"GREEN NEW DEAL"

27-03-2019 -

Il Green New Deal, il progetto for the many ideato dal socialista democratico Bernie Sanders e dal marxista erratico Yanis Varoufakis contro la crisi climatica e contro le condizioni di vita disumane delle persone, sta velocemente catturando l’attenzione e l’immaginazione dei molti: è realisticamente possibile combattere le diseguaglianze economico-sociali e arginare il degrado ambientale.
Trattasi del radicale sovvertimento del paradigma culturale e politico, il neoliberismo che ha sinora dominato, complice in Europa una sinistra distratta e refrattaria ad ogni cambiamento, le nostre società, per cui there is non alternative.
Colpisce, dunque, la velocità con cui l’idea, di Sanders e Varoufakis, è balzata nella politica: negli Usa, i candidati del Partito democratico alla nomina per le presidenziali del 2020 hanno sottoscritto il Green New Deal e il Labour Party di Jeremy Corbyn lo sta, in buona parte, adottando.
In Italia, per ora, l’adesione a European Spring, la Primavera europea, e pertanto al Green New Deal europeo, è stata data dall’associazione ‘Per i molti’, i comitati degli autoconvocati di Liberi e Uguali (Leu), fortemente intenzionati, ‘ci proveremo fino alla fine’, a costruire una lista con Diem25 per le prossime elezioni europee di fine maggio.
C’è uno spazio oltre i populismi e l’europeismo dell’élite che vogliamo coltivare facendo appello alle forze di sinistra - ha sottolineato il senatore di Leu Francesco Laforgia - Le famiglie politiche europee sono state superate dalla storia, i confini sono fortemente cambiati in questi anni.
Ed ha aggiunto: in questi anni il nostro Continente non si è accorto dei cambiamenti demografici e climatici. Ci troviamo oggi a pagare il conto di flussi migratori che non riusciamo a gestire e di diseguaglianze che sono esplose. Pensiamo che si debba ripartire da qui: facciamo, per questo, riferimento al Green New Deal che è un progetto partito dagli Usa e che investe l’Ue, mettendo al centro proprio la questione climatica e il contrasto alle diseguaglianze.
Le questioni drammatiche che abbiamo di fronte sono chiare, evidenti, a chiunque le voglia vedere: la crisi finanziaria del 2008-09 e anni di brutale austerità hanno, nei fatti, accelerato l’erosione ormai decennale dei diritti dei lavoratori, l’aumento delle disuguaglianze e il consolidamento della finanziarizzazione resa necessaria, obbligata dal progetto neoliberista.

La devastazione causata dalle politiche neoliberiste e dagli interessi imprenditoriali sta erodendo la resistenza delle società proprio nel momento in cui si è fatto più acuto il degrado ambientale che ha raggiunto livelli critici: basti pensare alle emissioni di gas serra che dovrebbero essere dimezzate nei prossimi dieci anni per scongiurare la catastrofe.
E non è solo la degradazione climatica che va affrontata: il suolo si sta perdendo, le razze animali stanno morendo, gli oceani sono destabilizzati e la stabilità globale è seriamente minacciata.

Tutto questo se non è – deliberatamente - compreso dai politici, letteralmente inerti e passivi perché prigionieri del dogma neoliberista, è, al contrario, fatto proprio sia dai millennials che dai bambini in età scolare che stanno, ovunque, dimostrando un più alto interesse, una sensibilità maggiore tanto alle problematiche ambientali quanto alla ricerca di risposte adeguate.

Il Green New Deal e la sua realizzazione – trovare soluzione al degrado ambientale e alle disumane diseguaglianze economico-sociali – è l’impresa più straordinaria della storia dell’umanità cui, ovviamente, si oppone il capitalismo: qualsiasi cosa meno di un radicale cambiamento delle nostre società porterà al disastro, come ha ammonito lo scorso ottobre l’Onu.
Davanti a un progetto di simile portata, il Green New Deal, che è una rivoluzione, torna alla memoria la geniale intuizione - datata giugno 1999 - dello psichiatra Massimo Fagioli: […] Marx diceva anche che bisogna trasformare il mondo. Bisogna fare un atto di coraggio e dire che il mondo non può essere trasformato. I verdi si arrabbierebbero molto, perché chi vuole trasformare il mondo sono i capitalisti. Bisogna trasformare gli esseri umani: a questo Marx non ci aveva pensato e, in questa frasetta, c’è un cardine fondamentale. Un cardine fondamentale in cui poi bisogna saper mettere insieme la politica che vuole trasformare il mondo. Ma il mondo non si deve trasformare più perché c’è troppo inquinamento. No, il mondo bisogna lasciarlo stare com’è, bisogna lasciarlo più libero, altrimenti andiamo a finire male, mentre bisogna trasformare gli esseri umani.



Fonte: di CARLO PATRIGNANI