"LA NAVE GREGORETTI"

26-01-2020 -

Dal processo di Norimberga in poi, il dibattito giuridico-politico-morale seguito al periodo funesto dell'ultima guerra mondiale ci ha insegnato che l'obbedienza a ordini illegittimi, come quelli dati dai comandanti militari ai loro sottoposti (stragi, fucilazioni, etc.), non esime minimamente gli esecutori dell'ordine dalla responsabilità dell'atto commesso; anzi, si è pure convenuto che esista un diritto/dovere di resistere, di non eseguire l'ordine illegale.
Si capisce bene quanto, per un militare, sia difficile esercitare un tale diritto/dovere: a dir poco, un militare che non obbedisse rischierebbe la corte marziale e, se si tratta di eserciti come la Wehrmacht, non so se anche questo passaggio giudiziario sia necessario perché non si arrivi alla fucilazione immediata. Tuttavia, ormai nessuno è più disposto a considerare non responsabili coloro che eseguono materialmente un ordine illegittimo.
Ora, il problema è questo: nella legislazione che regola la nostra pubblica amministrazione, i funzionari di qualsiasi livello – dal capo della polizia al poliziotto semplice; dal prefetto all'applicato di segreteria, etc. – hanno non solo il diritto ma anche il dovere di non eseguire ordini illegittimi dell'autorità politica (art. 51 C. P.) e, per fortuna, tutti hanno tutte le garanzie giurisdizionali necessarie per potersi eventualmente difendere dall' accusa di disobbedienza o di omissione di atti di ufficio, etc., che potrebbe essergli rivolta.
Ciò premesso, se l'ordine, emanato dal ministro degl'interni, di non fare entrare in porto una nave era illegittimo ed era altresì finalizzato alla commissione di un reato gravissimo come quello del sequestro non di una persona sola ma di qualche centinaio tra uomini, donne, bambini e, perché no, dell'intero equipaggio della nave, allora – fatta eccezione degl'ineffabili Conte e Di Maio, che non ne sapevano nulla (a proposito: è necessario un Consiglio dei ministri per autorizzare un atto amministrativo previsto da una legge vigente?) – insieme a Salvini dovrebbero essere processati, e condannati, tutti coloro che, dal capo della polizia in giù, fino al comandante della nave e al nostromo, hanno eseguito un ordine illegittimo rendendosi altresì complici del sequestro di così tante persone: una vera Auschwitz!
Quasi quasi c'è da rivalutare Carola che, per non eseguire un ordine illegittimo, è entrata nel porto di Lampedusa speronando l'imbarcazione della Guardia di finanza!


Fonte: di G.B.