"DILETTANTI ALLO SBARAGLIO"

24-06-2019 -

In questi giorni leggendo i giornali o guardando la televisione veniamo sommersi da parole, quasi sempre in assoluta libertà, che hanno per tema la procedura di infrazione per debito eccessivo che parrebbe imminente per l’Italia. Mi pare corretto cercare di capire quali siano le motivazioni di fondo che hanno determinato le decisioni della politica economica dell’Unione.
Che è bene specificare da subito non condivido. Mentre sono al contempo convinto che la realizzazione di una unione piena dell’Europa sia un fattore importante di sviluppo.
Le teorie economiche che ispirano le politiche dell’Unione sono il combinato disposto di alcuni pensieri liberisti che nel corso degli anni sono divenuti mainstream e che hanno nella capacità autoregolatrice del mercato il loro momento di convergenza. (1) Ordoliberismo tedesco, Washington Consensus e Teoria delle aspettative razionali (2) hanno portato con la loro “cieca” applicazione a quello che aveva previsto John Maynard Keynes si verificasse; una lunga crisi economica non può che portare al nascere di tensioni sociali sempre più pesanti, che sfociano in quello che oggi viene chiamato “sovranismo”.
Allora hanno ragione gli onorevoli Di Maio e Salvini a predicare il non rispetto degli accordi di Mastricht e lo sforamento degli assurdi parametri. Credo che anche questa sia una politica foriera di ulteriori guai, non perché si “sfora” il deficit, ma perché viene fatto per spese correnti e non per investimento. Keynes, che molto spesso sento citato a sproposito, prevede sì il deficit spending ma solo per le spese di investimento.
Cosa produce così come viene proposto l’aumento del disavanzo: maggior costo per il debito pubblico che di conseguenza produce meno risorse a disposizione dello Stato per altri interventi. L’On. Salvini spiega che l’aumento del fabbisogno di risorse si è avuto anche durante i governi di Centro Sinistra che rispettavano le norme europee. Come sempre dice una mezza bugia, durante i Governi di Centro si è sempre avuto un “avanzo primario”, cioè le spese dello stato erano inferiori alle entrate. Tutto cambiava quando si andava ad aggiungere il debito e gli interessi pagati su di esso. Il loro costo era aumentato perché i Governi di centro destra, di cui faceva parte la Lega, avevano fatto innalzare lo spread. E si rimane attoniti quando si sente dire che occorre seguire la politica economica portata avanti da Trump, cioè in deficit per la parte corrente. Ora oltre a tutte le differenze fisiche fra le due Nazioni ne esiste un’altra. Tutte le transazioni dell’economia internazionale avvengono in dollari: moneta a corso legale negli Stati Uniti. Gli italiani dovrebbero comperare i dollari con la moneta nazionale. Dalla dipendenza dall’euro a quella del dollaro. Vaste programme, avrebbe detto De Gaulle Così come appaiono del tutto ridicole le affermazioni dell’On. Di Maio circa il “superamento della povertà” dopo l’approvazione del reddito di cittadinanza. Se non si cambiano i comportamenti che hanno determinato questo stato avremo semplicemente un trasferimento di risorse dalla pubblica amministrazione senza creazione di nessuna ricchezza.
Invece il Governo del Bel Paese deve ricorrere mensilmente al mercato per cercare le risorse mancanti. Lo sforamento dei parametri comporta non tanto il pagamento della multa da parte dell’Europa, quanto rendere più inaffidabile il paese e di conseguenza aumentare il disavanzo il maggior tasso di interesse da pagare. Il problema dell’Italia è solo finanziario o è dovuto ad altre cause? In realtà la grave crisi dell’Italia, pur in un contesto mondiale difficile, è dovuto al deficit tecnologico che il nostro Paese ha accumulato nel corso degli anni nei confronti dell’economie più sviluppate. Il crollo degli investimenti, anche privati, ha indebolito le nostre possibilità di sviluppo.
Per governare questa difficile situazione il paese necessita di una classe dirigente di primo piano capace di proporre una politica che metta “il bene comune” nell’interesse di tutti e non solo di alcuni ceti.
Questo governo continua come quelli precedenti non cambia niente.
La pressione fiscale sta diventando insopportabile, ma invece che proporre una improbabile “flax tax” che non risolve nessun problema, perché è l’investimento pubblico che determina un risultato positivo in termini di crescita (3) . L’On Salvini, con la stessa ferocia con la quale persegue gli ultimi, i migranti, perché non colpisce gli evasori? Rapidamente saremo in grado di avere risorse disponibili per uscire dalla situazione attuale. Misura questa per la verità nemmeno i Governi di centro sinistra hanno minimamente abbozzato.
Oppure si cerca, subdolamente, di uscire dall’euro?
Un’ultima considerazione marginale, riguarda l’On. Toninelli. Lo sa l’Onorevole Ministro che l’Italia è cinta da montagne che si chiamano Alpi, e che ci impediscono di avere fluidi collegamenti coi mercati dove esportiamo? L’economia si è sempre sviluppata con la possibilità di commerciare con gli altri popoli.

---

(1) L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. “Art. 3.3 del Trattato sull'Unione Eurpea Firmato a Maastricht, il 7 febbraio 1992
(2) I modelli (Dynamic Stochastic General Equilibrium) utilizzati da FMI, BCE e Ocse) si basano sull’idea la spesa pubblica non abbia alcun effetto sull’economia, e nell’ipotesi che li abbia questi sono negativi.
(3) I moltiplicatori della spesa sono più alti di quelli di tasse e trasferimenti (non tutto l’aumento del reddito conseguente ad una riduzione fiscale verrà consumato; la parte risparmiata non alimenterà la crescita; si pensi alle polemiche sugli ottanta euro del governo Renzi). Infine, i moltiplicatori dell’investimento pubblico sono anche più elevati dei moltiplicatori della spesa globale (di circa mezzo punto, il che li porta a valori intorno a 1,5).


Fonte: di ENNO GHIANDELLI