"CENSISCINE UNO PER EDUCARNE CENTO"

25-06-2018 -

Matteo Salvini parla alla pancia del Paese e una parte del Paese, di pancia, gli risponde. Certo le sue sparate sono di raffica larga, spaziando dai migranti ai vaccini, ma colpiscono quasi sempre l´obiettivo. Per quale motivo egli fa centro? Perché in molti – non soltanto a destra - vedono nel leader leghista quel politico tanto atteso che può riportare un po´ "d´ordine e disciplina" in Italia? Ovviamente la partita non si gioca tra la miriade di gruppuscoli dell´estrema destra che possono, in queste circostanze, alimentare i razzismi più feroci. Ciò che fa notizia è come anche chi non appartiene alla galassia dell´estrema destra, chi fino ai ieri magari si autodefiniva progressista o di sinistra, adesso propende per un assenso moderato al salvinismo. Queste persone sono cittadini esasperati, stanchi di dover affrontare la quotidianità percependo lo Stato come un organismo che, invece di tutelarli, li vessa con tasse e balzelli e crea ampi spazi di impunità nei confronti di quanti commettono reati nel pieno di una asimmetrica "guerra tra poveri" che, spesso, dà più garanzie allo "straniero" - sia esso rom, peruviano, slavo, africano – che all´ "italiano".
L´italiano medio che fatica ad arrivare a fine mese, si augura di avere prima o poi una pensione dignitosa, paga le tasse nelle speranze di poterne ottenere corrispondenti servizi, non digerisce più la mala gestione del problema dei migranti e non vuole più accollarsi il peso degli errori, anche economici, che la politica senza politica degli ultimi governi e il falso buonismo di molti, soprattutto nelle sinistre postcomuniste, hanno compiuto e contribuito ad ingigantire.
E, sostanzialmente, il signor Mario Rossi o la signora Cesira Fumagalli di turno non danno importanza alcuna alle dichiarazioni di certi governanti sulla riduzione degli sbarchi se, da anni, devono contrastare con quegli extracomunitari che vivono di espedienti nella loro città o nel loro piccolo borgo. Intendiamoci, non tutti gli extracomunitari sono dei delinquenti; ve ne sono di perfettamente integrati, onesti e civili. Tuttavia, nemmeno tutti i migranti che arrivano sulle nostre coste fuggono da zone di guerra o da situazioni persecutorie, di miseria e quant´altro, e necessitano di servizi di ricovero e assistenza.
Di fronte ad un fenomeno migratorio di vaste proporzioni e così mal controllato, è necessario capire davvero con chi abbiamo veramente a che fare, sia per programmare una migliore gestione della cosa, sia per migliorare la convivenza tra popolazioni diverse, sia, infine, per una maggiore sicurezza dei cittadini. Quanto proposto da Salvini riguardo ai rom può essere un primo passo in direzione dell´integrazione nella nostra società di coloro i quali, effettivamente, desiderano ciò senza dimenticare, però, che una condizione necessaria e sufficiente affinché ciò avvenga resta il rispetto delle leggi dello Stato (democratico) ospitante.
Che la convivenza coi rom sia sempre stata difficile è un dato di fatto e, ricordiamolo ai ben benpensanti e ai buonisti, che quanti hanno voluto integrarsi non abitano certo i campi nelle periferie delle città, zone di degrado ai limiti della legalità. Quanto accaduto a Firenze pochi giorni fa, con la tragica morte di Duccio Dini, è soltanto l´ultima dannata goccia in un vaso da tempo troppo colmo. Il "problema" dei rom, a Firenze, ha vita trentennale. Da troppo tempo i cittadini e, con loro, i tanti turisti tollerano i comportamenti di queste persone, spesso maleodoranti e malvestite, che prendono i mezzi pubblici senza pagare il biglietto, chiedono l´elemosina ovunque, commettono furtarelli, rubano negli appartamenti - spesso utilizzando minori non perseguibili dalla legge - e, nel peggiore dei casi, corrono in auto all´impazzata per le strade di un quartiere spezzando drammaticamente la vita di un giovane che, in una assolata domenica di giugno, si sta recando al lavoro. Chi si è avvicendato all´amministrazione della città ha sempre finto, finora, di non vedere il problema, un po´ come se si tentasse di nascondere lo sporco sotto il tappeto. A questi amministratori si sono sommati i falsi buonisti di una parte della sinistra che, all´improvviso, si sono svegliati e, innanzi al crescente malcontento della popolazione e a meri calcoli elettorali (pensiamo alla bruciante sconfitta subita dal PD alle ultime elezioni, quel partito che sui fatti di Macerata ha dimostrato tutta la sua inconsistenza politica), hanno parlato di interventi rapidi con l´ausilio di un numero maggiore di forze dell´ordine – gli stessi agenti che, se in precedenza agivano un po´ più energicamente venivano condannati per i "metodi fascisti" usati - e di accelerazione del processo di smantellamento dei campi. E i rom? Che ne facciamo? E le casette in legno che erano state, in passato, costruite per dare loro migliori condizioni di vita, a partire da quelle igieniche? E i soldi spesi per gli interventi di sistemazione? E il buonismo?
Ecco, allora, che la proposta salviniania di censimento può trovare favorevoli quanti, indipendentemente dalle simpatie politiche, da anni sono costretti a sopportare tutto questo non soltanto a Firenze, ma anche in altre città. In tutta sincerità non vediamo in un simile intervento subdoli progetti di reintroduzione di leggi razziali o di sterminio, così come non crediamo che Salvini possa essere il nuovo Duce o il Führer del XXI secolo. Di certo il falso buonismo, fino ad ora, non ha fatto altro che condurre la situazione sopra esposta all´insostenibilità; un provvedimento drastico è, dunque, necessario per sistemare le cose, ma va condotto nel rispetto delle leggi di uno Stato democratico che, nel suo essere, ha l´impegno di tutelare i cittadini e far rispettare loro le leggi.



Fonte: di MIRCO BIANCHI