"LA RIPARTENZA, DELLA POLITICA"

19-04-2020 -

La grande, e per certi versi giustificata, confusione scatenata dalla pandemia del Covi-19 ha fatto emergere sia a livello nazionale che europeo l’inesistenza totale della politica.
Certo, nessuno era preparato alla gestione di una guerra insidiosa come questa, una guerra senza un’ostilità apparente, senza un motivo politico scatenante, senza macerie o bombe; ma con tutte le caratteristiche di un conflitto mondiale: il numero dei morti spesso lasciati soli nelle ultime ore e nella sepoltura, il coprifuoco e le zone rosse, i divieti di circolazione, le code ai supermercati o davanti a quei pochi negozi rimasti aperti, la crisi economica. Probabilmente nessuno poteva prevedere una forma di contagio così rapida; anche oggi, dove molti assillati dalla salvaguardia del mercato premono per una ripresa delle attività economiche, nessuno riesce a garantire dal pericolo di una recidiva del contagio (che molti fanno finta di ignorare è stato ostacolato solo dal Lockdown).
Tuttavia non è possibile ignorare che in tutta questa gestione globale è mancato l’apporto della politica che ha evidenziato tutta la sua incapacità di gestire in una maniera uniforme questo particolare momento storico. L’Europa, che in questa circostanza aveva l’occasione di fare emergere la sua vera natura di unione politica ha fallito totalmente; i singoli Paesi sono stati lasciati soli nella gestione di un problema che così ha contaminato tutto il territorio, in barba ai vari confini che storicamente si è sempre cercato di difendere. Il nostro Paese, vittima di un malgoverno storico che lo ha dipinto come politicamente frivolo, è stato lasciato solo fino a quando non si è compreso che il contagio stava invadendo il globo. Non c’è stata, perché non esiste, una azione politica generale una vera Unione Europea; è prevalso, invece, l’insulso dibattito sul MES o sugli Eurobond, ma non si è innescata una analisi collegiale sul fenomeno virulento e letale che ci stava attaccando.
La politica, quella dei partiti continentali, della filosofia della società, dove si scambiavano idee, confronti ed anche soluzioni, quella che ha saputo affrontare la gestione dell’uscita dal conflitto mondiale e la successiva rinascita; è stata disintegrata dalla globalizzazione economica, che ha fatto prevalere l’interesse del consumismo effimero, delle lobby economiche e sociali (i genitori adesso sono più preoccupati di come tenere i figli a casa, non del fatto che questi possano essere contagiati) senza nessuna mediazione e riflessione.
L’Europa, schiacciata dal peso di questa sua assenza politica, di un coordinamento che avrebbe potuto aiutare nella gestione di questa sciagura sanitaria, si è mossa alla cieca ognuno è andato per conto suo provocando danni umani impensabili; senza un progetto capace di affrontare questa criticità continentale.
Tutto ciò è drammaticamente sottolineato dal grande valore ed intrepido coraggio di tanti operatori socio-sanitari: medici, infermieri, tecnici di laboratorio, OSS, sacerdoti, volontari; che senza battere ciglio hanno ceduto le loro sicurezze e finanche la loro vita per la gestione questa emergenza.
Prima di chiacchierare tanto di ripartenza economica, forse si dovrebbe spendere qualche energia verso la ripartenza di una politica seria in grado di elaborare un progetto politico e sociale capace da un lato di affrontare la gestione di questa catastrofe globale e dall’altro di strutturare un percorso per ripartire insieme una volta che tutta questa sciagura sarà terminata.


Fonte: di ERNESTO RICCI