"ELEZIONI IN USA"

27-10-2020 -

Sei un razzista, un bugiardo, un clown, una “vergogna nazionale” e un irresponsabile ha detto lo sfidante democratico nella corsa alla Casa Bianca Joe Biden a Donald Trump durante il più astioso, caotico dibattito TV della storia USA tenutosi a Cleveland il 29 settembre. Una reazione alle interruzioni continue a suon di insulti di Trump quando Biden cercava di parlare. Si sta rivelando, questa, non solo la campagna elettorale più rancorosa della storia, ma anche la più ricca di colpi di scena. Il primo ottobre, due giorni dopo il dibattito TV, l'annuncio: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è affetto da Covid 19. La sera del 2 ottobre viene ricoverato al Walter Reed military hospital. Il figlio Eric esorta gli americani a pregare per quel “vero guerriero” che è suo padre. E gli analisti politici di tutto il mondo si domandano che succederà se il comandante in capo della più grande democrazia del mondo è fuori combattimento durante la campagna elettorale. I più, Naomi Klein compresa, non hanno dubbi: Trump utilizzerà la malattia come una scusa per mettere in atto ciò che sta tentando di fare da mesi: delegittimare le elezioni che è terrorizzato di perdere. Il suo atteggiamento nei confronti del coronavirus è noto: ne ha sempre minimizzato gli effetti devastanti, deridendo Biden perché, in contrasto con lui nei suoi superaffollati comizi, indossa “la più grossa maschera che abbia mai visto” e osserva rigorosamente la distanza di sicurezza. Il 6ottobre, nuovo colpo di scena: Donald Trump viene dimesso dall'ospedale e rientra trionfante alla Casa Bianca. Io sono invincibile, dice. L'8 ottobre Trump è di nuovo in pista ad arringare il pubblico che accorre ai suoi comizi, comportandosi come se l'America avesse ormai vinto la pandemia. Il che non è, visto che pure lui è stato contagiato, come lo sono sua moglie Melania e il figlioletto Barron, i vertici militari e i suoi più stretti collaboratori alla Casa Bianca. Per non parlare del numero di decessi che solo negli USA ammontano a 220.000 e a 8 milioni i contagiati, che non possono certo permettersi di spendere 100.000 dollari per accedere alle cure che sono state prestate al loro Presidente: cocktail sperimentali di anticorpi e steroidi. Donald Trump è di nuovo in pista e per colmare il divario che, secondo i sondaggi, vede Biden in testa, non si risparmia: a bordo dell'Air Force One percorre in lungo e in largo gli States, tenendo due, tre comizi al giorno, consapevole del fatto che i raduni di massa sono la linfa vitale della sua campagna. Comizi, i suoi, dove critica il Food and Drug Administration per le norme troppo severe fissate per l'approvazione del vaccino. Lancia accuse ai democratici, che “stanno pianificando di chiudere le chiese” e “vogliono far fuori le vostre vacche”. Si paragona a Churchill. Definisce Kamala Harris, la candidata alla vicepresidenza di Biden, una “comunista” e un “mostro” e Joe Biden “un politico corrotto” tirando fuori una storia poco chiara che vede implicato il figlio di Biden. Attacca l'immunologo Anthony Fauci, direttore dell'Istituto americano di malattie infettive, perché non minimizza la gravità della pandemia. Nonostante tutti i suoi sforzi, il divario che lo separa da Biden sembra incolmabile. Oltre 47 milioni di americani hanno già votato, restringendo così la possibilità di recuperare il terreno perduto. E'a questo punto che scende in campo suo figlio, Donald Trump Jr: tramite Facebook rivolge un appello a “ogni uomo e donna validi” affinché si uniscano all' “armata per Trump” per fermare “la sinistra radicale” che sta complottando per “rubare a mio padre queste elezioni” con “milioni di voti truccati”. Gli fa eco suo padre, implorando l'elettorato femminile di votare per lui, consapevole del fatto che, al contrario di quanto accaduto nel 2016, la maggioranza delle donne questa volta si sono dichiarate per Biden. Alla fine di ogni comizio, come un mantra, ripete quella che è ormai la sua parola d'ordine: “Law and Order”, ribadendo che perderà solo se ci saranno brogli elettorali, possibili a suo avviso con il voto per posta. La crociata di Trump contro il voto per posta - da lui definito “una catastrofe”, “molto pericoloso per il Paese”- è iniziata quando il coronavirus ha indotto milioni di votanti a usufruirne. E' questa la strategia di un uomo che si aspetta di essere sconfitto e intende ostacolare il conteggio: non a caso ha fatto eliminare il 10% delle macchine per lo smistamento posta. L'intento è di invalidare il maggior numero di schede, perché è convinto che un alto numero di voti lo danneggi. Non c'è dubbio che a causa della valanga di schede elettorali pervenute e della lentezza con la quale verranno esaminate, ci vorranno settimane prima che il risultato sia chiaro. E durante questo limbo, è probabile scoppino disordini. In una situazione di recessione, di epidemia, con un presidente che ha ribadito più volte che qualunque sia l'esito non lascerà la Casa Bianca, ci sono le condizioni per una crisi costituzionale. Il caso peggiore non è però che Trump, dovesse perdere, non riconosca la sconfitta. Il caso peggiore è che usi il potere per impedire la sua sconfitta, e che, data la difficoltà del conteggio dei voti, approfitti dell'incertezza del risultato per mantenere il potere. Sfruttando le ambiguità della Costituzione, Trump e il suo team di avvocati stanno già preparando il terreno per aggirare i risultati del voto, contando sulla maggioranza dei giudici reazionari alla Corte Suprema, che in caso di contestazione, ha l'ultima parola. Su una cosa il XX Emendamento è chiaro: il mandato presidenziale scatta alle ore 12 del 20 gennaio successivo alle elezioni e da questo momento scade il mandato quadriennale del Presidente e del Vicepresidente. Ma proprio a causa dell'incertezza dei risultati, a presentarsi per il giuramento potrebbero essere i due candidati. Che succederà allora? Nel 2016, Trump rifiutò di riconoscere che aveva vinto la presidenza ma aveva perduto il voto popolare – Hillary Clinton ebbe 2.868.692 voti in più. Sa quindi perfettamente che più l'affluenza alle urne è alta, meno è probabile la sua rielezione. Per questo ha fatto di tutto per scoraggiare il voto di chi non gli è favorevole: i giovani, le classi meno abbienti e i neri, grazie all'aiuto dei suoi fan che cercano di impedire l'ingresso ai seggi elettorali con intimidazioni e chiusure anticipate. Quest'anno, i repubblicani hanno reclutato 50.000 volontari nei 15 Stati in bilico o governati da democratici dove sono prevedibili le contestazioni. Date le disastrose reazioni al suo comportamento incontrollato durante il dibattito TV di fine settembre, nel secondo e ultimo incontro della campagna elettorale con lo sfidante Joe Biden, tenutosi il 22 ottobre sul palco della University di Nasheville, Tennessee, ha stemperato i toni. Riuscirà prima della data fatidica del 3 novembre in cui si terranno le elezioni presidenziali a eliminare lo svantaggio che secondo i sondaggi danno Biden vincente? Attualmente, Trump ha il possesso della Casa Bianca. Fino a che punto supererà i limiti per mantenerla?





Fonte: di GIULIETTA ROVERA