"SALONE DEL LIBRO"

29-05-2019 -

La 32esima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino - seconda fiera del libro in Europa dopo la Buchmesse di Francoforte - è destinata a passare alla storia per le accese polemiche sorte attorno allo spazio di 30 metri quadri concessi, per la prima volta, alla casa editrice vicina a CasaPound, Altaforte. Tema della kermesse, “Il gioco del mondo”, a dimostrare che la cultura non ha e non deve avere frontiere né confini. Tema di attualità, dati i tempi che corrono, tant’è che hanno garantito la loro presenza autori e editori da tutto il mondo: da Marc Lazar a Luis Sepùlveda, da Antonio Muñoz Molina a Colum McCann, da Jhumpa Lahiri a Sophie Kinsella e Jojo Moyes, per non parlare di Fernando Savater, Saviano, Michele Serra, Alberto Asor Rosa, Massimo Cacciari. Previsti omaggi a Primo Levi, Alberto Moravia, Kerouack e Pina Bausch, Cortàzar e Rosa Luxemburg.
Il 6 maggio, tre giorni prima dell’inaugurazione, al Comune di Torino e alla Regione Piemonte viene recapitata una lettera firmata dalla sopravvissuta ai lager Halina Birenbaum che dovrebbe tenere la lectio inaugurale, e dal direttore del museo di Auschwitz Piotr Cywinski, nella quale si afferma che "non si può chiedere ai sopravvissuti di condividere lo spazio con chi mette in discussione i fatti storici che hanno portato all'Olocausto, con chi ripropone un'idea fascista della società.” In parole povere: o noi o l’editrice di Casapound. Nel giro di 24ore annullano la loro partecipazione i promotori in Italia del Treno della memoria, Carlo Ginzburg, ZeroCalcare, la presidente dell’ANPI Carla Nespolo, il collettivo Wu Ming, Roberto Piumini, Salvatore Settis, Tomaso Montanari. Christian Raimo si dimette dal gruppo di consulenti del Salone. Anche se alcuni autori come Saviano, Michela Murgia, Concita De Gregorio confermano la loro presenza, a tener duro c’è il rischio che si allargarsi il fronte del no e naufraghi il successo del Salone. L’unica soluzione è rescindere il contratto con Altaforte, ma non è semplice, perché significa impedire la presentazione alla kermesse del libro-intervista al Ministro degli Interni Matteo Salvini, pubblicato proprio dall’editrice vicina a Casapound. Il tempo stringe, temporeggiare è fuori discussione. A questo punto i soci fondatori del Salone del Libro, la città di Torino e la Regione Piemonte, dopo aver consultato l’associazione “Torino, la città del libro”, il Circolo dei Lettori e il Comitato di indirizzo del Salone del Libro, decidono di rescindere il contratto con Altaforte “per tutelare il Salone del Libro, la sua immagine, la sua impronta democratica.” L’8 maggio, a poche ore dall'inaugurazione, i vigili urbani rimuovono i libri editi da Altaforte dallo stand e il direttore del Salone Nicola Lagioia può confermare sia la presenza di Halina Birenbaum, sia degli autori che avevano aderito alla decisione di Halina. Il 13 maggio il Salone chiude i battenti, registrando, nonostante le polemiche, un record di presenze mai prima raggiunto. Ma strascichi giudiziari e controversie sono destinati a durare. Il presidente della Regione Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino hanno infatti dato mandato di denunciare per apologia di fascismo Francesco Polacchi, l'editore di Altaforte, per le frasi pronunciate alla trasmissione radio “La zanzara”: “Sono fascista. Mussolini è il miglior statista italiano. L’antifascismo è il vero male di questo Paese”. A sua volta Fabrizio Ricca, segretario torinese della Lega e capogruppo in Consiglio Comunale, chiede le dimissioni di Nicola Lagioia. Proprio grazie alle polemiche, il libro-intervista “Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio” della giornalista Chiara Giannini diventa un caso editoriale, e la sua misconosciuta casa editrice Altaforte raggiunge una notorietà inaspettata. Forse sarebbe stato opportuno, prima di concedere i discussi 30 metri quadri alla casa editrice Altaforte, valutare con più attenzione la personalità del suo fondatore Francesco Polacchi - noto picchiatore, arrestato, condannato e tutt’ora sotto processo per violenze - coordinatore del partito di estrema destra, di matrice neofascista e populista CasaPound in Lombardia. Forse migliore tattica sarebbe stata ignorare la presenza della casa editrice Altaforte: l’autorità di personaggi come Halina Birenbaum, che con la sua sola presenza testimonia a che cosa può portare un regime dittatoriale, sarebbe stato di monito e di accusa nei confronti di chi nega i fatti storici che hanno portato all’Olocausto. Come forse sarebbe opportuno far presente a Francesco Polacchi che se alla fine della guerra all’Italia non è toccato l’amaro destino della Germania che per quarant’anni è stata spaccata in due, è proprio grazie al fatto che in Italia ci sono stati l’antifascismo e la Resistenza. Alle elezioni europee del 26 maggio sono state ammesse anche Forza Nuova e Casapound: in quell’occasione avremo la possibilità di dimostrare se crediamo in un futuro democratico aperto all’Europa o se vogliamo far rivivere un passato foriero di intolleranza e di oppressione.



Fonte: di GIULIETTA ROVERA