"IL VOLTO ‘NUOVO’ DEL WELFARE"

21-12-2019 -

Sei anni fa, un uomo uccise la moglie e ferì gravemente una persona sospettata di essere l'amante della donna. L'assassino si suicidò subito dopo; il ferito riuscì a sopravvivere ma riportò una forma di invalidità che gli dette il diritto a una indennità corrisposta dall'Inps. Qualche mese fa, questo ente – come da legge – aveva richiesto agli eredi del colpevole di quella invalidità il risarcimento di quanto da esso corrisposto alla vittima (l'avvocato degli eredi spiega: “Se l'assassino fosse stato ancora in vita, ovviamente l'Inps avrebbe chiesto a lui la somma. La legge prevede che si rifaccia sugli eredi).
Il caso ha suscitato molto clamore; si sono levati appelli accorati perché l'Inps non si rivalesse sugli eredi, i due figli, ancora minorenni, di quella donna e di quell'uomo che l'aveva uccisa e aveva ferito l'altra persona: fonti di stampa riferiscono che lo stesso Capo dello Stato avrebbe chiesto all'Inps di ritirare tale richiesta.
Naturalmente, la ‘politica' non poteva disinteressarsene.
La ‘ministra' Nunzia Catalfo – annunciando l'emendamento che esonera da ogni forma risarcitoria diretta gli orfani di ‘femminicidio' – ha spiegato che le spese «saranno coperte dal Fondo di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, intenzionali violenti e dei crimini domestici».
Il ministro dell'Economia Gualtieri, in un impeto di bontà, ha da parte sua annunciato un altro fondo riservato a questi orfani – oltre alle risorse già stanziate per il 2018, pari a 6,5 milioni di euro, circa 12,4 milioni di euro per il 2019, 14,5 milioni di euro per il 2020 e, a regime, 12 milioni di euro all'anno – sottolineando che, se «i soldi non restituiscono l'affetto mancato, con 12 milioni da lunedì finanzieremo borse di studio, spese mediche, formazione e inserimento al lavoro».
Finalmente, la commissione Bilancio del Senato ha approvato il seguente emendamento alla manovra economica 2020: «Nessuna richiesta di risarcimento, né di crediti vantati dallo Stato, sarà più a carico degli orfani di femminicidio, né minorenni né maggiorenni «non economicamente autosufficienti» purché «estranei» ai delitti.
Il Welfare ha dunque un nuovo volto: quello della parte soccombente nel processo penale; da ora in poi gli orfani di madre vittime del cosiddetto ‘femminicidio' (delizioso neologismo introdotto per differenziare l'assassinio di una donna da quello di un uomo che, forse, per pari opportunità, dovrebbe essere chiamato maschicidio), eredi dell'autore di un delitto connesso con il ‘femminicidio' non dovranno più corrispondere alcun risarcimento alla vittima: ci penserà lo Stato.
Ora, a parte il fatto che il principio ‘costituzionale di eguaglianza' vorrebbe che una tale norma venisse estesa fino a coprire ogni delitto (anche, per es., l'omicidio ‘semplice'), la domanda è: perché lo Stato dovrebbe farsi carico di questo onere sia pure nel caso di reati di tipo mafioso, intenzionali violenti e dei crimini domestici, oltre che, naturalmente, di ‘femminicidio'? Lo Stato non ha piuttosto solo l'onere di combattere il crimine, quale che sia la sua definizione?
La ‘demagogia' non ha limiti: lo sappiamo bene. Ma, di risarcimento in risarcimento (penso, per esempio, a quello che è stato riconosciuto alle vittime di frodi, dissesti e fallimenti bancari), lo Stato – surrogandosi ai responsabili della frode e risarcendone le vittime – si mette l'anima in pace, autoassolvendosi per le sue stesse colpe, prima fra tutte quella di non aver saputo prevenire il crimine. Certo, nel caso delle banche (o nel caso della legge Pinto che prevede il risarcimento di chi ha dovuto subire danni dall'eccessiva durata di un processo, civile o penale), si può pure ammettere che lo Stato debba ripagare le vittime delle ‘frodi' o dell'eccessiva durata di un processo poiché la sua colpa – anzi, responsabilità – è evidente non avendo esso esercitato la vigilanza che gli è affidata a garanzia dei cittadini. Ma dovremmo anche vedere i responsabili di questa mancata vigilanza o coloro che hanno determinato la durata eccessiva di un processo, se non in carcere e se non ripagare di persona i danni da essi stessi arrecati almeno fare fagotto e sparire dalla scena: non abbiamo visto nulla di tutto ciò!
In conclusione, non è forse preferibile che lo Stato spenda i soldi che gli affidiamo per prevenire il crimine, ogni crimine, e reprimerlo dopo?



Fonte: di GIUSEPPE BUTTA'