"L’ITALIA DI FRONTE ALLE SUE RESPONSABILITA'"

22-09-2020 -

Gli Stati Generali dell'economia fortemente voluti dal presidente del Consiglio Conte si sono conclusi il 21 giugno scorso con l'approvazione di 137 progetti per il rilancio del paese da finanziare con i soldi del piano europeo EU Next Generation. Questo strumento di mobilitazione delle risorse è stato licenziato dai leader dell'Unione europea “per uscire dalla crisi e gettare le fondamenta di un'Europa moderna e più sostenibile”. Come è noto l'approvazione di questo piano, per un totale di 750 miliardi di €, implica, per la prima volta nella storia dell'integrazione europea, la raccolta dei fondi attraverso titoli di debito comune. La cosa sarà possibile sfruttando l'eccellente rating dell'UE che consentirà alla Commissione europea di emettere obbligazioni il cui valore totale raggiungerà un budget pari al 2% del PIL europeo.
Ascoltato in audizione presso la commissione Bilancio della Camera dei deputati per dell'individuazione delle priorità nell'utilizzo dei fondi del Recovery Plan, Fabrizio Balassone, Capo del Servizio Struttura economica della Banca d'Italia, ha suggerito che essi trovino impiego in tre settori: riforma della pubblica amministrazione, innovazione tecnologica e salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale e storico-artistico. A tale riguardo ha specificato che risulta indispensabile il potenziamento dei servizi offerti dalla pubblica amministrazione inclusa l'amministrazione della giustizia, il completamento di infrastrutture ritenute essenziali con particolare attenzione alla rete a banda larga e una gestione dell'economia più sobria e rispettosa dell'ambiente. Infine ha rivolto la sua attenzione alla protezione e alla cura dell'eredità ambientale e culturale del paese.
Non c'è, invece, al momento, alcuna certezza sull'utilizzo da parte del governo dei 36 miliardi di € del MES destinati al settore sanitario messo duramente alla prova dalla pandemia, senz'altra condizionalità se non quella della congruità della destinazione di tali fondi.
La notizia che all'Italia sono stati riservati, alla fine di un defatigante negoziato tra i leader europei, 208 miliardi di € tra prestiti e aiuti a fondo perduto, ha suscitato nel paese una legittima soddisfazione che si dovrà, però, tradurre presto in un piano organico di richieste da inoltrare a Bruxelles.
Il 9 settembre il governo ha inviato al Parlamento le linee guida sull'utilizzo dei fondi EU Next Generation. Nel contesto di tale documento dovranno essere poi organizzati i 660 progetti inviati dai singoli ministeri che saranno inviati a Bruxelles nel gennaio 2021 mentre è certo che i fondi cominceranno ad affluire nelle casse del governo italiano non prima del giugno del prossimo anno.
Il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni ha invitato il governo a non disperdere questi fondi in una miriade di interventi non coordinati tra loro, mentre il presidente della Banca centrale olandese Klaas Knot ha ammonito il governo italiano a impiegare questo denaro in interventi strutturali perché “se non viene speso bene, non ferma il processo di divergenza in Europa perché lo scarto di produttività fra Nord e Sud proseguirebbe. Allora la prossima volta che arriva una crisi, le economie vulnerabili avrebbero di nuovo bisogno di aiuto”.
Sfortunatamente le pregresse esperienze nella gestione dei fondi strutturali dell'Unione europea e il progressivo ridimensionamento dei corpi tecnici dello Stato, più volte richiamato da Sabino Cassese nei suoi interventi, non ci lasciano per nulla tranquilli al riguardo.




Fonte: di ANDREA BECHERUCCI