Movimento dei Democratici, dei Socialisti e del Laburisti), guidata da Valdo Spini aderí, invece, ai DS (Democratici di Sinistra).
  44. Alberto Benzoni (n. 1935) si era iscritto al PSI nel 1957. Consigliere comunale di Roma (1971), ne fu anche vicesindaco (1976-1985). Fu assai critico con la segreteria Craxi. Fra le sue opere Il movimento socialista nel dopoguerra (1968, con Viva Tedesco), Il Partito socialista dalla Resistenza a oggi (1980), Il craxismo (1991).
  45. Ennio Ronchinelli (1922-2011), brillante avvocato, Medaglia d'Argento della Resistenza, era stato consigliere comunale e assessore di Padova.
  46. Gian Franco Schietroma (n. 1950), avvocato, era stato consigliere e assessore della Regione Lazio (1990-1995) per il PSDI. Nel 1996 sará eletto deputato nelle liste dell'Ulivo; in seguito sará anche sottosegretario e componente del CSM.


Fonte: di FERDINANDO LEONZIO