"RESTANDO IN ATTESA"

23-03-2018 -

Le democrazie rappresentative, ovunque, si dibattono dentro una crisi epocale che ne sta velocemente cambiando la loro natura: non sono più i partiti tradizionali, di massa, che con le loro ideologie obsolete e i loro apparatichik, formavano le opinioni, le convinzioni e il voto dei cittadini.
Ma sono questi ultimi oggi a darsi una ´organizzazione´ autonoma dai partiti tradizionali, di massa, che, per un quarto di secolo, hanno dominato la scena: i ´movimenti´ nati dal basso e fondati sui valori negati della partecipazione, della democrazia e del controllo più o meno diretti.
E´ saltato, dunque, un sistema politico ed economico la cui funzione, dettata da una cultura anchilosata, era assicurare il pane al popolo, un minimo di benessere fisico e di bisogni per la sopravvivenza, escludendo che potessero esserci esigenze da realizzare.
Difronte a uno scenario radicalmente mutato, in cui il vecchio è oltre il tramonto e il nuovo deve venire alla luce, si ripetono i rituali nostalgici: "la mia sinistra è fatta di pane, giustizia e libertà", ha detto a Repubblica lo scrittore Maurizio Maggiani per il quale "[...] il M5S è un filo più pericoloso del nazional-socialismo [...] la Lega mi spaventa di meno".
E nel cahier de doléance, ci ha messo: "il pane interessa al popolo, la libertà alle èlite, la giustizia alle èlite e al popolo insieme [...] siamo stati governati dalla sinistra per lunghi periodi in questi anni. C´è stato più pane, più libertà, più giustizia, in questi anni? No".
Detto ciò, resta il fatto storico, unico che "Togliatti ascoltava anche Celentano, ora la sinistra non ascolta più nessuno [...] Se la sinistra non funziona è perchè non ha saputo costituirsi al suo interno una èlite di pensiero. Di strategia, di dottrina. Ha solo gestito il suo potere. Ha preso il potere, non il governo dei processi". A differenza del Papa gesuita rivoluzionario!
Siamo sempre al punto da cui non si schioda: la cultura sempreverde è il catto-comunismo che ci ha regalato le perle dei Patti Lateranensi trasferiti pari pari nella Carta Costituzionale (art.7); l´amnistia del ´46 per i reati commessi da gerarchi, ras, magistrati, intellettuali del Manifesto della Razza, collaborazionisti della Rsi; il tentativo fortunatamente non riuscito di depennare la pregiudiziale repubblica; l´oscuramento dei crimini staliniani; l´invasione del ´56 dell´Ungheria; il compromesso storico e lo Stato della fermezza che sbarrò la strada ad ogni possibile trattativa per salvare la vita di Aldo Moro.
Oppure, rispetto alla "rivoluzione neoliberista" che ha, con le politiche di austerità, sepolto la stella polare bobbiana dell´eguaglianza, c´è sì la constazione che è "una storia che chiama direttamente in causa la sinistra di governo, in larga parte erede del Pci" ma poi si deduce sul Manifesto che "la gran parte di quei dieci milioni di poveri ha scelto la Lega e il M5Stelle, mentre la sinistra si divideva nello stesso recinto, per spartirsi le spoglie di un elettorato sempre più esiguo".
E si arriva quindi a sostenere che in Italia, "le urne sono state spietate con le due principali proposte in campo. Con un paradosso: Leu ha eletto un pugno di parlamentari ma non esiste come soggetto politico; Potere al Popolo non ha eletto parlamentari ma esprime maggiore vitalità. Non è da queste due debolezze che si può ripartire ma entrambe potrebbero essere parte di un progetto più ampio, che non potrà nascere sedendosi a tavolino, ma sparigliando, dal di fuori".
Forse ci vuole ancora del tempo per rendersi conto che è finita una lunga ma deludente storia d´amore tra post-comunismo, post socialismo e socialdemocrazia aggrappati al neue mitte, al mito del centro-sinistra, e milioni e milioni persone di ogni età, soprattutto giovani.
E che la fine di un grande amore per qualcosa che si è rivelato vecchio e superato, può avere in sè le potenzialità di proiettarsi - se non ci si attarda troppo nei cahier de doléance - verso qualcosa di nuovo, che prenda il posto di partiti dalle ideologie obsolete per confrontarsi con il nuovo ancora in embrione.
Pane e bisogni essenziali per la sopravvivenza, come il reddito di nascita, vanno integrati con "le esigenze" che sempre negate ora fanno capolino: più tempo libero per sè e per gli altri, più partecipazione, più democrazia, libero accesso alla conoscenza e ai saperi, rispetto della scienza e del progresso scientifico, libera realizzazione della propria identità.
E´ una sfida alla quale non si può sfuggire e per la quale occorre un pensiero nuovo per un modello nuovo di società o comunità, di uomini e di donne uguali per la nascita biologica, a prescindere dal colore della pelle e degli occhi, della lingua parlata, ma diversi per l´identità, il pensiero e il corpo.



Fonte: di CARLO PATRIGNANI