"DE'JA' VU"

20-12-2020 -

In questo periodo così triste, carico di angoscia per i molti decessi e per il futuro non proprio luminoso che ci aspetta dove probabilmente ci sarà una ripresa economica, sociale, lavorativa che tuttavia andrà conquistata con molti sacrifici; ci attendevamo un atteggiamento politico adeguato alla situazione.
Il Governo ha sicuramente commesso degli errori (chi ha esperienza nella gestione delle pandemie alzi la mano?) dovuti da un lato all’inesperienza aggravata dalla violenza subdola del virus, dall’altro dall’incomprensibile atteggiamento di una parte degli italiani che non ha saputo stare alle regole manifestando un’isteria collettiva senza precedenti, come se queste fossero dovute ad un capriccio dittatoriale (quando l’Italia è stata costretta a chiudere per arginare il virus e contenere i morti, si è persino parlato di violazione della libertà personale). La destra italiana (che le ultime elezioni regionali hanno fatto emergere più forte che mai, quasi maggioranza nel paese) ha dato uno spettacolo politico indecoroso lanciando dei segnali sconvolgenti (le varie incursioni senza mascherina di alcuni leaders) e fomentando aspettative che nessuno (neppure un ipotetico governo di destra) avrebbe potuto concretizzare in questa circostanza.
Il problema della destra italiana è oggetto di un lungo dibattito dalle nostre parti, un dibattito culturale che in linea di massima ci interessa da un punto di vista sociologico essendo questa rivista avulsa da quel contesto politico. Quello che più preoccupa è ciò che avviene nel cosiddetto centro sinistra, perché è li che affondano le nostre radici seppur in questi ultimi decenni tanti abbiano cercato di stravolgere il contesto politico guardando (e lavorando per) eccessivamente a destra.
Non che il governo Conte sia l’obiettivo politico di chi scrive, tutti sappiamo come e da cosa è nato; ma adesso è indispensabile reggere per superare questo naufragio sanitario, sociale, economico; spero sia chiaro a tutti che non c’è alternativa a questo Governo, anche perché se si va ad elezioni vice la destra.
In questo clima così complicato e pericolo è francamente fastidioso vedere con quanta energia qualcuno si spende per far cadere il Governo con il solo obiettivo di avere un po’ di visibilità. Sembra di essere tornati al 2014 quando quotidianamente il fragile Governo Letta arrancava nella difesa dagli attacchi del segretario del suo stesso partito. Tutti i giorni il capo del partito di maggioranza relativa poneva in essere critiche e intimidazioni politiche indirizzate al Governo fino alla decisione della Direzione di far cadere Letta.
L’unica cosa che distingue l’oggi dal 2014 è che questa volta qualcuno è minoranza nel Paese (le ultime regionali ci confortano da questo punto di vista, basta vedere i numeri della Toscana) perché tanti con il tempo hanno imparato a conoscerlo ed il suo partito è elettoralmente ininfluente. Probabilmente se Conte fondasse un suo partito o si candidasse con uno di quelli che compone il suo Governo metterebbe ancora più in minoranza IV. E’ un déjà vu, forte dei risicati numeri al Senato, ogni giorno si minaccia con il sorriso sulle labbra e “per il bene del Paese” di far cadere il Governo qualora le proposte fatte non fossero accolte. Non è certo un atteggiamento politico costruttivo, responsabile e soprattutto adeguato al momento attuale. Probabilmente le prossime elezioni renderanno giustizia a tutto questo. Non sarebbe male però se nel frattempo a Sinistra si cercasse di costruire un soggetto politico degno di questo nome, capace di coinvolgere gli elettori anche dopo le elezioni; perché se un segnale evidente è stato dato in questi ultimi anni è che la gente ha voglia di partecipare, di confrontarsi, di costruire insieme il futuro di tutti ed è stufa di giochini politici che servono solo ad appagare l’ego smisurato di qualche presunto protagonista.



Fonte: di ERNESTO RICCI