"FIGLI DEL NOSTRO TEMPO"

22-07-2019 -

Se osservassimo due galli nel pollaio litigare per la gallinella, ascolteremmo meno baruffa, ma il paragone renderebbe anche se gli animali da stia fossero due anatre nel momento di massimo starnazzamento.
I media ci hanno vessato in questi mesi con i continui bisticci degli “innamorati di poltrona”, più attenti al mantenerla che al gestirla, ignoranti o ignari dei ruoli che ricoprono e di cosa significhi realmente ricoprirli. Un comportamento quello dei due signori in questione, non certo di alta levatura politico intellettuale, visto che sponsorizzano a fasi alterne progetti politici così poco profondi e discussi da poterli sopprimere senza rimpianti alla velocità di un battito di ciglia o di un delete sui social.
Sandro Pertini diceva “Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto”. E noi oggi abbiamo il governo che ci meritiamo, figlio del tempo che viviamo.
I due personaggi mediatici non sono infatti rare perle nate male, ma voci più alte di un insieme sempre più omogeneo, caratterizzato da una forte decadenza etica e morale. Una rappresentanza legittimamente delegata in quegli spazi pubblici che divengono specchio di una società italiana becera e superficiale. Un Paese che si sveglia disponibile a accettare ogni cosa, a revisionare il passato, a sdoganare il fascismo, a ridare nuova interpretazione ai valori e ai principi repubblicani, a cancellare diritti costituzionali. Cambiamenti di opinione costruiti in anni con la complicità degli organi di informazione, creatori di articoli a sponsor di mutamenti spesso vuoti, sessisti, offensivi, urlati, volgari e bugiardi, pagine non utili neanche per il fondo delle gabbiette dei canarini. Ma raccontati.
Pier Paolo Pasolini diceva “L'Italia non sta vivendo altro che un processo di adattamento alla propria degradazione. […] Tutti si sono adattati o attraverso il non voler accorgersi di niente o attraverso la più inerte sdrammatizzazione”. Oggi siamo spettatori di una politica che è immagine amplificata dell'elettore prototipo: progenitrice di una orda di leoni da tastiera, eccitata nello scoop twittato, commentatrice ma non progettatrice in questo Belpaese sempre più stanco, triste, arrabbiato e aggressivo, in un continuo e veloce declino etico, morale e intellettuale.
E i pochi altri? Restano ad osservare.


Fonte: di PATRIZIA VIVIANI