"SE NON È ZUPPA È PAN BAGNATO"

21-06-2020 -

Tra le emergenze cui il governo ha dovuto far fronte in questa fine di maggio – Fase2 della lotta contro il corona virus; pasticciaccio Bonafede-Di Matteo-scarcerazioni mafiosi (a proposito: perché sono stati scarcerati, con la motivazione del rischio epidemico, solo 400 dei 60.000 detenuti? Forse quelli che sono rimasti in carcere non correvano lo stesso pericolo?) – vi è stata anche quella che si ripropone ogni anno: l'assunzione di ‘supplenti' e varie altre figure di docenti per coprire i vuoti di organico nelle scuole – noti da tempo ma, chissà perché, non vengono mai colmati per tempo, prima dell'inizio dell'anno scolastico – traendoli da graduatorie di precari, provinciali o regionali, pietra dello scandalo autunnale e annuale soprattutto per i ritardi con i quali gli assunti vengono immessi in servizio e spostati di sede in sede, senza tenere alcun conto della continuità didattica, etc..
Ad aggravare il problema quest'anno ci ha pensato il corona virus che, dopo avere interrotto lo svolgimento dell'anno scolastico, ha pure messo in forse lo svolgimento dei previsti concorsi che avrebbero dovuto provvedere alla bisogna. Pare che il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina (M5S), volesse fare svolgere le prove di selezione per il reclutamento di nuovi insegnanti già a partire da quest'estate, previa una scrematura basata sulla valutazione dei titoli dei concorrenti. Di parere opposto, Pd e Leu proponevano di procedere con metodo più sicuro e celere – lo scorrimento delle graduatorie di supplenti e incaricati annuali – e per così prendere due piccioni con una fava: avvio più ordinato dell'anno scolastico e stabilizzazione del precariato nel sistema scolastico.
Il mondo della Scuola, compresa l'Università, è da tempo abituato a forme di stabilizzazione del personale più o meno coperte da foglie di fico selettive; quindi non ci meravigliamo di questa proposta anche se non si comprende – o meglio è ovvia – la ragione per la quale, da anni, si preferisce mantenere una così ingente massa di insegnanti nella disponibilità dei demiurghi delle assunzioni anziché programmare ordinatamente i concorsi da svolgere a intervalli regolari per fare fronte al fabbisogno: le stagioni politiche e le maggioranze cambiano, la sanatoria rimane una costante della politica scolastica italiana.
Ciò che oggi è nuovo, così per il mondo della scuola come per noi tutti, è questa ulteriore foglia di fico artisticamente disegnata da quell'impareggiabile prestigiatore che è l'attuale Presidente Consiglio dei ministri, Conte, mediando il compromesso tra le due parti: il vertice notturno di Palazzo Chigi, alla presenza del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina e dei capigruppo dei partiti di maggioranza al Senato, collegati in videocall, è servito per stabilire che, per i precari la procedura riservata ci sarà, solo che si svolgerà dopo l'estate: stando a quanto riferisce l'Adnkronos, infatti, il nodo sui concorsi dei docenti, banditi a novembre scorso, si sarebbe risolto con un compromesso che prevede a "settembre assunzioni a tempo determinato da graduatorie provinciali, e contestualmente, ma più tardi, concorso con prova scritta selettiva e non più a crocette". Il ministro Azzolina, bontà sua, l'ha definita selezione democratica. Chissà che cosa significa: forse non ce lo saprebbe dire neppure Tocqueville.
Tutti si dicono soddisfatti: Azzolina, 5S e Renzi perché l'hanno spuntata ottenendo il concorso; il Pd e LEU, che negano di non volere la selezione concorsuale, fanno trapelare una moderata soddisfazione in particolare perché, fatte le assunzioni, poi si faranno i concorsi: "Si tiene conto delle nostre osservazioni emerse in queste settimane. Sarà modificato il bando e saltano le crocette, che verranno sostituite da una prova scritta comunque da tenersi in tempi ragionevoli".
Per ora, quindi, niente ‘quiz' ad agosto. Per il reclutamento degli insegnanti ci sarà un concorso con prova scritta, ma più avanti nel tempo. La prova selettiva, quindi, si terrà ma, dopo che le assunzioni saranno state fatte attraverso una graduatoria per titoli. Per Pd e Leu si tratta di un buon passo avanti mentre alcuni sindacati tuonano:“E' un accordo della politica. E' stata la notte dei lunghi coltelli, non è un accordo fatto per le persone e le scuole. E' pura gestione del potere che trova un accordo per sopravvivere” (UIL); la CGIL rincara la dose: “Ci troveremo di fronte a un nuovo anno scolastico che comincia con oltre 200mila cattedre scoperte, avvicendamento di supplenti e difficoltà per famiglie e alunni”; e la GILDA aggiunge: “Unica nota positiva è la decisione di aver rinunciato allo svolgimento del concorso straordinario in piena estate con l'emergenza sanitaria ancora in corso”. Il che la dice lunga sulla patetica difesa dell'accordo fatta dai 5S, secondo i quali sarebbe stata scongiurata «ogni ipotesi di sanatoria, che qualcuno avrebbe voluto ma che, dal nostro punto di vista, avrebbe rappresentato un'offesa per la classe docente italiana e un atto contrario all'articolo 97 della Costituzione».
Se si doveva scegliere tra sanatoria o concorso, dunque s'è trovata la quadra con un escamotage divertente; come dice il proverbio, “se non è zuppa è pan bagnato”: una volta fatte le assunzioni, il concorso, con o senza crocette, sarà del tutto inutile e varrà solo a elargire qualche indennità e diaria ai membri delle commissioni giudicanti.