"BANCA CENTRALE EUROPEA"

22-03-2020 -

In questo periodo di coronavirus e di attenzione ad altro siamo stati colpiti dalle parole che la Signora Lagarde Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) ha usato durante una conferenza stampa. “Noi non siamo qui per accorciare gli spread Non è questa la funzione né la missione della Bce. Ci sono altri strumenti e altri attori deputati a queste materie”. Ha fatto capire che il nostro Paese era sull'orlo della bancarotta. L'aumento dello spread è stato immediato. Una pugnalata nei confronti di un paese impegnato in una drammatica battaglia contro questo virus che ha visto la pronta reazione del Presidente del Consiglio e quella più inusuale del Presidente della Repubblica. Il giorno dopo la Signora von der Leyen, Presidente della Commissione ha rimesso la cosa a posto ed anche la Signora Lagarde ha dovuto adeguarsi, tanto da lanciare un quantitative easing da 750 miliardi (in caso di necessità speriamo che la BCE continui ad intervenire).
Pur non essendo il “prestatore di ultima istanza”, la BCE può controllare i tassi d'interesse e gli spread sui mercati finanziari.
La politica del “whatever it takes” pronunciata dal Prof. Mario Draghi parrebbe di nuovo in auge nella Eurotower (speriamo).
Si è trattato di un incidente?
Secondo me no. La Signora Lagarde ha espresso una convinzione in linea con quello che è il pensiero economico dominante e con la genesi, sbagliata, della BCE. Inoltre non avendo una formazione economica non ha gli strumenti culturali per proporre soluzioni originali rispetto alla mutevole congiuntura, né penso che, in termini di teoria economica, ragioni diversamente dal dottor Jens Weidmann Presidente della Deutsche Bundesbank (Fervente ordoliberista e sonoramente sconfessato dalla Corte di Giustizia Europea).
Questi economisti pensano che qualsiasi intervento sul mercato da parte dello Stato sia un attentato alla lbertà e che il sistema si autoregolamenta. Nient'altro che la vecchia “identificazione naturale degli interessi” di Jeremy Bentham. Qualcuno utilizza anche il termine arcinoto della “mano invisibile del mercato” di Adam Smith. Mi permetto quì di far notare solo la differenza del contesto in cui i due termini vengono usati. In Smith si analizza “La ricchezza della Nazione” , nei neoliberisti la scelta individuale.
La BCE nasce su una impostazione teorica sostenuta dall'economista Friedrich von Hayek e dal suo degno allievo Milton Friedman (ambedue ferventi sostenitori del Generale Augusto Pinochet), i quali hanno sostenuto due tesi che hanno trovato piena cittadinanza nel patto costitutivo che ha dato vita a questa istituzione.
La prima tesi è che la politica monetaria venga gestita da una Banca Centrale non solo irresponsabile di fronte a qualsiasi organismo politico, ma disancorata da qualsiasi realtà economica e istituzionale. Hayek ha ipotizzato in un suo libro (Legge, Legislazione e Libertà) che si tolga ai governi il controllo della moneta. L'altra, cara a Friedman, è che la quantità di moneta serva solo a controllare il livello dei prezzi, teoria dimostratasi alla prova dei fatti fallace.
L'aspetto più inquietante è che questo sistema è stato realizzato con il sostegno dell'allora Presidente della Commissione: il socialista francese Jacques Delors. Seguito a ruota dal socialdemocratico Gerhard Schröder, che da Cancelliere della Germania pochi anni dopo diminuiva il tenore di vita della classe operaia.
E poi ci chiediamo perché il socialismo europeo, insieme a quello italiano, balbetta e annaspa sulla difensiva.
Nonostante quanto ho sostenuto sopra sono convinto che la Comunità Europea e con essa l'Euro non debbano essere abbandonati, se l'Italia uscisse dall'Euro dovrebbe mettere in conto una svalutazione drammatica e lo spazio economico internazionale si ridurrebbe in maniera drastica.
Siamo in una posizione di stallo. A mio avviso occorre dare un forte impulso all'integrazione europea facendoci portavoce, dopo un'intelligente azione politica, della necessità di dotare l'Europa di un unico Ministero delle Finanze che coordini e guidi politicamente la politica finanziaria dell'Europa e che tolga di mezzo questo “ircocervo” della BCE così strutturata.


Fonte: di ENNO GHIANDELLI